Table ronde, Ecole française de Rome, 25

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Table ronde, Ecole française de Rome, 25
LITTORAUX EN DANGER ? VULNERABILITE ET PROTECTION DU PATRIMOINE ARCHEOLOGIQUE LITTORAL
D’ADRIATIQUE ORIENTALE
Table ronde, Ecole française de Rome, 25-26 octobre 2012
Résumé des communications
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Josip Faričić et Damir Magaš (Université de Zadar),Valorisation of the archaeological heritage in
thecontext of socio-economic transformation of theCroatian coast
Croatćian coastal area is a contact region where influences of different naturalgeographicelements pervade and also an area of intensive interaction of man and nature. Rich
cultural heritage isthe evidence of this interaction. A dynamic system of constant changes under the
influence of naturaland anthropogenic factors and processes functions in this region.
Sea and coastal region is not only the result of geographic scenario of historical
andcontemporary socio-economic changes but also an important element of complex
geographicaltransformation of the Croatian coast and islands. Historical process of valorisation of the
sea and coastas the source of natural resources and as the media for communication should be
contemplated in thecontext of global littoralisation process, convergence of social and economic
activities along the
shores.
In current circumstances the process of littoralisation in Croatia is very often accompaniedby the
crisis of overload and the pollution of the coast and the associated maritime zone. The narrowcoastal
area and larger islands are densely populated and encumbered with housing constructionwhile the
hinterland region and the largest part of the islands have been depopulated and the economyhas
decayed. Therefore carefully considered spatial planning of coastal regions, that is
integralmanagement, is of key importance for the permanent endeavour to balance the needs of
economicdevelopment and preserve the environment that includes biodiversity of ecosystem and
numerouselements of the cultural heritage.
Considering its contact geographic position the Adriatic was the medium for communicationwith
other Mediterranean regions. It enabled the exchange of ideas, merchandise and
technologies.Numerous archaeological remains situated on the coast and underwater are the
evidence of thoseconnections. Today those remains are valorised from the scientific, cultural, but
also economic pointof view.The economic valorisation includes foremost the archaeological heritage
as an importantattractive factor for the development of the tourism. Along with multiple earnings
gained in tourism,certain archaeological sites, especially the most valuable ones in Croatian tourist
destinations or intheir vicinity (towns Poreč, Pula, Zadar, Šibenik, Trogir, Split, Dubrovnik, Vis, Hvar,
Korčula andothers, and National parks on the islands, Brijuni, Kornati and Mljet) are exposed to the
possibledegradation and permanent devastation due to the large number of visitors, unregulated
access to theexposed remains (such as mosaics or amphorae sites) and the construction of
inappropriate communalinfrastructure (asphalt roads, too strong street lighting). Due to the
intensive development of nauticaltourism hydro-archaeological remains are especially endangered.
Since yachtsmen have access to allthe parts of the Croatian coast it is hard to implement total and
permanent protection.
Bearing in mind the importance of the archaeological heritage on the Croatian coast but alsothe
needs for the economic development of local and regional communities it is especially importantto
ensure sustainable valorisation of archaeological heritage with regard to the need of conservationbut
also the presentation and economic valorisation of material remains. Archaeological
monumentsshould at the same time be prominent points within two layers of the map of the
Croatian coast – thecultural layer and the economy layer. Undoubtedly, it is not possible to entirely
overlap those layers;however it is necessary to carefully intertwine them into a sustainable system.
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Claudio Rossit (Université de Trieste),La costa occidentale dell’Istria, tra salvaguardia
delpatrimonio “culturale” e processi di litoralizzazione
Le trasformazioni che si sono verificate lungo le coste della penisola istriana dall’immediato
dopoguerra sino ai giorni nostri sono state particolarmente consistenti nel tempo, tanto da
stravolgere spesso non solo gli equilibri naturali ma anche le caratteristiche insediative e di
conseguenza i retaggi storici che degli uni e delle altre erano parte integrante. Tale processo di
costante cambiamento è avvenuto con dinamiche che appaiono più marcate nella parte occidentale
dell’Istria, soprattutto per la tipologia della conformazione fisica della costa, in particolar modo nel
tratto litoraneo tra Umago e Rovigno. L’analisi cercherà di enucleare le circostanze principali in cui
questi mutamenti si sono determinati in particolare per l’area di Parenzo e per le zone
immediatamente vicine. Il fenomeno indagato sarà quello di un processo di marcata urbanizzazione
cominciata negli anni settanta del novecento, quando vennero sviluppati dalla Repubblica Socialista
Federativa di Jugoslavia una serie di progetti turistici di considerevole portata che si
contraddistinsero anche per il grande impatto sul territorio. Dopo questi notevoli e iniziali
investimenti nel settore dell’economia del turismo che certamente non tennero in debito conto la
salvaguardia del patrimonio storico e naturalistico, con l’inizio del terzo millennio da parte della
Repubblica di Croazia si è proceduto ad un nuovo e considerevole impulso nell’utilizzazione
territoriale della fascia costiera che contrappone in modo ancor più preoccupante e come di
consueto la salvaguardia del patrimonio “culturale” da una parte e le esigenze del mondo economico
dall’altra.
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Franco Marabini (CNR-ISMAR),Patrimonio culturale e salvaguardia ambientalenell'alto
Adriatico
La fascia costiera dell'alto Adriatico rappresenta un area di alto valore economico, culturale,
storico e naturalistico. Oggi, circa metà di questa costa risulta affetta da gravi fenomeni di degrado
ambientale evidenziati principalmente da fenomeni erosivi con arretramento della linea di riva,
inquinamento e scelte economiche sbagliate.
Negli ultimi 50 anni una massiccia presenza antropica per ragioni economiche ha gravato sul
territorio costiero senza considerare le conseguenze , spesso disastrose per un ambiente fragile come
quellocostiero.
A riprova di ciò, vengono esaminati i casi della laguna di Venezia; del delta del Pò con la presenza
della necropoli etrusca di Spina in corrispondenza dell'antico delta in epoca romana, più a sud
dell'attuale; delle pinete costiere romagnole; dell'antico porto romano di Classe presso Ravenna e
della generalizzata massiccia cementificazione degli arenili con irreversibile degrado della fascia
costiera. La situazione attuale della costa occidentale dell'alto Adriatico viene messe a confronto con
quella orientale fornendo dati utili per evitare il ripetersi degli errori commessi in Italia in passato
inseguendo il miraggio di uno sviluppo economico sbaliato e, nel lungo periodo, fallimentare.
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Adriana Galvani (Université de Bologne),Ritorno al futuro - Guardare al passato per vedere
ilfuturo
Questo lavoro deriva da un programma nazionale PRIN 2007, “Oltre la Linea di Costa.
Aggregazioni Territoriali e Strategia Imprenditoriale nel Turismo Marittimo e Intercostiero”, diretto
dal docente di Sociologia all’Università di Bologna, prof. Asterio Savelli, il cui piano di lavoro locale
aveva titolo: “Strategie imprenditoriali e aggregazioni territoriali nel turismo intercostiero della
regione adriatica”.Il progetto mira a valutare i valori comuni dei paesi che si affacciano sulle due
coste dell’Adriatico, per individuare una nuova tipologia di turismo geograficamente, socialmente ed
economicamente integrato.Si può dire che dalle nostre ricerche sia emerso che i valori comuni, al di
là delle diverse opzioni politiche seguite dai Paesi occidentali o orientali, consistano nell’eredità
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condivisa della tradizione storica, nella ricchezza del patrimonio culturale sotto l’egida dell’ UNESCO
e nell’incomparabile patrimonio naturale di rilievi che affiancano parchi terrestri e marini, lungo una
costa arricchita da un’interminabile collana di isole su un mare che consente facilità di scambi come
un fiume.
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Annalisa Zarattini (Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali, UNESCO),Il contributo della
convenzione Unesco per laprotezione del patrimonio culturale subacqueo allatutela e
conservazione dei paesaggi archeologicicostieri
Le zone costiere hanno rappresentato un importante polo di sviluppo della civiltà. La possibilità
di usare il mare a fini di trasporto e scambi commerciali e l’abbondante disponibilità di alimenti
ricavati da acque costiere ad elevata produttività hanno incoraggiato e favorito lo sviluppo di
insediamenti fin dall’antichità. La costa è naturalmente dinamica e sottoposta a modifiche
significative nel tempo e nello spazio . La tutela degli antichi paesaggi, pone quindi una serie di
problemi sia legislativi che operativi.Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il Progetto
Archeomar, ha avviato la realizzazione della carta archeologica di tutti gli insediamenti presenti sulla
costa e nelle acque del mare ,costituendo una banca dati comprensiva degli studi geomorfologici
costieri e subacquei e la localizzazione dei siti culturali sommersi . Sono state indagate fino ad ora le
regioni di Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Lazio e Toscana: ponendo le premesse per una
corretta azione di tutela.L’entrata in vigore , in Italia, della Convenzione Unesco per la Protezione del
Patrimonio Culturale Subacqueo attraverso la legge 157/2009 rappresenta una tappa fondamentale
nell'ambito legislativo italiano per quanto riguarda l'implementazione della conservazione e della
valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo.
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Domagoj Perkić (Ministère de la Culture, Croatie),The Impact of infrastructural Development
on thearchaeological Heritage of the Greater DubrovnikRegion in Croatia
In recent years, the greater Dubrovnik region has been the site of large infrastructural projects,
such as the construction of a motorway, gas pipeline, energy facilities (wind farm, hydroelectric
power plant), tourist complexes etc. These undertakings have been a logical consequence of the
development of the tourist industry and general infrastructure, at both the local and national levels.
Some infrastructural projects are currently being implemented, while project documentation is being
drafted for others.
In my presentation at the workshop, I will explain the legal provisions governing such
infrastructural projects in respect of the protection of archaeological cultural heritage, the sequence
of various steps during the project-development and planning phases, through to the archaeological
exploration of the sites jeopardized by the project. I will also present examples of the protection of
archaeological heritage during various phases of the construction of the motorway (from project
development and planning to the construction itself), which is currently under way in the Dubrovnik
region, and explain the function of the protection of archaeological heritage within the relevant
institutions (the Ministry of Culture), both in theory and in practice.
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Morana Čaušević-Bully (Université deZagreb/Université de Paris Est) et Mia Rizner
(Ministère de la Culture, Croatie),Archéologie et industrie dans la baie de Sepen (île de Krk).
Entre législation yougoslave et législation croate
Le complexe archéologique de "Mirine-Fulfinum", situé près d'Omišalj (île de Krk, Croatie),
présente une importante richesse historique et patrimoniale pour les périodes comprises entre le
Haut-Empire et le Moyen Âge. Les vestiges les plus étendus appartiennent à une ville antique logée
au fond d’une baie – Sepen – dont la configuration topographique était adaptée à l’aménagement
d’un port ; malheureusement, c’est un constat identique qui a présidé à l’implantation d’une
industrie pétrochimique au fond de cette même baie à la fin des années 1970.
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Dès les premiers projets de développement d’un complexe industriel – et d'un pipeline – sur le
site, la législation yougoslave pour la conservation du patrimoine a tant bien que mal essayé de
préserver le site dans son intégralité. Une réserve archéologique placée sous la tutelle du Ministère
de Culture a été créée après une décennie de négociations, mais sans couvrir la totalité du site. La
situation est ensuite restée figée jusqu’en 2003, date à laquelle la République de Croatie a adopté
une nouvelle législation patrimoniale comprenant une taxation des entreprises en fonction de leurs
surfaces d’exploitation sur des sites archéologiques reconnus. Après quelques années de recul, il
s’avère que l’application de cette nouvelle loi ne répond pas encore aux attentes initiales, et que
dans le cas de la baie de Sepen, son application est également différente en fonction des industries
et de leur localisation.
Et en dépit d’un site archéologique qui fait l'objet depuis ces dernières années d’un intérêt
renouvelé de la part de la Commune dans le cadre de l’aménagement d’un parc archéologique, les
vestiges sont encore une fois menacés par deux nouveaux projets. Il s'agit de nouvelles installations
agrandissant ou complétant le complexe existant. Leur réalisation menace non seulement la
conservation du site archéologique, mais il modifierait irrémédiablement un paysage littoral insulaire
jusqu'alors relativement bien préservé malgré les premières installations.
Dans ce cas de figure, nous verrons quelles sont les réponses que peut apporter la législation
actuelle pour la protection du site et de son littoral proche.
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Vladimir Kovačić (Musée territorial du Parentin) etFrancis Tassaux (Université Bordeaux III)
La vulnérabilité du littoral istrien entre archéologie,économie et société : étude de cas
Parmi les littoraux du monde méditerranéen, le patrimoine archéologique de l’Istrieest d’une
richesse exceptionnelle. A partir de différents cas de figures de la dernièredécennie, mais aussi
d’exemples plus anciens, on cherchera, du point de vue del’archéologue, à analyser la vulnérabilité
de ce patrimoine confronté aux enjeuxéconomiques et à mieux cerner le rôle des différents acteurs
impliqués, qu’ils soient ounon institutionnels.
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Marie-Brigitte Carre (Aix-Marseille Université, CNRS,CCJ) et Vladimir Kovačić, Inventaire et
protection des sites sous marins dulittoral parentin (Istrie)
Le littoral istrien connut une exceptionnelle fortune peu avant notre ère lorsque l'empereur
Auguste et ses proches, enrichis par les guerres civiles, y font construire de somptueuses villae
maritimes vouées à l'otium mais aussi à l'exploitation des ressources agricoles et maritimes. Les
travaux archéologiques menés depuis la seconde moitié du XIXe s. sur cette côte très découpée ont
révélé une dense occupation qui se manifeste par la présence d'une villa dans chaque baie et par les
vestiges parfois magnifiquement conservés de restes submergés, quais, débarcadères ou viviers.
L'intensification récente des projets d'aménagement et la pression du tourisme de masse font
craindre pour la préservation de ces sites littoraux, dont certains ont déjà disparu. Souvent, les
destructions ne sont pas tant dues à la malveillance qu'à l'ignorance : c'est pourquoi la
documentation des vestiges et la diffusion de la recherche archéologique auprès du plus large
public est la mesure de protection la plus efficace pour le patrimoine. On présentera ici quelques
exemples du travail effectué en ce sens par l'équipe franco-croate qui étudie les installations
littorales du Parentin.
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Vladimir Kovačić(Musée territorial du Parentin) et Corinne Rousse (AMU-CCJ),Un nouveau
programme de recherche à Loron (2012-2016) : méthodologie, conservation et valorisation
desvestiges archéologiques à l'échelle d'un territoirelittoral
Objet d'une fouille programmée depuis 1994, le site de Loron a révélé les vestiges d'un
important complexe artisanal, principalement dédié à la production d'amphores à huile Dressel 6B.
Cet atelier, au plan hors norme, fait partie d'un grand domaine maritime qui devait s'étendre sur
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l'ensemble du promontoire délimité par les baies de Cervar-Porat et de Santa Marina Un nouveau
programme de recherche, soutenu par l'EFR et le MAEE, a été lancé en 2012 à l'échelle du territoire,
aujourd'hui dépendant de la commune de Tar-Vabriga : il est axé sur la prospection, dans un milieu à
dense couvert végétal, et sur les transformations du paysage littoral durant l'Antiquité . Ces travaux
s'inscrivent dans un contexte de surveillance archéologique de la zone, encore peu aménagée, et de
différents projets de valorisation touristique. L'un d'eux, soutenu par la commune de Tar-Vabriga
concerne la mise en valeur des vestiges déjà dégagés, avec un projet de parc archéologique et de
protection environnementale du site. Différentes questions sont posées : la conservation et la
présentation des vestiges, notamment les éléments les plus fragiles (fours, grand bassin), la
protection du potentiel archéologique du promontoire, le financement d'une action de valorisation,
envisagé dans le cadre des politiques de développement du territoire soutenues par l'Union
européenne.
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Giulia Boetto (Aix-Marseille Université, CNRS, CCJ)et Irena Radić Rossi (Université de
Zadar),Caska : un projet de recherche franco-croate pour laprotection et la valorisation du
patrimoine sous-marinet côtier
La tradition identifie Caska, dans l’île de Pag, avec la Cissa dont parle Pline l’Ancien au Ier siècle de n.
è. et qui place ce site, dès le début de l’Empire romain, au cœur d’un grand complexe maritime liée à
la famille sénatoriale des Calpurnii. À l’époque moderne, Caska sera au centre d’une importante
activité de pêche au thon comme en témoigne la tour de guet (Tunera) à l’entrée de la baie.
Le grand nombre de vestiges encore visibles près de la côte ou submergés à faible profondeur ont
poussés, dès 2005, l’Université de Zadar et la ville de Novalja à élaborer le projet de recherche ‘Cissa
antiqua’ portant sur la mise en valeur de cet important patrimoine. En 2007, le Centre Camille Jullian
a réjoint ce projet suite à la découverte des vestiges d’une épave de bateau cousu (Ier - IIe s. ap. J.-C.).
Cette recherche, co-financée par le Ministère de la culture de la République de Croatie, le MAEE, le
CNRS et la ville de Novalja, a porté d’abord sur l’étude de l’épave et de l’appontement proche. Il vise
désormais à préciser le contexte naturel et archéologique de Caska à travers un approche
interdisciplinaire.
Cette étude est fondamentale pour la connaissance et la protection d’un territoire riche d’un point
de vue patrimoniale, mais en danger car menacé par une activité touristique littorale accrue et une
urbanisation accélérée.
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