italien : optionspecifique - Lycée cantonal de Porrentruy
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italien : optionspecifique - Lycée cantonal de Porrentruy
Lycée Cantonal de Porrentruy ITALIEN: Examens de maturité 2011 Classes 302,303,304,305 et 306 OPTION SPECIFIQUE Matériel autorisé: aucun Temps à disposition: 3 heures _____________________________________________________________ T r a d u z i o n e (1/3 del voto finale) Des projets pour l’avenir Depuis le jour où elle avait accepté de l’épouser, Cécile avait beaucoup changé. En effet, elle préférait rester tranquille à la maison et peu lui importait désormais la façon de s’habiller. Elle s’abandonnait aux attentions d’Ennio qui la faisait asseoir tandis que lui restait debout, ou instistait pour qu’elle mange davantage. Ils espéraient ouvrir leur hôtel dans trois ou quatre ans. Ce jour-là ils en parlèrent longtemps et de manière sérieuse , discutant surtout de son emplacement et de ses dimensions. Elle était réaliste, parlait de six ou sept chambres. Lui par contre imaginait un nombre presque illimité. S’il avait pu, il en aurait installées même dans la cave! Cécile était convaincue qu’ils y travailleraient seuls. Ennio par contre se faisait l’illusion qu’ils auraient quelques employés et se réservait à lui même une espèce de ‘superintendance’ avec la charge d’ accueillir les clients ou de faire les courses. Pour cette dernière raison, l’achat d’une motocyclette lui paraissait indispensable. Ils eurent une longue discussion à ce propos et Ennio tenta en vain de persuader sa future épouse: plus il lui en parlait et plus elle s’y opposait. Ispirato al romanzo La Reputazione di Alberto Vigevani, Milano, 1961. pagg.101/102 Lessico: la superintendance: la sovrintendenza la charge: trad. par ‘le devoir’ ( pour l’école) Commento al testo (2/3 del voto finale) Il brano seguente è tratto dal racconto LA RAGAZZA E IL ROBOT di Dacia Maraini, esempio raro di fantascienza italiana. La vicenda è ambientata verso l’anno 2050. La protagonista, Diana, vive da sola con il suo robot in un picolissimo appartamento che non lascia quasi mai. Lavora a domicilio, studiando antichi microfilm e trascrivendo il loro contenuto su cartelle. 5 10 15 20 25 30 35 40 Mentre lavorava al microfilm si accorse che uno dei teleschermi della camera da letto era rimasto aperto. Si alzò per andare a chiuderlo. Avrebbe potuto chiamare il robot ma preferì farlo da sola e muoversi un po’. Stava per chiudere l’interruttore quando fu catturata da un paesaggio dai colori teneri. Ne fu affascinata. Rimase lì incantata a guardare le immagini che scorrevano con dolcezza davanti ai suoi occhi. Un bosco dagli alberi gonfi! Per un momento sentì una nostalgia acuta. Che desiderio di conoscere un bosco! La sua bisnonna, che si chiamava Diana come lei, forse aveva conosciuto i boschi, gli ultimi boschi rimasti. Ora rimanevano solo le immagini sullo schermo. Chissà cosa si provava ad aggirarsi in un bosco fra i profumi di muschio e ronzio di api! E sentire un uccello cantare dal vivo, chissà che dolcezza! Gli uccelli erano tutti morti nell’ultima guerra nucleare. E comunque non avrebbero potuto sopravvivere dentro quelle bolle di vetro, in quel paesaggio di cemento e plastica, fra profumi artificiali, aria chimicamente riprodotta. Si voltò e lo scoprì dietro di sé, il robot, come se fosse paralizzato dal disordine imprevisto di quella mattina. La stava fissando con i gelidi occhi di vetro. Diana odiava quegli occhi che sembravano guardare e non vedevano che ciò che dovevano guardare. «Vogliamo metterci il casco?» lo sentì dire e pensò che avesse sbagliato ordine. Rise ancora e questa volta apertamente. Ma la voce continuò imperterrita «Vogliamo metterci il casco per favore, vogliamo metterci il casco Diana?» Era strana l’incongruenza fra il tono mondano, invitante della voce e la meccanicità ripetitiva dell’ordine autoritario. Capì che non aveva sbagliato ordine quando sentì il sibilo del soffitto che si apriva sopra la sua testa. Fra poco si sarebbe trovata senza aria. Doveva correre a mettersi il casco respiratorio. Il robot la prevenne porgendole il casco con tutti i fili e i tubi che pendevano. Diana lo indossò incastrando i tubi fra di loro. Appena chiuse il fermaglio cromato sentì l’ossigeno entrarle prepotente nei polmoni. Il robot intanto le accese i motori della macchina. II tetto si richiuse con un soffio. La macchina partì con uno sbuffo. Diana guidò in mezzo alle torri di plastica dalle mille luci. II suo piccolo velivolo andò a posarsi come una libellula sulla piazzola sospesa della zona uffici. Sapeva che doveva andare ai controlli, il robot le aveva segnato l’indirizzo sul cruscotto lumi-noso. Conosceva anche il tipo che avrebbe incontrato: un uomo dalla testa pelata e gli occhi penetranti. L’aveva già visto altre volte per altri richiami all’ordine. «Ah, Diana BS2, eccola un’altra volta qui. Cos’è che non va?» «Non lo so. È il mio robot che mi ha dato l’incarico di venire da lei.» «Aspetti che guardo la sua scheda... ah sì, hmm... lei è in ritardo col lavoro. Pensa di avere qualche malattia? Posso mandarla dallo psicoelettronico se vuole, ce n’è uno libero alla sala due. «No, sto benissimo. È che qualche volta mi distraggo.» «Forse ha bisogno di un accoppiamento. C'è libero un BS92. È anche in un momento fecondo. Le interessa?» «No grazie.» «Beh, allora bisogna che si metta in sesto col lavoro. Non può trascurarlo. Altrimenti dovremmo ridurre la sua razione di aria. O potrebbe finire in una missione su Marte.» (testo leggermente modificato) Lessico del brano: 10, aggirarsi il muschio l’ape andare in giro, passeggiare 29, il cruscotto lichene, specie di pianta primitiva che cresce in zone umide ed ombrose panello con gli strumenti di controllo e di guida di un veicolo. 33, l’incarico Il compito, l’ordine insetto che produce il miele 38, l’accoppiamento atto sessuale tra due animali a scopo riproduttivo 41, mettersi in sesto tornare a condizioni normali 18, imperterrito,a imperturbabile 23, porgere tendere, dare ________________________________________________________________________________ D o m a n d e N. B. : I criteri per la valutazione sono • l’uso di parole proprie ( le citazioni vanno messe tra virgolette!) • la correttezza e la complessità della lingua • la pertinenza e coerenza del contenuto 1) « La stava fissando con i gelidi occhi di vetro... » (r. 15) Analizzate i rapporti di Diana con il suo robot. Che cosa rappresenta per lei ? (70 – 80 parole. Coeff. 1) 2) Riferendovi ad indizi trovati nel testo, presentate con parole vostre le condizioni di vita (ambiente, lavoro e relazioni sociali) nel futuro immaginato da Dacia Maraini . (140 – 160 parole. Coeff. 2) 3) a) Siete d’accordo con la visione del futuro dell’autrice ? Perché ? b) Presentate i vostri progetti personali per l’avvenire ! Quali sono le vostre paure e speranze ? (a + b : 140 – 160 parole. Coeff. 2)