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NOTE E RASSEGNE
LA TRADUZIONE DI PLACIDO BORDONI
DELL'HORACE DEL CORNEILLE: INTERMEDIARIA
TRA IL TESTO ORIGINALE CORNELIANO E
L'ORAZIO DI GIOVANNI KREGLIANOVICH
1
L'Horace di Corneille, pubblicata nel 1641, deve aspettare il 1701,
circa sessant'anni, per vedere la sua prima traduzione italiana ad opera
del senese Girolamo Gigli. Nello stesso diciottesimo secolo si ebbero
altre traduzioni dell'opera: L'Orazio, traduzione in prosa [di Antonio
Bovio], in Opere varie [...], V, Venezia, 1732; Orazio in Tragedie di
Pier Cornelio tradotte in versi italiani con l'originale a fronte [per
Giuseppe Baretti], II, Venezia, 1747-48; Gli Orazi, riduzione in versi di
Carlo Forciroli Alberghetti, Modena, [1779]; Orazio, traduzione in versi
di Placido Bordoni, Venezia, 1793.
Insieme a queste traduzioni pullularono in Italia nello stesso periodo
anche diverse imitazioni dell'Horace corneliano.
Sulla scia del
Meregazzi, Carlo Roscioni scrive che in Italia dell'Horace di Corneille
trassero elementi "P.J. Martello per il Quinto Fabio (1715), S. Pansuti
per l'Orazio (1719), G.B. Recanati per la Demodice (1721), G. Bravi
per l'Orazio (1742)." A queste imitazioni vanno aggiunte anche quelle
di un certo A.L.U. (Camilla, 1799) e di Giovanni Albinoni
Kreglianovich (Orazio, 1800).
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Nel presente saggio vogliamo puntare la nostra attenzione proprio
su quest'ultima tragedia. Si tratta della prima opera di quest'autore,
opera che, nonostante oggi sia ancora poco conosciuta, ai suoi tempi
riscosse notevole favore popolare.
Infatti, questa "pièce" fu
rappresentata con grande successo nel teatro San Giovanni Grisostomo
di Venezia per otto sere di seguito e, successivamente, fu messa in
scena, ancora con esito favorevolissimo, a Ferrara. Il curatore delle
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note storico-critiche del Teatro moderno applaudito fa notare che "fu
assai bene accolta anche nella dotta Bologna alla primavera del 1797,
espostavi dalla compagnia Battaglia." In altra sede abbiamo parlato
dell'Orazio del Kreglianovich, notando che l'abbondanza di azione, la
concisione e l'essenzialità dello stile, il dialogo quasi sempre vario, vivo
e drammatico, l'andamento progressivo dell'opera, il suo intreccio
semplice e anche la sua brevità (l'Orazio è di appena 1075 versi),
conferiscono un certo valore e una certa aria di novità a questa tragedia,
manifestano il desiderio del Kreglianovich di assecondare i gusti degli
spettatori — poco attratti, a differenza del passato, dai lunghi e vuoti
discorsi e molto, invece, dall'azione rapida e incalzante — e palesano
l'aspirazione da parte dell'autore a comporre opere effettivamente ed
efficacemente rappresentabili.
Nello stesso saggio, nel presentare brevemente questa tragedia,
abbiamo dimostrato, mettendo in raffronto alcuni brani dell'Horace con
i corrispondenti dell'Orazio, che il Kreglianovich, nel comporre questo
suo dramma, ha attinto copiosamente dall'opera del Corneille.
Un'attenta collatio del testo del Kreglianovich con quello del Corneille
e con quello sopramenzionato della traduzione dell'abate Placido
Bordoni dell'Horace corneliano ci induce comunque a concludere, ed
è appunto ciò che qui intendiamo specificamente porre in evidenza, che
la traduzione di Bordoni ha esplicato una funzione intermediaria tra il
dramma del Kreglianovich e quello dell'autore francese. In altre parole,
il Kreglianovich nella stesura della sua tragedia tenne sott'occhio, a
parte i capitoli della narrazione di Livio dell'episodio degli Orazi e
Curiazi, anche e soprattutto la traduzione del Bordoni dell'Horace del
Corneille.
Per renderci conto di ciò basta mettere a confronto alcuni passi
dell'opera del francese con la traduzione italiana del Bordoni e i
corrispondenti brani della tragedia di Kreglianovich.
A titolo
eminentemente esemplificativo rinviamo il lettore ai seguenti riscontri
dei testi in questione. Le corrispondenze ci sembrano così ovvie da non
richiedere alcun commento.
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1. CORNEILLE (Horace, atto I, sc. II, vv. 187 sgg.)
Camille:
Enfin mon désespoir parmi ces longs obstacles
M ' a fait avoir recours à la voix des Oracles;
Écoutez si celui qui me fu hier rendu
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Eut droit de rassurer mon esprit éperdu.
Ce Grec si renommé qui depuis tant d'années
Au pied de l'Aventin prédit nos Destinées,
Lui qu'Apollon jamais n'a fait parler à faux.
Me promit par ces vers la fin de mes travaux:
"Albe et Rome demain prendront une autre face,
Tes voeux sont exaucés, elles auront la Paix,
Et tu seras unie avec ton Curiace,
Sans qu'aucun mauvais sort t'en sépare jamais."
Je pris sur cet Oracle une entière assurance,
Et comme le succès passait mon espérance,
J'abandonnai mon âme à des ravissements
Qui passaient les transports des plus heureux Amants.
BORDONI (Orazio, atto I, sc. III)
Camilla:
[...] Al fine
L'estrema mia disperazion m'indusse
A intender degli oracoli la voce.
Odi, se quel che intesi ieri appunto,
Può del mio spirto rinfrancar la speme.
Quel sì famoso e venerato greco,
Che da tant'anni a' piè dell'Aventino
Predice l'avvenir, e che da Febo
Ispirato, non ha mai detto il falso,
Con questo carme a me de' mali miei
La fin predisse: "Alba domani e Roma
Prenderan novo aspetto: esse avran pace:
Fieno esauditi i voti tuoi: sarai,
Senza che avversa sorte unqua ti sgiunga,
A Curiazio unita." A tal risposta
Rassicurai me stessa, e come vinse
Le mie stesse speranze, a que' trasporti
M'abbandonai, che i più felici amanti
Sentono nel lor cor. [...]
KREGLIANOVICH (Orazio, atto II, sc. II)
Camilla:
[...]
Pace diletta;
Su' nostri cori ancor t'invoco! — Or sappi
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Ch'io non dispero. I numi stessi alfine
Me ne dieron promessa, e fia bestemmia
Il dubitarne sol. — Tanto crudele
Era l'affanno ond'io gravata il core
Distrugger mi sentia, che ier m'indussi
A intender degli oracoli la voce.
Odi se quel ch'intesi, in noi la speme
Può rinfrancar in tale evento. Io corsi
Da quel sì noto e venerato Greco,
Che da tant'anni appiè' dell'Aventino
Predice l'avvenir, e che da Febo
Inspirato aprì sempre al ver la bocca.
Egli con questo carme a' mali miei
La fin predisse: "I voti tuoi saranno
Esauditi: a Curïazio unita
Sarai senza che sorte unqua ti sgiunga."
Rassicurai me stessa; a que' trasporti
M'abbandonai, che i più felici amanti
Sopra ogni speme a fomentar son usi.
2. CORNEILLE (Horace, atto I, sc. II, vv. 215 sgg.)
Camille:
La nuit a dissipé des erreurs si charmantes;
Mille songes affreux, mille images sanglantes,
Ou plutôt mille amas de carnage et d'horreur
M'ont arraché ma joie, et rendu ma terreur.
J'ai vu du sang, des morts, et n'ai rien vu de suite,
Un spectre en paraissant prenait soudain la fuite,
Ils s'effaçaient l'un l'autre, et chaque illusion
Redoublait mon effroi par sa confusion.
BORDONI (Orazio, atto I, sc. III)
Camilla:
[...] Ma error sì dolci
La notte dissipò. Mille funesti
Orribil sogni, mille aspetti e mille
Immagini di strage, e sangue, e morte,
M'han tolta al cor la dolce gioia, e novo
V'infusero terror. Gli spaventosi
Spettri di sangue e morte appena apparsi
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Spariano tosto agli occhi miei, null'altro
Di sè lasciando, che d'orror la mente
E di confusion novella ingombra.
KREGLIANOVICH (Orazio, atto ΠΙ, sc. II)
Camilla:
[...] In questa notte
Mille funesti orridi sogni, mille
Immagini di sangue, atroci aspetti
Di strage e morte hanno al mio cor rapita
Ogni speme, ogni gioia. I furibondi
Spettri, i negri fantasmi appena apparsi,
Sparlano tosto agli occhi miei, null'altro
Di sè lasciando, che d'orror ferale
E di confusïon l'anima ingombra. [...]
3.
CORNEILLE (Horace, atto I, sc. III, vv. 259 sgg.)
Curiace:
Il m'a vu comme gendre avec une tendresse
Qui témoignaint assez une entière allégresse,
Mais il ne m ' a point vu par une trahison
Indigne de l'honneur d'entrer dans sa maison.
Je n'abandonne point l'intérêt de ma ville,
J'aime encor mon honneur en adorant Camille;
Tant qu'a duré la guerre on m'a vu constamment
Aussi bon citoyen que véritable Amant,
D'Albe avec mon amour j'accordais la querelle,
Je soupirais pour vous en combattant pour elle;
Et s'il fallait encor que l'on en vînt aux coups,
Je combattrais pour elle en soupirant pour vous.
Oui, malgré les désirs de mon âme charmée,
Si la guerre durait, je serais dans l'Armée:
C'est la Paix qui chez vous me donne un libre accès,
La Paix à qui nos feux doivent ce beau succès.
BORDONI (Orazio, atto I, scena IV)
Curiazio:
Qual genero m'accolse, e la sua gioia
Fu tal, che l'amor suo chiaro mostrommi.
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Non come traditor egli mi vide,
Ο come indegno d'essere tuo sposo.
Sacro al mio core è l'onor d'Alba, e quanto
Amo la gloria mia, t'amo, ο Camilla.
Finché durò fra noi la guerra, io fui
Sempre buon cittadino e fido amante.
Congiunsi col mio amor la guerra d'Alba;
Io per te sospirai, pugnai per essa,
E se la guerra s'accendesse ancora,
Sospirerei per te novellamente,
E pugnerei per essa. Acceso il seno
D'un amoroso ardor, se ancor durasse
Fra noi la guerra, io sarei là nel campo;
E se tu qui mi vedi a te vicino,
La pace mi guidò, sì quella pace
Che farà lieto il nostro amor.
KREGLIANOVICH (Orazio, atto II, sc. II)
Curiazio:
Qual amico m'accolse; la sua gioia
Fu tale che l'amor chiaro mostrommi.
Degno mi vide d'esser tuo; ché sacri
Udì gli affetti miei d'Alba all'onore;
E amarmi intese al par di te la gloria
Finché di guerra arse l'incendio, io fui
Sempre buon cittadino e fido amante.
Io per te sospirai: pugnai per Alba,
E se la guerra s'accendesse ancora,
Sospirerei per te novellamente,
E pugnerei per essa. Acceso il seno
D'un amoroso ardor, se anco fra noi
Durassero gli sdegni io sarei in arme;
E se tu qui mi vedi a te vicino,
La pace mi guidò.
4. CORNEILLE (Horace, atto II, sc. II, vv. 347 sgg.)
Curiace:
Ainsi Rome n'a point séparé son estime,
Elle eût cru faire ailleurs un choix illégitime
Cette superbe ville en vos frères et vous
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Trouve les trois guerriers qu'elle préfère à tous [...].
Ce choix pouvait combler trois familles de gloire,
Consacrer hautement leurs noms à la mémoire;
Oui, l'honneur que reçoit la vôtre par ce choix
En pouvait à bon titre immortaliser trois;
Et puisque c'est chez vous que mon heur et ma flamme
M'ont fait placer ma soeur, et choisir une femme,
Ce que je vais vous être et ce que je vous suis
Me font y prendre part autant que je le puis:
Mais un autre intérêt tient ma joie en contrainte,
Et parmi ses douceurs mêle beaucoup de crainte.
La guerre en tel éclat a mis votre valeur
Que je tremble pour Albe, et prévois son malheur.
Puisque vous combattez, sa perte est assurée,
En vous faisant nommer, le Destin l'a jurée,
Je vois trop dans ce choix ses funestes projets,
Et me compte déjà pour un de vos Sujets [...].
Ce que veut mon pays, mon amitié le craint.
Dures extrémités, de voir Albe asservie,
Ou sa victoire au prix d'une si chère vie,
Et que l'unique bien où tendent ses désirs
S'achète seulement par vos derniers soupirs!
Quels voeux puis-je former, et quel bonheur attendre?
De tous les deux côtés, j ' a i des pleurs à répandre,
De tous les deux côtés, mes désirs sont trahis.
Horace:
Quoi! vous me pleureriez mourant pour mon pays!
Pour un coeur généreux ce trépas a des charmes,
La gloire qui le suit ne souffre point de larmes,
Et je le recevrais en bénissant mon sort,
Si Rome et tout l'État perdaient moins en ma mort.
BORDONI (Orazio, atto II, sc. I)
Curiazio:
Se Roma volto avesse altrove il guardo
Nel far la scelta sua, creduto avria
Ingiusta la sua scelta. I tre guerrieri,
Che preferisce a ognun, Roma superba
Solo ne' tuoi fratelli e in te ritrova; [...]
Quest'onorata, glorïosa scelta,
Che tre famiglie coronar potea
59
D'eterni fregi e rendere immortali,
Rende immortal solo la tua famiglia;
E già che in essa una propizia sorte
Pose una mia germana, e che una sposa
In essa scelsi ancor, aver degg'io,
E qual or sono, e qual sarò tra poco,
Parte nelle tue gioie. Un giusto affanno
Turba però le mie dolcezze, e molto
Timor vi mesce. Si distinse in campo
Tanto il vostro valor, che per la patria
Deggio tremar. La sua rovina è certa,
Quando voi combattete. Il Ciel che fece
Sceglier il nome vostro, il Ciel contr'Alba
Mostrò il suo sdegno, e suddito già parmi
Esser di Roma al fin. [...]
Quello ch'Alba desia, teme il mio amore.
Ah crudi estremi! ο vincitrice, ο vinta
Deggio veder la patria al duro prezzo
D'una vita sì cara! E quai poss'io
Voti, ο lusinghe immaginar, se ovunque
Mi volgo, ο i voti miei saran traditi,
Ο pur dovrò struggermi in pianto amaro.
Orazio:
Come? La morte mia tu piangeresti,
Se morissi per Roma? È questa morte
Da una gloria sì grande accompagnata,
Che ricusa le lagrime. Felice
Troppo sarei, se il mio morir salvasse
La patria da ogni mal.
KREGLIANOVICH (Orazio, atto I, sc. III)
Curiazio:
Se Roma volto avesse altrove il guardo
Nel far la scelta sua, creduto avria
Ingiusta la sua scelta. I tre guerrieri
Che preferisce a ognun solo ritrova
Negli Orazj suoi Roma. Onor sì nuovo,
Che tre famiglie coronar potea
D'eterni fregi e rendere immortali,
Rende immortal solo la tua famiglia;
E già che in essa una propizia sorte
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Pose una mia germana, ed io mi scelsi
Una sposa; aver deggio (qual mi sono
E qual sarò) nelle tue gioie parte
non ultima. Però le mie dolcezze
Forte timor perturba. Assai potente
È il vostro braccio; disperato il brando
Per la patria io pavento. Ella è già serva
Al pugnar degli Orazj. Il suo servaggio
Già il Ciel decise; ed io mi sento intorno
Le catene di Roma [...].
Se quel ch'Alba desia teme il mio amore!
Ah crudi estremi! Ο vincitrice ο vinta,
Debbo veder la patria a duro prezzo
D'una vita sì cara! E che poss'io
Lasso! bramar, se ovunque io volga, ο vani
Saranno i miei desiri, ο in pianto amaro
Strugger dovrommi senza fin?
Orazio:
Albano,
Come! La morte mia tu piangeresti
S'io morissi per Roma? È questa morte
Sì luminosa, ch'ogni pianto sdegna.
Oh fortunato, se risorger Roma
Dal mio cener potesse assai più grande! [...]
5. CORNEILLE (Horace, atto II, sc. IV, vv. 517-526)
Horace:
Armez-vous de constance, et montrez-vous ma soeur,
Et si par mon trépas il retourne vainqueur,
Ne le recevez point en meurtrier d'un frère,
Mais en homme d'honneur qui fait ce qu'il doit faire,
Qui sert bien son pays, et sait montrer à tous:
Par sa haute vertu qu'il est digne de vous:
Comme si je vivais, achevez l'Hyménée.
Mais si ce fer aussi tranche sa Destinée.
Faites à ma victoire un pareil traitement,
Ne me reprochez point la mort de votre Amant [...].
BORDONI (Orazio, atto Π, sc. IV)
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Orazio:
Di nobile costanza arma il tuo core.
Mostrati mia sorella, e s'ei ritorna,
Morto me, vincitor, non si riceva
Come omicida del fratel, ma come
Un uom d'onor che il suo dovere adempie,
Che serve alla sua patria, e al mondo intero
Col suo valor degno di te mostrossi.
Sposalo pur, come s'io fossi in vita.
Ma se tronca i suoi dì questa mia spada,
Me vincitore lietamente accogli,
Né mi rimproverar giammai la morte
Del caro amante tuo. [...]
KREGLIANOVICH (Orazio, atto II, sc. III)
Orazio:
Di nobile costanza
Arma il tuo cor, Camilla. A me sorella;
A lui ti mostra degna sposa. Allora
Che morto me delle mie spoglie adorno
Riederà vincitor; non si riceva
Come omicida del fratel; ma come
Uomo di patria cui il dovere incalza.
Sposalo pur come s'io fossi in vita.
Ma se tronca i suoi dì questa mia spada,
Me vincitore lietamente accogli,
Né mi rimproverar giammai la morte
Del caro amante tuo. [...]
6. CORNEILLE (Horace, atto IV. sc. II, vv. 1141 sgg.)
Le Vieil Horace:
Ο mon fils, ô ma joie, ô l'honneur de nos jours!
Ô d'un État penchant l'inespéré secours!
Vertu digne de Rome, et sang digne d'Horace,
Appui de ton pays, et gloire de ta race!
Quand pourrai-je étouffer dans tes embrassements
L'erreur dont j ' a i formé de si faux sentiments?
Quand pourra mon amour baigner avec tendresse
Ton front victorieux de larmes d'allégresse?
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BORDONI (Orazio, atto IV, sc. II)
Vecchio Orazio:
Ο figlio! onor di nostra
Età, sostegno d'uno Stato, ο degna
Virtù di Roma e degli Orazj, e quando
Potrò abbracciarti, riparar l'ingiusta
Offesa fatta per error al tuo
Merto, e con le mie lagrime di gioia
La tua bagnar vittoriosa fronte?
KREGLIANOVICH (Orazio atto IV, sc. I)
Vecchio Orazio:
Oh vero
Eroe di Marte! Oh figlio! onor di nostra
Età, sostegno d'uno Stato, oh degna
Virtù di Roma e degli Orazj! Quando
Potrò abbracciarti? Riparar l'ingiusta
Offesa fatta per error al tuo
Merto, con le mie lagrime di gioia
Bagnar la tua vittoriosa fronte? [...]
7.
CORNEILLE (Horace, atto IV, sc. III, vv. 1173 sgg.)
Le Vieil Horace:
Ma fille, il n'est plus temps de répandre des pleurs,
Il sied mal d'en verser où l'on voit tant d'honneurs,
On pleure injustement des pertes domestiques
Quand on en voit sortir des victoires publiques.
Rome triomphe d'Albe, et c'est assez pour nous:
Tous nos maux à ce prix doivent nous être doux. [...]
Recevez-le, s'il vient, avec moins de foiblesse,
Faites-vous voir sa soeur, et qu'en un même flanc
Le Ciel vous a tous deux formés d'un même sang.
BORDONI (Orazio, atto IV, sc. III)
Vecchio Orazio:
[...] Mia figlia,
Tempo non è di duolo in mezzo a tanti
Applausi e a tanti onor: quando veggiamo
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Che la comun felicità rinasce
Dalle private perdite, è una colpa
Piangere e sospirar. Roma trionfa
D'Alba; basta per noi. Dolci a tal prezzo
Esserci denno i mali nostri. [...]
[...] Se viene Orazio,
Con costanza l'accogli, e a lui ti mostra
Degna sorella a un tempo e figlia mia.
KREGLIANOVICH (Orazio, atto IV, sc. II)
Vecchio Orazio:
Ο figlia, di dolor di lutto
Tempo non è, di tanti applausi in mezzo,
Di tanti onor. Pur ti vietai severo
Una lagrima sola: tu ne aspergi
Di mille il volto. Io ti son padre, sento
Anche il tuo duol: ma se veggiam che pura
L'universal felicità rinasce
Dalle private perdite, è una colpa
Pianger e sospirar. Roma trïonfa
D'Alba; basta per noi. Dolci a tal prezzo
Esser ci denno i mali nostri. Alfine
Il genitor l'impone: il pianto asciuga,
L'eroe tranquilla accogli, con costanza
In faccia dell'esercito ti mostra
Mia degna figlia, al vincitor sorella.
12
Giovanni Kreglianovich, dunque, compose sicuramente il suo
Orazio sulla traduzione italiana di Placido Bordoni dell'Horace di
Corneille, il che lo porta ad essere in debito non solo nei riguardi di
Livio e indirettamente verso il tragediografo francese, ma anche, e forse
soprattutto, nei confronti di questo traduttore italiano del Settecento. Il
processo formale della stesura dell'Orazio sembra così partire dal
racconto di Livio, il quale serve al Kreglianovich più che altro come
semplice canovaccio da tener presente nella stesura delle scene e degli
argomenti, e attraversare innanzitutto le forme settecentesche dello stile
e della lingua del Bordoni.
MICHAEL LETTIERI
Erindale College (University of Toronto),
Toronto, Ontario
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NOTE
1
Cf. P. Corneille, Horace, tragédie (Paris: Chez Augustin Courbé, 1641).
Cf. L'amor della patria sopra tutti gli amorì, ο vero l'Orazio (Siena, 1701).
3
Questa traduzione del Bordoni fu ristampata nel 1800 (cf. Orazio, tragedia di
Pietro Cornelio, tradotta dall'abate Placido Bordoni. Teatro moderno applaudito
ossia raccolta di tragedie, commedie, drammi e farse che godono presentemente
del più alto favore sui pubblici teatri, così italiani come stranieri, tomo LII,
Venezia, 1800) e in diverse raccolte nel 1836-38. Sotto un punto di vista
complessivo, la traduzione del Bordoni — per omogeneità d'insieme, per
riflessione oggettiva, per scrupolosità e accuratezza — è una delle migliori
traduzioni italiane dell'Horace del Settecento. Cf. in proposito quanto scrive
Giulio Meregazzi, in Le tragedie di Pierre Corneille nelle traduzioni e
imitazioni italiane del secolo XVIII (Bergamo: Tip. Fagnani, 1906), p. 86 e sgg.
Ci sembra inoltre doveroso segnalare la traduzione inedita di Francesco Nicola
Frassone (1676-1774) e di Giovanni Rangone (Gli Orazi, recitata a Modena "dai
Serenissimi Estensi nel loro regio palazzo"). Per la storia delle traduzioni
italiane dell"Horace cf., in particolare, Giulio Meregazzi (op. cit., pp. 49-90) e
Giancarlo Roscioni, Enciclopedia dello spettacolo. Vol. IIΙ (Roma: "Le
Maschere," Diff. Sansoni, 1956), pp. 1475-77. Nel Catalogue Général des livres
imprimés de la Bibliothèque Nationale di Parigi (Paris: Imprimerie Nationale,
1907, tome XXXII), p. 373; sotto la voce Corneille risulta altresì registrata la
seguente traduzione italiana settecentesca dell'Horace: "L'Oratio, tragedia di
monsu Cornelio, trasportata dal francese e recitata da [...] convittori delle
camere grandi nel Seminario romano l'anno 1702 [...] Roma, A. de Rossi, 1702.
In -12, 127 p."
2
4
Cf. G. Roscioni, op. cit., p. 1477.
5
Cf. Camilla, tragedia inedita di A. L. U., in Teatro moderno applaudito [...],
tomo XL, Venezia, 1799, pp. 1-49. Dell'autore di quest'opera si sa molto poco.
Di lui il curatore delle notizie storico-critiche che seguono la Camilla scrive
soltanto che "è giovine, che ha genio, che studia," e che "vuole starsene ignoto"
(cf. op. cit., p. 50). Quest'opera di A. L. U. ai suoi tempi avrà molto
probabilmente riscosso qualche favore di critica, tanto che il Teatro moderno
applaudito la incluse tra la sua raccolta di "tragedie, commedie, drammi e farse"
che godevano allora "del più alto favore sui pubblici teatri, così italiani come
stranieri," e il curatore stesso delle notizie storico-critiche che accompagnano
quest'opera la definì "un bel pezzo tragico" (cf. "Notizie storico-critiche sopra
Camilla," op. cit., p. 55). Sui riscontri tra il testo della Camilla e l'Horace di
Corneille, riscontri che chiaramente indicano il tentativo da parte di A. L. U.
di imitare l'autore francese, ci permettiamo di rinviare il lettore al nostro saggio
intitolato "Imitazioni e influenze dell"Orazia dell'Aretino e dell'Horace del
65
Corneille," Romance Languages Annual (1991), 236-42.
Cf. Orazio, tragedia inedita del conte Giovanni Kreglianovich, Teatro moderno
applaudito [...], tomo LI, Venezia, 1800, pp. 2-42. Si noti che delle imitazioni
dell'Horace da parte di Kreglianovich e A. L. U. non si parla né nel lavoro del
Meregazzi (cit.) né nella pur scrupolosa e utile storia della fortuna di Corneille
in Italia tracciata dal Roscioni (cit.). Nel Catalogue Général della Bibliothèque
Nationale di Parigi (cit. p. 374) sono citati anche i seguenti adattamenti
settecenteschi dell'Horace: "Orazio Curiazio, dramma per musica [...] (estratto
dalla tragedia di Corneille), Venezia, 1746. In -12"; "Gli Orazi e i Curiazi,
tragedia per musica del signor Antonio Sografi [...]. Venezia, 1797. In -8."
Dopo L'Orazio il Kreglianovich scrisse altre opere. Cf. Manlio Capitolino,
tragedia inedita di Giovanni Kreglianovich, (terza raccolta di scenici
componimenti applauditi, tomo 6), Venezia, presso A. Rosa, 1807; Memorie per
la storia della Dalmazia, Zara, A. L. Battara, 1809; Andronico, melodramma
tragico di D. T. P. A. (Dalmiro Tindasio Pastor Arcade, pseud.), Sinigaglia, per
Domenico Lazzarini [1824].
Cf. "Notizie storico-critiche sopra Orazio," op. cit., ρ, 44. A proposito di
questo successo, l'autore delle notizie storico-critiche osserva che l'aver
ottenuto sommi applausi a Venezia e Ferrara non è certamente "picciola lode"
e aggiunge che "argomento tragico, argomento antico, e trattato dal gran
Cornelio, che riempia un vasto teatro con più rappresentazioni di seguito sembra
evidente indizio di merito intrinseco" (p. 43).
Cf. Michael Lettieri, "Dal racconto liviano al genere tragico: l'Orazio di
Giovanni Kreglianovich," Ipotesi 80, 20 (1987), p. 56.
Il Kreglianovich, nel mandare la sua opera al Teatro moderno applaudito, la
fece accompagnare dal testo di Livio che riferiva l'episodio degli Orazi e
Curiazi (cf. Notizie storico-critiche sopra "Orazio," in Teatro moderno
applaudito, op. cit., p. 44). Che il Kreglanovich nella stesura del suo dramma
avesse avuto davanti anche l'originale latino ne sono una dimostrazione diversi
calchi liviani (lasciati cadere invece dal Corneille) presenti nel testo dell'Orazio
(in proposito cf. Michael Lettieri, "Dal racconto liviano al genere tragico:
l' Orazio di Giovanni Kreglanovich," cit.). Per il celebre racconto degli Orazi e
Curiazi cf. Titi Livi, Ab urbe condita (Oxford: Clarendon Press, 1914), I, pp.
23-6. In questa narrazione, com'è noto, sono raccontati il duello tra gli Orazi
e i Curiazi, il delitto dell'unico superstite degli Orazi nella persona della propria
sorella (la quale troppo lamentevolmente aveva pianto la perdita del suo sposo,
uno dei Curiazi), l'assoluzione del fratricida da parte del popolo romano.
Per l'Horace di P. Corneille citiamo dall'edizione curata da Georges Couton
in P. Corneille, Oeuvres complètes, Éditions Gallimard, 1980. Per la traduzione
del Bordoni e la tragedia del Kreglianovich si seguono le edizioni del Teatro
moderno applaudito, op. cit., pubblicate ambedue nel 1800.
Oltre ai riscontri finora segnalati, tra la traduzione di Bordoni e la tragedia
di Kreglianovich abbiamo individuato altre rispondenze. Per esempio, il
6
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Kreglianovich si serve della traduzione del Bordoni anche per la quarta scena
del secondo atto (pp. 19-22) che vede protagonisti Curiazio e Camilla. La scena
corrispondente la troviamo nel Bordoni in atto II, sc. V (pp. 22-4).
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