La Tzapletta 19 ottobre 2008

Transcription

La Tzapletta 19 ottobre 2008
,
Angeli con un’ala soltanto
“La perdita di un caro per suicidio è inaspettata, violenta e traumatica e lascia le persone che
conoscevano il suicida con la convinzione che
qualcosa poteva essere fatto per evitare una
morte decisa dall’individuo”.
Questo è l’inizio di un articolo apparso su Repubblica il 10 luglio di quest’anno, articolo
che avevo letto ma che non mi aveva particolarmente toccato, come tutte le notizie che ogni
giorno entrano nelle nostre case, troppa indifferenza e voglia di non pensare.
Quando ho appreso la notizia di Matteo, la mia
mente è tornata a quell’articolo e ho provato a
pensare alla grande sofferenza che lo aveva
spinto a commettere il gesto estremo. Mi sono
chiesto: come può essere possibile e perché?
Ancora oggi non sono riuscito totalmente a
dare delle risposte se non attraverso la Parola
di Dio; è l’unica parola che può aprirci un nuovo orizzonte dopo la grande sofferenza, quella
stessa sofferenza di Cristo davanti alla morte,
soltanto la speranza della resurrezione gli permette di affrontare la solitudine del dolore e
l’abbandono da parte di tutti.
Si Amici! La speranza che Dio è vicino ad
ogni uomo è la risposta che mi sono dato dopo
la notizia della morte di Matteo, speranza che
Dio conosca in profondità “le mosse” di ogni
individuo e che Lui solo le possa trasformare e
rendere nuove.
Oggi noi tutti che viviamo in questa bella e
piccola comunità sentiamo la voglia di cose
nuove e che ogni individuo si senta responsabile dell’altro, ogni uomo impari a stare vicino
all’altro con verità! A volte do-vremmo avere
il coraggio di intervenire nella vita degli altri
nella speranza che se qualcosa non funziona ci
sia qualcuno che ci apra il paracadute e ci aiuti
a planare.
Vorrei concludere con le belle parole di don
Tonino Bello, Vescovo di Molfetta:
Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della
vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini sono
angeli con un’ala soltanto: possono volare
solo rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza oso pensare,
Signore, che anche Tu abbia un’ala soltanto,
l’altra la tieni nascosta... forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me. Per questo
mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con Te perché
vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla: vivere è abbandonarsi
come un gabbiano all’ebbrezza del vento; vivere è assaporare l’avventura della libertà, vivere è stendere l’ala, l’unica ala con la fiducia di
chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore: Tu
mi hai dato il compito di abbracciare anche il
fratello, e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono,
perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a
distendersi: non farmi più passare indifferente
davanti al fratello che è rimasto con l’ala, l’unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete
della miseria e della solitudine e si è ormai
persuaso di non essere più degno di volare con
Te: soprattutto per questo fratello sfortunato
dammi, o Signore, un’ala di riserva.
Ciao Matteo. Il tuo parroco.
Don Alessandro
Piccoli Malgari
Il 21 agosto l’alpeggio Djouan ha
ospitato per un pomeriggio 8 bambini che hanno potuto, anche se
per poco tempo, vivere l’emozione di essere “pastori”. Un’iniziativa promossa dalla Biblioteca
Maison de la
Montagne,
già proposta
in
passato,
sostenuta
dalla
Pro
loco e dal
Parco Nazionale che quest’anno
ha voluto sostenere economicamente alcune iniziative e attività
della Valsavarenche. L’alpeggio
Djouan è gestito da Christian
Viale, responsabile e conduttore, e
ormai da tre anni dal collaboratore
Joseph Patruno. Colgo l’occasione
per ringraziare Joseph per la sua
presenza fondamentale. Joseph ha
17 anni e la sua passione per le
mucche è davvero straordinaria,
ma sappiamo tutti che non basta la
passione, ci vuole anche costanza,
responsabilità, sacrificio, pazienza: Joseph possiede tutte queste
doti.
I bambini erano contenti
e attenti, la loro gioia era
per aver potuto “mungere
una mucca” oppure portato il secchio del latte
pesante ed essere riusciti
a
versarlo
nella
“ t z o o u d ì e ” .
Oltre alla gioia dei bambini c’era anche quella
dei genitori che si sono
complimentati per l’iniziativa ma soprattutto
hanno elogiato il lavoro faticoso
che Christian e Joseph stavano
compiendo.
Stupiti del fatto che l’alpeggio
fosse così distante dalla loro quotidianità, dalle loro famiglie e
sicurezze hanno detto: “La Valsavarenche deve andare fiera di
avere un Alpeggio gestito da
gente del posto”.
Che bello quando le persone
riconoscono,
senza pregiudizi,
senza gelosie, i
pregi, le doti
degli altri e gioiscono con essi…. è raro ma accade! Allora un grazie veramente di
cuore da parte mia, a Christian e
Joseph, e a queste persone che
amano la Valsavarenche e hanno
dedicato un po’ delle loro vacanze
alle tradizioni che ancora esistono
in Valle.
Valentina Parodi
Presidente Commissione
Gestione Biblioteca
Maison de la Montagne
Le pays natal
Samedi 19 Juillet, Mr. Annibale
Salsa a présenté son livre lors de
son intervention sur le thème "Il
tramonto delle identità Tradizionali". Mr. Salsa dans cette soirée
avait expliqué que le centre de la
vie, jadis la montagne, de proche
en proche a gagné la plai-ne par la
suite de différents facteurs tels
que le climat, l'hi-stoire et même
la technologie. Et c’est surtout par
la technologie d’aujourd’hui et la
globalisation qu’on pourrait, dans
le futur, assister à un retour à la
monta-gne.
L’argument étant très proche de
ma situation, je voudrais dire deux
mots. J’habite Valsavarenche il y
a trois ans et je dois remercier les
habitants d’ici qui m’ont très bien
accueillie; mais, malgré cela, je
souffre surtout parce que je suis
loin de ma maison, des lieux qui
m’ont été familiaux où j’ai vécu
les plus belles années de ma vie.
En outre, ici on est loin des services, des magasins, loin de toute
communication. Je com-prends
donc très bien qui est obligé pour
le travail ou pour des raisons économiques, de laisser cette vallée,
d’abandonner sa maison. Dès que
je suis ici, j’apprécie la belle saison mais surtout l’automne, quand
le bois change ses couleurs. J’adore Septembre, quand le silence
fait oublier l’été qui vient de s’achever et les journées encore
chaudes sont le prélude de l’hiver.
Et même ceci a son charme: dans
les longues nuits, quand la lune
fait briller la neige, on pourrait
jurer de vivre dans un rêve, dans
segue a pag. 4
2
,
L’AEPROU
LE SOIR
LA SERA
A la feun di dzor dessu eun trecque
Dz’aitzo lo ciel coleur di brecque
Déré lo soleil di coutzen
Que meuche
Avoué son or et sa tristesse
A la fin du jour sur une hauteur
Je regarde le ciel couleur des
briques
Derrière le coucher du soleil
Qui décline
Avec son or et sa tristesse.
J’ai dans mon cœur
La douceur
D’une journée bien accomplie...
Et après
Comme une faiblesse
Le souvenir de toi lontaine
Et un peu de mélanconie.
Mais je sens fourmiller lentement
La force et l’espoir de mes trent’ans
Je me secoue brusquement, en
pensant
Qu’ils me manqueraient demain,
A la fin de la vie.
Alla fine del giorno da un’altura
Guardo il cielo color mattone
Dietro al sole del tramonto
Che scompare
Con il suo oro e la sua tristezza.
Ho nel cuore
La dolcezza
D’un giorno speso bene…
E poi
Come una debolezza
Il ricordo di te che sei lontana
E un po’ di melanconia.
Sento formicolare lentamente
La forza e la speranza dei trent’anni
Mi scrollo bruscamente, pensando
Che esse mi mancheranno domani,
Dz’ì deun mon coeur
La douceur
D’eunna dzornaie bien accomplia…
Et, poué
Comme euna faiblesse
Lo souvenir de te que t’éi lloin
Et tcéqua de mélancolìa.
Méi dze sento fremiaté todzen
La force et l’espoir de me trent’ans
Me sopatto d’eun cou, tot eun
pensen
Que me manqueren deman,
A la feun de la via…
Al termine della vita.
Corrado di DZEI
Corrado GEX
CORRADO GEX
Arvier 1932 – Ceva (CN) 1966
Homme politique dont la brillante carrière fut brusquement brisée par un accident d’avion, il a su par ses
dons naturels donner du prestige à la Vallée d’Aoste.
Malgré sa trop courte vie, avant comme assesseur à l’Instrucion publique et ensuite comme député, il aborda
le probléme des minorités linguistiques et donna un essor au patois qui risquait de disparaître.
Uomo politico, la cui carriera fu prematuramente stroncata da un incidente aereo, seppe con capacità e impegno mantenere alto il prestigio della Valle d’Aosta.
Prima come assessore alla Pubblica Istruzione e in seguito come Deputato si occupò dei problemi delle minoranze linguistiche e diede nuovo slancio al patois valdostano che rischiava di scomparire.
(fonte L’Abbé Cerlogne et les poètes patoisants
Centre d’Etudes Francoprovençales “René Willien”)
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dalla seconda pagina
une atmosphère enchantée où le temps s’est arrêté. Rester le soir près de la cheminée, lorsque le froid gueule
dehors, en compagnie de bons amis, de sa famille à parler de n’importe quoi.
Désormais, la vie est dans la plaine et les gens ne peuvent guère eviter de la joindre. Désormais la vie est là
et là on ne peut pas contempler le spectacle de la nature.
On ne peut point arrêter le phénomène de l’abandon des zones rurales et de la montagne et les personnes qui
doivent partir souffrent en abandonnant leur pays natal qui fait partie de leur vie.
Voilà pourquoi je comprends qui doit laisser cette vallée qui est maintenant ma maison, même si je ne peux
pas oublier Arvier, lieu de ma naissance…. “Le train vient de partir mais mon coeur reste ici” ainsi que la
chanson “Le Pays Natal” raconte.
Lorenza Perrier
Giorno indimenticabile!
Non è ancora l’alba quando mi alzo, eh !! sì perché oggi è un giorno speciale, la mia piccola corona il suo
sogno, si sposa. Oddio!! Quante cose ancora da fare, da preparare. Esco subito a vedere com’è il tempo, è
ancora buio, vedo qualche stella, beh, almeno non piove, un caffè veloce e comincio…… dopo…. mi sembrano scene di un film….. mamma aiutaci ti prego, fa’ che questo giorno speciale rimanga tale, fa’ che mi
svegli e che quel che succede sia solo un sogno, passano i minuti, ora va un po’ meglio, meno male, pian piano la paura, l’angoscia si placano, Josy stai tranquilla... zia ha detto che va tutto bene… il tempo intanto scorre inesorabile, alle 10.30 c’è la cerimonia… manca poco, quante cose ancora da fare, non riesco ad organizzarmi, non capisco cosa sto facendo, fuori e dentro casa, prendo, poso, vedo volti familiari, amici e comincio
a dare ordini…(a me è sempre piaciuto comandare).
Poi… come d’incanto tutto è pronto, l’archetto addobbato, i tavoli imbanditi, gli aperitivi, il vino, il tavolo
degli analcolici… chi è stato? Sono stati forse i folletti o le fate di Lori… No! sono state persone eccezionali
che si sono fatte in quattro perché tutto risultasse perfetto, e così è stato… non ho parole… grazie, grazie
amici. Ma è tardi… mi devo preparare… non posso andare ancora in giro in pigiama, ah! dimenticavo devo
andare a prendere l’ape di nonna Elsa… per tutti è una sorpresa… ma ecco Josy… bellissima e solare come
sempre, i suoi occhi brillano, un nodo alla gola: ” mamma va tutto bene? ”. “ Si va tutto bene ”, i fotografi la
fanno impazzire, ma lo sposo, la sua famiglia e gli invitati sono già passati, dobbiamo andare, non si può farli
aspettare troppo.
La sposa sale sull’ape, sapientemente dipinta e abbellita, si parte… quasi quasi salgo anch’io, le scarpe mi
fanno un po’ male.
Entriamo in chiesa, la musica ci avvolge, mi appoggio al braccio di Jo; mentre percorriamo la navata, mille
pensieri affiorano alla mia mente e penso a 25 anni fa e a quanto sono stata fortunata: ho avuto una bellissima
famiglia, ottimi genitori... e che dire delle mie splendide sorelle Valdi e Luci, di Mario e Pier e tutti gli altri,
ho una figlia meravigliosa e adesso anche chi si prende cura di lei, sì perché Rich, il suo principe azzurro è lì
che la aspetta… bello, elegante ed emozionato più che mai…Ci siamo, inizia la cerimonia… No no aspettate… manca qualcuno, manca una parte importante della mia famiglia… ah no ci sono anche loro… eccoli, li
vedo, ma soprattutto li sento vicini, nel mio cuore e sicuramente sono in quello di Rich e Josy. Adesso è tutto
a posto, possiamo iniziare. W gli sposi.
Natalina Degioz
La Tzapletta - sabato 19 ottobre 2008
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Hanno collaborato:
Giorgio Musso, Giovanni Parodi, Valentina Parodi, Lorenza Perrier
Grafica: Emanuele Musso