solo e pensoso.qxp

Transcription

solo e pensoso.qxp
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Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'allegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:
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8
sì ch'io mi creda omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch'Amor non vegga sempre
ragionando con meco, et io con llui.
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F. Petrarca, Canzoniere, Torino, Einaudi, 1997
Solitario e pensieroso i luoghi più deserti
vado segnando con il mio passo lento
e rivolgo lo sguardo, attento in modo da
evitare evitare
ogni posto toccato da orme umane
Altro rifugio non so trovare che mi protegga
dall'attenzione ( indiscreta ) della gente;
poiché nei miei gesti privi di ogni serenità
esteriormente si intuisce come io, nell'intimo, sono inquieto
cosicché credo ormai che monti, pianure
fiumi, boschi conoscano i caratteri della
mia vita
che pure è tenuta,cerco di tenere...
segreta agli altri
Del resto nessun isolato e solitario luogo
riesco a trovare, in cui Amore non mi
accompagni in ogni istante
parlando con me ed io con lui.
Solo et pensoso, che nell'ordinamento dato dal poeta ai suoi versi, risulta il numero XXXV e appartiene
alle rime "in vita" di Laura. La forma metrica adottata è quella del sonetto: quattordici endecasillabi,
divisi in due quartine e due terzine, con rima ABBA, ABBA, CDE, CDE.
La lirica del Petrarca soltanto in senso lato può essere definita amorosa, in quanto rappresental'espressione del mondo interiore del poeta con i suoi turbamenti, le sue debolezze, le sue contraddizioni, le sue speranze e le sue aspirazioni.
L'amore per Laura quindi concretizza i moti più intimi e segreti dell'animo del poeta. I temi della poesia
ritorneranno in altri poeti addiruttura del 900...ad indicare l’influenza e la modernità del PetrarcaUna coppia di fondo caratterizza la poesia:
Esterno: rapporto con gli altriInterno: Interiorità, animo del poeta
Coppia, un termine che possiamo usare anche per la metrica:
Stilisticamente il sonetto è infatti costruito con una coppia a due.
Due aggettivi simili lo introducono, altri due sono alla fine del secondo verso, e ancora nel v. 12: "solo e
pensoso... passi tardi e lenti... aspre vie né selvagge". Un doppio ritmo che da un suono più importante dei significati. Anche i sostantivi che si susseguono nei vv. 9-10 sono a gruppi di due. Tutto il sonetto si muove così in una simmetria ondeggiante. La malinconia del contenuto, la dissonanza(contrasto) che
si viene a manifestarsi fra l'io e la natura sembrano trovare una sintesi nella poesia che vorrebbe rigenerare l’animo del poeta-viandante
Il protagonista del Canzoniere è pertanto un uomo segnato dal dissidio interiore, da una lacerazione che
lo accompagna senza dargli pace anche nei luoghi più solitari e sconosciuti.
È questo l'uomo che si mostra a noi nel sonetto Solo et pensoso, un componimento non il solo che, per le
tematiche della solitudine e del colloquio con la propria anima, può rappresentare efficacemente la modernità del Petrarca.
Analisi testuale:
La sostanza moderna del sonetto è rilevata dalla presenza dominante del poeta che, protagonista assoluto della "situazione" lirica, esprime con forte intensità la condizione del suo animo. La focalizzazione sull'io-lirico è evidenziata dalla ricorrenza delle azioni descrittive, riferite in prima persona.
Il tema della lirica è il conflitto interiore del poeta che ricerca la solitudine vagando in una natura deserta e
solitaria per nascondere agli altri uomini la sua intima disperazione.
Il sonetto a livello strutturale può essere scandito in tre sequenze principali.
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La prima quartina è incentrata sul tema della solitudine che ricorre nell'aggettivazione relativa al poeta
( solo et pensoso ) e in quella riferita al paesaggio ( deserti campi).
L'altra sequenza è rappresentata dal blocco sintattico costituito dalla seconda quartina e la prima terzina
(vv.5-11) in cui viene sottolineata la perfetta sintonia tra il paesaggio e lo stato d'animo del poeta. La natura infatti sembra partecipare all'evidente stato di sofferenza che affligge il poeta e sembra potergli concedere rifugio e conforto.
Questa dimensione assunta dalla natura rappresenta in parte una novità nella poesia medievale e costituisce una creazione specifica della lirica di Petrarca. Nella tradizione poetica precedente infatti il paesaggio non è il luogo dove l'uomo può trovare la sua realizzazione.Insomma la natura come Laura è qualcosa di concreto
L'ultima terzina (vv.12-14) è un congedo ed è incentrata sul motivo del richiamo amoroso che non soltanto non abbandona il poeta neanche nei luoghi più solitari, ma diventa per l'amante una voce amica che
nulla può far tacere.L’amore pùò anche essere inteso come elemento che spinge il poeta attraverso Laura
verso il mondo esterno che però è fatto di conflitti e contrasti.
L'espressione finale ragionando con meco, et io co llui(v.14), fortemente antitetica a quella iniziale
solo et pensoso(v.1), esprime il dissidio tra la solitudine ricercata dal poeta e la continua presenza di
Amor(v.13).
Possiamo notare la presenza di vocaboli usuali, fatte alcune eccezioni, come ad esempio i latinismi vestigio (v.4) e piagge (v.9). Altri latinismi, in forma puramente grafica, sono et (vv.1,3,9,14) e human (v.4).
L'influsso del latino può giustificare inoltre la "e" in luogo di "i" nella voce mesurando (v.2). La voce avampo (v.8) può essere considerata una forma colta in cui non avviene il rafforzamento della consonante "v"
dopo la vocale "a".
Petrarca nel Canzoniere però, non utilizza latinismi troppo scoperti anche perché non mira a una solennità elevata di parola quanto piuttosto a una musicalità elegante ed armoniosa.
Segnaliamo infine la forma co llui(v.14), nella quale è avvenuta l'assimilazione "nl" in "ll".
La struttura ritmico-sintattica del sonetto è caratterizzata da una perfetta simmetria riscontrabile già dai
primi versi nella coppia di aggettivi solo et pensoso (v.1) con la coppia sinonimica tardi et lenti(v.2),
dannouna sfumatura di significato, un rallentamento del ritmo che riproduce il vagare lento e senza meta
del poeta. Anche il verbo mesurando dà l'impressione di un vagare a passi lentissimi, proprio di chi, come
il poeta è immerso in una meditazione che lo assorbe completamente.
Figure retoriche:
L'espressione atti d' allegrezza spenti (v.7) è propriamente una litote in quanto attenua un'immagine troppo forte, ma possiede anche un significato ossimorico poiché i due termini sono accostati per opposizione (allegrezza spenti). A sua volta l'aggettivo spenti, correlato a di fuor (v.8), è in antitesi con avampi (v.8)
che richiama, con struttura a chiasmo, dentro (v.8). Da rilevare anche l'iperbato et gli occhi porto per fuggire intenti (v.3), che rallenta notevolmente il ritmo.
Diverse antitesi come di fuor…dentro (v.8), spenti…avampi (vv.7-8), sottolineano il contrasto tra la pena
d'amore intima del poeta e gli atti esteriori. Fortemente antitetiche sono l'espressione iniziale solo et pensoso (v.1)e quella finale ragionando con meco et io co llui (v.14), in cui si evidenzia il dissidio tra la solitudine ricercata dal poeta e la continua presenza di Amor (v.13).
Per quanto concerne l'aspetto fonico è da segnalare la terminazione in "i" delle rime delle quartine, che
contengono sempre i gruppi consonantici "mp" o "nt", il cui suono allitterante comunica una sensazione di
monotonia e immutabilità.
Altre allitterazioni sono presenti nella lirica. In solo et pensoso (v.1) abbiamo l'iterazione della sillaba "so",
rafforzata dalla "s" di deserti. Nell'ultimo verso invece si ripete la sillaba "co" in con meco et io co llui.
Il personaggio di Solo et pensoso rivela notevoli affinità aspetti dei poeti del 900-ecco perchè diciamo che
Petrarca è Moderno (con una certa esagerazione)
note:
per le figure retoriche vedi Dante
Litote: Quell’uomo non è un genio
Chiasmo: Le Donne i cavalier le armi e gli amori..si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in
versi o in prosa, con uno schema sintattico di AB,BA
l'iperbato: a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura ..inversione di parole
Allitterazione....uso della S..iniziale

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