l`outre-voir
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Settembre 2013 MenteSuggeSostanza Edizioni http://mentesuggesostanza.blogspot.it/ https://www.facebook.com/MenteSuggeSostanza grafica ed impaginazione: Ivan Rusciano in copertina: Joe Bousquet Pubblicato con Licenza Creative Commons 3.0 Attribuzione, Non Commerciale, Non Opere Derivate Joë Bousquet Il Viaggiatore Immobile a cura di Ivan Rusciano a-versi in-versi Indice • Introduzione 7 • Sans Titre/ Senza Titolo • A Prix d’Ombre/Al Prezzo dell’Ombra • Le Cœur s’est Fermé dans l’Amour/Il Cuore si è Chiuso nell’Amore • La Rainette du Noir/La Rana della Notte • L’Oiseau sans Ailes/L’Uccello senza Ali • L’Hirondelle Blanche/La Rondine Bianca • L’Ombre Soeur/L’Ombra Sorella • Passer/Passare • Fumerolle/Fumarola • Il Largo • Madrigale • Poema Della Sera 12 16 22 26 28 30 36 38 40 46 47 48 • La Fortuna dei Giorni • Giorno e Notte 49 50 Introduzione Quando il 27 maggio del 1918 a Vailly un proiettile sparato dal fronte tedesco gli spezza la spina dorsale, il giovane Joe Bousquet, appena vent’enne, non immagina che in seguito costretto all’immobilità completa, avrebbe trovato il modo di viaggiare, come egli stesso retrospettivamente pensa a quell’evento che gli cambiò totalmente la vita e dice: “Ma blessure existait avant moi, je suis né pour l’incarner” (La mia ferita esisteva prima di me, io sono nato per incarnarla). Ed è questa ferita che diviene il suo corpo, questo dolore, che egli tenta disperatamente di “incarnare” nella sua poesia, e sovvengono le parole meravigliose di Lautremont: “J’ai reçu la vie comme une blessure,...” Ho ricevuto la mia vita come una ferita....e Bousquet non l’ha solo ricevuta, ma l’ha creata e vissuta. E’ chiaramente possibile intravedere in questo sforzo un inno alla vita, all’amore, ma beninteso non è un rassegnarsi, non è un adattarsi a questa condizione, ma una reale esperienza di vita mediante questo dolore ricevuto, certo non chiesto, è un atto eroico il suo, quello di vivere al centro del dolore stesso: “La peur de vivre est cachée dans l’amour. Et, ainsi dissimulée, elle ne s’appelle plus la peur de vivre, mais bien l’amour de vivre” (La paura di vivere è celata nell’amore. E, così dissimulata, essa non porta più il nome di paura di vivere, ma bensì l’amore di vivere). Nella sua 7 stanza circondato dai medicinali e dai sollievi che l’oppio riusciva a dargli, proietta la sua anima aldilà, ed essa ritornando a lui gli riferisce ogni cosa, tutto quello che ha visto e sognato, sino a percepirsi come uno straniero nel suo corpo, un alienato che sublima le sue sensazioni più mistiche, egli è il poeta della sublimazione, lui che è l’uomo dal volo tarpato, la sua immobilità lo sprofonda nel tutto, come una pietra lanciata in uno stagno crea vibrazioni sulla superficie delle acque, in questo modo egli diventa la dimora della sua stessa assenza, il ricettacolo delle visioni, Renè Nelli, suo grande amico parlava di Assenza Realizzante. Nella nebbia confusa dell’essere, del non detto, riversa su di noi come costellazioni fatue parole di pregnante bellezza, rapito da un’estasi poetica descrive l’esperinza di essere poeta in questo modo: “Poète, ce que tu aimes, t’emportera le cœur, il ne resterait de toi que ta poussière, mais ta souffrance sera ta personne.” (Poeta ciò che tu ami, ti trascinerà via il cuore, di te non resterà che la tua polvere, ma la tua sofferenza sarà la tua persona), quasi cristicamente ci offre l’eucarestia delle sue parole, sembra quasi dirci: Queste sono le mie parole, mangiatene, mangerete anche me. Il tramite per mezzo del quale possiamo leggere attraverso la notte, lui l’immobile decifratore che percorre tutte le stelle, la poesia non è nient’altro che un appello a l’outre-voir, le fenditure della notte si aprono e sanguinano, ed ecco che quella ferita si identifica con l’oscurità stessa 8 dell’assenza: Et l’étoile c’est la nuit qui monte à son tour. La goutte bleue de l’abîme enveloppe la mer. E la stella è la notte che ascende la sua traiettoria. La goccia blu dell’abisso avvolge il mare Ed il corpo fisico divenuto inutile si trasforma magicamente e alchemicamente nel suo cavallo, psicopompo delle epifanie, non è pura assenza ed etere mistico, l’anima che egli proietta è carne della sua carne, il dolore fisico è tramutato in propellente delle esperienze: Le corps est le firmament de tout le réel imaginable Il corpo è il firmamento di tutto il reale immaginabile e ancora: Mon corps est mon église ; j’en ai fait mon cheval Il mio corpo è la mia chiesa, ne faccio il mio cavallo Joe Bousquet muore il 28 Settembre del 1950 a 53 anni, lasciandoci un’opera incompleta, ma risonante e intensa. Entrando in quella stanza non avremmo visto più nessun ardore, le scatole dei medicinali usati ai piedi del suo letto, la pipa 9 d’oppio spenta, che ancora esalava qualche fumata, l’oscurità sarebbe stata totale stavolta, non più illuminata dai lampi geniali di questo poeta sconosciuto. Confrontandomi con la traduzione delle sue poesie, quasi febbrili in certi punti, mi è riuscito difficile rendere le immagini, mi sono arrivate le emozioni, le visioni, ma è stato impossibile cristallizzare il suo mondo in singole parole, la sintassi è sconquassata dalle vibrazioni e dalla forza delle esperienze, ecco perché ho preferito attenermi ad essa, senza stravolgere mettendo “in ordine”, ho cercato di lasciar fluire quelle scosse elettriche, rendendomi conduttore non isolante. Definirlo poeta surreale mi sembra riduttivo, visionario certamente, ma la sua lettura mi ha segnato profondamente, non in modo surreale, ma reale, carnalmente. Leggendolo mi ha riportato alla mente Michaux, la mia prima traduzione per le edizioni Mente Sugge Sostanza, hanno molti punti in comune, e anche la loro biografia è praticamente identica, hanno subito la stessa sorte, ma da un destino beffardo hanno saputo tirare fuori e letteralmente tirarsi fuori, una forza d’animo che atterrisce noi comuni mortaili, che seppur non gravati da certi pesi siamo totalmente incapaci a volte di spingerci oltre noi, siamo leggeri come piume eppure rimaniamo qui a terra a contemplare i grandi che percorrono le strade astrali: Va demeure l’horreur du sommeil dans le songe cette peur de mes yeux de se fermer sur moi. J’apprends à te parler de tout 10 ce qui me brise à te détruire au nom de tout ce qui me lie. Vai...abita l’orrore del risveglio nel sogno questa paura dei miei occhi di chiudersi su di me. Mi ritrovo a parlarti di ciò che mi frantuma per distruggerti in nome di tutto ciò che mi lega. Ivan Rusciano 11 Sans Titre Les morts se voient en rêve : mais on dirait qu’au-delà de la tombe ils ont continué à vieillir. Les morts nous quittent, ils vont mourir ailleurs. (Sème-chemins) Nous ne sommes pas doubles, nous vivons deux vies à la fois; et l’une est une vie en enfance, l’autre la déchéance de la vie, avec la vieillesse de l’un opprimant l’enfance de l’autre. Elle était aussi jalouse que lui de son corps. Elle osait à peine le regarder elle-même à cause de mille égratignures qui en accentuaient la blancheur et défendaient qu’elle le montrât même à un masseur. Ceux qui vivaient sous le même toit que lui ne connaissaient que ses manières et le réputaient à la fois indifférent et coléreux, instable et vindicatif. Sa mère, qui l’aimait comme il était, rapportait que dans son enfance on l’avait surnommé l’homme-chien. Pourquoi avait-il appelé son amie la Plus que Blanche ? Il n’a jamais voulu donner ses raisons. On ne sut jamais s’il était sensuel, ou jaloux, ou despote, ou infâme. Que veut dire la Plus que 12 Blanche. Il était un homme si épris et aimé d’une femme si bonne qu’elle cachait sur son corps mille égratignures qui faisaient sa chair plus éclatante et bien plus secrète : on n’a jamais su s’il la préférait ainsi ou s’il prévoyait ainsi qu’elle ne se montrerait à personne. Il la voit si belle qu’il voudrait enfermer ses regards dans une cachette souterraine. Il craint pour ses yeux la clarté du jour et il aime la Plus que Belle comme si elle était ses yeux. 13 Senza Titolo I morti si vedono in sogno. Ma si direbbe che di là dalla tomba essi abbiano continuato a vegliare. I morti ci abbandonano, essi vanno a morire da qualche altra parte. Non siamo doppi, viviamo due vite alla volta; e l’una è una vita nell’infanzia, l’altra la perdita della vita, con la vecchiaia dell’una che opprime l’infanzia dell’altra. essa era tanto gelosa quanto lei del suo corpo. essa osava a stento guardare se stessa a causa di mille cicatrici che ne accentuavano la bianchezza e facevano in modo che essa non si mostrasse a un massaggiatore. Coloro che vivevano sotto lo stesso tetto tanto che non ne conoscevano le maniere e lo reputavano a volte indifferente, rabbioso, instabile, vendicativo. Sua madre, che l’amava come era, riferiva che dentro nel suo bambino esso era stato soprannominato l’uomo cane. Perché aveva egli chiamato la sua amica la Più che Bianca? Egli non aveva mai voluto dare spiegazioni. Non si seppe mai se fosse sensuale, o geloso, o despota, o 14 infame. Che vuol dire la Più che bianca? Egli era un uomo così preso e innamorato di una sì bella donna che ella nascondeva sul suo corpo mille cicatrici che rendevano la sua pelle più brillante e ben più segreta: non si è mai capito se egli la preferisse così o se avesse previsto che essa non si sarebbe mostrata a nessuno. Egli la vede così bella che vorrebbe imprigionare i suoi sguardi in un ipogeo sotterraneo. Egli teme per i suoi occhi la chiarezza del giorno Ed ama la Più che Bella come se ella fosse i suoi Stessi occhi 15 A Prix D’Ombre Loin des autres, il se trouble. La solitude l’effraie, elle lui apprend qu’un homme n’est jamais seul. Il se salit dans un duel sans adversaire dont la fatigue corrompt les traits qu’on lui voit. Sueur et souillures, il a le goût du mal qu’il fait et n’a même pas le mal dans le sang. On l’a rencontré nu-tête, couvert de sciures et de salives, il courait en hésitant, les yeux vides. Personne ne reconnaît les chemins où il s’est perdu. Il veut être partout à la fois comme pour y devancer quelque espérance. Vêtu à tâtons dans sa hâte de gagner la rue avant l’aube ; il ne voit pas plus le jour que s’il en était la chute. Avec la fureur d’exister, il ne craint rien autant que d’apparaître. Il fuit la lumière parce que la lumière lui ressemble ; et, lui-même, il est né de cette ressemblance. Pourquoi se masquerait-il, à tout ce qui s’enfonce, ce lutteur est lié par la haine de ce qui grandit. A peine seul, il sent une menace ; il se cherche, ne 16 se trouve personne. Il retrouve sa vie et elle se passe de lui. S’il veut courir son existence lui fait obstacle. Marche, on dirait qu’il va faire beau. Rivage ou rocher, lave du flot ou la pierre à ton cou, même un baiser des mers, tout ce qui prend une forme se pénètre d’un devoir. Tu as craint l’eau dont on n’apercevait pas le fond et les endroits où le jour s’était noyé pour te donner tes jours. Pleure, pleure ta nuit blanche de larmes, tu portes ton mal sur le visage et le matin que tu déchires est entré dans ton cœur. Pleure, forme qui brille sur l’ombre humaine que tu es, tes yeux pleurent une autre clarté de qui ton visage et ton corps promènent l’ombre tremblante. *** L’oreille est un coquillage si difficile, là, les chansons craquent comme l’étincelle du sang dans le cheveu d’une tresse noire. 17 C’est le sort le plus doux que d’être une veine de minerai dans la ténèbre... et cette vaste odeur de nuit parmi les ronces et les genêts du plateau nu. Manger la mort... Enfant, m’a dit la Mort. tu M’as brûlé la bouche avec ton charbon. et tout le poids de tes montagnes m’est passé dans les veines. Tu m’as donné ces rires que tu avais et une faim plus étrange que ton plus étrange rêve d’enfance. Tu vivras bien autant que moi, puissé-je vivre un de tes jours. C’était au milieu d’une grande pluie d’automne une maison perdue. L’instant vécu dans l’irréel est notre étoile. L’amour hors de la chair. Quelqu’un la rappelle. Un autre la poursuit avec son nom, que le troisième redit pour se souvenir. 18 Al Prezzo dell’Ombra Lontano dagli altri, egli si cruccia. La solitudine lo atterrisce, ella apprende da lui che un uomo non è mai solo. egli si disonora in un duello senza avversario la cui fatica corrompe i tratti che gli appartengono. Sudore e macchie, egli possiede la goccia del male che perpetra e non ha più il male nel sangue. L’ha incontrato a testa nuda, coperto di segature e Salive, correva esitando, gli occhi vuoti. Nessuno riconosceva i sentieri in cui si è perduto. Vuole essere dovunque allo stesso tempo come per precedere qualche speranza. Vestito a tentoni nella sua fretta di conquistare la strada prima dell’alba; non vede più il giorno se non essendo parte della sua caduta. Con il furore d’esistere, non teme nulla tanto quanto apparire. Fu la luce poiché la luce lo ricorda in sembianza. e, lui stesso, non è parte di questo sembiante. Perché si mascherava, a tutto ciò che si oscura, questo lottatore è vincolato dall’odio di ciò che accresce. A stento 19 solo, percepisce una minaccia.; si cerca, non si trova nessuno. Ritrova la sua vita ed ella prende il suo posto. Se egli vuole percorrere la sua esistenza gli fa ostacolo. Cammina, si dirà che va bene. riva o roccia, lava del flutto o pietra al tuo collo, anche un bacio dei flutti, tutto quello che prende una forma viene compenetrato di un dovere. Tu hai temuto l’acqua di cui non si percepiva il fondo e i luoghi in cui il giorno era annegato per donarti i tuoi giorni. Piangi, piangi la tua notte bianca di lacrime, porti il tuo male sul volto e il mattino che laceri è entrato nel tuo cuore. Piangi, forma che brilla sull’ombra umana che sei, i tuoi occhi piangono un’altra chiarezza di cui il tuo viso e il tuo corpo percorrono l’ombra tremante *** L’orecchio è una conchiglia così difficile, là, le canzoni si frantumano come la scintilla del sangue nel capello di una treccia nera. 20 E’ sorte più dolce che essere una vena di minerale nelle tenebre…e questo vasto odore di notte tra i rovi e le ginestre della pianura nuda Mangiare la morte…Bambino, m’ha detto la Morte. tu M’hai bruciato la bocca con il tuo carbone. e tutto il peso delle tue montagne mi è passato nelle vene. Mi hai donato queste risate che avevi e una Fame più strana del tuo più strano sogno d’infante. Vivrai bene come quanto me, potessi io Vivere uno dei tuoi giorni. C’era nel mezzo d’una grande pioggia d’autunno una casa sperduta. L’istante vissuto nell’irreale è la nostra stella. L’amore senza la carne. Qualcuno la richiama. Un altro la insegue col suo nome, che il terzo ripete per ricordarselo. 21 Le cœur s’est fermé dans l’amour Derrière les murs crépis d’ombre, ses trois sœurs l’attendaient. Elles s’embrasseront avant de l’avoir vu. Il aimera la plus infidèle il peut s’approcher d’elle sans l’assombrir. Ouvre inutilement tes yeux d’eau, tes yeux de terre. S’ils ont tout vu, ce n’est plus ton regard. Tout ce qui dépasse l’enfance d’un homme est déjà passé. Mais c’est son malheur de savoir que son enfance ne finira pas. Il la voit partout parce qu’il n’a jamais été un enfant. Son visage est sur lui, il n’est pas dans son visage. Rien ne lui donne asile. Ses souvenirs le suivent, il n’entre pas dans ses souvenirs. Il rôde autour du jour, autour du noir. De maigres fleurs lui apparaissent entre des pivoines prêtes à s’écraser. 22 Le silence cède peu à peu des murmures l’ont endormi en le cherchant. Il est sorti du bouquet une fille nue comme la lame d’une épée. Tombés plus bas que la nuit, mais un seul non pour eux deux ; et le souffle du vent sur la terre dure où s’est enfoncée leur maison. Tout ce qui chante est entré dans leur sang, en arracha la nuit et cette nuit d’outre noir a fait monde qui les éloigne, et les unit avec la mémoire d’un cœur qui se ferme dans l’amour. 23 Il Cuore si è Fermato nell’Amore Dietro le mura intonacate d’ombra, le sue tre sorelle l’attendono. Esse si abbracceranno prima di averlo visto. Egli amerà la più infedele egli può avvicinarsi sena fare ombra. Apri inutilmente i tuoi occhi d’acqua, i tuoi occhi di terra. Se essi hanno visto tutto, non è più il tuo sguardo. tutto quello che va oltre l’infanzia di un uomo è già passato. Ma c’è la sua sfortuna di sapere che la sua infanzia non finirà più. Il suo volto è su di lui, egli non è nel suo volto. Niente gli dona asilo. I suoi ricordi lo perseguitano, non entra nei suoi ricordi. Vaga intorno al giorno, intorno alla notte. Dei magri fiori gli appaiono tra peonie offerte al calpestio Il silenzio cede poco a poco dei mormorii l’hanno addormentato cercandolo. 24 Egli ha tirato fuori dal bouquet una donna nuda come la Lama di una spada. Caduti più in basso della notte, ma uno solo non per entrambi; ed il soffio del vento sulla terra dura su cui si è oscurata la loro dimora. Tutto ciò che canta è entrato nel loro sangue, strappandone la notte e questa notte oltre il nero ha creato il mondo che li allontana, e li unisce con la memoria di un cuore che si ferma nell’amore. 25 La Rainette du Noir Le soir descend, ne tends pas les bras. N’ouvre pas les mains si l’ombre qui sort des pierres remonte jusqu’à ta gorge. Laisse cette peur te gagner : elle est venue de trop loin pour prendre ta place. Ton cœur né avant toi, tu as grandi sans lui et il continue à t’attendre sur le seuil. Tu auras fait le tour de la maison sans qu’il te voit. Sa peine épouse la nuit et se mire dans les jours, frappe les murs avec sa fleur close, écoutée de la nuit qui ouvre et ferme le ciel au fond de tes yeux. Marche dans le vent étiré d’oliviers. La terre n’entend que des pas, le cœur n’entend que la terre, il a grandi sans marcher, il a vieilli sans te trouver, chacune de tes larmes aura coulé pour le voir. C’est un peu de ton espoir, ce que les années en ont perdu. On dirait ton ombre et qu’elle cherche à se mettre debout. N’appelle personne. Ton cœur ce n’est pas toi, c’est un enfant qui se tourmente avec la crainte de tomber. Quand le jour t’aura chassé de tes yeux. 26 La Rana della Notte La sera cala, non tendere le braccia. Non aprire le mani se l’ombra che esce dalle pietre risale fino alla tua gola. Lascia questa paura vincerti: essa è venuta da troppo lontano per prendere il tuo posto. Il tuo cuore nato prima di te, tu sei cresciuto senza di lui e esso continuo ad attenderti sul suolo. Tu avrai fatto il giro della casa senza che lui ti veda. Il suo dolore sposa la notte e si guarda nei giorni, colpisce i muri con il suo fiore chiuso, ascoltato dalla notte che apre e chiude il cielo in fondo ai tuoi occhi. Cammina nel vento allungato d’olivi. La terra non sente che dei passi, il cuore non sente che la terra, esso è cresciuto senza camminare, è invecchiato senza trovarti, ognuna delle tue lacrime sarà colata per vederlo. E’ un po’ della tua speranza, ciò che gli anni ne hanno perduto. Si direbbe la tua ombra e che essa cerca di mettersi in piedi. Non chiamare nessuno. Il tuo cuore non è tuo, è un bambino che si Tormenta con il timore di cadere. Quando il giorno ti avrà cacciato dai tuoi occhi. 27 L’Oiseau sans Ailes La lumière se réfléchit dans ses yeux, mais il n’est pas encore jour. Tu t’es levé trop tôt ; et te voilà. Ta rue, le matin, ta maison et toi ; mais ce n’était pas ton regard si cette ville qu’il a tirée du brouillard ne t’a pas recouvert. Douze cloches d’argent ont sonné sur les eaux pour le cheval de feuilles et l’oiseau prie-misère et l’aiguille de nier, douze cloches de fer sonneront aux écluses pour faire place au jour plein de feuilles cueillies, sonnent pour défleurir sa pâleur de gisant aux paupières scellées .Les convois aux péniches de jour, ont dormi sous la neige. Il ne passerait que des heures, avec leurs boutons d’or, leurs épines de mai et Rose-au-loin, la fille rose qui t’effaçait pour t’apparaître. Cueille la fleur qu’on ne voit pas, la plus fidèle qu’une étoile. Emporte-la sans être vu. L’oiseau-cerise est de retour, cheval volant, souliers de terre. 28 L’Uccello senza Ali La luce si riflette nei suoi occhi, ma non è ancora giorno. Ti sei alzato troppo presto; ed eccoti. la tua strada, il mattino, casa tua e te stesso; ma non è stato il tuo sguardo se questa città che ha tirato fuori dalla nebbia non ti ha ricoperto. Dodici campane d’argento hanno suonato sulle acque per il cavallo di foglie e l’uccello prega-miseria E l’ago del rifiuto, dodici campane di ferro suoneranno al chiuso per far spazio al giorno pieno di fogli raccolti, suonano per far sfiorire il suo pallore di cadavere dalle palpebre sigillate. I convogli dei battelli diurni, hanno dormito sulla neve. Egli non passerebbe che delle ore, con i loro bottoni d’oro, le loro spine di Maggio e Rose lontane, la ragazza rosa che ti cancellava per apparirti. Cogli il fiore che non si vede, più fedele Di una stella. Portalo senza esser visto. L’uccelo-ciliegia è di ritorno, cavallo volante, scarpe terrestri. 29 L’Hirondelle Blanche Il ne fait pas nuit sur la terre ; l'obscurité rôde, elle erre autour du noir. Et je sais des ténèbres si absolues que toute forme y promène une lueur et y devient le pressentiment, peut-être l'aurore d'un regard. Ces ténèbres sont en nous. Une dévorante obscurité nous habite. Les froids du pôle sont plus près de moi que ce puant enfer où je ne pourrais pas me respirer moi-même. Aucune sonde ne mesurera ces épaisseurs : parce que mon apparence est dans un espace et mes entrailles dans un autre ; je l'ignore parce que mes yeux, ni ma voix, ni le voir, ni l'entendre ne sont dans l'un ni l'autre. Il fait jour ton regard exilé de ta face Ne trouve pas tes yeux en s'entourant de toi Mais un double miroir clos sur un autre espace Dont l'astre le plus haut s'est éteint dans ta voix. Sur un corps qui s'argente au croissant des marées Le jour mûrit l'oubli d'un pôle immaculé 30 Et mouille à tes longs cils une étoile expirée De l'arc-en-ciel qu'il draine aux racines des blés. Les jours que leur odeur endort sous tes flancs roses Se cueillent dans tes yeux qui s'ouvrent sans te voir Et leur aile de soie enroule à ta nuit close La terre où toute nuit n'est que l'ouvre d'un soir. L'ombre cache un passeur d'absences embaumées Elle perd sur tes mains le jour qui fut tes yeux Et comme au creux d'un lis sa blancheur consumée Abîme au fil des soirs un ciel trop grand pour eux. Il fait noir en moi, mais je ne suis pas cette ténèbre bien qu'assez lourd pour y sombrer un jour. Cette nuit est : on dirait qu'elle a fait mes yeux d'aujourd'hui et me ferme à ce qu'ils voient. Couleurs bleutées de ce que je ne vois qu'avec ma profondeur, rouges que m'éclaire mon sang, noir que voit mon cœur... Nuit du ciel, pauvre ombre éclose, tu n'es la nuit que pour mes cils. 31 Bien peu de cendre a fait ce bouquet de paupières Et qui n'est cette cendre et ce monde effacé Quand ses poings de dormeur portent toute la terre Où l'amour ni la nuit n'ont jamais commencé. 32 La Rondine Bianca Non fa notte sulla terra; l’oscurità s’insinua, essa erra intorno alla notte. E io so di una tenebra sì assoluta che in tutta forma e vi passeggia un lucore E vi diviene presentimento, forse l’aurora di uno sguardo. Queste tenebre sono i noi. Una divorante oscurità ci abita. i freddi del polo sono più presi di me che di questo miasmatico inferno in cui non potrei respirarmi io stesso. Nessuna sonda misurerà i suoi spessori: poiché la mia apparenza è dentro uno spazio e le mie budella dentro un altro; l’ignoro perché i miei occhi, né la mia voce, né lo vedono, né lo comprendono non sono uno dentro l’altro. Fa giorno il tuo sguardo esiliato dal volto Non trovare i tuoi occhi circondando te stesso Ma un doppio specchio chiuso su un altro spazio Di cui l’astro più alto si è spento nella tua voce 33 Su un corpo che si argentea all’incrocio delle maree Il giorno fa morire il ricordo di un polo immacolato E bagna sulle tue lunghe ciglia una stella estinta Dell’arcobaleno che drena dalle radici del grano I giorni che il loro odore addormenta sui tuoi fianchi rosa Si concentra nei tuoi occhi che s’aprono senza vederti E la loro ala di seta avvolge la tua notte chiusa La terra in cui tutta la notte non è che l’apertura di una sera. L’ombra nasconde un passante di assenza imbalsamate Ella perde sulle tue mani il giorno che fu i tuoi occhi E come nel vuoto d’un lillà la sua bianchezza consunta Inabissa sopra le sere un cielo troppo grande per loro. Si fa nero in me, ma non io sono questa tenebra tanto abbastanza pesante Per oscurarvi un giorno. Questa notte è: si direbbe che ella ha fatto dei miei occhi un adesso e mi avvince in ciò che Vedono. Colori lividi di ciò che non vedo tranne che con la mia profondità, rossi che mi schiariscono il sangue, notte che vede il mio 34 cuore… Notte del cielo, povera ombra rinchiusa, tu non sei la notte che per le mie ciglia. Ben poca cenere ha fatto questo bouquet di palpebre E che non è questa cenere e questo mondo cancellato Quando i suoi pugni di dormiente portano tutta la terra In cui l’amore né la notte non sono mai iniziati. 35 L’Ombre Soeur Entre à la nuit sans rivages Si tu n'es toi qu'en passant L'oubli d'où rien n'est absent Ton silence né d'une ombre Qui l'accroît de tout le ciel Eclôt l'amour où tu sombres Aux bras d'un double éternel Et t'annulant sous ses voiles Pris à la nuit d'une fleur Donne des yeux à l'étoile Dont ton fantôme est le coeur. 36 L’Ombra Sorella Entra nella notte senza sponde Se non sei te stesso che attraversando L’oblio dove niente è assente Il tuo silenzio nato da un ombra Che l’accresce di tutto il cielo Fa sorgere l’amore in cui affondi Nelle braccia di un doppio eterno E annullandoti sui suoi veli Catturato dalla notte di un fiore Dona degli occhi alla stella Di cui il tuo fantasma è il cuore 37 Passer Enfance qui fus dans l’espace Un vol poursuivi jusqu’au soir J’appelle ton ombre à voix basse Avec la peur de te revoir Sœur en deuil de tes robes claires Ta fuite est l’oiseau bleu des jours Que de son chant fait la lumière Des gestes rêvés par l’amour C’est par ton charme qu’une fille D’un corps ébauché dans les cieux A formé la larme des villes Qui s’illuminent dans ses yeux Et ce fut ton âme de rendre Mon doute plus que moi vivant Passerose aux ailes de cendre Qui m’ouvrais ton cœur dans le vent 38 Passare Infanzia che fu nello spazio Un volo insistito fino alla sera Chiamo la tua ombra a voce bassa Con la paura di rivederti Sorella in lutto dai vestiti chiari La tua fuga è l’uccello blu dei giorni Che del suo canto fa luce Di gesti sognati dall’amore E’ dal tuo fascino che una ragazza Dal corpo abbozzato nei cieli Ha formato la lacrima delle città Che s’illuminano nei suoi occhi E questo fu la tua anima di rendere Il mio dubbio più di me stesso vivente Passarosa dalle lai di cenere Che mi apriva il tuo cuore nel vento 39 Fumerolle L’AMOUR dans le miroir qui fascine les astres PAUVRE fumerolle ON aime mieux croire qu’on a rêvé ton sort et que personne ne connait de songe plus exactement significatif d’une digestion laborieuse AINSI debout sur la terre qui s’enroule à toi et te presse de ses anneaux mais tes yeux avec leurs trésors de souvenir et de visions subissent l’attraction d’un astre invisible et cet astre a une étoile soeur qui t’attelle à elle avec les chansons qu’elle te fait entendre et ton visage est pendu à ce quadrige stellaire pour que la terre y entre avec ses horizons qui t’on faite et que tu respires quand 40 tu aimes ET tout ce qui est en ce monde te viole avec ses parfums brûle en toi comme une lampe et prend dans ton coeur des inspirations amoureuses dont il te recouvre il faut bien que debout assise ou couchée et même les jambes en l’air et le derrière au vent tu tendes au-dedans de toi la toile d’araignée mais ce travail d’esclave fait pitié ON n’en sortira donc jamais COMME on comprend le pervers qui veut être aimé jusqu’à la folie et imposer à l’innocence un amour qui soit l’oubli de son sexe ah celui-là prend la fleur des sphères 41 plante une racine dans la vie animale et sent aussitôt dans sa peur l’étendue et la pesanteur ailée de cette vérité que l’oeil d’un homme ne peut entrevoir ON m’a brisé les os pour que je devienne la pensée la transparence de cette vérité que je l’enseigne aux hommes puisqu’elle ne peut me manger les entrailles L’AMOUR est éternel comme les autres aiment des chèvres ou des moutons moi j’aimerai une POUPÈE 42 Fumarola L’AMORE nello specchio che affascina gli astri POVERA fumarola SI preferisce credere di aver sognato il tuo destino e che nessuno conosca sogno più esattamente significativo di una laboriosa digestione COSÌ in piedi sulla terra che ti si rotola attorno e ti stringe con i suoi anelli ma i tuoi occhi con i loro tesori di ricordi e di visioni subiscono l’attrazione di un astro invisibile e quell’astro ha una stella gemella che ti cattura con le canzoni ch’ella ti fa sentire e il tuo volto è appeso alla quadriga stellare affinché la terra vi entri 43 con gli orizzonti che ti hanno fatta e che tu respiri quando ami E tutto ciò che è in questo mondo ti violenta con i suoi profumi brucia dentro di te come una lampada e prende dal tuo cuore delle ispirazioni amorose di cui ti ricopre davvero bisogna che in piedi seduta o distesa e perfino con le gambe all’aria e il sedere al vento tu tenda dentro di te la ragnatela ma questo lavoro da schiavi fa pietà NON si uscirà dunque mai COME si comprende il perverso che vuole essere amato fino alla follia e imporre all’innocenza un amore che sia l’oblio del proprio sesso 44 ah quello prende il fiore delle sfere pianta una radice nella vita animale e subito sente nella sua paura la vastità e la pesantezza alata di quella verità che l’occhio di un uomo non può scorgere MI hanno spezzato le ossa affinché diventi il pensiero la trasparenza di questa verità e che l’insegni agli uomini perché essa non può mangiarmi le viscere L’AMORE è eterno come gli altri amano delle capre o delle pecore io amerò una BAMBOLA 45 Il Largo Non è il suo nome a esaltarlo Ma che piano sia mormorato Nelle voci che non conosce Il segreto di un cuore incrinato Quando ogni lamento gli svela Di che cosa abbia pianto la pena L’uomo sente il suo cuore chiamarlo Nelle voci che l’hanno ignorato Così vedono tutte le stelle Avverarsi la notte delle vette Ventilando nella notte con le ali La voce di qualcuno che verrà Lui il suo male è la stessa pietà Ciò che è lui a sua volta si oscura E per rendergli quello che ama Si rivolge alla pena del giorno 46 Madrigale Dal tempo che era amata stanca di se stessa Lei aveva giurato d’essere questo amore E ne fu l’incanto lui ne fu il poema La terra è leggera a promesse passate Il vento piangeva gli uccelli migranti Cullando i mari sulle ali di sale Prendo la stella con una bella nuvola Se la pagina bianca ha consumato il cielo Nell’aria che fiorisce al suo riso C’è un vecchio cavallo color del cammino Capisci al suo passo la morte che m’ispira E che va senza me a chiederne la mano 47 Poema Della Sera Su un giaciglio sfinito Il lampo che oscura un istante Mette la veste di fumo E segue il vento distante Su terre senza memoria Ogni piede ha la sua scarpa L’ala è bianca l’ala è nera Il giorno è solo metà E su una trama di cenere Dove l’uomo non è che i suoi passi Il cuore palpitò per cogliere Ciò che uno sguardo non vede E’ la speranza che un mondo a venire Abbia fatto buio con la nostra ombra E sorridendoci alla finestra Abbia solo i nostri occhi per vedersi Dietro le quartine che lei ispira Ai giorni che dubitano di te La vita ha i suoi denti per sorridere Di ciò che una volta era già stata 48 La Fortuna dei Giorni Io so un rosaio dove sboccia una rosa Non c’è più notte per l’ombra che è Da un’aiuola errante di bagliori chiusi Dove lo sciame vibrava dei giorni passati Non c’è fuoco nel buio che il cielo non l’abbia Con il mio amore morto a tante cose Tessevo il drappo funebre dei voti sfumati Era quello di un pianto in cui sboccia una rosa Alba di una vita estranea ai giorni L’oblio dell’imprevisto morto dal nostro amore Dischiude nel fiore la mano che lo stringe E senza me cogliendo la rosa delle notti Una sorella di cenere lascia le nostre terre Rende il corpo lunare ai morti che io sono 49 Giorno e Notte Sul corpo di un uccello di bosco Inchiodati dalle sue ali immense I giorni crocifissi alle notti Aggiungono un nome al silenzio Passando su lui senza vederlo Fanno occhi più grandi della vita All’amante che strugge di sapere Come si muoia d’essere gradita I giorni che disfecero i fiori Per seppellirsi sotto il loro peso Si sono uniti al cielo nei cuori Dove s’aprono le ali dell’ombra Denudandosi sotto le acque Che la sua trasparenza ha velato Il mattino che nasce a occhi chiusi Allibisce di una stella fuggita La croce che spalanca l’orizzonte Sente in voci che si chiamano Due nomi sbocciare un canto Dove l’alba ride di una rondine 50 a-versi in-versi Settembre 2013 MenteSuggeSostanza Edizioni http://mentesuggesostanza.blogspot.it/ https://www.facebook.com/MenteSuggeSostanza grafica ed impaginazione: Ivan Rusciano Pubblicato con Licenza Creative Commons 3.0 Attribuzione, Non Commerciale, Non Opere Derivate “Shibui ” Scaricalo Gratuitamente su http://mentesuggesostanza.blogspot.it Compra questo Spazio Pubblicitario Ulteriori informazioni su... http://mentesuggesostanza.blogspot.it/