vincenzo gaetaniello

Transcription

vincenzo gaetaniello
vincenzo
gaetaniello
vincenzo gaetaniello dalla cronaca al tempo
dalla cronaca
al tempo
testo di Antonio Del Guercio
Fondazione Venanzo Crocetti
vincenzo gaetaniello
dalla cronaca al tempo
disegni - sculture dal 1994 al 2010
testo di Antonio Del Guercio
Fondazione Venanzo Crocetti
BANCA DI TERAMO
D I C R E D I T O C O O P E R AT I V O S . C.
ADERENTE AL FONDO DI GARANZIA
DEI DEPOSITANTI DEL CREDITO COOPERATIVO
Fondazione Venanzo Crocetti
BANCA DI TERAMO
D I C R E D I T O C O O P E R AT I V O S . C.
ADERENTE AL FONDO DI GARANZIA
DEI DEPOSITANTI DEL CREDITO COOPERATIVO
Vincenzo Gaetaniello
Dalla cronaca al tempo
Testo di Antonio Del Guercio
Sedi espositive
Roma “Museo Venanzo Crocetti”
25 febbraio -12 aprile 2010
Teramo, Banca di Teramo BCC
Sala “Carino Gambacorta”
Referenze fotografiche
Eugenio Volpi
Traduzione in inglese
Emma Lakin
Traduzione in francese
Valentina Fago
Per la continua collaborazione si ringrazia:
Giovanna Arpa, Vito Miroballi, Gordana Gaetaniello,
Ottavio Gaetaniello e Vito Rodi del laboratorio Foto Digital Discount Merulana
Sono stati ascoltati i suggerimenti di Teresa Padula, Antonio Del Guercio, Paolo Guiotto
Museo Fondazione Crocetti - Via Cassia, 492 - 00189 Roma
Tel. 06 33711468 - [email protected]
Siamo molto lieti di poter finalmente accogliere nel Museo Venanzo Crocetti la mostra delle opere di
Vincenzo Gaetaniello, che ho conosciuto quando con Fortunato Bellonzi e Marussia andavamo a vedere
le mostre più importanti di pittura e di scultura nelle varie gallerie romane.
L’ho visto al lavoro nel suo studio di Via della Longara, dalle sue mani uscivano le forme in creta
come dalle mani di un mago.
Nello studio c’era un disordine organizzato nel quale solo lui riusciva a muoversi con agilità.
Ho comprato un suo bronzetto in una mostra alla galleria “La Pesa” e poi altri bronzetti.
Sono curioso di vedere tante belle statue e disegni messi insieme e in bell’ordine avendoli sempre
ammirati affastellati nel suo studio in ordinato disordine.
Anche il Maestro Crocetti, che lo aveva conosciuto lo apprezzava molto, non solo come scultore,
ma anche come uomo, tanto che volle inserirlo nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione.
In questi anni è stata preziosa l’opera di Vincenzo Gaetaniello, come alto consulente per le fusioni,
per i ritocchi delle opere danneggiate e per tutto il lavoro necessario e indispensabile per rendere agibile e
funzionale un Museo di scultura e di disegni.
Lo abbiamo visto particolarmente impegnato in questi ultimi tempi a preparare, dopo tanto tempo,
la mostra delle sue opere, approntate negli ultimi anni.
Sono molto curioso e interessato di conoscere la sua più recente attività creativa tanto che abbiamo voluto riservargli un periodo espositivo oltre che al Museo Venanzo Crocetti, anche nella sala Carino
Gambacorta della Banca di Teramo BCC.
Nel frattempo Vincenzo Gaetaniello sta lavorando alla realizzazione di un busto di Venanzo Crocetti,
che sarà collocato, il 6 aprile prossimo, nei giardini Carino Gambacorta tra i busti dei teramani più illustri.
Presidente
On. Antonio Tancredi
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At the Venanzo Crocetti Museum we are delighted to finally be able to welcome an exhibition dedicated to Vincenzo Gaetaniello, whom I first met when we attended the most important exhibitions of art
and sculpture in various galleries in Rome, together with Fortunato Bellonzi and Marussia.
I’ve seen him at work in his studio in Via della Lungara, his hands producing shapes in clay like the
hands of a magician. In his studio reigned a kind of organized chaos within which only he was able to move
around with ease.
I bought a small bronze sculpture of his at an exhibition at the gallery “La Nuova Pesa” and then
went on to buy other bronze sculptures.
I’m interested in seeing lots of his beautiful statues and drawings all together in one place and in an
ordered way, having always admired them piled up in his studio amidst the organized chaos.
Even Maestro Crocetti, who knew him, appreciated not just the sculptor but also the man, so much
so that he wanted to include him in the Board of Directors of the Foundation.
In recent years Vincenzo Gaetaniello’s work for the museum has been invaluable; he has been our
top advisor for casting, has retouched damaged works of art and carried out all the indispensable work
needed to ensure that a museum of sculpture and drawings remains fully operational.
We have seen him particularly occupied of late in the preparation of this long-awaited exhibition of
works of art he has created during the last few years.
I am very eager to learn more about his more recent creative activity, so much so that we have reserved exhibition space for him not only at the Venanzo Crocetti Museum but also in the Carino Gambacorta
room of the bank “Banca di Terama BCC”.
In the meantime Vincenzo Gaetaniello is working on a bust of Venanzo Crocetti, which will be on
permanent display, as of April 6th this year, in the “Carino Gambacorta” gardens, together with the busts
of other illustrious citizens of Teramo.
Presidente
On. Antonio Tancredi
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Nous sommes très heureux de pouvoir enfin accueillir au Musée Venanzo Crocetti l’exposition de
Vincenzo Gaetaniello. Je l’ai personnellement rencontré à l’époque où, avec Fortunato Bellonzi et Marussia, nous arpentions toute les galeries romaines pour voir les expositions de peinture et de sculpture les
plus importantes.
Je l’ai regardé travailler dans son atelier de la via della Lungara, des formes en argile sortaient de ses
mains semblables aux mains d’un magicien.
Dans l’atelier régnait un désordre organisé où Gaetaniello était le seul à bouger avec agilité.
J’ai acheté un de ses petits bronzes dans une exposition à la galerie La Nuova Pesa et, par la suite,
j’en ai acheté d’autres.
J’ai hâte de voir autant de statues et de dessins réunis dans un ordre précis alors que je les ai toujours admirés dans son atelier dans ce désordre ordonné.
Le Maestro Crocetti, qui l’avait connu et qui l’avait beaucoup apprécié, non seulement comme
sculpteur mais aussi en tant que homme, voulut l’intégrer au Conseil d’administration de la fondation.
Pendant toutes ces années Vincenzo Gaetaniello nous a été très précieux comme consultant pour
les fusions et les retouches des œuvres endommagées, tout ce travail nécessaire et indispensable pour
la remise aux normes de ce Musée de sculpture et de dessins.
Ces temps-ci nous l’avons connu tout particulièrement engagé dans la préparation de l’exposition
des œuvres réalisées pendant les dernières années.
Je suis fort curieux de connaître son activité créative la plus récente au point que nous avons
souhaité prolonger la période d’exposition au delà de celle du Musée Venanzo Crocetti et lui consacrer
aussi une autre salle, la salle Carino Gambacorta de la Banque de Teramo BCC.
En même temps Vincenzo Gaetaniello est en train de travailler à la réalisation d’un buste de Venanzo
Crocetti qui sera posé le 6 avril prochain dans l’enceinte des jardins Carino Gambacorta parmi les bustes
des personnalités les plus illustres de Teramo.
Presidente
On. Antonio Tancredi
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Per un discorso su questa mostra romana di Vincenzo Gaetaniello conviene partire dal folto e intenso gruppo di disegni che fanno corona ad opere distese nel tempo, dai primi anni Settanta ad oggi.
Questi disegni confermano lo statuto, sancito da Ingres, di pietra di paragone della “probité de l’art”. Uno
statuto per il quale Turner rivendicava il ruolo d’essenziale strumento di conoscenza: ”Il mio problema è di
rappresentare non ciò che so, ma ciò che vedo”.
Io non so, né interessa davvero sapere, quale consecutio cronologica vi sia tra il disegnare e il fare
scultura nel lavoro di Gaetaniello che è segnato da un intenso rapporto tra i due livelli, da una loro ineludibile dialettica.
La presenza tra noi del giornale, del quotidiano, si è posta come centrale nelle sue opere più recenti.
E come i bronzi sui quali la mostra s’incentra, i disegni sono dello stesso formato dei giornali dai quali le
immagini di eventi sono tratte.
Tutti hanno dunque come antefatto o struttura visiva preesistente delle fotografie pubblicate, insomma delle immagini mediatiche; e tutti parlano della bruciante attualità di conflitto, distruzione e sangue nella
quale il nostro mondo è immerso, a macchia di leopardo, dalla fine della seconda guerra mondiale in poi.
La visibilità dell’antefatto appare subito come il supporto di un’operazione estremamente complessa e articolata. Un’operazione analitica, che mette in vista, ed esalta, i frammenti, anche i più corpuscolari, che costruiscono le forme riconoscibili degli oggetti, dei corpi, del fuoco, d’ogni singolo evento; e, al
tempo stesso, un’operazione critica che, senza forzature e senza esasperazione espressiva, connette il
singolo frammento visuale ad un orizzonte contemporaneo che si fa storia dinnanzi a noi e dentro di noi.
Ora appare legittimo individuare in questi disegni, tra puntinato e addensamento fitto di linee brevi,
l’incombenza delle tecniche incisorie: quelle che, frequentate da Gaetaniello nel corso del tempo, riferiscono sull’attenzione che egli ha riservato agli esempi illustri, Goya certamente ma, con particolare acume, e
anche il vertiginoso brulichio figurale di Callot. Né sono da trascurare i segni d’un dialogo con certe opere
d’arte di fine Ottocento, intrise di valori critici, tra le polarità diverse incarnate da Redon e da quel Valloton
al quale Roberto Longhi riservò la definizione di “ugonotto feroce”.
L’impresa di Gaetaniello – il suo merito – è di staccare in qualche modo il frammento visuale dal suo
appiattimento mediatico, di connetterlo al tempo che scorre nella storia contemporanea attraverso l’arte
interrogante del disegno, di proiettarlo su un orizzonte di storia dell’arte, per consegnarlo nella scultura ad
un’altra temporalità.
Una scultura che sin dai suoi esordi mi apparve fondata su un particolarissimo rapporto tra sapienza
– perizia, possesso della strumentazione espressiva – e un controllato affidamento al fluire delle emozioni
e che rivendica con un certo orgoglio la propria insostituibile funzione, quella, appunto di una temporalità
altra.
Si guardino ad esempio, per fare cenno al gruppo d’opere che qui testimoniano delle fasi anteriori
del lavoro di Gaetaniello, allo sbalzo di Corpi sui fili, del 1975, o a La tempesta, del 1977. Appare evidente
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qui come una sorta di raptus immediato della visione che dà forme agitate da rapide tensioni trovi come
un ancoraggio ad una durata lunga: ed è la rete dei fili che trattengono le forme che vi sono distese nello
sbalzo del 1975, o il corpo solido che nel primo piano dell’opera del 1977 blocca, per così dire, il moto
tempestoso del secondo piano.
Il gruppo d’opere più recente è costituito dagli accennati otto rilievi, esattamente dello stesso formato delle pagine dei giornali dai quali, trascritte in rilievi plastici, immagini pubblicate in un giorno che viene
indicato sono consegnate alla dura consistenza del bronzo.
Colpisce in tutti questi rilievi l’amplissima estensione delle modalità del rilievo nel diverso aggetto
delle forme dal piano di fondo. Così pure colpisce la gamma estesa di soluzioni plastiche da “giornale”
a “giornale”: affollati brulichii dinamici; forme esplose segnate da metamorfismi; spazi segnati da forme
energiche offerte alla luce a spicco dell’oscurità del fondo; forti “negativi” impressi sulla lucente superficie
del bronzo.
Al tempo stesso, la “pagina”, ora col titolo mimato ora con la trascrizione di didascalie, si presenta
nitida, ordinata, composta. Quella “pagina” regolata funziona, a fronte della violenza priva d’intermittenze,
come uno spazio della ragione che tenta di spiccare sequenza da sequenza per trovare campo.
A me è parso giusto, alcuni anni fa, dedicare un capitolo d’un mio lavoro all’indicazione dell’epoca
nostra come quella, fra l’altro, del monumento precario, ossia del tempo ridotto all’istante e della memoria
critica degradata a “souvenir” imbellettato. A petto di quella indicazione che continuo a ritenere - purtroppo - ben valida, il tempo della scultura capace di confrontarsi con la “longue durée” individuata dalla
storiografia più avveduta trova in Gaetaniello un suo inveramento.
Nel lontano 1966, Robert Smithson, che fu il più acuto tra quanti allora s’impegnarono nell’ambito
dei New Monuments organicamente distesi nel paesaggio, dichiarò che essi erano costruiti “non per le
epoche, ma contro le epoche”, e che in essi il tempo si riduceva alla “frazione di secondo”. La “longue
durée” ricercata da Gaetaniello si colloca al polo opposto di quella esperienza degli anni Sessanta.
E poiché lunga durata e memoria critica richiamano di continuo nuova lettura della storia dell’arte,
parrà naturale e ben giustificata la presenza qui di due opere nelle quali Gaetaniello – tra una caravaggesca
Medusa in fiamme e un’ibridazione Boccioni-Bacon – convoca in mezzo a noi alcuni segni radicali d’una
memoria storica indispensabile nel presente.
Antonio Del Guercio
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Antonio Del Guercio è nato a Parigi, dove ha ricevuto la sua prima formazione sino al compimento del Liceo, mentre si è laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Roma La Sapienza. E’ bilingue e biculturale italo-francese, e ha
sempre svolto tra Roma e Parigi la propria attività.
E’ stato docente nell’Università di Firenze quale Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea.
Tra i suoi lavori:
Géricault, Roma-Firenze, 1963, una delle prime nuove indagini che hanno riproposto il grande pittore francese del
primo ottocento all’attenzione critica ai giorni nostri.
Storia dell’arte presente, Roma, 1985, sulle vicende dell’arte contemporanea a partire dal 1945, in Europa e negli
Stati Uniti. Nuova edizione nel 1999.
Baudelaire, la critica d’arte, Surnaturalismo e via moderna, Roma, 1996
Parigi 1750-1950, Arte e critica d’arte nel centro della modernità, Roma, 1997
Parisien malgré lui – De Chirico 1911-1915, Paris, 1997
Arte e vita moderna, Roma, 2001
Il museo della non arte – Sul destino dell’arte contemporanea, Roma, 2006.
Rivedere l’arte moderna, Roma, 2008, Il lavoro ha come tema la ricerca della presenza dell’arte del passato nel
Picasso degli anni 1933-1937, in Derain e in Giacometti.
Ha coordinato nel 1998 il Comitato scientifico italo-francese della mostra Il futuro alle spalle, dedicata all’arte tra le
due guerre in Francia e in Italia, Roma, Palazzo delle Esposizioni.
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The best way to start any debate about Vincenzo Gaetaniello’s Rome exhibition is to begin with the
substantial and intense group of drawings which crown works of art he created at different times, from the
early 70s until today. These drawings confirm the statute, as sanctioned by Ingres, of the “integrity of art”.
A statute whose role Turner claimed to be an essential tool of knowledge: “my problem is representing
what I know, not what I see”.
I don’t know, nor am I really interested in knowing, what chronological sequence there is between
Gaetaniello’s drawings and his sculptures, which are marked by their intense relationship and their inescapable dialectics.
The presence of newspapers in our life has been a central element of Gaetaniello’s most recent
works of art. And, like the bronze sculptures upon which the exhibition is centred, the drawings are of the
same format as the newspapers from which the events he portrays are taken.
Everyone has a prior knowledge or pre-existent visual structure of newspaper photographs, of
mass-media images; and everyone talks of the burning relevance of the conflicts, destruction and blood
in which our modern world has been immersed, in a random fashion, since the end of the second world
war.
The visual image of an event immediately seems to act as a support for an extremely complex and
articulated operation. An analytical operation, which puts on view and exalts the fragments, even the most
miniature ones, which make up the recognizable shapes of objects, of bodies, of fire, of every single event;
and, at the same time, a critical operation which, without resorting to force or expressive exasperation,
connects the single visual fragments to a contemporary horizon which makes history both in front of our
eyes and within us.
It therefore seems legitimate to single out in these drawings, between their chiaroscuro dots and
thick collections of short lines, the importance of Gaetaniello’s carving techniques: techniques developed
in the course of time, which refer to the attention he reserved for distinguished artists, certainly Goya and
with particular acumen, and also the dizzy symbolic swarming of Callot. The signs of a dialogue with certain late eighteenth century works of art imbued with critical values, spread between the different polarities
embodied by Redon and by Valloton, whom Roberto Longhi defined as a “ferocious Huguenot”, should
likewise not be neglected.
Gaetaniello’s feat – his merit – is that of detaching in some way the visual fragment from its massmedia flattening, and connecting it to contemporary history via the inquisitive art of drawing, in order to
hand it over to another time-space as a sculpture.
His sculptures seem to me to have always been founded on a very special relationship between
knowledge – skill, possession of expressive instrumentation – and a controlled reliance on a flowing of
emotions which lays claim with a certain pride to its own irreplaceable function, that precisely of another
time-space.
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One just needs to look at, for example, the group of works which testify the earlier stages of Gaetaniello’s work, at the leap forward of Corpi sui fili (Bodies on wires), of 1975, or La Tempesta, of 1977. Here
a sort of fit of visual madness seems so obviously to find its long-lasting anchorage: and it is the network
of wires that hold the shapes together in the 1975 work of art, and the solid body of the close-up of La
Tempesta that blocks, as it were, the tempestuous movement of the background.
Gaetaniello’s more recent collection is made up of the previously-mentioned eight reliefs, which are
exactly the same format as the pages of the newspapers from which the images were taken, images which
were converted into three-dimensional reliefs and then handed over to the hard consistency of bronze.
The most striking aspect of these reliefs is how the sizes of the protruding shapes differ greatly from
“newspaper” to “newspaper”; as does the three-dimensional image, from a crowded dynamic swarming
of figures to blown-up shapes marked by metamorphisms, from energetic shapes offered to the light
standing out against the darkness of the background to strong “negatives” printed on the shining bronze
surface.
At the same time, the “page”, sometimes with a mimed headline, sometimes with captions, is clear,
neat and composed. That ordered “page”, devoid of intermittent features, works against the violence of
any image, like reason trying to stand out, sequence by sequence, in order to find reception.
Several years ago I dedicated a collection of mine to the idea that modern day is like a precarious
monument, or rather an age in which time is reduced to an instant and critical memory is degraded to a
dolled-up souvenir. Faced with that belief, which I unfortunately continue to feel is still most valid, it feels
like Gaetaniello’s sculptures are competing with history and lasting the course.
In the distant 1966 Robert Smithson, who was one of the most perceptive artists amongst those
who were at the time involved in the New Monuments spreading across the countryside, declared that the
monuments were constructed “not for the ages, but against the ages”, and that in them time was reduced
to a “fraction of a second”. The “long duration” sought for by Gaetaniello takes its place at the opposite
end of that experience of the Sixties.
And as long duration and critical memory continuously call for a new interpretation of art history,
it can only seem natural and justified to include here two pieces of work in which Gaetaniello – amidst a
Caravaggio-esque Medusa in flames and a Boccioni-Bacon combination – summons among us several
radical signs of a historical memory which is indispensable in the present day.
Antonio Del Guercio
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Antonio Del Guercio was born in Paris, where he received education until the end of secondary school, afterwards
he completed a degree in Modern Literature at La Sapienza University in Rome. He is bicultural and bilingual in French and
Italian and has always divided his work between Paris and Rome.
He has been a lecturer at the University of Florence, as a Professor of Modern History of Art.
Amongst his works:
Gericault, Rome-Florence, 1963, one of the first new researches into the great French artist of the early 1800s which
brought him back to the attention of modern-day critics.
Storia dell’arte presente, Roma, 1985, about the events in contemporary art in Europe and America. Second edition
in 1999.
Baudelaire, la critica d’arte, Surnaturalismo e via moderna, Roma, 1997
Parigi 1750 – 1950, Arte e critica d’arte nel centro della modernità, Roma, 1997.
Parisien malgré lui – De Chirico 1911 – 1915, Paris, 1997
Arte e Vita Moderna, Roma, 2001
Il museo della non-arte – Sul destino dell’arte contemporanea, Roma, 2006.
Rivedere l’arte moderna, Roma, 2008, which has as its main theme the presence of past art in Picasso from 19331937, in Derain and in Giacometti.
In 1998 he was the coordinator of the Italian-French scientific committee of the Il Futuro alle Spalle (The Future Behind You) exhibition, dedicated to art between the two wars in France and Italy, in Rome at the Palazzo delle Esposizioni.
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Cette exposition romaine de Vincenzo Gaetaniello, commence par des dessins: un ensemble, dense et intense, qui accompagne des œuvres créées sur une longue durée, du début des années 70 jusqu’à
aujourd’hui.
Ces dessins jouent leur rôle de pierre de touche de la “probité de l’art”. Un rôle que Turner revendiquait comme un essentiel moyen de connaissance :”mon problème n’est pas celui de représenter ce que
je sais mais ce que je vois”.
Peu importe la relation chronologique entre le dessin et la sculpture dans le travail de Gaetaniello,
car ce travail est marqué par une relation intense entre ces deux niveaux d’expression artistique, ainsi que
par leur imbrication.
La présence de la presse, du journal, est un élément central dans ses œuvres les plus récentes. Et
comme les bronzes qui constituent le noyau de cette exposition, les dessins ont le même format que les
journaux dont sont tirées les images d’événements dramatiques.
Tous les dessins sont structurés par les images préexistantes: des images médiatiques, en somme.
Tous les dessins parlent d’une actualité brûlante : des conflits, des destructions et du sang : c’est dans
cette actualité permanente que notre monde baigne depuis la deuxième guerre mondiale.
La prèsence visible du fait divers apparaît d’emblée comme le support d’une opération extrêmement complexe et articulée. Une opération analytique qui met en évidence, et exalte, les fragments, même
les plus infimes, qui constituent les formes reconnaissables des objets, des corps, du feu, de chaque
événement singulier. Et c’est en même temps une opération critique qui, sans forcer et sans exaspération
expressive, relie chaque fragment visuel à un horizon contemporain qui se fait histoire pour nous, et en
nous.
Il faut souligner dans ces dessins, dans leur pointillage et dans la densité de leurs lignes rapides,
la présence des techniques de l’eau-forte, que Gaetaniello a pratiquées au cours du temps, et qui nous
renvoient à son dialogue constant avec d’illustres exemples: Goya, certes, mais aussi, le vertigineux fourmillement figuratif de Callot. Ainsi ne faut-il pas négliger les traces d’un dialogue avec certaines œuvres
d’art de la fin du XIX siècle, sur des polarités très différentes : Redon d’une part et, de l’autre, ce Valloton
auquel le grand historien de l’arte Roberto Longhi décerna la définition de “féroce huguenot”.
L’entreprise de Gaetaniello – et son mérite – est de libérer d’une certaine manière le fragment visuel
de sa banalité médiatique, de le connecter, à travers le questionnement du dessin, au Temps qui s’écoule
dans l’histoire contemporaine, de le projeter sur la toile de fond de l’histoire de l’art, pour enfin le livrer dans
la sculpture à une Temporalité autre.
Sa sculpture est fondée depuis ses débuts sur une relation très particulière entre un savoir attentif, une possession de tous les outils d’expression, une maestria, et un abandon – maîtrisé - au flux des
émotions. Son oeuvre revendique non sans fierté l’irremplaçable fonction de la sculpture: celle, justement,
d’exprimer une temporalité autre.
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Quant aux œuvres qui témoignent ici des phases antérieures du travail de Gaetaniello, je signale
par exemple “Corps sur des fils”, œuvre en repoussé datant de 1957, ou “la Tempête” de 1977. Il me
paraît évident qu’une sorte d’impulsion immédiate de la vision – tout en créant des formes agitées par de
rapides tensions – trouve ici le moyen de s’ancrer à une durée temporelle étendue: c’est un réseau de fils
qui retiennent les formes étalées dans le repoussé de 1975, ou, dans l’œuvre de 1977, le corps solide en
premier plan qui bloque le mouvement tumultueux en deuxième plan.
Le groupe des œuvres les plus récentes est constitué par ces huit reliefs du même format que les
pages des journaux d’où sont tirées les images - et dont le jour de publication est indiqué - , retranscrites
en reliefs plastiques et livrées à la dure consistance du bronze.
On est frappé par la grande variété, dans toutes ces œuvres, des modalités du relief dans la saillie
des formes qui se détachent du fond, ainsi que par la gamme étendue de solutions plastiques d’une
«page» à l’autre : des bruyants fourmillements dynamiques; des formes explosées se métamorphosant;
des espaces structurés par des formes énergiques offertes à la lumière abrupte explosant sur l’obscurité
du fond; des «négatifs» puissants imprimés sur la surface luisante du bronze.
La «page», parfois marquée du titre “mimé” ou de la transcription des didascalies, se présente à nos
yeux claire, ordonnée, bien composée. Cette «page» bien réglée fonctionne, face à la violence sans répit,
en tant qu’espace de la raison qui essaye d’isoler chaque séquence pour pouvoir s’exprimer.
Il y a quelques années, j’avais consacré un chapitre d’un livre à une réflexion sur notre époque indiquée comme celle du «monument précaire», du «temps réduit à l’instant» et de la mémoire historique
dégradée au rang de souvenir «enjolivé». Face à cette situation qui me paraît malheureusement toujours
d’actualité, on retrouve ici le temps de la sculpture qui se confronte avec cette «longue durée» dont parle
l’historiographie moderne.
En 1966 Robert Smithson, l’artiste qui mieux que d’autres s’engagea dans le mouvement New Monuments, c’est-à-dire dans des oeuvres organiquement étendues dans le paysage, déclara que celles-ci
étaient construites «contre les époques et non pas pour les époques», et qu’en elles le temps se réduisait
à «la fraction de seconde». La «longue durée» recherchée par Gaetaniello se situe au pole opposé de cette
expérience artistique des années 60.
Et puisque la longue durée et la mémoire critique nous appellent constamment à une lecture renouvelée de l’histoire de l’art, je signalerai enfin ici, entre une Méduse enflammée d’après Caravaggio et une
hybridation Boccioni-Bacon, des signes enracinés dans une mémoire historique indispensable à notre
présent.
Antonio Del Guercio
Traduction de Valentina Fago
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Né à Paris où il a fait ses études avant l’Université fréquentée à Rome, Antonio Del Guercio est bilingue et biculturel
italo-français. Il a enseigné Histoire de l’Art Contemporain dans les Universités de Lecce et de Florence, et il a organisé
plusieurs expositions d’arte contemporanein en Italie et à l’étranger, en France notamment.
Son premier libre a été consacré en 1963 à Théodore Géricault, à une époque où les études contemporaines sur
cet artiste n’étaient pas fréquentes.
Parmi ses autres oeuvres:
Conflittualità dell’arte moderna Roma, 1976 (Diderot critique d’art, David, Gros, Girodet-Trioson, Courbet)
La pittura del Novecento in Italia, Torino, 1980
La pittura dell’Ottocento in Italia, Torino 1982
Storia dell’arte presente, Roma, 1985, nouvelle édition en 1998 (l’art en Europe et aux Etats Unis depuis 1945)
Baudelaire – La critica d’arte, Roma, 1996
Parigi 1750-1950 – Arte e critica d’arte nel centro della modernità, Roma, 1997
Parisien malgré lui – De Chirico 1911-1915, Paris, Maeght Editeur, 1997
Arte e vita moderna, Roma, 2001 (Situations de l’image entre XIXème siècle et le XXème)
Il Museo della non arte, Roma, 2006 (depuis le geste d’Alphonse Allais intitulant, en 1883, “Jeunes filles chlorotiques
allant à leur première Communion par temps de neige” une feuille de bristol blanc, le livre pose des thématiques relatives
aux rapports entre temporalité, mémoire, langages, marché.
Son oeuvre plus récente, Roma 2008, Rivedere l’arte moderna, est consacrée à la présence, aussi intense que
problématique, de l’art du passé dans quelques expériences artistiques décisives au XXème siècle; en particulier: Picasso
1933-1937; Derain dans tout son périple; Giacometti. Le thème de la mémoire historique comme non-imitation mais “différence” y est donc central, comme le propose la double citation, en épigraphe et en dernière page, d’une phrase lumineuse
du critique d’art québecquois René Payant: “Ce que la mémoire dit n’a jamais été dit”.
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Disegni
dal marzo 2003 al dicembre 2009
18
La Repubblica del 21 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
La Repubblica del 22 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
19
20
La Repubblica del 22 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
La Repubblica del 22 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
21
22
La Repubblica del 22 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
La Repubblica del 22 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
23
24
La Repubblica del 22 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
La Repubblica del 21 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
25
26
La Repubblica del 21 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
La Repubblica del 21 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
27
28
La Repubblica del 21 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
L’Unità del 22 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
29
30
Il Messaggero del 24 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
La Repubblica del 25 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
31
32
La Repubblica del 26 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
Il Messaggero del 27 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
33
34
La Repubblica del 27 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
La Repubblica del 28 marzo 2003, disegno a matita, cm. 50x34
35
36
Corriere della Sera del 30 marzo 2003, disegno a matita, cm. 52x36
Corriere della Sera del 6 aprile 2003, disegno a matita, cm. 52x36
37
38
Il Manifesto dell’8 aprile 2003, disegno a matita, cm. 54x34
La Repubblica del 10 aprile 2003, disegno a matita, cm. 50x34
39
40
La Repubblica dell’8 febbraio 2007, disegno a matita, cm. 50x34
Rilievi in bronzo
dal 2003 al 2010
42
La Repubblica del 22 marzo 2003, bronzo, cm. 48x32
La Repubblica del 22 marzo 2003, particolare
43
44
La Repubblica del 22 marzo 2003, bronzo, cm. 48x32
La Repubblica del 22 marzo 2003, particolari
45
46
La Repubblica del 22 marzo 2003, bronzo, cm. 48x32
La Repubblica del 22 marzo 2003, particolare
47
48
La Repubblica del 22 marzo 2003, bronzo, cm. 48x32
La Repubblica del 22 marzo 2003, particolare
49
50
La Repubblica del 21 marzo 2003, bronzo, cm. 48x32
La Repubblica del 21 marzo 2003, particolari
51
52
Corriere della Sera del 30 marzo 2003, bronzo, cm. 50x37
Corriere della Sera del 30 marzo 2003, particolari
53
54
Il Manifesto dell’8 aprile 2003, bronzo, cm. 53x34
Il Manifesto dell’8 aprile 2003, particolari
55
56
La Repubblica dell’8 febbraio 2007, bronzo, cm. 53x34
La Repubblica dell’8 febbraio 2007, particolari
57
La medusa in fiamme
Boccioni-Bacon
2008-2010
60
La medusa in fiamme, 2008-2010, bronzo, cm. 52x40
La medusa in fiamme, 2008-2010, bronzo, cm. 52x40
61
62
La medusa in fiamme, 2008-2010, bronzo, cm. 52x40
La medusa in fiamme, 2008-2010, particolare
63
64
Boccioni-Bacon, 2008-2010, bronzo, cm. 48x43
Boccioni-Bacon, 2008-2010, bronzo, cm. 48x43
65
66
Boccioni-Bacon, 2008-2010, bronzo, cm. 48x43
Boccioni-Bacon, 2008-2010, particolare
67
Sculture del conflitto urbano
1970-1994
70
Corpi sui fili, 1970-1972, sbalzo in ottone, cm. 65x90
I gas tossici, 1970-1972, sbalzo in ottone, cm. 73x93
71
72
La città folla che spinge, 1972, legno, m. 0,80x1,40
La cronaca, 1972, legno, m. 1,65x1,10
73
74
La droga, 1972, legno, cm. 95 x m. 1,48
Introversione, 1977, bronzo, cm. 75x65
75
76
Ragazzo, lancio di molotov, 1977, bronzo, cm. 90x65
Il perseguitato, 1977, bronzo, cm. 75x35
77
78
Svenimento di Dante, 1977, bronzo, cm. 15x24
Assalto alla folla, 1974-1977, bronzo, m. 1,10 x cm. 70
79
80
La tempesta, 1976-1977, bronzo, cm. 35x52, intero e particolare
La città, 1977, bronzo, cm. 35x10
81
82
Berckelei, Napoli, 1977, bronzo, cm. 45x30
Non basta più 1, 1984, legno, m. 1,50x3
83
84
Non basta più 2, 1984, bronzo, cm. 53x60
Il passo conquistato, 1984, bronzo, cm. 30x30
85
86
Sciopero, 1984, bronzo-ottone, cm. 50x45
La cattura n. 1, 1984, bronzo, cm. 50x40
87
88
La cattura n. 2, 1984, bronzo, cm. 50x40
La cattura n. 3, 1984, bronzo, cm. 50x40
89
90
Paesaggio americano, 1994, bronzo, cm. 78x50
La mano-Il prisma, 1994, legno, cm. 75x90
91
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Anna Magnani in Roma città aperta, 1994, bronzo, cm. 50x37
Biografia e mostre
Vincenzo Gaetaniello è nato a Pomigliano D’Arco il
1 giugno del 1935.
Vive e lavora a Roma.
Ha studiato a Napoli con lo scultore fiorentino Lelio
Gelli, che era stato a sua volta scolaro di Libero Andreotti presso l’Istituto Statale D’Arte di Porta Romana a Firenze.
Due incontri a Napoli sono fondamentali: quello con
lo scrittore Vasco Pratolini e quello con il pittore Paolo Ricci.
Infatti, alla ricerca di una galleria per esporre a Roma,
Paolo Ricci lo indirizza ad Antonello Trombadori che,
anche con l’interessamento del pittore Antonio Virduzzo, gli trova la galleria dove esporre.
Una volta a Roma, sempre tramite Antonello Trombadori, conosce subito Pericle Fazzini a cui rimarrà
legato da profonda stima.
I disegni e le sculture del periodo di Napoli sono la
scoperta del mondo agrario e contadino; soprattutto
i disegni eseguiti a luce notturna, a forte chiaroscuro, lo accomunano a certe istanze del neorealismo.
Nel 1957 tiene a Roma la prima personale, di soli
disegni, alla galleria dei Porfiri, con un testo introduttivo di Vasco Pratolini.
Sempre a Roma, nel 1960, con testo di A. Trombadori, espone disegni e sculture alla galleria La Nuova Pesa, in via Frattina, diretta da Mario Penelope e
Leda Muccini Sughi
Nel 1962 si trasferisce definitivamente a Roma e si
lega d’amicizia con i critici di “Il Pro e il Contro”: Dario
Micacchi, Antonio Del Guercio e Duilio Morosini.
A partire dal 1962-63 la tematica della sua scultura
si fa più complessa e l’interesse passa dal mondo
rurale a quello urbano e ai conflitti che in esso esplodono.
Ne è un primo esempio il rilievo in legno del “Ra-
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diatore d’auto in corsa” che già allora Antonio del
Guercio aveva indicato come un punto di partenza
per lo sviluppo successivo della sua scultura.
Nel 1965 tiene presso la galleria La Nuova Pesa, in
via del Vantaggio a Roma, la personale di sculture
con testi di Antonio Del Guercio e Pericle Fazzini.
Dal 1965 al 1968 fa parte del collettivo “Il Girasole”:
esperimento unico di galleria autogestita da un gruppo di dodici artisti e dal critico Giorgio di Genova.
In questo periodo realizza il cancello della Cappella
Secci a Terni - progettata dall’architetto Mario Ridolfi e con la vetrata di Renato Guttuso.
Nel 1972 espone, presso la galleria “Il Gabbiano”
a Roma, i grandi rilievi in legno, primo racconto di
cronaca dei conflitti della città, con testo di Dario
Micacchi.
Nel 1974 realizza con il fratello architetto Giovanni
Gaetaniello il monumento alla Resistenza Toscoemiliana a Biagioni in Emilia- Romagna.
Nel 1975 gli Editori Riuniti pubblicano il libro “Homo
Homini” con disegni di Gaetaniello e testi di corrispondenze per l’Unità di A. Trombadori.
Nel 1998 realizza la statua “La ragazza col nastro” a
Pomigliano D’Arco. La statua è collocata in piazza
Primavera, la piazza principale della città, ristrutturata con un progetto del fratello architetto, che sarà
poi dedicata al 25 aprile per l’interessamento del
Sindaco di allora Michele Caiazzo.
Tra il 2002 e il 2003 progetta e realizza una scultura
per Alberto Sordi presentata sul quotidiano il Messaggero con un articolo di Costanzo Costantini.
Dal marzo 2003 ha lavorato ai disegni e alle sculture
per la realizzazione di questa mostra presso la Fondazione Crocetti di Roma. La stessa mostra si sposterà poi a Teramo nella sala “Carino Gambacorta”
della Banca di Teramo.
Bibliografia
Vasco Pratolini, Disegni alla Capanna di Porfiri,
Roma 1957.
Mario De Micheli, Scultura Italiana del dopo guerra,
Schwarz Milano 1958.
Antonello Trombadori, La Nuova pesa, Roma
1960.
Pericle Fazzini, La nuova Pesa, Roma 1965.
Antonio Del Guercio, Spontaneità e Sapienza di Vincenzo Gaetaniello, La Nuova Pesa Roma 1965.
Renato Guttuso, Scultore singolare, Galleria 32 Milano 1967.
Dario Micacchi, La città “Il Gabbiano”, Roma 1972.
D. Morosini, Paese Sera, Roma 22 gennaio 1972.
Dario Micacchi, L’Unità, Roma 26 gennaio 1972.
V. Guzzi, Il Tempo, Roma 28 Gennaio 1972.
Antonio Del Guercio, Quadriennale di Roma, Rinascita 24 Novembre 1972.
Furio Colombo, Dolore che non conosce frontiere,
La stampa 1976.
Vasco Pratolini, Ipotesi per frammenti sul realismo, Il
Gabbiano Roma 1977.
Mario De Micheli, scultura del 900, UTET 1981.
Mario De Micheli, sculture del conflitto urbano, Il
Gabbiano Roma 1984.
Domenico Guzzi, Il “J’accuse” d’uno scultore d’oggi, Il Gabbiano 1984.
D. Morosini, Una scultura nuova contro il muro
dell’ordine, Il gabbiano 1984.
Antonello Trombadori, Più perenne del bronzo, Il
Gabbiano Roma 1984.
Dario Micacchi, Lo scultore contro il postmoderno,
L’Unità Roma 1984.
Fortunato Bellonzi, Un continuo senso d’allarme,
Montecatini Terme 1984.
Maria Jatosti, Testo Poetico, Il Gabbiano Roma
1984.
Fortunato Bellonzi, Scultura figurativa italiana del
XX° secolo, De Luca editore 1989.
Enzo Siciliano, Scolpire l’aria, Il Gabbiano 1994.
F. Paolo Memmo, Testo Poetico, Il Gabbiano Roma
1994.
Cesare Vivaldi, Il gran vento dello spazio grafica dei
greci, Roma 1997.
Domenico Guzzi, Vincenzo Gaetaniello in “L’anello
mancante”, Laterza Bari 2002.
Costanzo Costantini, Albertone una pagina da scolpire, Il Messaggero Roma 15 febbraio 2004.
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Realizzazione e stampa
Grafiche Martintype · Colonnella · Te
Febbraio 2010