Programma e sintesi degli interventi
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Programma e sintesi degli interventi
Il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) invita alla conferenza Lavoro e salute Le condizioni di lavoro determinano la salute Mercoledì, 6 novembre 2002 - ore 08:30 Università della Svizzera italiana Sala polivalente, Lugano www.ti.ch/salute Interverranno Patrizia Pesenti Jean-Daniel Rainhorn Alain Kiener Elisabeth Conne Perréard Gianfranco Domenighetti Michele Tomamichel Presidente del Consiglio di Stato Istituto universitario di studi dello sviluppo di Ginevra e Università di Hanoi Segretariato di stato dell'economia (SECO) Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra Sezione sanitaria e Università di Losanna e Ginevra Servizio di psichiatria e psicologia medica Iscrizioni & Informazioni Sezione sanitaria - 6500 Bellinzona Fax 091 8253189 - e-mail [email protected] - http://www.ti.ch/salute Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Lavoro e salute Le condizioni di lavoro determinano la salute Programma Ore 08:30 Accoglienza Ore 09:00 Apertura Aldina Crespi, giornalista RTSI Ore 09:15 Introduzione Patrizia Pesenti, Presidente del Consiglio di Stato Ore 09:30 Précarisation de l'emploi et nouvelles formes de travail: leurs conséquences sur la santé Jean-Daniel Rainhorn, Scuola nazionale di sanità pubblica dell'Università di Hanoi e Institut Universitaire d'Etudes du Développement (IUED) di Ginevra Ore 10:15 Stress au travail et mobbing: l'état des lieux en Suisse Alain Kiener, Segretariato di Stato dell'economia Ore 10:45 Pausa Ore 11:00 Conditions de travail et maladies cardiovasculaires Elisabeth Conne-Perréard, Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra Ore 11:30 Salute e lavoro: alcune evidenze per il Cantone Ticino Gianfranco Domenighetti, Sezione sanitaria del DSS Ore 12:00 La sofferenza al lavoro: narrazioni e realtà Michele Tomamichel, Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC Ore 12:30 Discussione Ore 12:50 Conclusioni Aldina Crespi, giornalista RTSI Ore 13:00 Chiusura Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Lavoro e salute Le condizioni di lavoro determinano la salute Introduzione alla giornata Patrizia Pesenti Presidente del Consiglio di Stato e Direttrice del Dipartimento della sanità e della socialità In questa seconda giornata dedicata ad un tema cruciale, il cambiamento dei modi di lavorare e delle forme del lavoro, intendiamo parlare degli effetti di questo nuovo modo di lavorare sulla salute delle persone. Due settimane fa abbiamo affrontato il tema dei cambiamenti del mondo del lavoro dal punto di vista della qualità della vita, delle risposte ancora insufficienti e lacunose da parte delle assicurazioni sociali. Le nuove forme di lavoro non hanno ancora delle risposte in termini di sicurezza sociale. Assumere positivamente questi cambiamenti in atto nel modo di produrre merci e servizi, vuol dire riconoscere la portata del fenomeno. Vuol dire cercare e creare delle risposte concrete che permettano alle persone di lavorare in modo flessibile, ma non precario. Flessibilità, ma garantita da una rete sociale davvero solida. E soprattutto permettano loro di lavorare senza ammalarsi, facendo in modo che il lavoro non sia fonte di disagio e malattia. Questo è il tema di oggi. Vogliamo parlare e approfondire il tema di come i nuovi modi di lavorare, le nuove forme di lavoro influenzano la salute delle persone. Permettetemi una breve premessa. La maggior parte di noi identifica nella disponibilità sempre maggiore di strutture sanitarie, di servizi e di tecnologia medico-sanitaria di diagnosi e di cura il presupposto indispensabile per garantire longevità, benessere sanitario. Il 90% degli svizzeri ritiene che la salute sia un completo stato di benessere psichico, fisico e sociale, pochi si rendono conto che la salute è uno stato di assenza di malattia. Inoltre circa l'80% della popolazione è convinto che la medicina sia una scienza esatta. Come stupirsi che la domanda di salute sia illimitata, così come è illimitata e in continua crescita la domanda di prestazioni e di servizi medico-sanitari. Questa visione - a di poco mitica dell'efficacia della medicina - crea una immensa disponibilità a medicalizzare ogni ambito dell'esistenza. Ogni problema, ogni passaggio della vita, viene medicalizzato, nel senso che viene trattato come una malattia. I rimedi per stati e condizioni dell'esistenza che in passato non sono mai stati considerati patologici vengono quotidianamente immessi sul mercato e trovano subito chi è pronto a consumare, proprio grazie alla fiducia illimitata nella medicina. Scherzando, ma neanche tanto, in inglese dicono there is a ill for every pill. Purtroppo il tema è drammatico, perché in Svizzera i costi della sanità superano ormai i 40 miliardi, i premi assicurativi strangolano la disponibilità finanziaria delle persone e delle famiglie e sicuramente influiscono anche sulla possibilità di una pronta ripresa economica, poiché il pagamento dei premi costituisce una tassa molto alta. Un tema drammatico perché ad un certo momento dovremo pur decidere quanta parte delle risorse finanziarie siamo disposti a mettere a disposizione della sanità nel suo insieme. E le scelte che ne deriveranno non potranno che essere drammatiche. Tanto più che tutto questo consumo e questo impiego di risorse non cresce in modo proporzionale al benessere delle persone. Consumare più prestazioni sanitarie (e intendo dire ospedalizzazioni, visite mediche, diagnostiche, medicamenti e altro) non ci rende più sani e neppure più longevi. Quando si valutano e si comparano i sistemi sanitari in termini di speranza di vita delle popolazioni si vede che, tra i paesi industrializzati che da anni garantiscono un accesso equo ai servizi medico-sanitari, non esiste nessuna correlazione tra la spesa e la quantità (e probabilmente anche la qualità) di benessere sanitario misurato in termini di speranza di vita. Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Patrizia Pesenti - Presidente del Consiglio di Stato 1/3 Differenze invece significative si misurano tra le diverse condizioni sociali, e questo nonostante ogni cittadino in Svizzera può accedere in modo illimitato ai servizi medicosanitari. Queste differenze non devono in effetti sorprendere poiché la medicina ha essenzialmente un ruolo riparatore. Ha lo scopo di ripristinare, quando è ancora possibile, una salute già compromessa. In altre parole, il consumo di prestazioni sanitarie non influisce in modo determinante sul nostro stato di salute. Il nostro benessere sanitario, l'assenza di malattie, è determinato da altri fattori, come il nostro reddito, il grado di istruzione, e quindi lo stile di vita, l'ambiente in cui viviamo e certamente il tipo di lavoro e il modo in cui lavoriamo. Il lavoro determina la nostra salute ed è probabilmente il fattore che maggiormente influenza la nostra salute. O meglio: le condizioni in cui si lavora, i modi di lavorare sono determinanti. Perché il lavoro di per sé è sicuramente fondamentale per la salute, è infatti un veicolo di integrazione sociale e garantisce, anche se a volte in modo insufficiente, una base di benessere economico. Infatti le ripercussioni della disoccupazione sulla salute possono essere devastanti. Meno note sono le conseguenze delle condizioni in cui il lavoro viene svolto sulla salute e sulla speranza di vita. Siamo in presenza di nuovi rischi che derivano proprio dalle nuove forme del lavoro, forme di instabilità, precarietà, assenza di contratti, di sicurezza. Rischi che sfuggono alla rilevazione statistica poiché, in Svizzera, sono considerate malattie del lavoro solo quelle elencate nelle Ordinanze di applicazione della Legge sugli infortuni professionali. Questi nuovi rischi dovuti alla modifica delle condizioni e dei ritmi di lavoro, alle ristrutturazioni, alla pressione psicologica accresciuta, al fatto che chi lavora non ha nessun controllo sull'attività che svolge, all'incertezza riguardo al mantenimento del posto di lavoro, questa nuova precarietà porta all'angustia emotiva che degrada la salute. Oggi sentiremo informazioni più precise sull'entità del fenomeno in Svizzera ed in Ticino: sulle conseguenze dirette sulla salute dei lavoratori e sui costi monetari che ne derivano per la società ed anche per le imprese. E' importante sottolineare che i costi diretti causati da questi nuovi rischi del lavoro sono, come dicono gli economisti, esternalizzati. Non vengono pagati da chi li provoca. Infatti se i costi delle malattie professionali sono assunti da una assicurazione i cui premi sono pagati dai datori di lavoro, la morbidità causata dalle nuove forme di lavoro è invece finanziata da tutti i cittadini tramite i premi dell'assicurazione malattia. Solo i costi diretti dello stress per spese mediche, quindi a carico della assicurazione malattia, sono stati valutati dallo studio del Segretariato per l'economia e il commercio pari a 1.4 miliardi di franchi all'anno. Lo studio verrà presentato dal suo autore, signor Kiener. Penso sia tempo non solo di porsi questo problema, ma anche di cercare delle risposte concrete e valide per contrastare gli effetti di un modo di lavorare che influisce negativamente sulla salute. Occorre un impegno comune tra lo Stato, le Associazioni padronali e le Organizzazioni dei lavoratori. Occorre ripensare il modo di produrre e di lavorare, affinché l'economia sia compatibile con il benessere di chi lavora. Prima che i costi sanitari diventino una zavorra proprio per la crescita economica. In questo senso si può parlare di un obiettivo di sviluppo sostenibile. L'obiettivo è quello di coniugare crescita economica, con la sua richiesta di flessibilità, con il benessere di chi lavora, inteso come qualità della vita e benessere sanitario. Non si tratta di due obiettivi in contrasto tra loro, perché l'attenzione per il capitale umano è un presupposto importante per lo sviluppo economico. Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Patrizia Pesenti - Presidente del Consiglio di Stato 2/3 Per il Dipartimento della sanità e della socialità il tema delle nuove forme di lavoro è prioritario. Oltre a queste due giornate di approfondimento stiamo sostenendo altre azioni: • La raccolta di dati e informazioni sul disagio legate alla situazione professionale. • Un ciclo di seminari di approfondimento sulla relazione tra lavoro e salute destinato alla formazione di chi é direttamente coinvolto sia come datore di lavoro che come rappresentante di lavoratori. • La terza iniziativa, istituzionale, è l'introduzione della valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche e delle decisioni dell'amministrazione sulla salute dei cittadini. Si tratta di concretizzare e rendere operativa una procedura di valutazione, realizzando uno degli obiettivi già contenuti nelle Linee direttive di questa legislatura. Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Patrizia Pesenti - Presidente del Consiglio di Stato 3/3 Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Lavoro e salute Le condizioni di lavoro determinano la salute Stress au travail et mobbing: l'état des lieux en Suisse Alain Kiener Segretariato di Stato dell'economia (SECO) Les coûts du stress en Suisse Etat de la question Stress - phénomène de mode ou vrai problème ? Cette étude a eu pour but d’évaluer l’étendue du stress dans la population active et d’en calculer les coûts. 1 A la demande du seco, Direction du travail, secteur Travail et santé , une enquête a été effectuée en 1998 et 1999 par une équipe de chercheurs genevois et 2 neuchâtelois auprès d’un échantillon représentatif de plus de 900 personnes dans l’ensemble de la population active des cantons alémaniques et romands. Il s’agissait de calculer dans un premier temps la proportion des personnes stressées et de définir l’ensemble des symptômes liés au stress. L’ensemble des questions posées ont été conçues de manière à permettre des comparaisons avec d’autres études. Dans un deuxième temps, des entretiens à domicile approfondis ont été menés auprès d’un échantillon de 150 volontaires qui ont fourni des informations précises quant à : • leurs stratégies de maîtrise du stress, • leur état de santé, • leur consommation médicale (prise de médicaments, recours au système des soins, les coûts étant documentés par des factures) et • leurs absences au travail pour raisons de santé. 3 Ces données ont permis l’évaluation des frais médicaux , des frais d’automédication et des frais résultants des pertes de production liées aux absences. Les résultats ainsi obtenus ont été extrapolés à l’ensemble de la population active et ils ont permis l’estimation des coûts monétaires du stress. Que doit-on retenir de cette étude : 1. Bien qu’une importante majorité de la population active suisse se déclare stressée à des degrés divers (82,6%), 70% des personnes concernées estiment maîtriser leur stress et se sentent globalement en bonne santé. 2. Plus du quart (26,6%) des personnes interrogées se sentent stressées souvent ou très souvent. Une analyse plus approfondie (analyse statistique multivariée) permet de mettre en évidence un groupe particulièrement vulnérable (12,2%) de sujets stressés souvent ou très souvent. Outre le stress qu’elles ressentent, ces personnes présentent les caractéristiques suivantes : - elles ne sont pas en mesure de maîtriser leur stress, - elles estiment être en mauvaise santé. - Par conséquent, elles se voient forcées : - de consommer davantage de médicaments, - de recourir plus fréquemment que les autres aux soins médicaux, et - de réduire leurs activités personnelles et professionnelles. 3. Bien que la majorité des pressions ressenties soient liées au poste de travail, ce dernier joue un rôle de soutien social non négligeable dans la maîtrise du stress. 1 ancienne dénomination : division Médecine et hygiène du travail de l’OFDE (Office fédéral du développement économique et de l’emploi) 2 Daniel Ramaciotti, Julien Perriard; Groupe de psychologie appliquée, Université de Neuchâtel ; ERGOrama, Genève. 3 frais médicaux: hôpitaux, médecins, médicaments, physiothérapeutes, laboratoires d‘analyses Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 1/12 4. La comparaison de la présente étude avec deux enquêtes précédentes (OFIAMT 4, Bousquet5) révèle à la fois un accroissement du nombre des personnes ressentant des symptômes de stress et des sujets se sentant en mauvaise santé. Bien que cette constatation puisse s’expliquer - en partie du moins – par une augmentation des exigences de la population en matière de santé, l’influence exercée par certaines conditions de travail défavorables (p. ex. intensification du travail, assimilation nécessaire et permanente de nouvelles connaissances, restructurations, etc.) ne peut être sous-estimée. En accord avec d’autres enquêtes européennes, l’étude révèle à la fois une mutation et une augmentation des troubles de santé liés au travail. Pour ne prendre qu’un exemple, le nombre de personnes qui souffrent aujourd’hui de troubles musculo-squelettiques, de nervosité ou d’irritabilité est beaucoup plus important qu’il y a 15 ans. 5. Ceux qui estiment souffrir du stress de manière importante sans pouvoir le maîtriser (12% des répondants) induisent les coûts par personne les plus élevés (4300 francs par personne, 23% de l’ensemble des coûts). Le groupe le plus important de la population active est constitué de sujets qui jugent leur maîtrise du stress suffisante et estiment de ce fait être en bonne santé (70% des répondants). Ce collectif occasionne néanmoins près des trois quarts de l’ensemble des coûts (2'340 francs par personne, 72% de l’ensemble des coûts). A l’opposé, les coûts occasionnés par le groupe des personnes se jugeant non stressées (18% des répondants) s’élèvent à 640 francs par personne ou à 5% de l’ensemble des coûts. 6. Les coûts monétaires du stress s’élèvent à 4,2 milliards de francs environ, soit à 1,2% du PIB. Ils comprennent 1,4 milliards de francs de frais médicaux, 348 millions de francs de frais d’automédication contre le stress et 2,4 milliards de francs liés aux absences et pertes de production. 7. Si l’on ajoute aux coûts imputables au stress ceux des accidents du travail et des maladies professionnelles, on obtient un montant de près de 8 milliards de francs ou 2,3% du PIB. Cette somme représente les coûts des atteintes à la santé liées au travail. Définition du stress6 D’une façon générale, le terme de stress est utilisé lorsqu’un individu n’est pas en mesure de fournir une réponse adéquate ou efficace aux stimuli provenant de son environnement ou que cette réponse se solde par une usure prématurée de son organisme. Le stress ne peut cependant être considéré comme une réaction de survie face à un quelconque agent agresseur. Il s’agit bien plus d’une relation très complexe et particulière entre une personne et son environnement. Les réponses face à une situation stressante procèdent de l’interaction entre les caractéristiques de la situation externe (les demandes, les contraintes, etc.), d’une part, et les caractéristiques propres à l’individu (cycle de vie, patrimoine génétique, constitution physique, etc.), d’autre part. Dans le contexte du travail, l’individu est confronté à des expériences, à des choix, à des relations dont l’incidence sur son corps et son psychisme varient. Si le travail est souvent vecteur de santé, il peut être également source de souffrance. Le stress au travail révèle 4 OFIAMT, Buchberger J. und Fahrni M. : Conditions de travail et état de santé, jugement porté par la population active en Suisse, 1984. 5 Bousquet, A. et collaborateurs : Les risques du métier. Université de Genève, Unité de Médecine du travail et d’ergonomie, 1991. 6 L’étude comprend un chapitre très détaillé intitulé « Définitions et évolution du concept de stress » Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 2/12 dans ce cas une discordance entre les besoins de l’individu et la réalité des conditions de son travail. Etudier le stress au travail équivaut à aborder sous un autre angle la question de la santé au travail. Resultats Points principaux de l’étude 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. Perception du stress, fréquence du stress dans la population active ………… Stress et contraintes ………………………………………………………………. Stress et maîtrise du stress ………………………………………………………. Stress et satisfaction ………………………………………………………………. Stress et soutien social ……………………………………………………………. Stress et perception globale de la santé …………………………………………. Stress et symptômes ……………………………………………………………….. Stress et consultations médicales …………………………………………………. Stress et absences au travail ………………………………………………………. Coûts monétaires du stress …………………………………………………………. Evaluation des coûts financiers totaux de l’impact du travail sur la santé ……… 3 3 5 6 6 7 7 8 9 9 11 1. Perception du stress, fréquence du stress dans la population active Plus du quart (26,6%) des travailleuses et travailleurs interrogés ont été stressés souvent ou très souvent pendant les 12 derniers mois, les femmes étant plus souvent stressées (32,7%) que les hommes (24,0%). Les personnes plus âgées (de 45 à 65 ans) sont moins stressées que les personnes plus jeunes. Stress ressenti par la population active selon le sexe % 55.9 60 56.1 jamais parfois souvent/très souvent 56.0 50 32.7 40 30 26.6 24.0 20.1 17.4 11.2 20 10 0 hommes femmes total Fig. 1: Fréquence du stress ressenti dans la population active 2. Stress et contraintes Pour 70,7% des personnes interrogées, les contraintes subies sont importantes, voire très importantes. Seul un individu sur quatre les considère comme peu importantes (25,5%), alors que pour moins de 4% des sujets, elles ne sont pas du tout importantes. Plus les contraintes augmentent, plus le stress ressenti s’accroît. Parmi ceux qui perçoivent les contraintes comme très importantes, il n’y a que 7,2% de « jamais Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 3/12 stressés ». 58,1% des sujets qui ressentent des pressions les attribuent principalement à la vie au travail. Un peu plus du tiers des répondants (36,4%) attribuent ces pressions à la fois à leur vie professionnelle et à leur vie privée. Seuls 4,5% les attribuent principalement à leur vie hors travail. Répondre à la fois aux exigences du travail et de la vie hors travail pose problème à 37% des répondants, sans différence significative entre hommes et femmes. Localisation des pressions 58.1 vie professionnelle 4.5 vie privée 36.4 vie professionnelle et privée 1.0 pas d'opinion 0 10 20 30 40 50 60 % Fig. 2 : Localisation des pressions 40,0% des personnes interrogées considèrent que leur travail est souvent ou très souvent fiévreux, agité, bousculé. Il existe une corrélation entre le stress ressenti et le travail agité que l’on ne retrouve pas entre le stress et le travail astreignant physiquement. Près d’un tiers des sujets interrogés perçoivent leur travail comme souvent ou très souvent dur psychologiquement. Les individus qui ressentent du stress souvent ou très souvent sont six fois plus nombreux parmi ceux qui considèrent leur travail comme dur psychologiquement que parmi ceux qui ne ressentent jamais leur travail comme dur psychologiquement. La proportion des sujets se sentant stressés souvent ou très souvent est beaucoup plus élevée chez les personnes qui considèrent subir un harcèlement psychologique répété sur le lieu de travail (8%) que chez les autres. La même constatation s’applique aux sujets se trouvant en situation de conflit professionnel ou familial (16%), aux personnes craignant de perdre leur emploi (18,6%) et aux individus déclarant que leur revenu a baissé de manière importante dans l’année précédant l’entretien (11,6%). Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 4/12 Contraintes temporelles et psychologiques très souvent souvent parfois jamais 19.0 Considérez-vous votre travail comme fiévreux, agité, bousculé? 41.0 31.0 9.0 26.4 Considérez-vous votre travail comme dur psychologiquement? 43.5 20.3 9.7 0 10 20 30 40 50 % Fig. 3. Stress et contraintes temporelles et psychologiques 3. Stress et maîtrise du stress Il a été demandé aux personnes ayant déclaré ressentir un certain stress (parfois, souvent, très souvent) si elles avaient le sentiment d’être en mesure de maîtriser ce stress. Près d’une personne stressée sur trois estime maîtriser tout à fait son stress ; 62,2% croient le maîtriser assez bien et près de 7% mal ou pas du tout. Les sujets qui ne maîtrisent que mal ou pas du tout leur stress sont majoritairement souvent ou très souvent stressés (72,5%). A l’opposé, seuls 19,9% des individus qui maîtrisent tout à fait leur stress se sentent stressés souvent ou très souvent. Plus l’intensité des pressions est importante, plus le pourcentage de personnes maîtrisant mal ou ne maîtrisant pas du tout ces pressions est élevé. Avez-vous le sentiment de maîtriser votre stress.... % 80 62.2 60 31.0 40 6.8 20 0 tout à fait assez bien mal ou pas du tout Fig. 4 : Stress et maîtrise du stress Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 5/12 4. Stress et satisfaction 92,5% des répondants sont assez, voire totalement satisfaits de leur travail alors que 1,9% ne le sont pas du tout. Il existe des liens statistiquement significatifs entre le stress ressenti et la satisfaction au travail et hors travail. Le niveau d’insatisfaction est plus important pour la sphère professionnelle que pour la sphère privée. 5. Stress et soutien social Plusieurs questions concernant le soutien social ont été posées aux sujets : « Pouvez-vous compter sur le soutien des personnes suivantes, lorsque des difficultés surgissent dans votre travail ? ». Ont été ensuite énumérées les personnes suivantes : « votre supérieur direct », « le collègue de travail le plus proche », « d’autres collègues de travail », « votre partenaire / conjoint », « votre famille / proche parenté », « vos amis / copains ». L’analyse des réponses aux questions portant sur les relations entre le stress ressenti et le soutien social fait ressortir des relations statistiquement significatives. Par exemple, parmi les personnes qui ne sont jamais soutenues par leur supérieur, 37,5% sont stressées souvent ou très souvent. Chez les personnes très souvent soutenues par leur supérieur direct, cette proportion est moindre (21,4%). Dans le cadre de la maîtrise du stress, le soutien du milieu professionnel (supérieur hiérarchique, collègues de travail) semble être d’une plus grande efficacité que celui de la famille ou des amis. Stress et soutien social soutien: 17.7 jamais 37.5 du supérieur direct 22.7 21.4 22.4 très souvent jamais 31.9 des collègues de travail 28.1 très souvent 19.0 19.0 jamais du partenaire/conjoint très souvent 35.5 20.0 24.9 20.1 24.3 jamais des amis/copains 32.2 très souvent 0 20.6 10 20 30 40% stress souvent/très souvent stress jamais Fig. 5 : Stress et soutien social Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 6/12 6. Stress et perception globale de la santé 87% des répondants estiment avoir été en bonne santé au cours de l’année écoulée. Parmi ces sujets, près d’une personne sur quatre se sent stressée souvent ou très souvent (23,7%). Cette proportion double (46,6%) chez les sujets qui se sentent en mauvaise santé (13%). 39% des personnes stressées à divers degrés (parfois, souvent ou très souvent) estiment que le stress a un effet négatif sur leur santé. 29,2% des personnes parfois stressées considèrent que le stress influence négativement leur santé. Cette proportion est double (58,8%) dans le groupe des sujets qui ont répondu souvent ou très souvent à la question : « Est-ce que le stress a des effets négatifs sur votre santé ? ». Stress et perception globale de la santé stress jamais % stress parfois stress souvent/très souvent 58.2 60 46.6 40.5 40 23.7 18.1 12.9 20 0 en bonne santé en mauvaise santé au cours des 12 mois précédant l'entretien Fig. 6 : Stress et perception de la santé 7. Stress et symptômes Les personnes qui présentent des symptômes de stress souvent voire très souvent ne constituent qu’une proportion restreinte de la population des 900 personnes interrogées. Un certain nombre de symptômes sont évoqués par environ 20% des répondants. Il s’agit avant tout de douleurs dans le dos, de nervosité (irritabilité, tension), de douleurs de la nuque ou des épaules et de la tendance à avoir les mains et les pieds froids. D’une manière générale, plus les individus se sentent stressés, plus les symptômes se manifestent. La comparaison des résultats de cette étude avec ceux d’une autre enquête réalisée en 1984 par l’OFIAMT 7 indique une augmentation générale de la prévalence de la plupart des symptômes. Le nombre de personnes qui les ressentent souvent ou très souvent s’est accru très fortement ces quinze dernières années et a presque doublé pour certaines variables (p. ex. « nervosité, irritabilité, tension »). Les quatre symptômes les plus fréquents dont se plaignent les répondants de l’étude actuelle sont identiques à ceux de l’étude OFIAMT 1984. 7 ouvrage cité, voir note 4 Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 7/12 douleurs dans le dos 21 13 21 nervosité, irritabilité, tension 9 18 douleurs ou raideurs de la nuque ou des épaules 10 18 tendance à avoir les mains et les pieds froids troubles du sommeil 12 12 7 maux de tête, migraines 12 6 11 brûlure ou hypersensibilité des yeux 7 10 douleurs dans les jambes ou les pieds 6 10 troubles visuels dus à la fatigue 4 troubles gastro-intestinaux, constipation 4 abattement, humeur dépressive, peur 4 8 8 7 difficultés de concentration 3 allergies, asthme, eczéma 4 refroidissements chroniques, bronchite, toux 4 6 6 6 essoufflement suite à un effort modéré 2 autres douleurs articularies ou musculaires troubles de l'ouïe, bourdonnements dans les oreilles 3 5 6 5 4 douleurs dans les bras ou les mains 3 3 2 3 2 1 2 troubles cardiaques (palpitations, oppression) varices, troubles veineux troubles locomoteurs 0 5 OFIAMT1984 OFDE 1998 10 15 20 25 % Fig. 7 : Pourcentage de réponses « souvent/très souvent » aux questions concernant les symptômes dans les recherches OFIAMT (1984) et OFDE (1998) 8. Stress et consultations médicales Un peu plus des deux tiers des personnes interrogées ne sont pas allées chez le médecin ou ne l’ont consulté qu’une seule fois au cours de l’année écoulée. Seule une faible proportion de sujets sollicitent la majorité des contrôles médicaux. Il existe une relation statistiquement significative entre le stress ressenti et la fréquence des visites chez le médecin. La proportion de personnes qui consultent un médecin tous les mois ou plus fréquemment est deux fois plus élevée chez celles qui se disent stressées souvent ou très souvent (12,5%) que chez celles qui ne se considèrent jamais stressées (6,3%) Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 8/12 Stress et fréquence des contrôles médicaux (au cours de l'année écoulée) % 46.9 50 stress jamais stress parfois stress souvent/très souvent 40 31.2 29.5 27.2 30 20 15.1 12.5 10 36.7 35.1 6.3 7.5 7.6 10.1 11.7 12.0 10.6 0 fréquence des contrôles médicaux: tous les mois ou plus tous les 3 mois tous les 6 mois 1 seule fois par année jamais Fig. 8 : Stress et fréquence des contrôles médicaux 9. Stress et absences au travail Environ 38% des personnes interrogées ont dû s’absenter de leur travail pour des raisons de santé au cours de l’année écoulée. La proportion de ces sujets passe de 25,3% chez les sujets jamais stressés à 46,5% pour ceux qui ont répondu souvent ou très souvent à la question sur le stress. Stress et absences au travail pour raisons de santé 74.7 80 61.3 53.5 60 46.5 38.7 40 25.3 20 0 stress jamais stress parfois stress souvent/très souvent Fig. 9 : Stress et absences au travail pour raisons de santé dans l’année écoulée 10. Coûts monétaires du stress Les sujets qui ne s’estiment jamais stressés et qui pensent majoritairement être en bonne santé correspondent à 18% de la population active ; ils n’engendrent que 5% de l’ensemble des coûts financiers tangibles (frais médicaux, paramédicaux, hospitaliers, automédication, pertes de production dues à l’absentéisme ). Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 9/12 A l’inverse, les individus très stressés, maîtrisant mal leur stress et se sentant en mauvaise santé (12% de la population active) sont à l’origine de 23% de l’ensemble des coûts. La maîtrise du stress semble ainsi jouer un rôle essentiel dans la prévention des problèmes de santé consécutifs au stress et des coûts qui leur sont imputables. La figure 10 permet d’autre part une constatation intéressante : la majorité de la population active, qui estime être en mesure de maîtriser le stress qu’elle subit, est à l’origine de coûts quatre fois supérieurs à ceux attribués au groupe des personnes jamais stressées (2’340 francs pour les uns, 644 francs pour les autres). non stressés (18%) maîtrise du stress insuffisante (12%) 644.-/personne 5% des coûts 4'309.personne 23% des coûts 72% des coûts maîtrise du stress suffisante (70%) 2'341.-/personne Fig. 10 : Coûts monétaires du stress Les frais médicaux prescrits, les frais d’automédication ainsi que les coûts financiers liés aux absences et aux pertes de production ont été évalués et la part attribuable au stress a été calculée pour chacune de ces catégories de frais. La comparaison des coûts relatifs aux personnes jamais stressées avec ceux engendrés par les sujets stressés souvent et très souvent a permis l’estimation des coûts financiers du stress Cette évaluation se décompose donc de la manière suivante : frais médicaux : 1’414 millions de francs automédication contre le stress : 348 millions de francs absences et pertes de production : 2’434 millions de francs total de coûts monétaires par année 4‘196 millions de francs Ni les rentes assurance-invalidité ayant un lien avec le stress, ni les décès prématurés imputables à cette pathologie, ni les coûts non-monétaires ou humains du stress ne sont pris en considération dans cette estimation. L’ensemble des coûts sociaux dépasse probablement très largement la somme articulée ci-dessus. Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 10/12 Répartition (en%) des frais financiers totaux dans l’échantillon des personnes interrogées à domicile selon le niveau de stress ressenti % 100 stress jamais 90 stress parfois 72.7 stress souvent/très 80 70 45.1 60 50 36.8 26.8 40 27.3 19.3 13.5 30 14 12.3 4.9 7.3 20 3.5 10 0 0 0 0 0 1-1000 1001200140012000 4000 6000 souvent 8.8 1.2 1.8 0 60018000 3.5 1.2 0 0 0 8001- >10'000 10'000 coûts totaux en francs Fig. 11 : Répartition (en%) des frais financiers totaux (soins et absences) dans l’échantillon des personnes interrogées à domicile (n= 150) selon le niveau de stress ressenti La figure 11 permet de constater que la forme de distribution des coûts liés aux frais médicaux et aux absences est similaire chez les personnes jamais, parfois, souvent /très souvent stressées. Même celles qui sont souvent ou très souvent stressées n’occasionnent pour la plupart (56%) que des coûts relativement peu importants (au maximum 1000.- francs). En revanche, les coûts sont d’autant plus élevés que la fréquence du stress est importante. Les coûts les plus élevés sont le fait d’une minorité de sujets. La proportion de personnes « qui craquent » semble augmenter avec l’intensité des contraintes perçues. 11. Evaluation des coûts financiers totaux de l’impact du travail sur la santé L’évaluation globale des coûts des atteintes à la santé imputables au travail nécessite l’estimation de diverses catégories de coûts, dans la mesure où l’on ne dispose pas de données statistiques précises, à l’exception de celles concernant les accidents et les maladies professionnels (selon les critères de la LAA). Cette estimation globale doit comprendre au minimum les coûts des soins médicaux, ceux liés à l’invalidité et aux décès prématurés ainsi que ceux qui sont consécutifs aux pertes de production. Si l’on additionne aux coûts du stress l’ensemble des coûts liés aux accidents et maladies professionnels, on obtient pour la Suisse la somme de 7,8 milliards de francs, ce qui correspond à un peu plus de 2,3% du Produit Intérieur Brut (PIB) de la Suisse. L’Agence Européenne pour la Sécurité et la Santé au Travail a publié les résultats d’estimations des coûts des risques de santé liés au travail8 8 Agence Européenne pour la Sécurité et la Santé au Travail, Bilbao: Impact économique de la santé et de la sécurité au travail dans les Etats membres de l’Union européenne, 1998; http://www.eu-osha.es Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 11/12 Pays Estimation (euros) % du PIB Suisse 4.9 milliards (7.8 milliards de fr.) 2.3 Allemagne 45 milliards 2.4 Autriche 2.6 milliards 1.4 Belgique Danemark 5.1 milliards 3 milliards 2.3 2.7 Espagne <1.5 milliards <3.0 Finlande 3.1 milliards 3.8 France * 7 milliards * 0.6 Grèce pas d’estimation Irlande * 0.18 milliards * 0.4 Italie 28 milliards 3.2 Luxembourg 0.17 – 0.34 milliards 1.3-2.5 Pays-Bas Portugal 7.5 milliards 2.5 * 0.3 milliards * 0.3 Royaume-Uni 8.4-16.8 milliards 1.0-2.0 Suède 7.2 milliards 3.0-4.0 * prestation d’assurance Tableau 1 :Coûts financiers totaux de l’impact du travail sur la santé : en euros / francs (pour la Suisse) et en % du PIB (source : European Agency for Safety and Health at Work, 1998). Les méthodes d’estimation des coûts présentent de grandes disparités et reposent souvent sur des bases différentes les unes des autres. Si l’on se risque malgré tout à comparer les différentes évaluations du Tableau 1, force est de constater que les coûts monétaires de l’ensemble des atteintes à la santé attribuables au travail se situent entre 2 et 4% du PIB. Une véritable comparaison entre les différents pays pris en considération est cependant impossible, ces chiffres ne correspondant qu’à des estimations grossières. Cette constatation vaut plus particulièrement pour des pays comme la France, l’Irlande ou le Portugal, auxquels on attribue des estimations très basses (inférieures à 1% du PIB) ; ces estimations ne prennent en considération que le versement de prestations d’assurances pour les accidents et maladies professionnelles, à l’exclusion de l’ensemble des autres atteintes à la santé liées au poste de travail. Vedere inoltre l'articolo pubbblicato su La Vie économique 10-2001 Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Alain Kiener - SECO 12/12 Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Lavoro e salute Le condizioni di lavoro determinano la salute Conditions de travail et maladies cardiovasculaires Elisabeth Conne-Perréard Ufficio cantonale dell'ispezione relazioni del lavoro di Ginevra e delle Condizioni di lavoro e salute: dalla malattia professionale alla salute al lavoro Riassunto del rapporto “Effets de conditions de travail défavorables sur la santé des travailleurs et leurs conséquences économiques” Elisabeth Conne-Perréard, Marie-José Glardon, Jean Parrat, Massimo Usel. Conférence romande et tessinoise des offices de protection des travailleurs (CRTi), décembre 2001, Office Cantonal de l’Inspection et des Relations du Travail (OCIRT), Genève. A cura di Pietro Boschetti, giornalista RP Ognuno è d'accordo nell'attribuire al lavoro un ruolo centrale nella costruzione e nel mantenimento della salute. Attraverso il lavoro è possibile costruire ed esprimere la creatività, l'autonomia, l'identità, la vita in comune, la realizzazione sociale. Nel medesimo tempo delle condizioni di lavoro che favoriscono e preservano la salute dei lavoratori costituiscono anche un elemento importante della salute economica delle aziende. L'aumento della disoccupazione dagli anni 80 ha fatto capire l'importanza di questo rapporto al lavoro. L'esclusione dal mondo del lavoro ed in minor misura l’insicurezza dell’impiego influiscono direttamente sulla salute fisica e psicologica. Ciò nonostante, l'esercizio di un'attività professionale non è priva di rischi purtroppo incidenti e malattie del lavoro restano degli avvenimenti ancor troppo frequenti anche se la regolamentazione, gli sforzi di prevenzione e lo sviluppo della tecnica ne hanno fatto diminuire il numero ed hanno fatto sparire alcune malattie professionali classiche come le intossicazioni da piombo. Se l'evoluzione tecnologica ha degli effetti positivi sulle condizioni di lavoro, le trasformazioni del mondo del lavoro che l'accompagnano (automatizzazione, flessibilità, informatizzazione, nuove forme d'organizzazione) hanno delle ripercussioni tanto sul contenuto delle mansioni esercitate quanto sui rapporti sociali nell’ambito lavorativo, anch'essi fattori che influiscono sulla salute fisica e mentale dei lavoratori. Numerosi ricercatori, da qualche tempo, si interessano a questa problematica che viene definita con il termine generico di "nuovi rischi". I danni alla salute che ne risultano sfuggono in gran parte alle statistiche perché non appaiono come malattie professionali contabilizzate in Svizzera dall'assicurazione contro gli infortuni LAINF. Cos'è una malattia professionale? Secondo la legge, una malattia professionale è una malattia causata dall'attività professionale. In Svizzera, la legge federale sull'assicurazione contro gli infortuni (LAINF) e le sue ordinanze ne fissano i criteri di riconoscenza. Essa deve essere “causata esclusivamente o prevalentemente da sostanze nocive o da determinati lavori nell’esercizio dell’attività professionale”. E per essere più precisi, una lista completa di "sostanze nocive", di "certi lavori" e delle malattie che provocano, è stabilita nelle ordinanze di applicazione della LAINF. Se soffrite di una malattia che figura Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 1/8 nell'ordinanza, resta solo da stabilire una relazione di causa a effetto del 50 % tra la malattia e il lavoro. Se invece, il vostro problema non è stato previsto dalle ordinanze, allora dovrete dimostrare che la vostra malattia è stata causata "esclusivamente o in maniera affatto preponderante" dall'esercizio della vostra professione, ossia una relazione causale di almeno il 75%, ciò che è piuttosto difficile da provare! A partire da questa definizione, legale e non medica, si contano in Svizzera circa 4000 nuovi casi di malattie professionali all’anno, il che costa 18 milioni di franchi (per la cura dei nuovi casi) o 60 milioni (per la cura dell'insieme dei casi). Questa fattura è pagata dagli assicuratori LAINF, di cui il principale è la Cassa nazionale svizzera di assicurazione in caso d'incidenti (Suva). I premi di questa assicurazione sono interamente a carico dei datori di lavoro. Questa definizione della malattia professionale è sufficientemente pertinente per rendere conto in maniera realistica dei problemi di salute sul lavoro? Oggi tutti si pongono questa domanda: lavoratori, datori di lavoro e assicuratori. Diversi specialisti stimano che queste 4000 malattie professionali registrate ogni anno non rappresentano che la punta dell'iceberg. La parte immersa dell'iceberg è definita dagli specialisti come “malattie legate alle condizioni di lavoro”, vale a dire di danni alla salute causati, almeno in parte, da condizioni di lavoro difficili (sostanze pericolose, posture, stress, ritmi, orari e ambiente di lavoro, pressioni della gerarchia, molestie, ansia, ecc.). Diversi studi sottolineano il fatto che le persone esposte a delle condizioni di lavoro dove si combinano "forti esigenze lavorative”, “scarsa autonomia” e “scarso sostegno sociale da parte del circolo di conoscenze" portano a una situazione di angustia socio-emotiva che degrada la salute. Si tratta, nel gergo degli specialisti, dei cosiddetti rischi psicosociali e organizzativi. Lo studio del Segretariato di Stato dell'economia (Seco) sui costi dello stress in Svizzera svela che un po’ più dell’11% dei lavoratori sono confrontati a questi rischi. La discussione attorno alla definizione delle malattie professionali non è puramente accademica. I danni alla salute non riconosciuti come professionali sono portati a carico delle casse malati (l'assicurazione malattia, pagata da tutti) e non dagli assicuratori LAINF (premi a carico dei datori di lavoro). In altri termini ciò significa che assistiamo ad un trasferimento dei costi verso le casse malati o, per utilizzare un termine alla moda, ad una forma di esternalizzazione dei costi causati dall'attività delle aziende. L'esplosione dei costi della salute preoccupa tanto la classe dirigente quanto la popolazione nel suo insieme: è quindi necessario chinarsi sulla questione dei costi creati dalle malattie legate a condizioni di lavoro sfavorevoli. Lo studio riassunto in queste pagine cerca di valutarli prudentemente basandosi su una serie di ricerche europee. Il risultato corrisponde a un costo totale compreso tra 6 e 12 miliardi di franchi. Questa somma, non dimentichiamolo, è pagata in gran parte dalle casse malati, dunque dai vostri premi. Stima esagerata? Sicuramente no, dato che lo stesso Consiglio federale lo rileva nella risposta all'interrogazione del consigliere nazionale Baumberger (3 settembre 1999): "Diversi studi mettono in evidenza il fatto che i costi dei problemi di salute legati al lavoro raggiungono, in Svizzera, parecchi miliardi di franchi all'anno. Questi costi superano dunque considerevolmente quelli degli incidenti e delle malattie professionali definiti nel diritto delle assicurazioni". Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 2/8 Ma la posta in gioco non è solo finanziaria. Con il sistema in vigore, solo una piccola parte dei danni alla salute dovuti al lavoro -le malattie professionali riconosciute ufficialmente- è visibile. E logicamente, la prevenzione si concentra su questa parte. Ma cosa si fa in merito al resto, magari alla lunga più determinante per il bene dei salariati? Come pensare ad una politica di prevenzione che prenda in conto anche questa parte sommersa dell'iceberg "salute sul lavoro"? Per riuscire a portare qualche elemento di risposta, bisogna cominciare a fare apparire la faccia nascosta delle malattie professionali. In Svizzera, lo studio della Conferenza romanda e ticinese degli uffici cantonali di protezione dei lavoratori è un primo approccio a questa vasta problematica. Nel riassunto che segue, esamineremo quattro tipi di affezioni (disturbi musculo-schelettrici, malattie cardiovascolari, salute mentale, cancri professionali), la parte dovuta alle condizioni di lavoro e i costi indotti. L'esplosione dei disturbi muscolo-schelettrici (DMS) Una specie d'epidemia colpisce i salariati dei paesi economicamente sviluppati. Si tratta dei disturbi musculo-schelettrici (DMS) d'origine professionale: dolori infiammatori o degenerativi delle articolazioni, dei muscoli, dei tendini, dei nervi e delle strutture neurovascolari. In breve, mal di schiena, dolori alla nuca, alle spalle, epicondilite (tendinite del gomito) conosciuta col nome di "tennis elbow", tutto ciò fa parte dei DMS. Cosa provoca i DMS? I carichi pesanti da manipolare, le attività ripetitive, le posizioni forzate, le vibrazioni e secondo certi autori, il freddo, sono dei fattori di rischio. Se per di più, l'organizzazione del lavoro è caratterizzata da stress, monotonia e da termini di consegna attanaglianti, si può temere un'esplosione di casi. Diversi studi europei e americani includono in effetti i rischi psicosociali nelle cause dei DMS. Dei fattori come le forti esigenze del lavoro (lavoro monotono, carica di lavoro elevato, pressione sui ritmi di Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 3/8 lavoro) riempiono un ruolo nell'apparizione di queste affezioni. La scarsa autonomia del lavoratore e la mancanza del sostegno sociale (della parte delle conoscenze, degli amici, dei colleghi, della famiglia) giocano ugualmente un ruolo significativo. Attualmente le interazioni tra fattori fisici e psicosociali sono oggetto di numerose ricerche, ma per ora i modelli esplicativi sono ancora in discussione. Diversi studi europei segnalano che certe categorie professionali sono più colpite di altre, si tratta in particolare dei lavoratori edili, dei lavoratori manuali di forza, inclusi i fattorini esposti a sforzi intermittenti, delle professioni paramediche e degli impiegati d'ufficio poco qualificati. In merito a questi ultimi, la relazione con il fattore "scarsa autonomia" è particolarmente importante. In Svizzera i dati in merito sono piuttosto lacunosi. Gli assicuratori LAINF hanno riconosciuto come malattie professionali 1'781 casi di DMS su 2'699 casi annunciati a questo titolo tra il 1994 e il 1996. Essi corrispondono a cinque tipi di diagnosi di DMS del membro superiore. Per essere più completi si devono aggiungere ancora 16 casi di sindrome del tunnel del carpio su 53 annunciati. Le indagini del Seco dal loro canto hanno dimostrato che il numero di persone che si lamentano di dolori alla schiena "talvolta o spesso" è quasi raddoppiato dal 1988 al 1998, passando dal 13% al 21%. Stessa evoluzione per i dolori e rigidezze della nuca o delle spalle, dato che le persone che ne soffrono passano dal 10% al 18%. Come altrove in Europa, la tendenza è perfettamente chiara. Certamente esiste una controversia sul perché di questa crescita. Bisogna metterla in conto a un vero aumento dei rischi, a una migliore dichiarazione o a delle variazioni socioculturali? È difficile dare una risposta definitiva anche se è sicuro che almeno una parte di questa evoluzione proviene da una certa degradazione delle condizioni di lavoro. In tutti i paesi economicamente sviluppati si osserva questa proliferazione di DMS. Per la maggior parte si tratta di lombalgie (mal di schiena) e, in una proporzione crescente, di DMS degli arti superiori, i quali sono legati ai gesti ripetitivi. Gli studi sulla struttura dei costi dimostrano che i DMS generano circa un terzo della fattura totale delle malattie d'origine professionali. Secondo le differenti stime, 30% circa dei DMS sarebbero evitati se i rischi professionali venissero soppressi. Malattie cardiovascolari Le malattie cardiovascolari (MCV) colpiscono i vasi sanguigni del corpo (eccetto quelli della testa) e il cuore. Questo termine ricopre svariate malattie che vanno dall'ipertensione, alle malattie coronarie, all'angina pectoris o all'infarto del miocardio. In Svizzera, le MCV rappresentano la prima causa di mortalità, tanto per l'uomo che per la donna. Nel gruppo di età 15-64 anni, uomini e donne insieme, le MCV arrivano in seconda posizione con 21%.Quindi non si tratta di un problema marginale di salute pubblica. Ciò nonostante il rischio non è uguale per tutti. Gli studi hanno dimostrato una prevalenza di MCV molto più elevata nelle categorie socioprofessionali più sfavorite. Oltre ai fattori di rischio individuali ben conosciuti (tabacco, obesità), il legame tra l'apparizione di queste malattie e le condizioni di lavoro si articola attorno a due gruppi di fattori: i fattori fisici e chimici e i fattori psicosociali. I fattori fisici e chimici sono conosciuti da tempo. Si sa che certi prodotti chimici possono provocare degli incidenti cardiovascolari. Citiamo fra le sostanze più conosciute il cloruro di metilene, numerosi solventi, il piombo o il cobalto che però, quantitativamente, svolgono un ruolo poco importante. In quanto ai fattori psicosociali, più difficili da evidenziare, da una ventina d'anni a questa parte, sono oggetto di un'attenzione particolare da parte di una corrente della ricerca Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 4/8 epidemiologica. I risultati ottenuti stabiliscono un’associazione statistica che permette di affermare l’esistenza di relazioni causali fra le condizioni di lavoro stressanti e la morbidità cardiovascolare. Gran parte degli studi pubblicati stabiliscono una relazione tra tensione al lavoro e MCV o ipertensione. In Svezia, uno studio ha paragonato una popolazione esposta a un’altra non esposta al rischio combinato di “forte esigenza di lavoro + scarsa autonomia del salariato + scarso sostegno sociale”. Il risultato è insindacabile: la popolazione esposta presenta una prevalenza di MCV due volte superiore. In breve, la tensione al lavoro e gli altri fattori psicosociali aumentano il rischio di morbidità cardiovascolare. Sempre in merito ai fattori psicosociali, sappiamo che il lavoro a turni (orario di lavoro in rottura con il ritmo diurno biologico, ossia il lavoro di sera, di notte e in squadra) genera dei disturbi gastrointestinali o del sonno, e crea un rischio significativo di malattie coronarie con un aumento del 40% in confronto ai lavoratori non esposti. Nel nostro paese un quarto della popolazione attiva effettua del lavoro a turni. Possiamo perciò calcolare che il 7% delle MCV che colpiscono le persone tra i 16 e i 65 anni che vivono in Svizzera potrebbero essere evitate se il lavoro a turni fosse soppresso. Questa cifra sale al 9% se ci riferiamo unicamente alla popolazione attiva. Sfortunatamente, non disponiamo di dati sufficienti per proporre una valutazione precisa dei costi. La sola maniera di procedere è di utilizzare lo studio del Seco sui costi dello stress, un fattore di rischio importante da non dimenticare, che rivela che l'11% degli attivi sono sottoposti a forti tensioni al lavoro. Partendo da questa constatazione, si può stimare che il costo annuo delle MCV legate al lavoro gravita attorno a 620 milioni di franchi. Malessere, depressione e salute mentale I danni alla salute mentale coprono un largo campo. Si esprimono attraverso disturbi psichiatrici confermati (psicosi, esaurimento), sintomi più o meno insidiosi (tristezza, fatica, irritabilità, disturbi del sonno) o disfunzioni sociali (isolamento). L’inchiesta svizzera sulla salute (1992-93) ha mostrato che il 36% delle donne e il 31% degli uomini si dicono in cattiva salute psichica. Inoltre, il 15% delle donne e il 10% degli uomini hanno consumato dei prodotti psicotropici (sonniferi, tranquillizzanti, analgesici) durante la settimana precedente l’intervista. L’uso di psicotropi è considerato da diversi autori come un indicatore di salute mentale. Gli elementi psicosociali sono al centro della relazione lavoro-salute mentale. Tra i fattori di rischio evocati nei differenti studi troviamo il lavoro a turni, l’angoscia in merito al futuro dell’impresa e la mancanza di sostegno sociale. Lo psichiatra francese Christophe Dejours associa l'aumento di certi disturbi psichici alle nuove forme di organizzazione del lavoro e all’insicurezza dell’impiego. Ad esempio a Ginevra, il ricorso alle cure psichiatriche è cresciuto parallelamente all'aumento dell’insicurezza dell'impiego e della disoccupazione. Altre ricerche suggeriscono che una parte delle assenze dal lavoro per causa di esaurimento derivano dalle condizioni di lavoro. Un indicatore a sostegno di questa ipotesi è che la loro distribuzione varia secondo le categorie socioprofessionali. In ogni caso le relazioni causali tra le tensioni vissute sul posto di lavoro e la salute mentale sono confermate. In Svizzera, non disponiamo di dati che permettano di valutare i costi medici e quelli inerenti alle assenze dal lavoro dovuti ai danni alla salute mentale. Le cifre dell’assicurazione invalidità (AI), che sono lungi dal riflettere il problema nel suo Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 5/8 complesso, nel gennaio del 2000 riportavano 197'000 pensionati AI, dei quali 61'000 per danni alla salute mentale. In termini di rendite versate, queste malattie costano 1,5 miliardi di franchi. Applicando la frazione eziologica (proporzione di malattie evitabili se le condizioni di lavoro incriminate fossero soppresse) del 7,5% di danni alla salute mentale legati al lavoro come lo propongono gli studi finlandesi e danesi, si ottiene una somma di circa 111 milioni di franchi. E questo senza tener conto dei costi dei danni alla salute mentale generati dallo stress al lavoro che secondo lo studio del Seco ammontano ad un minimo di 310 milioni di franchi. Tumori professionali Il Centro internazionale di ricerche sul cancro di Lione (IARC) ha identificato più di 800 agenti cancerogeni, di cui quasi la metà concerne l’ambiente di lavoro. In Europa, almeno 22 milioni di lavoratori sono esposti a l’uno o l’altro di questi agenti. Secondo un consenso scientifico tra il 4% e il 10% dei decessi provocati da tumori sono attribuibili a delle esposizioni professionali. Adattando al nostro paese i dati delle ricerche fatte all’estero, è possibile stimare il numero di decessi per tumori imputabile alle condizioni di lavoro. Per il periodo quinquennale 1990-1994 si arriva così ad una stima di 1'719 decessi fra gli uomini e 215 fra le donne. Vale a dire un po’ più di un decesso al giorno. A titolo di paragone, nel 1998 vi sono stati 226 incidenti mortali sul lavoro. Applicando la parte attribuibile al lavoro al numero di tumori della vescica in Svizzera (10% per l’uomo, 5% per la donna) e consultando i dati degli assicuratori LAINF appare che anche nel caso di questo tumore legato all’esposizione a prodotti chimici ben noti (arilamine), ogni anno una decina di casi ammissibili non sono dichiarati. Di conseguenza, i costi che ne derivano vengono “esternalizzati” sull’assicurazione malattia e perciò non appaiono come malattie professionali. Fra 6 e 12 miliardi Tutti gli studi sulle malattie legate al lavoro utilizzano la nozione di parte attribuibile o frazione eziologica. Di cosa si tratta? La frazione eziologica corrisponde alla parte di malattie che non si dichiarerebbero se il rischio che le genera non esistesse. Così la parte attribuibile alle condizioni di lavoro è la proporzione di malattie che sparirebbe se le condizioni di lavoro incriminate fossero soppresse. Evidentemente è abbastanza complicato misurare precisamente la parte attribuibile al lavoro per tale o tal’altra malattia. Comunque, in merito alle quattro malattie che abbiamo passato in rassegna, esistono diversi studi che permettono di dare le seguenti valutazioni : DMS MCV Malattie psichiche Cancri (mortalità) Parte attribuibile alle condizioni di lavoro 33% 5% a 20% 5% a 10% 4% a 10% Non c’è nessuna ragione per pensare che questi ordini di grandezza non siano validi anche per la Svizzera. Il giorno in cui si disporrà dei dati necessari, sarà ugualmente possibile calcolarli per altre affezioni. Queste indicazioni permettono di osservare con Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 6/8 maggior chiarezza le vere dimensioni dell’iceberg “salute al lavoro”. Dimensioni nettamente più grandi di quanto lascino intravedere le statistiche LAINF. Tale mancanza di trasparenza è malsana poiché impedisce da un lato di definire le responsabilità e dall’altro di definire nella migliore maniera possibile le attività di prevenzione e di promozione della salute. Questa sotto-stima si ritrova anche negli studi relativi alle cause d’assenteismo. Un’inchiesta del Seco del 1999 elaborata su 19 imprese della metallurgia, indica che l’80,5% delle assenze dal lavoro erano dovute alle malattie non professionali, il 14,5% agli incidenti durante il tempo libero, il 5% agli incidenti del lavoro e solamente … lo 0,1% alle malattie professionali, beninteso secondo la definizione ufficiale. In quell’80,5% di assenze dovute alle malattie “normali”, quante sono quelle legate alle condizioni di lavoro? Per ora è impossibile rispondere precisamente a questa domanda e perciò è impossibile organizzare una politica di prevenzione mirata ed efficace in queste 19 imprese. Grazie ai differenti metodi brevemente descritti sopra e con lo stesso genere di approccio, uno studio danese ha valutato il costo totale delle malattie legate al lavoro a circa il 3% del prodotto nazionale lordo e al 15% del costo globale della salute. Adattato alla Svizzera ciò corrisponde ad una stima compresa tra i 6 e i 12 miliardi di franchi. Il vero costo delle malattie del lavoro e di quelle legate a delle cattive condizioni di lavoro si trova fra queste due cifre. Nel 1998, gli assicuratori LAINF contavano 270767 incidenti del lavoro e 3'966 malattie professionali, che hanno occasionato dei costi diretti di 433,1 milioni di franchi. Siamo ben lungi dalla fattura reale. L’insieme degli elementi elencati nel rapporto devono servire ad alimentare la riflessione in corso sulla definizione delle malattie professionali e/o legate al lavoro e a fissare le priorità in merito alla prevenzione e ai costi della salute nel nostro paese. Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 7/8 Bibliografia The workplace and cardiovascular Disease, Occupational medicine : state of the art review 15(1)2000 pp 333, Hanley and Belfus Ed. Leigh JP, Markowitz SB, Fahs M, Shin C, Landrigan PJ (1997). 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Merllié, D, Paoli, P (2000). 3ème enquête européenne sur les conditions de travail. Dix ans de conditions de travail dans l'Union européenne. Résumé. 1-11. Dublin,Irlande, Fondation européenne pour l'amélioration des conditions de vie et de travail. Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra 8/8 Elisabeth Conne-Perréard Formazione in medicina generale e medicina del lavoro. Dopo alcuni anni nel campo della salute pubblica a Ginevra, a partire dal 1996, medico ispettore del lavoro presso l'ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro. Pubblicazioni Conne-Perréard E., Conditions de travail chez des artisans du bois dans le Canton de Genève, Thèse de doctorat, Genève 1983. Conne-Perréard E., Le travail et la maternité : une revue du problème. Revue des Conditions de travail, 1988,34,8-16. Conne-Perréard E, Le travail et la maternité. 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Blaire S, Conne-Perréard E, Gonik V, Bousquet A, Ramaciotti D, Santé perçue et conditions de travail dans différents groupes professionnels, Arch.Mal.Prof. 1990, 51.2, 124-126. Ramaciotti D, Blaire S, Bousquet A, Conne E, Gonik V, Ollagnier E, Zimmermann C, Zoganas L, Processus de régulation des contraintes économiques, physiologiques et sociales pour différents groupes de travailleurs en horaires irréguliers et de nuit. Le Travail Humain, 1990, 53,2, 193-212. Conne-Perréard E, Jeanneret O, Assurance invalidité fédérale : mal aimée ou mal connue ? Revue Médicale de Suisse Romande,1991,111,967-973. Conne-Perréard E, Rey, P, Risques pour la santé dus à des agents chimiques in Médecine du travail, P. Rey, Ed Médecine & Hygiène 1991, pp 131-145 Conne-Perréard E, SIDA et milieu de travail in Médecine du travail, P. Rey, Ed Médecine & Hygiène 1991, pp 284-288. Conne-Perréard E, Gonik V, Travail des femmes et santé in Médecine du travail, P. 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Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra i Martin J.L, Conne-Perréard E, Prescription, dispensation et administration de stupéfiants destinés au traitement de personnes dépendantes dans le canton de Genève. Méd.&Hyg. 1995,2087, 1987-1989. Conne-Perréard E., Toscani L., Tronchet J. Les accouchements dans le canton de Genève 1992-1994 Bulletin de périnatologie 1996, 2-4. Manzano J., Righetti-Veltema M., Conne-Perréard E., Le syndrome de dépression du post-partum, résultat d’une recherche sur les signes précurseurs de la dépression du post-partum. Psychiatrie de l’enfant 1997, XL.2, 533-552. Righetti-Veltema M., Conne-Perréard E., Bousquet A., Manzano J. Risk factors and predictive signs of post-partum depression. J. of Affective Disorders, 1998, 49, 167-180 Conne-Perréard E., Holz J. 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Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute - 06.11.2002 Elisabeth Conne Perréard - Ufficio cantonale dell'ispezione e delle relazioni del lavoro di Ginevra ii Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Lavoro e salute Le condizioni di lavoro determinano la salute Salute e lavoro: alcune evidenze per il Cantone Ticino (Risultati preliminari) Gianfranco Domenighetti Sezione sanitaria del Dipartimento della sanità e della socialità LAVORO E SALUTE IN TICINO (Alcuni risultati preliminari di uno studio in corso) • Confronto Svizzera -Ticino (popolazione attiva) • Ticino (solo lavoratori dipendenti) Dome06112002 ?Pressione psicologica sul posto di lavoro e salute ?Paura di perdere il posto di lavoro e salute Sezione sanitaria DSS, novembre 2002 NUOVI RISCHI l CONDIZIONI E RITMI DI LAVORO l PRESSIONE SULL’ SULL’ESECUZIONE DEL LAVORO l SOSTEGNO E COLLABORAZIONE ALL’’INTERNO DELL’ ALL DELL’AZIENDA l INCERTEZZA DEL POSTO DI LAVORO l MOLESTIE AUMENTO DELLA PRESSIONE PSICOLOGICA E DELL’ANGUSTIA EMOTIVA (stress (stress)) EFFETTO SULLA SALUTE Dome06112002 CONSIDERA IL SUO LAVORO FEBBRILE, AGITATO, FRENETICO? FRENETICO ? (CH 1998 e TI 2002) CH (N=903) TI (N=998) % 45 41.0 42.8 40.0 40 31.8 35 30 25 25.4 19.0 20 15 10 0 Fonte :SECO/DSS Mai A volte Spesso/Molto spesso Dome06112002 5 1 CONSIDERA IL SUO LAVORO PESANTE SUL PIANO PSICOLOGICO PSICOLOGICO? ? (CH 1998 e TI 2002) CH (N=905) % TI (N=1013) 43.5 45 39.9 40 35 30 31.9 30.0 26.4 28.2 25 20 15 10 0 Mai Fonte :SECO/DSS A volte Dome06112002 5 Spesso/Molto spesso STRESS PERCEPITO SPESSO E MOLTO SPESSO DALLA POPOLAZIONE ATTIVA SECONDO IL SESSO (CH 1998 E TI 2002) Svizzera (N=906) % Ticino (N=1014) 32.7 35 30 25 26.6 24 23.2 21.3 19.3 20 15 10 0 Fonte :SECO/DSS Uomini Donne Dome06112002 5 Totale IN QUALE AMBIENTE SONO MAGGIORMENTE PERCEPITE LE PRESSIONI (CH 1998 e TI 2002) Ticino (N=929) Svizzera (N=869) Principalmente sul lavoro 58.1 41.1 Principalmente nella vita privata 4.5 7.9 36.4 Sia sul lavoro che nella vita privata 44 1 Non so/non risponde 0 10 20 30 40 50 60% Dome06112002 Fonte :SECO/DSS 7 2 LEI HA LA SENSAZIONE DI RIUSCIRE A GESTIRE LO STRESS? STRESS? (CH 1998 e TI 2002) CH (N=746) TI (N=770) % 80 74.3 70 62.2 60 50 40 31.0 30 6.8 10 0 Fonte :SECO/DSS Del tutto Abbastanza bene 9.7 Male o per niente Dome06112002 16.0 20 RELAZIONE TRA IL SOSTEGNO DA PARTE DEL PROPRIO SUPERIORE E LA PROPORZIONE DI LAVORATORI CON LIVELLO DI STRESS PERCEPITO “SPESSO E MOLTO SPESSO” (CH 1998 e TI 2002) % di casi “spesso o molto spesso” stressati CH (N=808) TI (N=893) 37.5 40 34.3 35 30 21.4 25 19.4 20 15 10 5 Inesistente Molto frequente Dome06112002 0 Sostegno da parte del superiore Fonte :SECO/DSS RELAZIONE TRA IL SOSTEGNO DA PARTE DEI COLLEGHI DI LAVOROE LA PROPORZIONE DI LAVORATORI CON LIVELLO DI STRESS PERCEPITO “SPESSO E MOLTO SPESSO” (CH 1998 e TI 2000) % di casi “spesso o molto spesso” stressati 35 CH (N=828) TI (N=903) 33.6 31.9 30 25 19.0 17.4 20 15 10 0 Fonte :SECO/DSS Inesistente Molto frequente Sostegno da parte dei colleghi di lavoro Dome06112002 5 3 TICINO, LAVORATORI DIPENDENTI, SETTEMBRE 2002 l DELLA PRESSIONE PSICOLOGICA PERCEPITA SOGGETTIVAMENTE SUL POSTO DI LAVORO. l DELLA PAURA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO. Dome06112002 INFLUENZA SULLA SALUTE PRESSIONE SULL’ESECUZIONE DEL LAVORO (Ticino, settembre 2002, lavoratori dipendenti, dipendenti, N= 859) Tot. lavoratori dipendenti Settore pubblico Settore privato AUMENTATA 52.0 % 50.1 % 54.1 % RIMASTA UGUALE 38.7 % 40.7 % 36.5 % DIMINUITA 6.2 % 6.2 % 6.1 % NON SA, NON RISPONDE 3.1 % 3.0 % 3.3 % Totale 100 % 100 % 100 % Dome06112002 NEGLI ULTIMI 12 MESI, LEI RITIENE CHE LA PRESSIONE SULL'ESECUZIONE DEL SUO LAVORO SIA, NEL COMPLESSO: PRESSIONE PSICOLOGICA PERCEPITA SUL POSTO DI LAVORO (Ticino, settembre 2002, lavoratori dipendenti, dipendenti, N= 859) Totale 100 % 28.1 % Lavoro28.10.02 LEI CONSIDERA CHE IL SUO LAVORO SIA PESANTE SUL PIANO PSICOLOGICO? MAI 39.2 % A VOLTE 32.7 % SPESSO 20.0 % MOLTO SPESSO 8.1 % 4 DIFFERENZE SIGNIFICATIVE (OR) DELLO STATO DI SALUTE TRA I LAVORATORI CHE PERCEPISCONO SPESSO O MOLTO SPESSO IL LORO LAVORO COME “PSICOLOGICAMENTE “PSICOLOGICAMENTE PESANTE ” RISPETTO AGLI ALTRI (Ticino 2002, lavoratori dipendenti, dipendenti, N= 830) OR 4 3.5 Lavoro percepito come psicologicamente pesante: spesso o molto spesso A volte, mai (gruppo di riferimento = 1 ) +280% Ultimi 12 mesi +270% +220% +200% 3 +141% 2.5 +95% 2 +93% 1.5 1 0 Stato di salute non buono Mal di testa Disturbi d e l sonno (spesso o (spesso o molto spesso) molto spesso) Nervosismo Difficoltà d i concentrazione (spesso o molto spesso) (spesso o molto spesso) Depresso Rigidità alla nuca (spesso o (spesso o molto spesso) molto spesso) Lavoro28.10.02 0.5 DIFFERENZE SIGNIFICATIVE (OR) DELLO STATO DI SALUTE TRA I LAVORATORI CHE PERCEPISCONO SPESSO O MOLTO SPESSO IL LORO LAVORO COME “PSICOLOGICAMENTE “PSICOLOGICAMENTE PESANTE ” RISPETTO AGLI ALTRI (Ticino 2002, lavoratori dipendenti, dipendenti, N= 830) OR 4.5 Lavoro percepito come psicologicamente pesante: spesso o molto spesso A volte, mai (gruppo di riferimento = 1) +308% Ultimi 12 mesi +270% 4 3.5 3 2.5 +135% +125% +66% 2 +100% 1.5 1 0 Analgesici (spesso o molto spesso) Sonniferi e Assenze dal lavoro Si sente stressato Gestione dello stress Rinunciato alle cure tranquillanti (spesso (spesso o (spesso o (piuttosto male o per non assentarsi (spesso o molto spesso) molto spesso) molto spesso) per niente ) o molto spesso ) Lavoro28.10.02 0.5 DETERMINANTI DELLA PRESSIONE PSICOLOGICA “PESANTE” E COSTANTE (SPESSO + MOLTO SPESSO) SUL POSTO DI LAVORO (TICINO, LAVORATORI DIPENDENTI, DIPENDENTI, SETTEMBRE 2002) • FUNZIONE DIRIGENZIALE • LAVORO A TURNI • LAVORO NOTTURNO • LAVORO DOMENICALE • MANCANZA DI SOSTEGNO DA PARTE DI SUPERIORI, COLLEGHI E PARTNERS Dome06112002 RELAZIONE POSITIVA E SIGNIFICATIVA 5 Dome06112002 • AUMENTO DELLA PRESSIONE SULL’ SULL’ ESECUZIONE DEL LAVORO NEGLI ULTIMI 12 MESI • RITMI DI LAVORO (SPESSO E MOLTO SPESSO) FRENETICI E FEBBRILI • LAVORO PESANTE SUL PIANO FISICO (SPESSO E MOLTO SPESSO) • MINACCIA DI LICENZIAMENTO NEGLI ULTIMI 12 MESI • ALTA PAURA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO • MOLESTATO/A NEGLI ULTIMI 12 MESI • INSODDISFAZIONE SUL POSTO DI LAVORO NESSUNA RELAZIONE SIGNIFICATIVA Dome06112002 • SESSO • ETA ETA’’ • TIPO DI CONTRATTO • LAVORO NEL SETTORE PUBBLICO O PRIVATO PAURA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO (Ticino, settembre 2002, lavoratori dipendenti, dipendenti, N= 859) INESISTENTE O BASSA MEDIA MEDIO-ALTA O ALTA Non sa, non risponde Totale Tot. lavoratori dipendenti Settore pubblico Settore privato 70,2 % 75,2 % 65,7 % 16,9 % 13,6 % 21,1 % 9,4 % 6,7 % 10,7 % 3,5 % 4,5 % 2,5 % 100 % 100 % 100 % Dome06112002 ATTUALMENTE COME STIMA LA PROBABILITA DI PERDERE IL SUO POSTO DI LAVORO? 6 DIFFERENZE SIGNIFICATIVE (OR) DELLO STATO DI SALUTE TRA I LAVORATORI CHE CONSIDERANO DI AVERE UNA PROBABILITA’ ALTA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO RISPETTO A QUELLI CHE CONSIDERANO DI AVERE UNA PROBABILITA’ NULLA O BASSA (Ticino 2002, lavoratori dipendenti, dipendenti, N= 654) Probabilità alta di perdere il posto di lavoro OR 3 Probabilità nulla o bassa di perdere il posto di lavoro (gruppo di riferimento = 1) +179% +166% +159% Ultimi 12 mesi 2.5 +94% 2 +60% +69% +36% 1.5 1 0 Stato di salute non buono Mal di testa (spesso o molto spesso) Disturbi d e l sonno (spesso o molto spesso ) Nervosismo (spesso o molto spesso ) Difficoltà d i concentrazione (spesso o molto spesso ) Depresso (spesso o molto spesso) Rigidità alla nuca (spesso o molto spesso) Dome06112002 0.5 DIFFERENZE DELLO STATO DI SALUTE TRA I LAVORATORI CHE CONSIDERANO DI AVERE UNA PROBABILITA’ ALTA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO RISPETTO A QUELLI CHE CONSIDERANO DI AVERE UNA PROBABILITA’ NULLA O BASSA (Ticino 2002, lavoratori dipendenti, dipendenti, N= 654) Probabilità alta di perdere il posto di lavoro OR4 Probabilità nulla o bassa di perdere il posto di lavoro (gruppo di riferimento = 1) +268% Ultimi 12 mesi 3.5 3 2.5 +116% +84% 2 +100% +33% 1.5 1 0 Analgesici (spesso o molto spesso) Sonniferi e tranquillanti (spesso o molto spesso) Assenze dal lavoro Si sente stressato (spesso o molto spesso) Gestione dello stress (piuttosto male o per niente) Dome06112002 0.5 DETERMINANTI DELL’ALTA PAURA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO ATTUALMENTE OCCUPATO (TICINO, LAVORATORI DIPENDENTI, DIPENDENTI, SETTEMBRE 2002) • ETA ETA’’ (soprattutto per le classi 35-44 e 55 anni e più più ) • LAVORO NEL SETTORE PRIVATO • FUNZIONE DIRIGENZIALE • CONTRATTO ATIPICO (INTERINALE, SU CHIAMATA) • LAVORO NOTTURNO • LAVORO DOMENICALE Dome06112002 RELAZIONE POSITIVA E SIGNIFICATIVA 7 Dome06112002 • AUMENTO DELLA PRESSIONE SULL’ SULL’ ESECUZIONE DEL LAVORO NEGLI ULTIMI 12 MESI • MANCANZA DI SOSTEGNO DA PARTE DI SUPERIORE E COLLEGHI • MINACCIA DI LICENZIAMENTO NEGLI ULTIMI 12 MESI • MOLESTATO/A NEGLI ULTIMI 12 MESI • INSODDISFAZIONE SUL POSTO DI LAVORO NESSUNA RELAZIONE SIGNIFICATIVA Dome06112002 • SESSO • TIPO DI CONTRATTO (ad eccezione di quelli “atipici atipici””) Dome06112002 LE CONDIZIONI E I RITMI IN CUI E’ SVOLTO IL LAVORO, L’IMPORTANZA DELLE PRESSIONI SULL’ESECUZIONE DEI COMPITI, IL SOSTEGNO E LA SOLIDARIETA’ SUL POSTO DI LAVORO, IL LIVELLO D’INSICUREZZA QUANTO AL MANTENIMENTO DELL’IMPIEGO E LE MOLESTIE SUL POSTO DI LAVORO SEMBRANO ESSERE I PRINCIPALI DETERMINANTI CHE INFLUISCONO SULLO STATO DI SALUTE 8 CHE FARE? l RENDERE PUBBLICI I RISULTATI DEGLI STUDI SULLA RELAZIONE TRA LE CONDIZIONI DI LAVORO (nuovi rischi) E LA SALUTE. l PROMUOVERE INTERVENTI DI PREVENZIONE PRIMARIA l l A LIVELLO DELLE POLITICHE PUBBLICHE (HIA HIA/ammortizzatori /ammortizzatori sociali); l l A LIVELLO DELLE AZIENDE (identificare, diminuire o eliminare i principali fattori di stress dipendenti dalle condizioni, dai ritmi e dall’’organizzazione del lavoro); dall Dome06112002 l PROMUOVERE INTERVENTI DI PREVENZIONE SECONDARIA (mettere in atto tecniche e pratiche che permettano al lavoratore una migliore gestione dello stress). 9 Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Lavoro e salute Le condizioni di lavoro determinano la salute La sofferenza al lavoro: narrazioni e realtà Michele Tomamichel Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC) APPROCCIO NARRATIVO AL TEMA SALUTE E LAVORO „Noi, ognuno di noi, offendiamo l‘umanità dei nostri compagni di sventura ogni volta che dimentichiamo di privilegiare la loro voce, la loro esperienza“ Kleinmann A. e Kleinmann J., 1991 I metodi di ricerca qualitativa, che aiutano a comprendere un fenomeno nel suo contesto naturale e che danno i mezzi per avvicinarsi di più alle esperienze individuali si possono affiancare in modo molto produttivo e stimolante a quelli più tradizionali di tipo quantitativo. Certamente gli studi qualitativi, che spesso generano nuove ipotesi invece di valutarle e nei quali l’impostazione dei dati é più importante della misurazione hanno dovuto combattere a lungo per ottenere uno spazio sulle riviste internazionali più prestigiose. Un elemento fondamentale di qualunque ricerca qualitativa é la narrazione: essa sembra essere una modalità di interpretazione della realtà comune a tutte le culture ed é uno degli elementi essenziali del linguaggio parlato in tutto il mondo. Le narrazioni sono storie così come vengono raccontate nella vita quotidiana sono il modo più naturale con il quale le persone descrivono la propria esperienza, spesso, di sofferenza. Come scrive Anatole Boyard: “Sempre nelle emergenze noi inventiamo dei racconti. Descriviamo ciò che é accaduto quasi per contenere la catastrofe. Quando gli amici hanno sentito che ero ammalato, mi hanno sommerso con le storie delle loro malattie. Il racconto delle storie sembra essere una reazione naturale alla sofferenza [...] Le storie sono anticorpi contro la malattia ed il dolore.” Le persone vivono la loro sofferenza attraverso le storie: esse non vengono soltanto raccontate ma anche “costruite”, attraverso la trama (“plot”) di un racconto. Questa trama che permette il collegamento immaginario di esperienze ed eventi isolati nel tempo dà loro una direzione significativa, permette alle narrazioni di rappresentare uno dei meccanismi più potenti sia per un individuo sia per la società di contrastare la dissoluzione del mondo legato alla sofferenza (eventualmente malattia) e di tentarne la ricostruzione. La storia raccontata non è perciò qualcosa di neutrale, ma la trama del racconto é costruita in modo da definire il tipo di esperienza che noi ricerchiamo. Se le parole e le trame delle storie hanno un ruolo così importante nell’esperienza di sofferenza, l’ascolto e la comprensione di queste narrazioni ci da la possibilità di comprendere una realtà complessa, spesso non definibile solo nella prospettiva sociologica o biomedica tradizionale. La partecipazione di tanti attori alla costruzione della storia (soggetto, familiari, medici, datore di lavoro, colleghi, funzionari, contesto sociale) fa sì che la “malattia” possa essere compresa solo attraverso una “sintesi” che vada oltre gli aspetti particolari. Nessuna singola prospettiva ci rivela quindi tutta la realtà. Qualunque tentativo di analizzare l’esperienza di sofferenza richiede che si parta dalla consapevolezza di questa molteplicità per cercare di inserirsi in quella che W. Iser e B. Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 1/9 Good definiscono una “rete di prospettive”. Dobbiamo quindi conoscere la realtà attraverso gli occhi e le voci dei personaggi coinvolti nel dramma, la sofferenza (la malattia) diventa in questo modo il prodotto di un insieme di interconnessioni.” Per orientarsi in questa rete complessa è utile acquisire anche una sensibilità particolare al linguaggio proprio e degli altri, alle frasi che si muovono all’interno delle diverse possibilità che le trame delle storie offrono, a quelli che Wittgenstein chiama “giochi di linguaggio”, intendendo il linguaggio come parte di un’attività, di una forma di vita: una vera e propria “sensibilità poetica”, come la definisce Katz, che ci metta in grado di partecipare all’occasione unica che i racconti delle storie ci offrono. Lo studio pilota Per cercare di indagare sul "campo" l’esperienza di sofferenza legata al mondo del lavoro, secondo modalità vicine alle esperienze reali delle persone coinvolte e nella maniera più ampia possibile, si è svolto uno studio pilota con 15 persone che hanno vissuto questa esperienza usando la tecnica dell'analisi delle narrazioni. Metodo Le persone da intervistare appartengono a due gruppi: 1. persone che sono entrate in contatto con il sistema sanitario per problemi di salute che il soggetto attribuisce all’ambiente di lavoro (5); 2. persone che non sono entrate in contatto con il sistema sanitario, pur presentando una sofferenza psicofisica attribuita all’ambiente di lavoro (10). Le interviste sono di tipo semistrutturato, registrate, trascritte e analizzate usando un metodo di interpretazione narrativa fenomenologica. Le interviste sono analizzate con l’obiettivo di raccogliere le tematiche principali, i contenuti che si ripetono e le distinzioni più importanti che emergono. In questo modo si potranno evidenziare una serie di importanti dimensioni relative alla qualità di vita, all’ambiente di lavoro, alla famiglia, al confronto con le istituzioni (amministrazione pubbliche, sindacali, sanitarie), al contesto socioeconomico. Aree individuate Area 1: Area 2: Area 3: Area 4: Area 5: Il cambiamento L'ambiente di lavoro Le conseguenze sulla salute La famiglia Cosa Fare? Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 2/9 LA SOFFERENZA AL LAVORO: NARRAZIONI E REALTÀ AREA 1: IL CAMBIAMENTO “Leggevo in quel periodo un libro di Michael Ende che parlava appunto di signori grigi che si nutrivano e sopravvivevano grazie al tempo rubato a chi lavorava. La gente si soffermava, dialogava e questi ti dicevano “ma perché ti fermi, perdi tempo, questo tempo lo puoi guadagnare, lo puoi mettere in una banca del tempo”. Era tutta una farsa per permettere loro di sopravvivere. “ Flavio “A metà degli anni '80 hanno cominciato a farsi vivi questi tempisti, quelli che rilevavano i tempi dell'esecuzione del lavoro. Ecco questi tempisti, questi nuovi personaggi introdotti nell'ambiente di produzione, li vedevi un po' come quelli del racconto di Ende, che sfruttavano il tuo operato per poter guadagnarsi una posizione, un posto nella nell'azienda. Flavio ”Ti hanno lasciato parecchio tempo in stato d'attesa, con l'incertezza soprattutto dal 2000 in poi quando abbiamo avuto la grande riforma. Ti dici ma è possibile che non hanno una linea di condotta ben precisa. Dicevano: “ma è normale l'incertezza”. Sembrano tempi lontani ma è successo 2 anni fa: un susseguirsi di avvenimenti che non facevi a tempo a realizzare quello che era successo che già ti si presentava immediatamente una nuova situazione da dover affrontare.“ Flavio “La mia formazione non ha niente a che vedere con il lavoro che faccio. Sono un disegnatore meccanico. Visto che non c'era lavoro ho iniziato a lavorare come operaio in fabbrica per un po' di mesi. Ho avuto poi l'opportunità di fare uno stage presso un'agenzia che si occupava di comunicazione visiva e da lì ho iniziato a lavorare un po' di qua un po' di là piccoli lavoretti, fino a che non mi sono messo in proprio e ho iniziato a lavorare per altre agenzie.“ Bruno “C’è gente che viene da altri paesi , che a malapena parla o che non riesce neanche a scrivere. Insomma tu sei messo in questo calderone, non fa piacere. Loro senza nessuna storia qua, senza nessun passato, noi con tutto tutte le fatiche e non fatiche. Noi abbiamo sempre contribuito a creare una società sana e ci vediamo immedesimati lì dentro non è giusto. Noi è secoli che siamo qua e che lavoriamo e diamo linfa alla società, cercando di sempre migliorarla. E naturalmente qualcosa in più dovremmo avere, no?” Angelo “Prima godevi delle indennità, avevi il tempo per andare dal medico, poi hanno cominciato a ridurre, a fare delle pressioni: “ma perché non vai fuori del tempo di lavoro”, volevano sapere da che medico vai ed entravano anche nella sfera privata. Avevano anche un metodo abbastanza diretto che funzionava perché pochi osavano rifiutare di dare tutti questi dati. ” Flavio AREA 2: L’AMBIENTE DI LAVORO "Mi sono trovato a lavorare in una società molto grossa. Tra le prime cinque nel mondo che si occupa dei nuovi media. In un ambiente con moltissime persone, con un 200 persone di organico. L'età media sui 30 anni. La maggior parte delle persone sono laureate, insomma seri professionisti. Un ambiente molto competitivo nel senso che le persone farebbero carte false per arrivare a certe posizioni pur schiacciando gli altri." Bruno Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 3/9 "La cosa che mi ha colpito è l'assoluto annullamento dei rapporti interpersonali tra le persone che lavorano nello stesso ufficio. Non c'è nessuna forma di comunicazione anche dal punto di vista diciamo professionale. Le persone per comunicare non parlano, si mandano delle mail tra postazione di lavoro e postazione di lavoro." Bruno "Mi ha colpito che le persone non hanno nessun interesse extra-lavorativo: lavorano, non so, dieci, dodici, quattordici ore al giorno, cinque-sei giorni alla settimana. Perché non ci sono orari: uno può entrare e uscire quando vuole, un ambiente molto flessibile da questo punto di vista. Però persone di venti, ventiquattro, venticinque, trent’anni che non hanno nessun altro interesse." Bruno “Io ero arrabbiata con loro perché ho detto: cribbio siete qui in 2 che lavorate da 20 anni. Io non ho mai visto una crisi psicotica di un bambino: perché non mi avete aiutato in quel momento? Quando sono scesa ho detto ho bisogno di un bicchiere d'acqua e nessuno ha detto niente e io non ho più osato continuare a dir niente. Avevo bisogno di sfogarmi, avevo voglia di piangere sinceramente e tremavo.” Daniela Insistevo sul fatto di dire: “ ma prima si avvitava una vite a mano in minuto, ora ci si mette 6 secondi. Ma perché dobbiamo avvitarne 10, avvitiamone 8 o 6 e il resto rimane tempo per noi.” Si intravedeva cosa sarebbe successo in seguito, cioè già lì si preparavano il terreno per una riforma delle regie federali. “ Flavio “Paura di perdere il lavoro. Questo crea competizione tra colleghi di lavoro, hanno l'abilità di fare nascere questa competizione. Sta il fatto che tutti sapevano cosa prendeva come salario il collega di lavoro, oggi cercano di personalizzare il più possibile ed hanno introdotto la meritocrazia. Qui entra in gioco un aspetto per me abbastanza allarmante che divide sempre di più l'individuo, cioè uno diffida sempre più di quello che gli sta accanto.” Flavio “Ho fatto anche fatica a ingranare come madre a 41 anni, non è stato proprio così evidente per me quando è nato il bambino. I primi due anni sono stati duri, il primo durissimo, il secondo un po' meno e adesso va molto meglio. Ho fatto fatica a tornare al lavoro, ho pianto, mi viene da proprio da rimettermi a piangere di nuovo se ci penso sì (quasi piange).” Gianna “Conoscevo quello che avevo lasciato e d'altro canto ero comunque tornata in un momento di tanti cambiamenti per cui non mi avevano potuto dare il congedo. È stato duro, perché dopo 4 mesi, gli altri che non hanno avuto figli magari ti dicono, “oh ta se staia a ca 4 mes”, però non è che sono stata a casa 4 mesi proprio a far niente, sono stata a casa a far una cosa che comunque ha rivoluzionato la mia vita. Dopo tutto a 41 anni ero cosciente del fatto che avere un bambino sano, era una fortuna, ero molto orgogliosa anche.” Gianna “La conflittualità viene probabilmente in gran parte dalla incapacità di adattare la propria personalità alle esigenze del lavoro. Si parla molto di adattabilità del lavoro, di flessibilità a dei meccanismi: io credo che il problema è molto più legato alla capacità individuale di dimenticare i propri scopi per adattarli a quelli di un bene comune che è quello della società in cui si lavora o della società come tale.” Carlo “Questo è un tasto dolente del nostro lavoro nel senso che la maggior parte delle chiamate le svolgi in 12 secondi, 12-15 in media. Abbiamo parecchie chiamate e quindi dobbiamo raggiungere una produttività, e tutti gli obiettivi da raggiungere, forse questo per me è causa di molto stress.” Gianna Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 4/9 “Io ho sempre sostenuto che è difficile combinare produttività e qualità. Puoi essere gentile e sbrigativa ma non sempre. Per esempio se esce la chiamata della vecchiettina, io tendenzialmente la seguo. Io le persone che sento che hanno bisogno non riesco a liquidarle in 15 secondi e queste qua ti portano fuori statistica. “ Gianna “Ho un bambino ed per il problema degli orari sono molto aiutata dalle colleghe, c'è molta collegialità. Per quanto riguarda il servizio i capi vogliono molta flessibilità e questo è un tasto dolente perché io ho dato tantissimo per 20 anni. A loro tra virgolette non gliene frega assolutamente niente se io ho dato per 20 anni, ecco, sì a volte fa male però te lo assicuro che non gliene frega niente.” Gianna “Se dovesse venire a mancare un po' il lavoro, non credo nei superiori ecco, non credo nell'onestà dei superiori, questo non ci credo affatto. I rapporti con loro sono mascherati. Non credo nella loro trasparenza, non credo in quello che mi dicono, faccio finta ormai di crederci.” Gianna “Sì, se mi sono presa le mie sgridate quando me le sono meritate, ma lo so che me le sono meritate. È giusto così perché da noi c'è un controllo e l'igiene deve essere al massimo, il controllo deve essere al massimo sulle cose. Sono queste le regole, così vengono anche rispettate e mi sono presa le mie sgridate però me le sono meritate.” Heidi “O i ritmi sono certe volte spaventosi, perché ti arriva tutta quella gente e loro vogliono essere serviti, non guardano quello che c'è dietro. Allora tu esci stanca, sì spaventosi come in una fabbrica. È una cosa vedere le persone così. Io sono una persona a cui non piace il ritmo movimentato, no non mi stresso e invece ci sono colleghe che non ce la fanno.” Heidi “Mi sono trovata bene con le persone, non è che mi attirava il posto di servire gli hamburger, no è che mi piaceva il lavoro di gruppo. Mi piace star tanto con le persone, non sono una tipa che vuole stare da sola. Mi piace avere tante persone intorno, mi piace ascoltarle. Vengono da me per raccontare i problemi, per cercare un appoggio, cercare un rimedio o un conforto e glielo so dare. Mi piace avere a che fare con le persone e le riesco a capire.” Heidi “I rapporti con i colleghi al lavoro sono bellissimi perché ti dico, guardano se lì di fianco ci sono io, così possono parlare con me, francamente li capisco. Non posso aiutarli però cerco almeno di...., gli dico la mia opinione, li ascolto, gli do una mano dove hanno bisogno di aiuto quando io sono un po' libera. Sono tutti famigliari no, è bellissimo proprio, è bellissimo proprio.” Heidi AREA 3: LE CONSEGUENZE SULLA SALUTE "Non riuscivo più a focalizzarle il pensiero su niente, pensavo a tantissime cose ma non concludevo niente. C'è stato un periodo in cui facevo molta fatica a parlare. Io sono sempre stato abituato a parlare in pubblico. E mi sono trovato nell'incapacità di fare questo, proprio una difficoltà a trovare le parole, un rallentamento del pensiero. Una cosa stranissima: io facevo veramente fatica a trovare le parole a esprimermi e ancora adesso sono, se mi paragono a prima, molto rallentato, molto impacciato." Bruno Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 5/9 "Ho avuto un periodo molto brutto, brutto nel senso che dormivo sempre. Non potevo fare, non aprivo un libro, non facevo niente di quello che facevo prima. Dormivo e non facevo nient'altro. Non accendevo il computer non guardavo la mia posta su Internet. Non facevo più niente." Bruno "Nessuno delle persone amici, conoscenti e colleghi hanno capito questa situazione perché non è una cosa così evidente. E' una cosa di ordine psicologico, quindi è vista come una non voglia d¡ lavorare, una forma di ozio professionale." Bruno “Sfortunatamente ho sviluppato un senso di incapacità personale, una incapacità ad adattarmi. Mi sono autoinflitto dei sensi di colpa: io non sono capace, io non sono buono, io non sono bravo, io non ce la faccio. Quello che ho notato nel corso della mia carriera tra i miei collaboratori è che questo senso di incapacità era un sentimento molto nascosto ma che si ritrovava spesso e volentieri e che io citerei sicuramente come uno dei fattori principali di insoddisfazione oggi come oggi.” Carlo “Un essere umano cerca nel lavoro una definizione di quello che lui è. Nel passato essendo il lavoro più statico, era più facile trovare dei punti di riferimento . Ma se tutto mi cambia più velocemente, questi punti di riferimento continuano a scapparmi più velocemente, quindi mi resta più difficile ritrovarmi a mio agio.” Carlo "Quando a livello di direttore avevo la responsabilità di tutto un istituto la mia infelicità cresceva ancora, anche perché pur avendo l'impressione di poter fare qualcosa, allo stesso tempo avevo l'impressione di non poter far niente.” Carlo “Erano più sintomi psicologici: difficoltà a dormire, grande preoccupazione, grandi pianti, ed insonnia nei primi momenti della notte e grandi sentimenti proprio depressivi, sensazione di abbandono e di disagio affettivo. “ Daniela “Non ho sentito un sostegno empatico e affettivo che mi aspettavo da parte dell'équipe. Quindi c'è stata un po' una delusione a livello dei rapporti con colleghi di lavoro. Mi sono sentita proprio cadere dall'alto, cioè sono partita con l'idea di riuscire a essere all'altezza, di gestire delle situazioni problematiche e invece nello spazio di un paio di settimane ho visto che da sola non ce la facevo. Mi aspettavo più colloquio, più dialogo tra colleghi.” Daniela “Il disagio fisico non si è manifestato subito perché fin dal principio c'è stato un po' un disagio psicologico essendo la mia prima esperienza professionale in un ambito di relazioni umane e quindi c'era molta ansia, molto stress psicologico di non essere all'altezza. Dopo un mese e mezzo è iniziato il disagio fisico, che prendeva la forma di un disturbo alimentare. Ho cominciato a mangiare, mangiare, ma più che mangiare, divorare e continuare a prendere peso, fino a 10 chili.” Daniela “Questo disagio che provi bene o male lo porti a casa. Puoi fare tutti gli sforzi immaginabili per lasciartelo alle spalle, ma lo porti a casa. Sei pensieroso, sei sempre pensieroso ed io che sono sempre stato un tipo aperto ed allegro così cominci a chiuderti un po' in te stesso e cominci a macinare, macchinare, macchinare, macchinare e dopo anche di notte, un macchinamento continuo.” Flavio “E pensi come sia possibile innanzitutto che succedano quelle cose. Come fai per metterti al riparo di questi fatti. Forse è una mentalità che si è creata all'interno di determinate aziende come quelle Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 6/9 statali: chi entrava godeva di una certa sicurezza, è vero. È un dato di fatto che chi ha sicurezza sta anche bene, quando non ci sono incertezze. E lì cominciava a mettersi in gioco anche questa sicurezza e dici ma cosa succede adesso? Cosa succederà? “ Flavio “Sentivi veramente che cambiava qualche cosa, sentivi che non funzionava la testa, non funzionava come doveva funzionare. Eri un po' alterato. Ho avuto degli sballi di pressione, lì ho peggiorato la pressione arteriosa e ho avuto dei problemi psicosomatici.” Flavio “Posso dire che ci sono stati dei momenti che pensavo di non aver più futuro, cioè dico io ho finito, non è che devo morire, ma ho finito, sono arrivato a un traguardo.” Flavio “Mal di schiena quello sì, mal di schiena l'hanno un po' tutte questo è vero, però anche chi non è seduto 8 ore. Chi fa un lavoro in piedi 8 ore è la stessa cosa: mal di schiena, mal di gambe. Il mio mal di schiena è un po' un denominatore comune in tante professioni.” Gianna “Quando sono tornata è stata dura perché anche lì c'era una pressione paurosa. Mi viene la nausea, se ci penso, mi vedo ancora sta capa che adesso è in pensione, è stata veramente, stavo dicendo una parolaccia, è stata veramente durissima nei miei riguardi. Perché in 4 mesi non è che avessi perso un granché chiaramente eh, perché lo conosco bene il mio lavoro, anche se ci sono comunque sempre dei cambiamenti. Ma m'ha fatto quasi pesare, sembrava sempre che io non fossi all'altezza.” Gianna “Io voglio dormire, il mio disagio è che ho voglia di dormire. Quando sono stanca voglio dormire, perché per me è il lavoro è doppio. Dopo c'è la casa, ci sono i figli, io quando faccio la mattina mi devo alzare, non posso dormire fino a mezzogiorno.” Heidi AREA 4: LA FAMIGLIA Il problema era con la famiglia, io avendo dei figli non potevo giocare con loro, dovevo lavorare alla sera fino alle 10. Avevo il mattino libero però dopo c'era tutto il pomeriggio fino alle 10, non vedevo i figli. Naturalmente bisognava lavorare su un mese un week-end o due, diciamo era troppo.” Angelo "Persone con famiglia che non vedono mai i propri figli, cose per me assurde. Io ho famiglia, tutte le sere ci tenevo a arrivare a casa, non dico un po' presto però per cena almeno per vedere mio figlio e mia moglie. Mentre io ho scoperto che persone che lavoravano con me erano sposate avevano dei figli persone che erano lì sempre. Vedevano i figli magari tre volte al mese perché non abitando nella stessa città non tornavano a casa per il week-end non facevano che fermarsi lì." Bruno “Chiaro che a loro non riguarda la mia vita famigliare però effettivamente sono soldi che ti vanno se hai una baby sitter. Praticamente mio marito lavora per la baby sitter. Avevamo valutato anche il fatto che lui stesse a casa, a fare il mammo, però l'ha fatto per un anno, quando è nato il bambino. Io avevo chiesto 3 mesi, e il servizio non lo permetteva, non me li hanno dati. Ho avuto soli i 4 che mi spettavano.” Gianna Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 7/9 “Non abbiamo tempo, ci manca veramente il tempo, abbiamo degli ottimi amici ma ci manca il tempo. Infatti la segreteria è sempre piena di messaggi che per finire poi io non richiamo mai nessuno o pochi, perché ho veramente poco tempo. A volte non mi so dividere molto bene perché già il lavoro e la casa e il bambino mi prende molto tempo e quindi non riesco a gestirli bene, anche gli amici.” Gianna “All'inizio era contento, però alla fine non ce la faceva più. Diciamo per 5 o 6 mesi è andata bene poi è stata dura: cominciava a trascurarsi un po', era molto nervoso, si è lasciato crescere la barba, assomigliava ad un Afgano (ride) con la barba. Per l'uomo é difficile con un bambino piccolo di pochi mesi, per quanto lui fosse molto bravo, però era difficile.” Gianna AREA 5: COSA FARE ? “L'opportunità di frequentare una riqualifica, una nuova formazione a 46 anni, lo vedo con piacere. Non mi ha mai dato fastidio, però vado a scuola (ride) 2 volte alla settimana, come un bravo studentello e cerco di darmi da fare. Seguo la formazione di elettromeccanico, non vi è nessun nesso tra una professione e l'altra. Praticamente da una professione artigianale ti trovi confrontato con la fisica, la trigonometria e l’elettronica. Va bé è una sfida, però....” Flavio “Non dobbiamo noi livellarci, a chi sta peggio per sentirsi a nostro agio, perché caso mai porto loro al nostro livello. L'obiettivo è quello di migliorare non quello di peggiorare. Però non è facile avere la forza del pensiero per tenersi fermi, sempre fermi. Le mie debolezze ce le ho anch'io e mi metto in discussione parecchie volte: mi trovo anche solo con la testa tra le mani e dover pensare sono sul giusto, o sono un rompiscatole, devo andare avanti a rompere?” Flavio “Una cosa assurda: chi supera i 40 anni non ha più il diritto di andare pagato all'estero per dei corsi. Invece chi è più giovane ed ha meno spese ha più facilità. Fino a 40 anni ti aiutano, dopo i 40 anni no. E questo è una cosa da cambiare assolutamente, è una vergogna. È una disparità, oltretutto si è sempre pagato imposte e non imposte si viene discriminati. Uno che è un disoccupato lo mandano a destra e sinistra, ma scherziamo o cosa?” Angelo “Con i sindacati andava bene, però naturalmente io trovo che ognuno dovrebbe essere gestito da se stesso. Ha le sue risorse. Io non avevo bisogno dei sindacati, perché ero grande e vaccinato. Perché in effetti ti prendono già una parte, perché non lavorano gratis ‘sti sindacati, eh siamo onesti. La disoccupazione in effetti crea lavoro, dicono la disoccupazione qua e là, però diciamo in effetti fa lavorare tanta gente. Trovo che i disoccupati dovrebbero essere gestiti da loro stessi.” Angelo “Secondo me si lavora troppo, troppe ore. Bisogna fare un 40 ore, è già tanto, un 38 ore ecco, sarebbe l'ideale. Noi lavoriamo troppo. Lì non ci piove. Lo penso malgrado tutte le votazioni che sono state sempre bocciate. Purtroppo la gente é troppo anziana: erano già vecchi quando erano giovani loro. Tanta gente, e anche tanti giovani attualmente sono già vecchi. Perché è inutile noi stiamo qui a lavorare troppo, a produrre, produrre. Dobbiamo apprezzarla la vita, è breve. ” Angelo "Ho già discusso questo problema con una persona che mi diceva che riteneva determinanti il problema della mobilità, dell'incertezza della situazione di lavoro, del progresso tecnologico. Io resto convinto che invece è un problema personale, è l'essere umano e oggi come oggi deve costantemente trovare dei punti di riferimento che secondo me continuano a scappare.” Carlo Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 8/9 “Io penso che bisognerebbe far capire a certa gente di non fare quei discorsi, almeno in ambienti di lavoro dove si vive una certa situazione, dove ci sono dei processi di cambiamento in atto, dove si pretendono dal personale tante cose. Almeno che abbiano quel minimo di intelligenza, di rispetto della dignità di chi gli sta davanti. Io dico non avete vergogna, ma fate almeno silenzio. “ Flavio “Sono troppo giovane, ho 57 anni, per non non pensare a un'attività. Non credo che ho voglia di avere un'attività professionale, ai tempi ci tenevo. Ai tempi credevo di poter mantenere delle consulenze e divertirmi a portare qualcosa nelle diverse società. Oggi come oggi non ci credo molto e sicuramente cercherò delle attività a livello sociale e pensavamo con mia moglie a creare delle borse di studio per donne del terzo mondo.” Carlo “Fa un po' paura tutto questo, soprattutto avendo un bambino, ci penso ogni tanto: non è proprio un mondo rilassante. Ecco dovremmo essere un po' più rilassati, dovremmo potere divertirci un po' di più. Visto che bisogna lavorare, bisognerebbe cercare di andare a lavorare un po' più a cuor leggero. Non è facile però è peccato, perché infatti vedi queste facce ingrugnite in giro: non è più (ride), l'Elvetico non è un popolo rilassato e tranquillo (ride).” Gianna “Tu dai troppo quasi per il lavoro, io me ne rendo conto. Dopo non è che pretendi chissà cosa, però almeno un po' di riconoscenza, ci vorrebbe un po' di più. Questo è triste. Questo è veramente triste.” Gianna “In futuro vorrei non avere più debiti. Per adesso mi interessa uscirne fuori a galla perché tutte queste cose qua… E dopo respirare: poter comperare questo per me o qualcosa per i ragazzi in più o andare fuori a cena con loro al ristorante fare queste cose qua, capito. Invece no, proprio e in più so che ci sono questi debiti.” Heidi Lavoro e salute - Le condizioni di lavoro determinano la salute Michele Tomamichel - Servizio di psichiatria e psicologia medica dell'OSC 9/9 La sofferenza al lavoro: narrazioni e realtà Le condizioni di lavoro determinano la salute Lugano, 6 novembre 2002 Dr. med. M. Tomamichel, SPPM, OSC „Noi, ognuno di noi, offendiamo l‘umanità dei nostri compagni di sventura ogni volta che dimentichiamo di privilegiare la loro voce, la loro esperienza“ Kleinmann A. e Kleinmann J., 1991 L’importanza del lavoro “Il lavoro ha raggiunto un tale onnipotenza che in realtà non esiste più alcun concetto opposto al lavoro. Una società senza lavoro appare come una società senza centro, una società che nel generale come nel particolare, nella vita quotidiana degli individui come nella politica, ha perduto il suo centro di riferimento e le sue coordinate.” Beck U. 2000 1 Progetto pilota • Approccio narrativo e interpretativo fenomenologico (studio qualitativo) • Colloqui audioregistrati con 15 persone della durata di 60-120 minuti • Valutazione dei protocolli dei colloqui da parte del gruppo “lavoro e salute” del DSS e degli operatori del Servizio di Psichiatria e Psicologa Medica Perché uno studio qualitativo? I metodi di ricerca qualitativa: • aiutano a comprendere un fenomeno nel suo contesto naturale. • danno i mezzi per avvicinarsi di più alle esperienze individuali. • possono affiancare in modo molto produttivo e stimolante quelli più tradizionali di tipo quantitativo. Narrazione e realtà • Un elemento fondamentale di qualunque ricerca qualitativa é la narrazione: essa é una modalità di interpretazione della realtà comune a tutte le culture ed é uno degli elementi essenziali del linguaggio parlato in tutto il mondo. • Le narrazioni sono storie così come vengono raccontate nella vita quotidiana, sono il modo più naturale con il quale le persone descrivono la propria esperienza. 2 Chiavi di interpretazioni: aree e dimensioni Area 1: Area 2: Area 3: Area 4: Area 5: Il cambiamento L’ambiente di lavoro Le conseguenze sulla salute La famiglia Cosa fare Le conseguenze sulla salute mentale Gli esperti svizzeri interpellati da Illés ed Abel (2002) segnalano come possibili conseguenze dei fattori sopra descritti: – paure esistenziali, – sentimento cronico di essere sottoposti a richieste eccessive con una conseguente diminuzione della fiducia in se stessi, – una stanchezza cronica, – una insufficiente possibilità di prevedere e pianificare l'organizzazione della propria esistenza Le conseguenze sulla salute mentale (II) Da tutto questo deriverebbe una elevata vulnerabilità nei confronti di malattie fisiche e psichiche: ad esempio depressioni o dipendenza da sostanze, disturbi somatoformi, dolori cronici. 3 Le conseguenze sulla salute mentale (III) Uno studio svolto a Ginevra (Dayer, 2000) indica che il ricorso a cure psichiatriche è aumentato in modo parallelo all'insicurezza dell'impiego e alla disoccupazione. L'aumento è notevole soprattutto fra la popolazione giovanile (110% fra il 1991 ed il 1996). Nello stesso periodo le ospedalizzazioni psichiatriche sono aumentate da 8 al 10%. Fra i motivi dell'ospedalizzazione i problemi del lavoro e della formazione sono segnalati nel 15% dei casi. Le malattie dell’insicurezza “Persone soffrono di stress, ansia e depressione (e spesso di malattie fisiche derivanti da questi stati psichici) con il comune denominatore di una condizione interiore d’incertezza e paura del futuro, dovuta alla trasformazione che la società sta vivendo nel percorso dal modello industriale locale a quello post-industriale-planetario.” Gilioli A, Gilioli R. ,2001 Tempo ed esperienza soggettiva “Le condizioni del tempo nel nuovo capitalismo hanno creato un conflitto tra personalità ed esperienza: sperimentare il tempo “scollegato” mette a rischio la capacità delle persone di trasformare le proprie personalità in narrazioni continue” Sennet, 1999 4