valorizzazione dei resti archeologici della chiesa normanna di san

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valorizzazione dei resti archeologici della chiesa normanna di san
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VALORIZZAZIONE DEI RESTI ARCHEOLOGICI DELLA CHIESA
NORMANNA DI SAN GIACOMO A MESSINA
di Tiziana Prescimone
Il presente lavoro è volto allo studio di una delle ultime testimonianze dell’architettura
medioevale della città di Messina, la Chiesa di San Giacomo, posta alle spalle del Duomo. Lo
studio si articola in tre fasi: nella prima viene svolta una ricerca storica che consente di risalire
con una certa precisione al periodo di fondazione della chiesa; nella seconda si è voluto
evidenziare come si sia giunti al rinvenimento di una sua considerevole porzione, mentre
l'ultima parte viene avanzata un’ipotesi di valorizzazione dei resti archeologici della chiesa e la
riqualificazione dell’omonimo largo. Per la ricerca storica sono state usate documentazioni
fornite da antichi eruditi come Placido Saperi, Rocco Pirri, Giuseppe Buonfiglio Costanzo e
Caio Domenico Gallo; tali testimonianze
vengono supportate anche da antiche carte
storiche che ne mostrano l’esistenza nell’arco
di tempo individuato (tra XI° ed il XII°sec.).
Tale datazione è confermata anche dai canoni
costruttivi della chiesa, che ne consentono la
classificazione all’interno delle tipologie delle
chiese dei primi secoli della cristianità. Dagli
studi effettuati è stato possibile individuare e
datare parte degli interventi subiti dalla Chiesa
(come ad esempio quelli intorno al XIII° sec. e
quelli a metà del ‘700).
Nella seconda fase di studio, si è voluto evidenziare come, nel tentativo di risolvere problemi
di infiltrazioni alla cripta del Duomo, si sia giunti, per cause fortuite, al rinvenimento di una
considerevole porzione dell’antica Chiesa di
San Giacomo, posta alla quota originaria della
Messina pre-terremoto. Da qui una serie di
circostanze hanno fatto si che, a nove anni dal
suo rinvenimento, nulla o poco sia stato fatto
per la sua conservazione. Lo scavo, che si è
dovuto attestare ai limiti dati dalle strade che
lo circondano, è delimitato perimetralmente da
una recinzione in ferro. Un’ampia porzione del
lavoro svolto è stata dedicata alla descrizione,
anche fotografica, dello stato di abbandono in
cui versa attualmente il ritrovamento
normanno. L’ultima parte dello studio consiste nella proposta di un’ipotesi di valorizzazione dei
resti archeologici della Chiesa di San Giacomo e la riqualificazione dell’omonimo largo che
circonda lo scavo. L’idea di progetto mira a far rivivere, come richiamo alla memoria, la quota
originaria di Messina tramite uno spazio, adiacente ai resti rinvenuti, alla medesima quota ed in
stretto collegamento con lo scavo della cripta del Duomo. Tale area, al di sotto di Largo San
Giacomo, assume la conformazione di uno spazio ipogeo destinato ad accogliere servizi. La
necessità, poi, di introdurre sistemi di risalita che mettessero in collegamento le due quote (3.20 e 0.00) ha offerto spunti allegorici; tre rampe, realizzate tutte in acciaio corten, assumono,
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nell’ipotesi progettuale, ciascuna una specifica natura scultorea e simbolica. Largo San
Giacomo verrebbe dunque pensato non più come spazio di risulta, ma come una vera e propria
area pedonale attrezzata che culmina in una piazza, testata di tutta la composizione. Uno studio,
infine, sulle geometrie e sul passo normanno dell’impianto della Chiesa di San Giacomo e del
Duomo ha guidato i segni delle pavimentazioni che rivestono l’area d’intervento.
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Ce travail a pour but d'étudier un des derniers témoignages de l'architecture du Moyen Age
de la ville de Messine, l'église de San Giacomo, qui se trouve derrière la Cathédrale. Cette étude
est articulé en trois phase: dans la première on a mené une recherche historique qui en trois
phase: dans la première on a mené une recherche historique qui nous a permis de remonter avec
une bonne approximation à la période de construction de l'église; dans la deuxième partie on
a reconstruit les circonstances qui ont permis d'en retrouver une bonne partie, et dans la
troisième on a avancé un projet pour valoriser les restes archéologiques de l'église et pour
mettre en valeur la place qui porte le même nom. Pour la recherche historique on a utilisé des
documents d'anciens érudits, notamment Placido Saperi, Rocco Pirri, Giuseppe Buonfiglio
Costanzo et Caio Domenico Gallo; leurs témoignages sont confirmés aussi par des anciens
documents, qui attestent l'existence de l'église dans la période indiqué (du XIème au XIIème
siècle). Cette datation est confirmée aussi par la structure de l'église, ce qui permet de la classer
parmi les typologies d'église des premiers siècle de la chrétienté. Notre étude a permis en même
temps de découvrir et de dater une partie des interventions endurées par l'église (notamment
ceux du XIIIème siècle et ceux de la moitié du XVIIIème).
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Dans la deuxième partie de l'étude, nous avons voulu remarquer comment, pendant des
travaux visés à résoudre des problèmes de fuites d'eau dans la crypte de la cathédrale, on est
arrivé, tout à fait au hasard, à retrouver une bonne partie de l'église de San Giacomo, qui se
trouve au niveau originaire de Messine avant le tremblement de terre de 1908. Depuis, une série
de circonstances plus ou moins
hasardeuses a fait que, après neuf ans de
sa redécouverte, rien n'ait été fait pour
conserver les restes de cette église. Les
fouilles, limitées par les rues qui les
entourent, est délimité tout autour par
une clôture métallique. Une bonne
partie du travail a été consacrée à la
description,
aussi
par
des
photographies,
de
l'actuel
état
d'abandon dans lequel gisent ces restes
normands.
La dernière partie du travail consiste
dans la proposition d'une hypothèse pour valoriser les restes archéologiques de l'église de San
Giacomo, ainsi que de la place qui entoure les fouilles. L'idée du projet vise a faire revivre,
comme un rappel à la mémoire, le niveau originaire de Messine par un espace, adjacent aux
restes, à ce même niveau et étroitement lié aux fouilles de la crypte de la cathédrale. Cette zone,
au dessous de Largo San Giacomo, devient un espace hypogé destiné à accueillir des services.
La nécessité d'introduire des systèmes de remontée qui relient les deux niveaux (-3;20 et 0.00) a
offert l'occasion d'insérer des éléments allégoriques; les trois rampes d'escalier, réalisées en
acier corten, ont chacune une nature sculpturale et symbolique. De cette façon, Largo San
Giacomo ne serait plus un espace indéfini, mais une vrai zone piétonne équipée, convergeant
vers une place qui en serait l'aboutissement.
Finalement, une étude sur les géométries et sur l'empattement normand de l'église de
San Giacomo et de la cathédrale a inspiré le dessein du dallage de la zone piétonne.
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