minori stranieri non accompagnati privi di protezione in europa

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minori stranieri non accompagnati privi di protezione in europa
PUCAFREU
Promoting unaccompanied Children’s Access
to Fundamental Rights in the European Union
Co-funded by the European Union’s Fundamental Rights and Citizenship Programme
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
PRIVI DI PROTEZIONE
IN EUROPA
© Julien Faure, 2012
PROGETTO PUCAFREU
SINTESI DEL RAPPORTO COMPARATIVO
Pubblicato nel 2013 nell’ambito del progetto PUCAFREU “Promoting
unaccompanied children’s access to fundamental rights in the European Union”
Questo progetto è stato cofinanziato dal Programma dell’Unione Europea Diritti
Fondamentali e Cittadinanza
Contenuti, fatti e opinioni espressi nella presente pubblicazione sono di
responsabilità dell’autore e non impegnano né le istituzioni dell’Unione
Europea né alcuna delle altre istituzioni pubbliche o private coinvolte nel
progetto PUCAFREU.
Rapporto scrito da Daniel SENOVILLA HERNANDEZ con il sostegno di Lélia TAWFIK
Traduzione: Roberta VALETTI
Foto di copertina: Daniel Senovilla Hernández. ‘L’Hotel’, Torino.
4 Il progetto Pucafreu
Il progetto PUCAFREU è stato coordinato dal Centre National de la Recherche
Scientifique (CNRS) 1 attraverso l'Unità mista di ricerca
MIGRINTER (UMR
7301, Migrations, Espaces et Sociétés), con sede presso l'Università di Poitiers2.
L’Unità mista di ricerca CECOJI (Centre d’études sur la Coopération juridique
internationale) ha ugualmente partecipato alla realizzazione del progetto nelle
sue differenti fasi3.
Cinque associazioni partner sono state coinvolte nei cinque Paesi che hanno
costituito il terreno di ricerca e d'azione del progetto: Association Hors la Rue
(Francia)4, Service Droit de Jeunes (Belgio)5, Fundacion la Merced Migraciones
(Spagna)6, ASGI- Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (Italia)7 e
la Fondazione PARADA (Romania)8. L’Università italiana di Roma La Sapienza ha
inoltre contribuito con la sua expertise in quanto partner associato del progetto9.
Benché la parte di ricerca abbia costituito l'azione principale del progetto
PUCAFREU, il progetto ha incluso altre aree di lavoro come l’ideazione e lo
sviluppo di una piattaforma internazionale costituita da esperti che lavorano sui
temi legati alla migrazione dei minori e l’attuazione, così come la realizzazione,
di seminari di formazione destinati agli operatori che lavorano direttamente o
indirettamente con i minori stranieri migranti10.
1 Il Centre National de la Recherche Scientifique -­‐ CNRS -­‐ è un organismo pubblico di ricerca francese (Istituto pubblico a carattere scientifico e tecnologico, dipendente dal Ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca). Per ulteriori informazioni: www.cnrs.fr 2 Migrinter è un laboratorio di ricerca specializzato nello studio delle migrazioni internazionali e delle relazioni interetniche. Migrinter ha sede presso la Maison des Sciences de l’Homme et de la Société di Poitiers. Questa unità costituisce in Francia l’unico centro di ricerca sulle migrazioni internazionali che articola quattro attività: produzione e trasmissione della conoscenza scientifica, pubblicazione e diffusione dell’informazione scientifica su questo tema. Per ulteriori informazioni: http://www.mshs.univ-­‐poitiers.fr/migrinter/. Il coordinamento della ricerca transnazionale e dell’intero progetto PUCAFREU è stato curato da Daniel Senovilla Hernández e Lélia Tawfik. 3 Per ulteriori informazioni: www.cecoji.cnrs.fr 4 Per ulteriori informazioni: www.horslarue.org 5 Per ulteriori informazioni: www.sdj.be 6 Per ulteriori informazioni: www.lamercedmigraciones.org 7 Per ulteriori informazioni: www.asgi.it 8 Per ulteriori informazioni: www.paradaromania.ro 9 Per ulteriori informazioni: www.diss.uniroma1.it 10 Per ulteriori informazioni: www.pucafreu.org 5 6 Ringraziamenti
Vogliamo sinceramente ringraziare tutte le persone che hanno direttamente o
indirettamente partecipato o sostenuto la ricerca condotta nell'ambito del
progetto PUCAFREU, in particolare:
Tutta l’équipe del laboratorio MIGRINTER, il suo Direttore, Kamel Doraï, il vice
Direttore, Cédric Audebert, i ricercatori coinvolti nel progetto, William
Berthomière et Dominique Mathieu, e i membri degli Uffici di segreteria e
amministrazione Maurad Hamaidi, Alexandra Brunaud e Rémy Coopman.
L’équipe della Maison de Sciences de l’Homme et de la Société di Poitiers.
Il gruppo di valorizzazione della ricerca dell’Università di Poitiers, in particolare
il suo Direttore Pierre de Ramefort.
L’équipe di CECOJI che ha sostenuto questo progetto, in particolar modo Philippe
Lagrange, Marie-Françoise Valette, Céline Lageot e Daniel Gazeau.
I nostri partner della Associazione Hors-la-rue di Parigi, tra cui i ricercatori
Martina Andreeva e Alayna Garvin, coinvolti nella ricerca, e i supervisori Olivier
Peyroux, Jean-Philippe Légaut e Sévérine Canale.
Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto durante la fase di lavoro
sul campo in Francia, in particolare Jean Michel Centres a Parigi e Mélanie Le
Verger a Rennes.
I nostri partner del Service Droit des jeunes di Bruxelles, Julien Blanc, coinvolto
nella ricerca, Benoit Van Keirsbilck, Katja Fournier, Anne-Françoise Beguin e
Laetitia Van der Vennet che hanno preso parte a diverse fasi del progetto.
I nostri partner della Fundación La Merced Migraciones di Madrid, Catalina
Perazzo, coinvolta nella ricerca, Patricia Aragon, Vicente Ortola, Pablo Pérez e
Juan Ramón Mayor che l’hanno supervisionata.
Grazie anche a Jose David Gutierrez, Nuria Empez, Chabier Gimeno, Albert Pares
e all’équipe del SICAR Cat per il loro prezioso contributo nel contesto spagnolo.
I nostri partner della Associazione ASGI di Torino, Elena Rozzi e Roberta Valetti,
coinvolte nella ricerca, Serena Pecchio e Manuela Spadaro.
Un ringraziamento speciale va a Abdellah Moutabir, educatore di strada, e
all’équipe di Finestra sulla Piazza, per il loro contributo inestimabile allo
svolgimento della ricerca nel contesto torinese.
I nostri partner della Fondazione PARADA in Romania, Adina Stefan, Alexandra
Adam e Ionut Jugureanu.
I membri del nostro partner associato, l’Università La Sapienza di Roma, in
particolare Lluis Peris e il professore Enrico Pugliese.
Grazie a tutti i professionisti e le persone che ci hanno dedicato il loro tempo e
hanno condiviso con noi le loro conoscenze durante lo svolgimento della ricerca.
7 Grazie infinitamente soprattutto a tutti i minori e i giovani adulti che hanno
accettato di partecipare a questa ricerca
Lélia Tawfik & Daniel Senovilla
Coordinatori del gruppo di ricerca del progetto PUCAFREU
Centre National de la Recherche Scientifique- UMR 7301 MIGRINTER- France
8 Indice
Il progetto Pucafreu ........................................................................ 5
Capitolo 1
Motivazioni e rilevanza della Ricerca-azione PUCAFREU ............................11
Capitolo 2
Il quadro metodologico comune ...........................................................15
Sezione I-Metodologia: elaborazione di un approccio comune comparativo ..15
(1) Definizione del gruppo target ...................................................... 15
(2) Domande di ricerca e ipotesi correlate ........................................... 16
(3) Strategie per entrare in contatto con il gruppo target ........................ 17
(4) Strumenti metodologici ............................................................. 18
Sezione II- Il lavoro sul campo in diversi contesti: i risultati ottenuti, punti di
forza e punti di debolezza ...............................................................18
(1) Il contesto geografico dell'indagine ............................................... 18
(2) Quantificazione dei risultati ottenuti ............................................. 19
(3) Pertinenza e permeabilità delle categorie ipotetiche ......................... 21
(4) Realizzazione della ricerca sul campo ............................................ 21
Capitolo 3
Conclusioni preliminari della ricerca PUCAFREU ......................................23
Sezione I- Le condizioni di vita e l’accesso ai diritti fondamentali dei minori
non accompagnati fuori dal sistema di protezione in Europa ....................23
(1) Le attività quotidiane dei minori non accompagnati privi di protezione .... 24
(2) L'accesso ai diritti sociali ........................................................... 25
Sezione II- Esperienze dei minori non accompagnati all'interno delle
strutture di accoglienza ..................................................................28
Sezione III- Le ragioni dell’esclusione dei minori non accompagnati dal
sistema di protezione .....................................................................31
(1) Motivi legati alla situazione amministrativa dei minori non accompagnati . 31
(2) Motivi legati all’influenza del contesto dei minori non accompagnati ...... 32
(3) Ragioni legate a pratiche di maltrattamento istituzionale .................... 33
9 10 Capitolo 1
Motivazioni e rilevanza della Ricerca-azione PUCAFREU
La migrazione autonoma e spontanea di minori soli verso la maggior parte degli
stati membri dell’Unione europea è iniziata negli anni novanta e si è consolidata
durante la prima decade del nuovo millennio11. Malgrado la limitata importanza
in termini quantitativi (la media ufficiale degli ingressi nei quattro Paesi europei
analizzati 12 non supera i cinquemila per anno, eccetto che in l’Italia 13 ) la
presenza dei cosiddetti minori non accompagnati 14 è motivo di una crescente
attenzione da parte delle autorità nazionali, regionali e locali che si occupano di
questa popolazione.
I minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio dell’Unione Europea
godono dei diritti fondamentali, in particolare quelli sanciti dalla Convenzione sui
diritti dell’infanzia e dell’adolescenza15. Il Comitato ONU sui Diritti dell'Infanzia e
dell’adolescenza dichiara che “dei diritti della Convenzione non godono solo i
bambini cittadini dello Stato membro, e per tale motivo, se non esplicitamente
affermato diversamente nella Convenzione, tali diritti devono essere esigibili da
tutti i bambini - inclusi quelli richiedenti asilo politico, aventi lo status di
rifugiati e migranti - indipendentemente dalla loro nazionalità, status
d’immigrazione o apolidia” 16.
Il Piano d’azione della Commissione europea per i minori non accompagnati
(2010-2014) ritiene che il contenuto della Convenzione sui diritti dell’infanzia e
11 La Commissione europea stima che la migrazione di minori non accompagnati “non sia un fenomeno passeggero, ma una caratteristica di lungo periodo delle migrazioni in UE”. Vedi EUROPEAN COMMISION (2012): Mid-­‐term report on the implementation of the Action Plan on Unaccompanied Minors-­‐ Report from the European Commission to the Council and the European Parliament, COM(2012) 554 final of 28th of September 2012, pag 2. Lo stesso documento tratta un argomento analogo a pagina 11. 12 Nel contesto della Ricerca-­‐azione PUCAFREU la Romania è stata inizialmente considerata come paese da cui migrano i minori non accompagnati. Se non diversamente specificato, tutti i contenuti di questa prima parte si riferiscono agli altri quattro Paesi della UE: Belgio, Francia, Italia, Spagna. 13 Per il periodo dal 2006 al 2009, la media degli ingressi registrati per anno dei minori non accompagnati era di 1929 (Belgio); 472 (Francia); 6627 (Italia); 4618 (Spagna). Fonte: Belgio: Service de Tutelles, Federal Ministry of Justice. I numeri si riferiscono ai minori non accompagnati la cui presenza è stata notificata a questa istituzione.; Francia: OFPRA, Office français de protection de refugiés et apatrides, Annual reports. I dati rispecchiano il numero delle richieste di asilo avanzate dai minori non accompagnati. È da specificare che il numero dei minori non accompagnati non richiedenti asilo è molto più significativo. Anche se manca la statistica ufficiale, le ultime stime indicano un numero tra i 4000 e i 6000 minori non accompagnati che vivono in Francia nel 2009. Italia: dati tratti da GIOVANETTI, M. (2012): "I comuni italiani e le politiche di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati", in I minori stranieri non accompagnati in Italia -­‐ IV rapporto ANCI Cittalia, pp. 37-­‐127; Spagna: dati tratti dalla Gazzetta Ufficiale del Parlamento dell’11 maggio 2009 (statistiche relative al 2006-­‐2007), 6 ottobre 2009 (anno 2008) e 23 settembre 2010 (anno 2009). 14 Il Comitato ONU sui Diritti dell'Infanzia ha creato una doppia definizione distinguendo tra “minori non accompagnati” quelli “che sono stati separati da entrambi i genitori o da altri parenti, e che sono privi delle cure di un adulto, che per legge o per consuetudine, ha tale responsabilità” e “bambini separati” quelli che sono stati separati da entrambi i genitori o dagli adulti che, per legge o per consuetudine, si sono presi cura di loro, ma non necessariamente da altri parenti.” Vedi COMMITTEE ON THE RIGHTS OF THE CHILD (2005): General Comment no 6 on the treatment of unaccompanied and separated children outside their country of origin, CRC/GC/2005/6 of the 1st September 2005, paragrafi 7 e 8. In questo documento privilegeremo il termine ”minori non accompagnati” perché è il termine preferito nel contesto dell’UE. 15 La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza adottata e aperta alla firma, ratifica ed adesione con la risoluzione dell'Assemblea Generale 44/25 del 20 novembre 1989. 16 Vedi COMMITTEE ON THE RIGHTS OF THE CHILD (2005): General Comment no 6 on the treatment of unaccompanied and separated children outside their country of origin, CRC/GC/2005/6 of the 1st September 2005, paragrafo 12. 11 dell’adolescenza dovrebbe essere posto “nel centro di ogni azione riguardante i
minori non accompagnati” 17 e promuove su questo problema un approccio
comune a livello dell’Unione europea che si basi sul rispetto dei diritti del
minore, in particolare sul principio del superiore interesse del minore “che deve
essere una considerazione preminente in tutti gli atti relativi ai minori compiuti
da autorità pubbliche”18.
Tuttavia, la nostra precedente ricerca ha dimostrato come alcuni Stati membri
dell'UE non si siano pienamente richiamati ai diritti fondamentali del fanciullo
nei confronti di minori non accompagnati, migranti e richiedenti asilo. Diversi
comportamenti possono essere considerati in violazione ai principi, alle premesse
ed ai contenuti della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza19.
Esempi di tali pratiche sono l'esclusione dal sistema di protezione di alcune
categorie di minori non accompagnati, in particolare dei non-richiedenti asilo; la
detenzione dei minori nei punti di ingresso; l'attuazione dei rimpatri forzati senza
valutare le conseguenze per il minore non accompagnato. Tutti gli Stati membri
studiati generalmente offrono possibilità molto limitate d’integrazione per i
minori non accompagnati ammessi all’interno del sistema di protezione mentre
sono minorenni, condannandoli poi ad una condizione di incertezza quando
diventano maggiorenni20.
La conseguenza principale derivante dalle pratiche sopra descritte è che una
percentuale significativa di minori non accompagnati che vivono nell'Unione
europea non sia tutelata, dal momento che o non entra mai nelle strutture di
accoglienza istituzionali o le abbandona dopo un soggiorno più o meno lungo. Gli
obiettivi principali della ricerca PUCAFREU sono esplorare le condizioni di vita dei
minori non accompagnati fuori dai circuiti di protezione e spiegare le ragioni
della mancata protezione.
L'importanza quantitativa di questo gruppo è significativa. Le statistiche
disponibili mostrano che circa la metà dei minori non accompagnati accolti nel
sistema di protezione finisce per abbandonarlo o esserne respinto21. L'esistenza di
minori non accompagnati privi di protezione è quindi una situazione comune nei
quattro Paesi europei studiati nell'ambito del progetto PUCAFREU. Oltre ai minori
che abbandonano il sistema di protezione dobbiamo prendere in considerazione
un certo numero di minori non accompagnati che vive nello spazio europeo, ma
non ha accesso alla protezione istituzionale e che quindi non è stato identificato.
17 European Commission (2010): Action Plan (2010-­‐2014) on unaccompanied minors of May 6th 2010, Communication from the Commission to the European Parliament and the Council, SEC(2010)534, pagina 2. 18 Ibidem.,pag 3. 19 Vedi SENOVILLA HERNANDEZ, D. (2010): « Situación y tratamiento de los menores extranjeros no acompañados en Europa: Un estudio comparado de seis países», dottorato di Ricerca in Studi sulle Migrazioni Internazionali, Instituto de Estudios sobre Migraciones, University Comillas de Madrid, 8 luglio 2010, pagina 61 e seguenti. 20 Ibidem., pp. 441-­‐442. 21 Le statistiche più complete relative a questo tema provengono dall’Italia, dove è stato segnalato che circa diecimila bambini non accompagnati hanno abbandonato o sono scomparsi dalle strutture di prima accoglienza tra il 2006 e il 2010. Questo dato rappresenta il 42% del numero totale di bambini non accompagnati accolti durante i cinque anni a cui si riferiscono le statistiche. Fonte: GIOVANETTI, M. (2012): "I comuni italiani e le politiche di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati", ANCI Cittalia I minori stranieri non accompagnati in Italia, IV rapporto ANCI Cittalia, pagina 82. In Spagna, le stime regionali nei Paesi Baschi e in Andalusia riportano una media compresa tra il 60 e il 70% di minori non accompagnati accolti che finisce per abbandonare le strutture di accoglienza. In Belgio, i dati del Service des Tutelles (Ministero federale della giustizia) indicano che il 45% di minori non accompagnati accolti nelle strutture di assistenza istituzionali è scomparso dalle stesse tra il 2004 e il 2005. 12 Nonostante il fenomeno dei minori non accompagnati privi di protezione in
Europa sia rilevante, poche ricerche sono state fatte sulla loro situazione, le loro
condizioni di vita e le cause che spingono questi minori a rifiutare, abbandonare
o essere esclusi dall'assistenza istituzionale. Le poche analisi esistenti a livello
europeo si sono basate principalmente sulle opinioni degli adulti, per lo più
professionisti a contatto con questi minori 22 . Altri studi si concentrano sulla
situazione di questo gruppo in specifici contesti23 locali o su specifiche categorie
di minori o giovani adulti24.
La ricerca PUCAFREU ha voluto colmare questa lacuna di conoscenza proponendo
un’indagine esplorativa internazionale comparativa sulla situazione dei minori
non accompagnati privi di protezione in quattro Stati membri dell'Unione
europea. La principale novità del contributo proposto è quella di acquisire
conoscenze a partire dalle percezioni e dai punti di vista dei minori stessi
rispetto alla loro situazione. All'interno della sezione seguente, vi spiegheremo in
modo approfondito il quadro metodologico, in particolare la definizione del
gruppo target e le diverse strategie utilizzate per entrare in contatto con questa
popolazione.
22 (2010): "Disappearing, departing, running away: a surfeit of children in Europe?", Terre des Hommes, Ginevra, 88 pag . e (2009): "Jeunes en errance: les conditions d'un retour-­‐ Étude de faisabilité sur la reintegration des mineurs isolés victimes de traite en Espagne, France, Italie, Albanie, Autriche, Roumanie", Forum européen pour la Sécurité Urbaine-­‐ Association Jeunes Errants / Fédération Jeunes Errants-­‐ Fondation Terre des Hommes. 23 MAI, N. (2008-­‐a): "Opportunities and challenges for social intervention aimed at migrant minors", Save the Children Italia Onlus: Colourful Horizons project; BIGOT, R. (2006): "Le parcours des mineurs isolés Roumains suivis par Hors la Rue et pris en charge par l'Aide Sociale à l'Enfance de Paris", Association Hors la Rue, France; BIGOT, R. and LEGAUX, J.P. (2009): "Retours au pays de mineurs isolés roumains... avant un nouveau départ?", Association Hors la Rue, France, pag. 32 24 Questo è il caso della ricerca di Nick Mai sui giovani erranti che lavorano nell'industria del sesso all'interno dell'Unione europea. Vedi MAI, N. (2008-­‐b): "L'errance et la prostitution des mineurs et des jeunes majeurs migrants dans l'espace de l'Union Européenne", ITSET-­‐ Institute for the Study of European Transformations: London. 13 14 Capitolo 2
Il quadro metodologico comune
Sezione I-Metodologia: elaborazione di un approccio comune comparativo
La progettazione di una metodologia comune per il progetto PUCAFREU, da
attuare allo stesso modo nei quattro contesti nazionali del progetto, ha
rappresentato una grande sfida nella fase iniziale della ricerca perché ha dovuto
tener conto dell'ambito internazionale, dei limiti 25 di tempo e delle difficoltà
proprie di qualsiasi ricerca comparativa che tratti concetti giuridici e sociali e/o
gruppi26.
Gli aspetti che hanno determinato l'approccio metodologico comune sono: (1) la
definizione precisa del gruppo target da studiare (minori non accompagnati privi
di protezione); (2) le domande di ricerca e le ipotesi correlate; (3) le strategie
per entrare in contatto con il gruppo target e ottenere il consenso a partecipare
alla ricerca come informatori; (4) gli strumenti metodologici utilizzati per
raccogliere informazioni.
(1) Definizione del gruppo target
Uno dei punti chiave largamente discussi all'interno della rete PUCAFREU ha
riguardato la corretta definizione del gruppo target da studiare.
Considerando la mancanza di ricerche nell’ambito dei minori migranti,
abbiamo inizialmente ipotizzato tre categorie di minori stranieri non
accompagnati in base alla loro situazione e alle condizioni di vita nei quattro
Paesi di transito e/o di destinazione del progetto:
a) Minori che vivono con i propri mezzi, da soli o con gruppi di pari, in una
situazione di erranza 27 o meno, praticando diverse attività (illegali o
legali) per garantire la propria sopravvivenza;
b) Minori posti sotto il controllo di reti di adulti, che li costringono a
commettere reati e/o li impiegano in altre attività lucrative (illegali o no
a seconda del contesto nazionale);
c) Minori affidati informalmente ad adulti, parenti o connazionali. Queste
sistemazioni spesso nascondono situazioni di sfruttamento del lavoro
domestico o altri tipi di sfruttamento28.
25 Il progetto PUCAFREU ha coperto un periodo di oltre 2 anni tra marzo 2011 e febbraio 2013 compreso. La scadenza della fase di ricerca-­‐azione era fissata entro i primi 20 mesi del progetto. 26 Oyen ha messo in evidenza le difficoltà ed i confini della ricerca comparativa. Vedi OYEN, E. (1990): "The imperfection of comparisons" e OYEN E. (a cura di) "Comparative methodology: theory and practice in international social research", SAGE Publications, pag 15. 27 MAI costruisce una definizione di erranza sulla base dei principali modelli che spiegano la mobilità dei giovani erranti: una costruzione culturale delle società occidentali, come un mondo in cui la mobilità sociale verso l'alto è facile da raggiungere; la percezione di un’emancipazione rapida; la situazione di esclusione sociale e di emarginazione legata alla loro traiettoria di migrazione. Vedi Mai (2008 -­‐ b)., Op.cit, pagina 25 e seguenti. 28 I confini del tipo di 'sfruttamento' tra le categorie (b) e (c) possono essere difficili da distinguere. Inizialmente si è ritenuto che la categoria (b) si riferisse alla presenza di reti criminali che sfruttano i minori, mentre la categoria (c) si riferisse ad un tipo di sfruttamento meno organizzato. Tuttavia, in 15 Considerando la durata limitata dell'azione sul campo (tra i 6 e i 9 mesi, a
seconda del paese) e le eventuali difficoltà di contatto con gli appartenenti
al gruppo target (questo aspetto si svilupperà ulteriormente nella sezione II),
si è deciso di estendere le categorie del gruppo target sulla base della
precedente esperienza (o meno) all'interno del sistema di protezione. Di
conseguenza, le seguenti sottocategorie complementari integrano il gruppo
target della ricerca:
d) Minori che si trovano fuori dal sistema di protezione al momento della
ricerca sul campo a prescindere dal fatto che siano mai stati dentro il
sistema di protezione;
e) Minori che si trovano dentro il sistema di protezione al momento della
ricerca sul campo, ma che hanno una significativa esperienza precedente
fuori da tale sistema;
f) Minori che ricevono cure minime, sistemati in strutture inadeguate
(ostelli o simili), non controllati e con un supporto sociale o educativo
limitato o totalmente assente;
g) Giovani adulti che appartenevano ad una o più delle categorie sopra
descritte quando erano minorenni.
I partner della rete PUCAFREU hanno intrapreso un ampio dibattito sui pro e i
contro del concentrarsi su una particolare categoria di minori nel corso della
ricerca sul campo. Infine, l’accordo è stato quello di utilizzare lo stesso
approccio per le categorie (a), (b), (c) e di includere le categorie (d), (e), (f)
come sottocategorie complementari. La sottocategoria (g) è stata
considerata secondaria, dal momento che l'obiettivo principale della ricerca
altrimenti sarebbe stato modificato. Per ottenere risultati migliori,
all'interno delle categorie e sottocategorie scelte, sono state prese in
considerazione le origini nazionali e la varietà delle situazioni.
(2) Domande di ricerca e ipotesi correlate
L'obiettivo del progetto di ricerca PUCAFREU è di contribuire alla produzione
di conoscenza rispetto alla situazione e alle condizioni di vita dei minori non
accompagnati privi di protezione in Europa. A tal fine sono state inizialmente
definite le seguenti domande di ricerca:
-­‐
-­‐
La descrizione della vita quotidiana dei minori non accompagnati fuori dal
sistema di protezione, in particolare l’ambiente in cui vivono, le attività
quotidiane, le fonti di reddito, i rapporti e l'interazione con altre persone
e istituzioni, l’accesso a cibo, alloggio ecc.;
Le difficoltà che incontra questo gruppo target a far valere i propri diritti
fondamentali, in particolare l'accesso ai diritti sociali quali l'istruzione,
l'assistenza sanitaria e l'alloggio;
pratica, alcuni casi sono suscettibili di sovrapposizione tra le due categorie. La permeabilità tra le categorie ipotizzate inizialmente sarà commentata nella sezione II di questo capitolo. 16 -­‐
Le ragioni che spingono i minori non accompagnati a rifiutare e / o ad
abbandonare e / o ad essere esclusi dai servizi di protezione istituzionali
che sono previsti in diversi Paesi;
Sono state formulate tre ipotesi corrispondenti a ciascuna domanda di
ricerca:
1. I minori stranieri non accompagnati fuori dal sistema di protezione spesso
vivono in una condizione di vulnerabilità. A seconda dei casi, possono
sviluppare strategie di sopravvivenza diverse e spesso si guadagnano da
vivere attraverso attività illecite o reati minori (prostituzione,
accattonaggio, spaccio di droga, borseggio, ecc.). Essi possono anche
essere vittime di tratta o sfruttamento o essere affidati informalmente ad
adulti parenti o connazionali.
2. I minori non accompagnati fuori dal sistema di protezione hanno grosse
difficoltà a far valere i loro diritti fondamentali: non hanno un regolare
accesso alle cure sanitarie, a parte situazioni di emergenza, e vengono
esclusi dal sistema educativo. Inoltre, non hanno accesso ad un alloggio
adeguato.
3. I minori non accompagnati fuori dal sistema di protezione, rifiutano,
abbandonano o sono esclusi dalle strutture di protezione istituzionali per
diversi motivi:
-­‐
L'inadeguatezza dei servizi di assistenza offerti che non rispondono
alle reali esigenze e aspettative dei minori;
-­‐
La mancanza di soluzioni durature che possano consentire ai minori di
mantenere una presenza regolare nel Paese di accoglienza una volta
maggiorenni;
-­‐
La mancanza di informazioni e di consapevolezza rispetto ai loro
diritti e all’accesso come minori non accompagnati ai programmi di
protezione;
-­‐
Altri motivi personali, come ad esempio la pressione del loro contesto
sociale, la necessità di produrre reddito, ecc.
(3) Strategie per entrare in contatto con il gruppo target
Le sfide importanti durante il lavoro sul campo condotto nei quattro Paesi in
cui si è svolta la ricerca sono state quelle di stabilire contatti con i membri
del gruppo target e ottenere il loro consenso a partecipare alla ricerca come
informatori. Alcune categorie di minori, in particolare quelli sotto il
controllo degli adulti (si veda la definizione del gruppo target di cui sopra)
sembravano particolarmente difficili da avvicinare.
Le tre seguenti strategie comuni sono state concordate per facilitare il
contatto con le ipotetiche categorie del gruppo di riferimento:
17 -­‐
Un avvicinamento progressivo ai potenziali informatori durante le prime
fasi di osservazione;
-­‐
Il sostegno e coinvolgimento degli operatori (assistenti sociali, educatori
di strada, avvocati, ecc.) già in contatto con i minori del gruppo target;
-­‐
Il potenziale impiego nella ricerca di giovani adulti che precedentemente
sono stati minori non accompagnati esclusi dal sistema di protezione.
(4) Strumenti metodologici
La mancanza di modelli noti e di dati che ci permettessero di creare un
campionamento completo del gruppo da studiare nei diversi contesti ha
determinato la scelta di un approccio qualitativo, che ha cercato di cogliere
la percezione dei minori in questione, a partire dalla loro voce e dalle loro
parole, per descrivere la realtà che stavano affrontando o che hanno
precedentemente affrontato.
La raccolta di informazioni è stata effettuata attraverso strumenti
qualitativi. È stata adottata una combinazione di osservazione in luoghi
pubblici, dove i minori non accompagnati che sono fuori dal sistema di
protezione sono visibili, e la realizzazione di interviste semi strutturate,
individuali o di gruppo, con i membri del gruppo target. Strumento
complementare di raccolta d’informazioni sono stati i colloqui individuali con
testimoni privilegiati (professionisti del campo e attori istituzionali che
operano direttamente o indirettamente con questa popolazione).
Sezione II- Il lavoro sul campo in diversi contesti: i risultati ottenuti, punti di
forza e punti di debolezza
(1) Il contesto geografico dell'indagine
L'indagine è stata eseguita principalmente in quattro grandi città (e loro
dintorni) rappresentative dei Paesi interessati: Bruxelles in Belgio, Parigi in
Francia, Torino in Italia, e Madrid in Spagna. Azioni complementari sono
state attuate anche a Rennes (Francia) e Barcellona (Spagna).
Vale la pena ricordare a questo punto che possono esistere differenze
regionali significative relative principalmente ai modelli di accoglienza dei
minori non accompagnati nei diversi Paesi studiati. Queste differenze sono
particolarmente evidenti in Francia, Italia e Spagna e sono dovute
principalmente a modelli di decentramento dello Stato in cui le competenze
relative ai servizi sociali e al benessere dell’infanzia sono trasferite alle
istituzioni regionali o comunali. In Belgio, l'esistenza di una legislazione ad
hoc specializzata per i minori non accompagnati e l'attribuzione del compito
di accogliere questo gruppo ad una agenzia29 federale sembrerebbe garantire
un trattamento più omogeneo su tutto il territorio. Tuttavia, alcune
differenze possono verificarsi nelle modalità di protezione attuate dalle
istituzioni locali e regionali anche in quest’ultimo Paese.
29 Ci riferiamo a FEDASIL, Agence Fédérale pour l’accueil des demandeurs d’asile. Vedi www.fedasil.be 18 È difficile misurare l'impatto di questa eterogeneità di modelli di
accoglienza, ma sembra che questa determini il destino e i profili dei minori
non accompagnati interessati. In ogni caso, è di fondamentale importanza
chiarire che la nostra ricerca non copre tutte le sfumature territoriali
esistenti all'interno dei Paesi presi in esame (questo comporterebbe un
lavoro sul campo molto più lungo e ingenti mezzi finanziari e risorse umane).
Di conseguenza, la validità dei risultati ottenuti dal progetto di ricerca
PUCAFREU nelle suddette città, che sono tra le più rappresentative per gli
obiettivi della ricerca nei diversi contesti nazionali, va esteso con la dovuta
cautela a tutte le altre aree di questi contesti nazionali.
(2) Quantificazione dei risultati ottenuti
Nei quattro territori di studio (vedi figura 1) sono state condotte un centinaio
di interviste a minori e giovani adulti del gruppo target. E’ stato inoltre
realizzato un numero significativo di interviste complementari a testimoni
privilegiati nei diversi territori.
Figura 1 - Numero di interviste, genere e principali Paesi di origine
degli intervistati
Belgio Brussels
Francia Parigi
Italia Torino
Spagna –
Madrid e
Barcellona
Numero di
interviste
26
interviste
25
interviste
25
interviste
27
interviste
Distribuzione
di genere
22 ragazzi
4 ragazze
25 ragazzi
22 ragazzi
3 ragazze
23 ragazzi
4 ragazze
Principali
Paesi o regioni
di origine
Marocco
Guinea
Afghanistan
Mali
Romania
Marocco
Egitto
Senegal
Romania
Marocco
Africa
occidentale
Innanzitutto questi risultati mostrano una sovrarappresentazione nel
campione di intervistati di sesso maschile. La mancanza di intervistati di
sesso femminile potrebbe essere spiegata attraverso due motivi correlati. Da
una parte, quasi tutte le ragazze incontrate appartenevano alla categoria (b)
(minori sotto il controllo di reti di adulti) 30. Dall'altra parte, il campione
presenta una sovrarappresentazione di casi della categoria (a) (minori che
30 Si veda la sezione relativa alla definizione del gruppo target. 19 vivono con i propri mezzi)31. La possibilità di contatto con i minori che sono
sotto il controllo di adulti o che vivono in situazioni di affidamento informale
è stata molto ridotta. Di conseguenza, la possibilità di intervistare ragazze è
stata limitata al caso di chi è riuscita a uscire dalla situazione di
sfruttamento e ha iniziato un percorso di inclusione, molto probabilmente
con il supporto di una organizzazione specializzata. Anche se tutti gli
indicatori esistenti mostrano che i minori non accompagnati che migrano
verso l'Europa sono prevalentemente di sesso maschile, non possiamo
concludere che non vi siano ragazze minorenni non accompagnate, ma solo
che esse risultano invisibili a causa (molto probabilmente) della loro
situazione di sfruttamento32.
Per quanto riguarda le origini nazionali degli intervistati, la distribuzione
delle nazionalità nel nostro campione è parzialmente coerente con gli ultimi
dati disponibili sui minori non accompagnati raccolti dalle autorità nei diversi
contesti in cui è stata svolta la ricerca. L'assenza all’interno del nostro
campione di alcune nazionalità rappresentative in base alle statistiche
ufficiali disponibili, si spiega con il fatto che questi minori si trovano
all’interno del sistema di protezione (è il caso degli afgani a Torino e
Bruxelles).
In Belgio, abbiamo intervistato soprattutto minori non accompagnati originari
del Marocco e della Guinea, che risultavano essere, secondo i dati ufficiali,
la quarta e la terza nazionalità più rappresentativa nel 2010. In Italia,
abbiamo trovato una situazione simile a quella del Belgio. I nostri intervistati
provengono principalmente dal Marocco, Senegal ed Egitto, che
rappresentano la quinta, settima e quarta nazionalità dei minori non
accompagnati a livello nazionale nel 2010. Per quanto riguarda la Francia,
l'assoluta mancanza di dati a livello nazionale per quanto riguarda il numero
dei minori assistiti e le loro origini nazionali non ci permette di trarre
conclusioni. Tuttavia i dati relativi alle domande d'asilo da parte di minori
non accompagnati per l’anno 2011 mostra l'Afghanistan come il paese di
origine più rappresentato, il nostro campione rispecchia tale distribuzione. In
Spagna, gli ultimi dati disponibili sono del 2007, momento in cui i minori
marocchini non accompagnati rappresentavano ancora la nazionalità più
importante. Le altre principali nazionalità degli intervistati (giovani adulti
provenienti da Paesi dell'Africa occidentale, arrivati nelle isole Canarie tra il
2006 e il 2008 e minori rom originari della Romania) corrispondono, insieme
ad altri principali Paesi di origine (Senegal e Romania), a quelle
rappresentate in questi dati33.
31 Di seguito si esaminerà ulteriormente la distribuzione, la pertinenza e la permeabilità tra le categorie. 32 Finora pochissimi studi si sono concentrati sulla situazione delle ragazze non accompagnate all'interno del contesto europeo. I pochi contributi su questo tema sono quelli di Deshusses, M. (2005): "Du confiage à l'esclavage: petites bonnes ivoiriennes en France", Cahier d'études africaines N. 179 -­‐ 180, pp 731 -­‐ 750 e BARRAUD, E. (2008): "Les multiples usages sociaux de la Kafala en situation de migration: protection et non protection des mineurs recueillis", giornale elettronico E.MIGRINTER n ° 2: La migration des mineurs non accompagnés en Europe edited by Daniel Senovilla Hernández, MIGRINTER, pp. 133-­‐143; ALONSO, A. (2010): "En tierra de nadie. Migración y prostitución entre adolescentes no acompañadas de Europa del Este en Cataluña", Educación Social n°45, pp. 65-­‐77. 33 Belgio: Service de Tutelles, Ministero Federale della Giustizia; France: OFPRA, Office français de protection de refugiés et apatrides, Rapporto annuale 2011, pag 33; Italia: GIOVANETTI, M. (2012), op.cit., pag. 59; Spagna: Gazzetta ufficiale del Parlamento del 29 settembre 2009, pag. 435 20 (3) Pertinenza e permeabilità delle categorie ipotetiche
Come accennato in precedenza, durante l’azione sul campo, i primi risultati
provvisori hanno confermato una sovrarappresentazione degli intervistati
inizialmente corrispondenti alla categoria (a) - minori che vivono con i propri
mezzi. Le difficoltà ipotizzate ad avvicinare minori sotto il controllo di adulti
e minori che vivono in situazioni di affido informale [(categorie (b) e (c)]
sono state quindi confermate molto rapidamente34. L'invisibilità e il timore di
danneggiare questi minori coinvolgendoli nella ricerca spiega i risultati
limitati relativi a tali categorie.
Un altro aspetto importante riguarda la potenziale permeabilità di queste
categorie, in particolare le categorie (a) e (c). I nostri risultati mostrano che
un numero significativo di minori e giovani adulti intervistati ha vissuto in
strada per alcuni periodi, ma anche insieme a parenti o a coetanei o
connazionali. Questi periodi di affidamento informale, in particolare a
parenti, spesso si verificano al momento dell’arrivo del minore nella città di
destinazione. Dopo un certo periodo di tempo, molteplici motivi (litigi,
incomprensioni, richieste della famiglia affidataria per contribuire
all'economia familiare che non possono essere soddisfatte dal minore)
possono portare il minore ad andarsene per passare ad una situazione di
completa autonomia. Altre sistemazioni temporanee presso amici o coetanei
sono spesso legate alle attività svolte dal minore per assicurarsi la
sopravvivenza, o sono espressione di solidarietà comunitaria o nazionale.
Un altro dato relativo alla pertinenza delle categorie è il fatto che la
maggior parte degli intervistati ha trascorso periodi sia all'interno che
all'esterno del sistema di protezione. La mancanza di protezione può
verificarsi prima dell'accesso definitivo dei minori non accompagnati alle
strutture di assistenza istituzionale o come conseguenza della loro esclusione
per motivi differenti (test per la determinazione dell’età poco attendibili,
espulsione a causa della non adesione alle regole della struttura ecc.) Altri
minori alternano periodi trascorsi all’interno del sistema di protezione a
periodi trascorsi fuori dal sistema. È emerso che questa alternanza può
influenzare le ipotetiche categorie della ricerca, in quanto i minori possono
attraversare le categorie prima e dopo un periodo in cui sono stati protetti.
Riassumendo, le categorie ipotizzate dalla metodologia PUCAFREU in
riferimento al gruppo target sembrano pertinenti nel descrivere le situazioni
di vita attuali e concrete che i minori non accompagnati sperimentano
durante la migrazione. Tuttavia, i continui cambiamenti che molti di questi
minori vivono, indicano che non è possibile descrivere i loro profili
all’interno di categorie rigide.
(4) Realizzazione della ricerca sul campo
Il lavoro sul campo è durato circa 9 mesi in ogni Paese, a partire dall'estate
del 2011 fino alla primavera del 2012. Anche se vi sono state differenze, a
seconda del contesto, tra l'inizio e la fine, il lavoro sul campo è stato attuato
contemporaneamente nei diversi Paesi studiati.
34 Si faccia riferimento alla "definizione del gruppo target" di cui sopra per una spiegazione approfondita delle diverse categorie citate. 21 La fase preliminare della ricerca è stata dedicata al confronto con i referenti
nazionali, al fine di chiarire i vari aspetti del quadro metodologico e
discutere l'adeguato adattamento alle specificità di ogni contesto locale35.
Ogni partner ha individuato il ricercatore incaricato di attuare la ricerca sul
campo durante l'estate del 2011.
La prima fase del lavoro sul campo ha riguardato l’avvicinamento, la presa di
contatto e la richiesta ai membri del gruppo target di partecipare alla
ricerca come informatori. Due delle tre strategie inizialmente pensate a
questo scopo (un periodo di osservazione in luoghi pubblici in cui i membri
del gruppo target sono visibili e l’utilizzo del sostegno degli operatori a
contatto con queste popolazioni 36 ) sono stati indistintamente, o in
alternativa, utilizzate da tutti i partner coinvolti. Non è stato possibile
invece utilizzare la strategia, pensata inizialmente, di richiedere la
collaborazione di giovani adulti (ex minori non accompagnati con esperienze
fuori dal sistema protezione) per inserirli all’interno del gruppo di ricerca
per i limiti di tempo a disposizione per la realizzazione del lavoro sul
campo37 .
Per quanto riguarda la realizzazione dell’intervista, la durata e lo sviluppo
variano a seconda di diversi fattori, quali l'origine dei minori e il profilo
generale, ma anche la loro personalità individuale, il grado di fiducia nel
ricercatore, il contesto di vita e le esperienze precedenti. Alcuni minori sono
stati fortemente motivati a parlare e sembrava perfino ne sentissero il
'bisogno', mentre altri sono apparsi più riluttanti. Il grado di maturità degli
intervistati è un fattore da tenere a mente e, come regola generale, giovani
adulti o minori vicino alla maggiore età (16, 17 anni) sembrano più pronti a
parlare e ad esprimere i loro sentimenti rispetto ai bambini più piccoli. Le
interviste si sono svolte in molteplici luoghi, inclusi luoghi pubblici (bar,
ristoranti, giardini pubblici, ecc) e spazi privati (per lo più sedi di ONG e, in
più occasioni, spazi privati scelti dall’ intervistato). La presenza di un adulto
di fiducia durante l'intervista, come ad esempio l'assistente sociale o
l’educatore di riferimento, è stata spesso una risorsa importante per
consentire la libertà di espressione. Inoltre, le interviste di sfondo fatte
precedentemente con i professionisti che hanno facilitato il contatto con i
minori sono state generalmente molto utili per preparare le interviste, così
come per identificare incongruenze nel loro discorso.
Riassumendo, le citate difficoltà per entrare in contatto con i membri del
gruppo target e gli ostacoli oggettivi (paura, riluttanza) nel raccogliere un
discorso strutturato e congruente, sono dati utili per pianificare un periodo
di lavoro sul campo più lungo (da almeno 15 a 18 mesi, idealmente 24 mesi)
che permetta di ottenere risultati attendibili su vasta scala. Tuttavia, la
comune metodologia attuata per la ricerca PUCAFREU ha permesso al gruppo
di ricerca di tracciare una prima panoramica sulle condizioni di vita dei
minori non accompagnati che si trovano fuori dal sistema di protezione in
Europa e di individuare le ragioni che spiegano la mancanza di protezione.
35 Diversi incontri sono stati svolti a questo scopo presso le sedi delle organizzazioni partner per rivedere e coordinare i diversi aspetti del lavoro sul campo (gruppo target, strategie di accesso, strumenti metodologici, calendario, reclutamento di ricercatori, ecc) Tutte queste riunioni si sono svolte tra aprile e giugno 2011. 36 Si veda la sezione I (3) del presente capitolo per ulteriori informazioni. 37 Sebbene continuiamo a ritenere che questa sarebbe una strategia adeguata per ottimizzare i risultati di un’indagine su questa popolazione, la sua attuazione richiede molto tempo e un precedente lavoro di coordinamento e formazione dei membri del gruppo target da inserire nel gruppo di ricerca. 22 Capitolo 3
Conclusioni preliminari della ricerca comparativa PUCAFREU
L’analisi preliminare svolta su un centinaio di interviste ai membri del gruppo
target nei quattro contesti studiati, sulle interviste con testimoni privilegiati e
sugli appunti di lavoro sul campo, ci permette di tracciare una panoramica sulle
condizioni di vita e sulla situazione dei minori non accompagnati privi di
protezione in Europa.
Le nostre conclusioni preliminari sono divise in tre temi principali e
corrispondono a tre iniziali domande di ricerca (si veda il capitolo 2 per ulteriori
dettagli). Questi sono: (1) una panoramica delle condizioni di vita dei minori non
accompagnati fuori del sistema di protezione, nonché le condizioni per far valere
i loro diritti fondamentali, in particolare i diritti sociali come l’accesso
all'alloggio, all'assistenza sanitaria e all'istruzione, (2) una descrizione della loro
esperienza all'interno del sistema di protezione, (3) ragioni principali che
spiegano il perché della loro esclusione dal sistema di protezione.
Sezione I- Le condizioni di vita e l’accesso ai diritti fondamentali dei minori
non accompagnati fuori dal sistema di protezione in Europa
Come sottolineato nel capitolo sulla metodologia, la stragrande maggioranza dei
minori non accompagnati ha vissuto alternativamente dentro e fuori il sistema di
protezione.
L’esclusione dal sistema di protezione può verificarsi anteriormente al primo
contatto con i servizi istituzionali preposti alla protezione dei minori. In questi
casi, la mancanza di accesso può avere diversi motivi, ad esempio la mancanza di
informazioni causata dall’influenza dell’entourage del minore o legata a pratiche
istituzionali che bloccano l'accesso effettivo alle strutture 38 e può durare da
alcuni giorni a diversi anni.
In altri casi, i minori non accompagnati vengono accolti all’interno del sistema di
protezione e poi o ne escono volontariamente abbandonando le strutture di
accoglienza o vengono espulsi per diversi motivi.
Infine, alcuni minori non accompagnati alternano periodi all'interno e all'esterno
del sistema di protezione. Queste fluttuazioni possono essere spiegate con la
volontà di esplorare diverse opportunità e possono essere collegate alla capacità
del minore non accompagnato di essere in movimento 39 . Le nostre interviste
mostrano come un numero di minori abbia precedentemente trascorso periodi
(all’interno del sistema di protezione o meno) in un'altra regione o addirittura in
un altro Paese prima di arrivare nel posto in cui lo abbiamo incontrato. Altri
38 I motivi citati saranno ulteriormente analizzati nella sezione (3) di questo capitolo. 39 La mobilità dei minori non accompagnati è stata analizzata in studi precedenti. Si veda ad esempio il recente rapporto UNHCR (2012): " Protecting children on the move: Addressing protection needs through reception, counselling and enhancing cooperation in Greece, Italy and France", United Nations High Commissioner for Refugees, 106 pagine. Vedi anche BOLAND, K. (2010):, "Children on the move. A report on children of Afghan origin moving to Western countries", United Nations Fund for Children-­‐UNICEF 70 pagine 23 hanno espresso i loro progetti immediati di trasferirsi in un altro Stato membro
dell'Unione Europea.
Un ragazzo marocchino di 16 anni intervistato a Bruxelles ha manifestato la
propria vocazione alla mobilità e la capacità di adattamento a diversi contesti:
“In Spagna era un problema per la famiglia40. Niente lavoro, poco cibo, crisi.
Conoscevo qualcuno qui, alcuni amici erano venuti in Italia, altri in Belgio, e
altri amici sono andati in Olanda”
(1) Le attività quotidiane dei minori non accompagnati privi di protezione
Si possono tracciare due modelli generali su come i minori non accompagnati
trascorrono il tempo mentre sono fuori dal sistema di protezione. Le
situazioni descritte da questi modelli si possono verificare più o meno
simultaneamente.
-­‐ Un numero significativo di minori non accompagnati che si trova fuori dal
sistema di protezione è impegnato in attività illegali, come la vendita di
sostanze stupefacenti o commette reati minori, inizialmente per
garantirsi la sopravvivenza quotidiana e in seguito per guadagnarsi da
vivere. Spaccio di droga, borseggi, rapine in strada o vendita di merci
contraffatte sembrano essere le attività più comuni. Come avremo modo
di analizzare ulteriormente nella sezione III di questo capitolo, l'ambiente
di vita e l'influenza della comunità di appartenenza nel contesto di
destinazione possono svolgere un ruolo importante nel coinvolgimento dei
minori in attività illegali. Questo modello è particolarmente evidente nel
contesto torinese dove minori non accompagnati marocchini e senegalesi,
immediatamente dopo arrivo, vengono inseriti in una rete più o meno
organizzata che li spinge a commettere reati, in particolare la vendita di
sostanze stupefacenti. Anche se gli adulti possono intervenire in questi
processi, i minori non accompagnati in questione non appaiono come
vittime di sfruttamento e sembrano essere in grado di vivere con i propri
mezzi. Tuttavia, alcuni minori cercano altre fonti di reddito che, anche se
illegali, sembrano a loro eticamente più accettabili.
E 'il caso di E., diciottenne del Senegal, che spiega come è riuscito a
guadagnare "soldi buoni" con la vendita di merci contraffatte al posto di
"soldi cattivi" (attraverso lo spaccio):
“Così sono andato in giro e ho incontrato molti ragazzi che mi hanno suggerito di
vendere le cose che non mi piacevano, come la droga e questo tipo di cose. E poi
ho incontrato questo ragazzo che vendeva merci contraffatte al mercato. Per
evitare di spacciare ho iniziato a vendere queste cose ...”
Le ragazze vittime della tratta che abbiamo incontrato avevano a che fare
con l’industria del sesso. Ovviamente, la presenza quotidiana di queste
ragazze in luoghi pubblici e le loro attività sono gestite e controllate dagli
sfruttatori. Nella maggior parte dei casi esse sono obbligate a far finta di
non essere minorenni.
40 L'intervistato si riferisce alla famiglia allargata con la quale è stato in Spagna. 24 Un colloquio con una giovane donna, ex vittima di tratta 41 , conferma
questa descrizione:
“Tutti i soldi che ho guadagnato non potevo spenderli, li dovevo dare a lui. E se
avevo fame dovevo aspettare che lui tornasse ... C'erano sempre altre ragazze
che guardavano verso di me per vedere che cosa stavo facendo”
“Nel periodo in cui sono stata in strada, non potevo parlare con nessuno, nessuno
sapeva che ero minorenne”
Sebbene alcuni studi si riferiscano a questa situazione42, nella presente
ricerca non abbiamo trovato nessun minore non accompagnato di sesso
maschile che lavorasse nell'industria del sesso. Per quanto riguarda i
bambini Rom provenienti dall’Europa dell’est, che vivono con i genitori e
la famiglia estesa in baraccopoli nei dintorni di Madrid e Parigi, le nostre
interviste non forniscono molte informazioni sulle loro attività. Tuttavia,
gli operatori che sono in stretto contatto con questi ci hanno riferito del
loro coinvolgimento in reati minori e nell'accattonaggio, spesso sotto il
controllo dei membri della loro famiglia.
-­‐ In tutti i contesti nazionali molti minori intervistati riferiscono di periodi
più o meno lunghi di inattività. Tali periodi di "non far niente" si verificano
di solito quando sono in attesa di essere inseriti nel sistema di protezione
o stanno ricevendo una assistenza inadeguata, o mentre sono affidati
informalmente a parenti, amici o connazionali. I periodi di inattività sono
fonte di ansia e stress in particolare per quei minori che sono in attesa di
essere inseriti nelle strutture di accoglienza o per quelli che ricevono una
assistenza inadeguata e che non comprendono questa "perdita di tempo".
Questo è il caso di un minore di 16 anni del Nepal a Parigi:
“Sono ancora in attesa di quell'hotel. Ogni volta che vado a chiedere a qualcuno
alla reception, dicono 'No, devi ancora aspettare altri due o tre mesi "/ ... /
Voglio un posto dove vivere. Voglio il mio procedimento più veloce, il più presto
possibile. Perché questo momento, è solo una perdita di tempo ...”
(2) L'accesso ai diritti sociali
-­‐ Casa
Rispetto alle sistemazioni abitative, i minori non accompagnati che si
trovano fuori dal sistema di protezione dormono all'addiaccio per le strade
(con sacchi a pelo e tende), in case abbandonate, fabbriche dismesse o
nei corridoi delle metropolitane (se la loro presenza è tollerata). La
presenza di minori non accompagnati privi di un alloggio che vivono per
strada appare chiaramente a Parigi, Torino e Bruxelles. A Madrid non sono
41 Considerando il numero limitato di interviste con ragazze e al fine di garantire la massima riservatezza, abbiamo deciso di non fornire l'età e l'origine nazionale dell’intervistata né il contesto in cui si è svolta l'intervista. 42 Vedi MAI (2008-­‐b): "L'errance et la prostitution des mineurs et des jeunes majeurs migrants dans l'espace de l'Union Européenne", ITSET-­‐-­‐Institute for the Study of European Transformations: London, op.cit. 25 stati individuati casi durante il lavoro sul campo, benché siano stati
segnalati alcuni anni fa43.
Le condizioni di vita, soprattutto in inverno, possono essere
estremamente dure. In una delle città dell’indagine il gruppo di ricerca ha
visitato una fabbrica abbandonata, dove un folto gruppo di minori non
accompagnati e giovani adulti ha vissuto prima di una recente retata della
polizia. Alcuni minori vivevano ancora lì al momento della visita 44 . La
scena che abbiamo trovato è stata scioccante: porte e finestre non
esistevano, c’erano vetri rotti e rottami industriali dappertutto e in
alcune delle attuali "stanze" abbiamo trovato materassi vecchi e coperte.
Le condizioni igieniche erano terribili con rifiuti e detriti ovunque e
solamente una fonte d’acqua situata all'aperto.
Nonostante queste difficili condizioni di vita, i minori non accompagnati
che vivono in questo luogo mantengono il loro senso dell'umorismo e lo
chiamano “l’Hotel". Un giovane adulto marocchino di 19 anni ha
raccontato la sua esperienza di vita in questa fabbrica abbandonata
mentre era ancora minorenne:
“Avevamo coperte, avevamo tutto. Avevamo i soldi quindi potevamo comprare
vestiti nuovi ogni due giorni. Tu butti i vestiti sporchi ne compri di nuovi, perché
non hai una casa45”
Alcuni altri minori non accompagnati vengono ospitati attraverso
affidamenti informali da connazionali, parenti o amici. Tuttavia gli
accordi tra le parti sono provvisori ed altamente instabili. A volte le
condizioni di questi alloggi sono molto difficili, mancano il riscaldamento,
l’acqua calda o qualsiasi altro confort minimo. Dopo qualche tempo
trascorso in tali situazioni i minori spesso tornano a vivere per strada.
-­‐ Salute
Le attuali legislazioni dei quattro Stati membri dell'Unione europea in cui
si è svolta la ricerca garantiscono l'accesso alle cure mediche ai minori
non accompagnati 46 . Tuttavia, le difficoltà amministrative impediscono
l'effettivo godimento di questo diritto fondamentale, soprattutto ai minori
non accompagnati privi di documenti d’identificazione necessari per
ottenere la tessera sanitaria o il codice fiscale (a seconda del contesto
nazionale). Questa difficoltà colpisce anche i minori che, benché in
possesso di documenti di identità che attestano la minore età, sono stati
valutati maggiorenni dai test 47 di accertamento dell’età. Persino alcuni
minori non accompagnati che ricevono una protezione minima parlano
della difficoltà di ottenere un’assistenza sanitaria soddisfacente.
Nonostante le difficoltà e gli ostacoli che impediscono una regolare
43 Relazione sul programma "Chisme" -­‐ Strategie di intervento con i bambini che vivono in strada, Paideia, 2006, non pubblicato. 44 La visita si è svolta il 1 Dicembre 2011 45 Questo intervistato in quel periodo guadagnava i soldi spacciando. Questa fonte di reddito regolare gli ha permesso di superare la sua difficile situazione di vita per strada. Sebbene l’intervistato racconti questo periodo della sua vita come terribile, ne conserva ancora alcuni bei ricordi di amicizia con i coetanei. 46 SENOVILLA HERNANDEZ (2010), op.cit., pag 203 (Belgio), pag 253 (Spagna), pag 318 (Francia) and pag 365 (Italia). 47 Si veda la sezione III di questo capitolo per ulteriori dettagli. 26 fruizione del servizio sanitario, si può affermare che i minori non
accompagnati, nei quattro contesti studiati, ottengono l’assistenza
sanitaria solo in caso di emergenza48.
Benché i minori che vivono per strada siano ad alto rischio di salute, la
necessità di cure mediche non assume un peso particolare nei loro
discorsi. Inoltre sembra che alcuni di loro guardino a questa esigenza con
superiorità ostentando orgogliosamente la loro forza e resistenza fisica.
Questa è la risposta che ha dato un giovane marocchino diciasettenne che
ha vissuto per strada quando gli è stato chiesto come facessero lui e i suoi
amici quando erano malati:
“Nessuno si era ammalato. Eravamo tutti giovani. Eravamo tutti forti”
Un giovane afghano di 17 anni risponde in modo simile alla stessa
domanda:
“Perché dovrei andare in ospedale? Non ho nulla. (Se mi sentissi male) andrei a
vedere JM49”
La mancanza di cure specifiche e di programmi di prevenzione per far
fronte ai problemi di salute mentale accomuna i quattro contesti
analizzati. Studi precedenti rivelano che molti minori non accompagnati
soffrono di alcuni disturbi, prevalentemente da stress post-traumatico e
di depressione50. Gli operatori consultati insistono sul fatto che si tratta
di una necessità urgente che va affrontata. È fondamentale sviluppare
ricerche su questo tema per individuare le dimensioni del bisogno di
questa specifica assistenza sanitaria e per lanciare programmi mirati.
Nell’affrontare questi temi bisogna tener presente il background culturale
ed etnico dei minori non accompagnati in questione e la loro potenziale
riluttanza a riconoscere questo tipo di problemi di salute.
-­‐ Istruzione
Per i minori non accompagnati che vivono per strada è quasi impossibile
frequentare regolarmente la scuola o altri percorsi educativi. Anche i
minori che ricevono l’assistenza minima (sistemati in B&B o in alberghi)
faticano a frequentare regolarmente la scuola a causa della distanza dagli
istituti scolastici e dei costi dei mezzi di trasporto pubblico.
Ciononostante un certo numero di minori intervistati ha espresso
direttamente o indirettamente, una forte motivazione e la volontà di
frequentare la scuola.
48 Uno dei nostri intervistati che vive in una situazione di affido informale ci ha raccontato la sua esperienza in ospedale. I servizi amministrativi in un primo momento lo avevano rifiutato perché non aveva il documento d'identità. Dopo aver insistito è stato finalmente accettato. E 'andato una seconda volta nello stesso ospedale e ora possiede una scheda "ad hoc" che gli permette di ritornare. 49 Egli si riferisce alla persona responsabile di una associazione locale in una delle città studiate che supporta i minori non accompagnati che vivono per strada. 50 Per un'analisi dettagliata si veda DERLUYN, I. (2005): "Emotional and behavioural problems in unaccompanied refugee minors", Academia Press. 27 Un giovane maliano, che non è mai andato a scuola nel suo paese di
origine, ha spiegato con orgoglio i sui progressi scolastici e la sua
gratitudine per questa opportunità:
“Non sono mai andato a scuola prima. Non sapevo come scrivere il mio nome, ma
ora va molto meglio. Ho ottimi insegnanti. Di solito le lezioni finiscono alle
17,30, però rimango sempre un'ora in più per studiare con i miei insegnanti”
Oltre alle difficoltà dovute alle situazioni di vita precarie e instabili dei
minori non accompagnati che si trovano fuori dal sistema di protezione e
la difficoltà a frequentare regolarmente i corsi di formazione o la scuola,
sono emerse altre difficoltà oggettive e altri ostacoli nei diversi contesti
nazionali studiati. In particolare vogliano mettere in evidenza le difficoltà
di adattamento e di integrazione nella scuola tradizionale (in particolare
per quei minori che non hanno una conoscenza della lingua del paese di
destinazione) e la mancanza di classi adatte al livello di apprendimento
dei minori non accompagnati. La mancanza di un documento di soggiorno
e/o di un permesso di lavoro può impedire la frequenza ai corsi di
formazione professionale, che prevedono spesso un periodo di stage
obbligatorio per il conseguimento del diploma. Infine i principali motivi di
scoraggiamento sono la mancanza di prospettive d’integrazione nella
società di accoglienza e l’incertezza di ottenere il permesso di soggiorno
una volta maggiorenni.
Sezione II- Esperienze dei minori non accompagnati all'interno delle strutture
di accoglienza
Come è stato detto più volte, la stragrande maggioranza dei minori non
accompagnati e dei giovani adulti incontrati durante la ricerca sul campo ha
vissuto o vive attualmente nelle strutture di accoglienza. Le modalità di
accoglienza sono diverse da un contesto all'altro e dipendono anche dalle prassi
nazionali o addirittura locali. C’è una reale necessità di ulteriori ricerche per
valutare l’adeguatezza delle modalità di accoglienza rispetto ai profili e alle reali
esigenze dei minori non accompagnati 51 . Nell’ambito della nostra ricerca
possiamo evidenziare due principali modalità con cui i minori non accompagnati
intervistati sono stati accolti per periodi di tempo più o meno lunghi.
-­‐
Un numero significativo di minori non accompagnati è ospitato in alberghi.
Questa è una soluzione di accoglienza temporanea spesso utilizzata dalle
autorità competenti prima di trovare una sistemazione presso i centri di
accoglienza. Tuttavia, in alcuni contesti studiati (Bruxelles e Parigi in
particolare) questa soluzione temporanea è adottata per periodi di alcuni
mesi. L’inadeguatezza di tale soluzione è legata soprattutto alla
mancanza sistematica di continuità educativa e sostegno sociale. Nella
maggior parte dei casi i minori non accompagnati ricevono solo un
rimborso giornaliero o settimanale per il cibo e per i vestiti. L’ubicazione
degli hotel spesso causa problemi legati sia al contesto sociale del
quartiere (che a volte non è il cuscinetto più adeguato contro le
51 Per una breve analisi vedi Senovilla HERNANDEZ, D. e KANICS, J. (2010): "Protected or merely tolerated? Models of reception and regularisation of unaccompanied and separated children in Europe" in D. SENOVILLA HERNANDEZ, K. TOUZENIS and J. KANICS Migrating alone: unaccompanied and separated children's migration to Europe, UNESCO Editing, Paris, pp. 3-­‐20. 28 precedenti attività illegali in cui alcuni minori erano impegnati mentre
erano fuori dal sistema di protezione), sia alla posizione geografica (sono
distanti da strutture educative o di altro tipo per cui i minori sono
obbligati a percorrere lunghi e costosi tragitti con trasporti pubblici, che
non sempre sono rimborsati). Alcuni minori si lamentano anche del
trattamento che hanno ricevuto dai gestori di hotel e di altre fonti di
disagio, come ad esempio i rumori provenienti dell’esterno e dall’interno,
altri ospiti adulti sgradevoli, etc.52
-­‐
La seconda modalità principale di accoglienza è la collocazione del
minore non accompagnato in un centro di accoglienza. Esiste una grande
varietà di centri da un contesto nazionale all'altro e anche all'interno di
un medesimo contesto nazionale. Un modello classico per differenziarli è
distinguere fra strutture tradizionali, che ospitano i minori stranieri non
accompagnati insieme ad altri minori in difficoltà, e strutture
specializzate per questa popolazione. Anche se entrambi i tipi di strutture
presentano vantaggi e svantaggi, la scelta del centro di accoglienza
appare nella maggior parte dei casi arbitraria e soprattutto dettata dalla
disponibilità dei posti, piuttosto che da una reale valutazione dei bisogni53
dei minori. Indipendentemente dal tipo di centro di accoglienza, la
qualità dell’accoglienza è variabile e dipende spesso dai mezzi finanziari
e dalle risorse umane disponibili o addirittura dalla presenza di
professionisti più o meno motivati e formati per rispondere alle
caratteristiche e alle esigenze di questa popolazione. Gli attuali tagli
finanziari in materia di servizi sociali, dovuti al crollo economico globale,
possono giocare un ruolo sulla qualità delle strutture di accoglienza.
La sistemazione del minore presso famiglie affidatarie o in appartamenti
condivisi con altri minori risulta essere invece una modalità di accoglienza meno
frequente. L’inserimento dei minori non accompagnati in famiglie affidatarie è
raramente utilizzato nei quattro Paesi presi in considerazione. Ciò che emerge
dai pochi casi riscontrati è che i livelli di qualità differenti dipendono dalle
caratteristiche della famiglia e dal controllo e supporto 54 istituzionale. La
sistemazione in appartamenti condivisi potrebbe essere una opzione percorribile
per i minori con un alto grado di indipendenza e di maturità. Tuttavia il profilo e
la valutazione dei bisogni dei minori in questione non sembrano essere presi in
52 PRZYBYL ha condotto una ricerca sulle condizioni di un gruppo di minori non accompagnati accolti in un centro di accoglienza diurno e sistemati dalle autorità competenti in diversi hotel nella città di Parigi. In particolare lei nota "lo stridente contrasto tra gli sforzi continui del personale della reception del centro diurno per fornire sostegno educativo e sociale a questo gruppo di minori e le condizioni di vita in questi hotel" e ritiene che "solo alcuni dei 15 alberghi visitati abbiano fornito adeguate condizioni di benessere e sicurezza per i minori-­‐ ". Vedi PRZYBYL, S. (2012): "La pratique de l'espace du quotidien des Etrangers mineurs isoles accueillis a Paris Etude d'une struttura d'accueil de jour de la Croix -­‐ Rouge française.", Memoire Master 2 Recherche Migrations en Internationales, Universite de Poitiers, Departement de Geographie, 164 pagine, pp 74 e 75. 53 Per un’ interessante ricerca è stato intervistato il personale dei Servizi Sociali che lavora con i minori in difficoltà nel Regno Unito circa i pro e i contro di sistemare i minori non accompagnati richiedenti asilo in strutture tradizionali o specializzate. I risultati si trovano in FREE, E. (2005): "Local authority support to unaccompanied asylum-­‐seeking young people: Changes since the Hillingdon judgement (2003)", Save the Children England Programme, pp. 29 e seguenti. 54 Per un'analisi dettagliata delle sistemazioni presso famiglie affidatarie dei minori non accompagnati nel Regno Unito (dove questa modalità è adottata spesso) vedi HEK, R. (2007): "Using foster placements for the care and resettlement of unaccompanied children" in R. KOHLI e F. MITCHELL, Working with unaccompanied asylum seeking children: issues for policy and practice, Palgrave Macmillan, pp.109-­‐124. 29 considerazione dalle autorità competenti nello scegliere la sistemazione 55 per
costoro.
Un problema che viene spesso riportato dai minori non accompagnati intervistati
è la difficoltà di adattarsi e di comprendere le regole delle strutture di
accoglienza, in particolare dei centri di accoglienza. La violazione di tali regole
può comportare l'espulsione del minore dalla struttura di accoglienza, a volte
dopo un primo errore. Un certo numero di intervistati ha anche espresso la
sensazione che l'applicazione delle norme sia arbitraria.
Un giovane adulto rumeno di 18 anni, esprime la sua difficoltà ad adattarsi a
questo tipo di regole:
“Io non voglio tornare perché nel centro ci sono troppe regole, per il momento in cui si
mangia, per parlare con qualcuno. C'è sempre qualcuno che ti dice dove e quando
andare. Sai, non mi piace ...”
Un altro problema ricorrente è legato ai conflitti e alle difficili relazioni tra i
minori non accompagnati accolti e il personale delle strutture di accoglienza. Un
certo numero di minori intervistati lamenta l'aggressività di alcuni assistenti
sociali o educatori nei loro confronti e la mancanza di motivazione e di sensibilità
a svolgere il proprio lavoro. Viene riportata inoltre una certa negligenza nelle
questioni burocratiche in materia d’immigrazione e asilo.
Un diciasettenne marocchino sostiene che sarebbe utile ci fosse personale più
preparato e sensibile nei centri di accoglienza:
“Abbiamo bisogno di educatori che si comportano bene. Non dovrebbero essere scortesi
con i minori e dovrebbero adoperarsi per cercare di costruire un futuro migliore per
loro”
A questo stesso intervistato è stato chiesto di lasciare una struttura di
accoglienza a seguito di un litigio con il responsabile:
“Io ho parlato con il direttore del centro. Ha fatto una cosa che non mi piaceva e gliel’
ho detto. Lui mi ha detto 'Vai via. Non ti piace questo centro di accoglienza, puoi andare
via '. E l'ho fatto”
Al contrario, alcuni minori non accompagnati parlano del personale delle
strutture di accoglienza come di un supporto reale e mostrano che un lavoro
sociale ed educativo di qualità può svolgere un ruolo positivo nel loro processo di
protezione e inclusione.
Un giovane adulto afgano di 19 anni esprime la sua gratitudine verso la sua
educatrice:
“Mi ha dato un supporto quotidiano e consulenza. Ogni volta che penso a questo, come
lei mi ha aiutato senza sapere chi sono. Ma lei mi ha aiutato in questo modo”
55 Stanley ritiene che "i minori non accompagnati sistemati in ostello, bed and breakfast o case in affitto ricevono un livello di cure notevolmente inferiore rispetto a quelli in affidamento o in comunità ". Questi risultati si riferiscono al contesto UK, ma può essere applicata anche ai quattro Paesi di cui tratta il progetto PUCAFREU. Vedi STANLEY, K. (2001): "Cold comfort: young separated refugees in England", Save the Children UK, p. 40. 30 Sezione III- Le ragioni dell’esclusione dei minori non accompagnati dal sistema
di protezione
L’esclusione dal sistema di protezione è dovuta a fattori diversi che possono
essere suddivisi in tre gruppi principali: (1) Motivi legati alla situazione
amministrativa dei minori non accompagnati, (2) Motivi legati all’influenza del
contesto in cui vivono i minori non accompagnati, sia nel paese di origine che in
quello di destinazione, (3) Motivi legati a pratiche di maltrattamento
istituzionale o di esclusione.
(1) Motivi legati alla situazione amministrativa dei minori non accompagnati
Le legislazioni di tre dei quattro Paesi studiati (Belgio, Italia e Spagna)
offrono diverse possibilità di regolarizzazione per i minori non accompagnati,
mentre sono ancora minorenni. Quando raggiungono la maggiore età devono
soddisfare alcuni requisiti per mantenere la regolarità del soggiorno. Per la
legislazione francese tutti i minori stranieri sono regolarmente soggiornanti
(sia i non accompagnati che gli altri). Una volta diventati maggiorenni, la
legislazione prevede alcune possibilità per concedere loro un regolare
soggiorno a patto che vengano soddisfatte una serie di condizioni56.
In tutti i Paesi studiati tuttavia, le autorità competenti in materia di
immigrazione e asilo spesso non riescono ad applicare o attuare la
legislazione in vigore e, di conseguenza, la maggior parte dei minori non
accompagnati sono condannati ad una situazione di irregolarità, una volta
diventati adulti.
La mancanza di prospettive e la sensazione d’instabilità associate a questa
applicazione restrittiva della normativa in vigore sono fonte di grande
scoraggiamento per i minori non accompagnati, consapevoli di dover
affrontare, molto probabilmente, l’espulsione una volta raggiunta la
maggiore età.
D’altra parte, abbiamo trovato casi di minori non accompagnati esclusi dal
sistema fin dal loro arrivo per i quali la possibilità di ottenere un permesso di
soggiorno regolare può costituire un fattore di traino per integrarsi
all'interno dei servizi di protezione.
Questo è il caso di un giovane adulto senegalese di 18 anni che ha deciso di
entrare nel sistema di protezione dopo un lungo periodo in cui ne era stato
fuori, ottenendo infine il permesso di soggiorno. La sua dichiarazione
dimostra la fondamentale importanza che riveste il permesso di soggiorno
per questa persone:
“La cosa più bella che mi è successa è quando sono andato in Questura per la prima
volta, perché io non sapevo di avere diritto a un permesso di soggiorno (...) Così il
giorno che mi hanno detto che dovevo andare in Questura a fare i documenti ero
56 Le condizioni che i minori non accompagnati devono soddisfare per ottenere la regolarità del soggiorno sono state brevemente analizzate in Tawfik, L. (2011): "National laws and practices regarding unaccompanied children and their adequacy with regard to international law" in P. LAGRANGE and D. SENOVILLA HERNANDEZ The legal status of unaccompanied children within International, European and National frameworks: protective standards vs. restrictive implementation, PUCAFREU project-­‐ www.pucafreu.org, pp. 39-­‐48. Una visione più dettagliata si trova in Senovilla (2010), op. cit, pp 204 e seguenti (Belgio), pp. 254 e seguenti (Spagna), pp 319 e seguenti (Francia), pp 365 e seguenti (Italia). 31 solo felice. Anche quando l’ho ritirato non facevo altro che guardarlo ogni due
minuti. E 'stato fantastico, io non riuscivo a crederci”
(2) Motivi legati all’influenza del contesto dei minori non accompagnati
La comunità etnica/nazionale dei minori non accompagnati nel paese di
destinazione a volte gioca un ruolo chiave nell’esclusione dei minori non
accompagnati dal sistema di protezione. Allo stesso modo, la pressione per la
produzione di reddito causata da un senso di responsabilità e / o senso di
colpa verso la famiglia nel paese di origine può essere un altro motivo per
spiegare la situazione di mancanza di protezione.
Questo accade frequentemente quando il viaggio del minore non
accompagnato è stato precedentemente organizzato e l’accordo implicava
che il minore una volta giunto a destinazione, fosse impiegato in attività
lavorative, spesso illegali, per rimborsare il costo del viaggio. Nel processo
sono di solito coinvolti connazionali adulti nel paese di destinazione. Quando
la famiglia del minore nel paese d'origine ha contribuito finanziariamente
alla migrazione, il minore assume un onere supplementare per produrre
rapidamente reddito e rimandare i soldi a casa57. Nella maggior parte dei
casi, i minori non accompagnati in questione non sono neanche a conoscenza
della possibilità di essere protetti, di frequentare la scuola, ecc, ma anche
quando sono consapevoli dei loro diritti soffrono ancora una doppia pressione
per affermarli. Da un lato, le famiglie li costringono a mandare i soldi a casa
per rimborsare il debito. D'altra parte, fratelli maggiori o membri adulti della
stessa comunità, che già vivono in Europa, li spingono a vivere fuori dal
sistema di protezione.
La dichiarazione di un giovane adulto 58 di 18 anni illustra bene questa
situazione. Egli spiega il motivo per cui ha impiegato molto tempo per
entrare in contatto con i servizi di protezione:
“Perché io non avevo capito come funzionavano le cose. I miei amici erano ignoranti
in merito a questo genere di cose. Pensavano che entrare in contatto con le persone
del Comune rovinerà la tua vita. Pensano che ti cambieranno la tua religione (...)
Quando ho detto ai miei amici che qui c’era la possibilità per i minori senza genitori
di andare a scuola, hanno cercato di convincermi di non farlo. Alcuni di loro sono
qui da più di 10 anni, e ancora non hanno i documenti, loro possono solo andare al
mercato a vendere...”
Altri gruppi di minori non accompagnati, in particolare quelli che viaggiano
con i propri mezzi e senza contrarre debito, rischiano di rimanere esclusi dal
sistema di protezione, come la maggior parte dei loro coetanei connazionali
57 Un testimone privilegiato intervistato in una delle città della nostra ricerca ha descritto ampiamente questo flusso migratorio per lavoro organizzato informalmente: dietro l’organizzazione di questa migrazione esiste una sorta di accordo informale ma molto dettagliato tra immigrati adulti provenienti dal paese di origine e regolarmente presenti nel paese di destinazione e le famiglie dei minori. Questo accordo comporta un debito finanziario. Il minore viaggia con documenti falsi accompagnato da un adulto. Una volta in Europa questi minori vivono con il trafficante e lavorano principalmente vendendo oggetti di piccole dimensioni (fazzoletti di carta, sigarette) o spacciando per strada. Il denaro guadagnato va sia per rimborsare il debito contratto con il trafficante, che per sostenere la famiglia nel paese di origine. Il rimborso del debito spesso diventa a tempo indeterminato (né le famiglie, né il minore tengono il conto). Intervista con L., mediatore culturale, 1 ° dicembre 2011. 58 Abbiamo deciso di non rendere nota l'origine nazionale di questo estratto né il contesto nazionale in cui è stato attuato il colloquio, al fine di garantire la massima riservatezza. 32 che già vivono nel paese di destinazione. In questi casi, i minori non
accompagnati una volta arrivati ottengono rapidamente un contatto con altri
giovani, adulti o minori, e generalmente ne adottato gli stessi stili di vita
svolgendo attività simili, illegali o meno.
Un intervistato di 19 anni descrive il suo arrivo in una delle città della nostra
ricerca:
"Quando sono arrivato dal Marocco, non avevo niente in mente. Non sapevo cosa
fare. Ero troppo giovane. Così ci siamo trovati per la strada…”
(3) Ragioni legate a pratiche di maltrattamento istituzionale
Le autorità che si occupano delle questioni migratorie e dell’assistenza
all’infanzia in Europa applicano una serie di differenti pratiche istituzionali
che, direttamente o indirettamente, causano scoraggiamento, pressione o,
senza giri di parole, esclusione dei minori non accompagnati dai sistemi di
assistenza istituzionale.
Diversi autori hanno già utilizzato il concetto di maltrattamento istituzionale
facendo riferimento a certe azioni e omissioni delle autorità responsabili per
la cura dei minori non accompagnati 59 . La definizione di questa nozione
presenta confini poco chiari ed è soggetta a interpretazioni polarizzate. Ad
esempio, alcune autorità dell'UE possono presentare il rimpatrio di un minore
non accompagnato nel suo paese d'origine come un’azione nel superiore
interesse del minore. Tuttavia, i difensori e le organizzazioni di sostegno
possono considerare questa stessa azione come una forma di
maltrattamento.
Groze propone un'analisi per valutare il maltrattamento istituzionale dei
minori protetti e riporta quattro possibili categorie: (1) l'abuso, cioè l'uso
intenzionale o la minaccia della forza fisica da parte di una persona
responsabile della salute e del benessere del minore; (2) l’abuso sessuale,
ossia qualsiasi attività sessuale proibita, incluso lo sfruttamento sessuale; (3)
negligenza vale a dire un atto deliberato di omissione che ha come diretta
conseguenza la sofferenza o il rischio di sofferenza del minore - questa
include, ma non si limita, alla incapacità di procurare cibo, vestiario,
alloggio o assistenza sanitaria al minore- ; (4) trattamento inappropriato
cioè nuocere o minacciare di nuocere alla salute o al benessere del minore,
le cui cause sono violazione di status, regolamenti, regole scritte, procedure
e normative o standard professionali e pratiche condivise60.
59 Vedi PEREZ, P. (2007): "De náufragos y navegantes: los menores y jóvenes no acompañados", Boletín Puntos de Vista n° 10, Ed. Juventud e Inmigración, pp. 1-­‐30; SENOVILLA HERNANDEZ, D. (2011): "Unaccompanied and separated children in Spain: A policy of institutional mistreating" in J.BHABHA Children without a State. A Global Human Rights challenge The MIT Press, Massachusetts Institute of Technology, pp. 151-­‐176; RONGE, J-­‐L. (2012): "Une absence volontaire de protection: les mineurs isolés étrangers victimes de maltraitance institutionnelle", Journal Droit des Jeunes no 311, January 2012, pp. 19-­‐24. 60 Vedi GROZE, V. (1990): "An exploratory investigation into institutional mistreatment", Children and Youth Services Review vol. 12, pp. 229-­‐-­‐-­‐241. Le definizioni citate si trovano in pp 230-­‐231. 33 Anche se alcune relazioni riportano situazioni di abuso e di abusi sessuali da
parte delle autorità, che si relazionano con i minori non accompagnati61, si
può considerare in via precauzionale che la maggior parte delle pratiche di
maltrattamento che riguardano i minori non accompagnati in Europa, si
riferiscano alle categorie di trattamento negligente o inadeguato sopra
definiti.
Nel quadro della nostra ricerca, abbiamo riportato diverse pratiche
istituzionali che possono essere direttamente o indirettamente connesse
all'abbandono o al rifiuto di protezione istituzionale e a pratiche che causano
l'esclusione diretta dei minori dalla protezione.
Una pratica di esclusione comune e diffusa è la realizzazione di test per
l’accertamento l’età per mettere in discussione l’età dichiarata dal minore o
quella riportata sui documenti.
Malgrado sia stata ripetutamente contestata l’attendibilità dei test 62 , gli
Stati membri dell’Unione europea li attuano per giustificare l’esclusione dei
minori non accompagnati dal beneficiare di qualsiasi forma di protezione,
anche quando i minori siano in possesso di documenti di identificazione
comprovanti la minore età.
Come sottolinea il recente Position Paper of the Separated Children in
Europe Programme (SCEP), l’esecuzione del test deve essere subordinato al
consenso informato del minore. A volte tuttavia le informazioni per ottenere
il consenso non sono fornite al minore in una lingua e/o un linguaggio63
comprensibili.
Dalla nostra indagine emerge che in ogni caso il consenso informato viene
ottenuto con facilità. Un intervistato ha risposto nel seguente modo quando
gli è stato chiesto se era stato informato degli scopi del test di accertamento
dell’età:
“Loro non mi avevano spiegato nulla ma in ogni caso non avrei potuto capire nulla
perché non parlavo una parola di spagnolo e loro non parlavano francese o inglese.
In ogni caso, loro non chiedono, fanno ...”
In alcuni territori le autorità fanno di peggio sequestrando i documenti
d’identificazione ai minori non accompagnati con l’accusa che si tratti di
documenti falsi.
61 Un buon esempio è la relazione Human Rights Watch sulla situazione dei minori non accompagnati nelle isole Canarie nel corso del 2006 – 2008, periodo durante il quale migliaia di immigrati -­‐ tra cui minori non accompagnati – sono arrivati in questo territorio dell'Unione europea, dal Nord Africa e dall’ e Africa occidentale. Il ricercatore ha raccolto un numero significativo di testimonianze di minori che denunciavano gli abusi fisici e i maltrattamenti subiti dalle autorità spagnole preposte al controllo dell’immigrazione e alla protezione dell'infanzia. Vedi TROLLER, S. (2007): "Unwelcome responsibilities: Spain’s Failure to Protect the Rights of unaccompanied Migrant Children in the Canary Islands", Human Rights Watch, pag 55 e seguenti. 62 Tra gli altri si veda l’ampia monografia su questo tema pubblicata da Spanish Ombudsman: DEFENSOR del PUEBLO de ESPAÑA (2011): "¿Menores o adultos? Procedimientos para la determinación de la edad", 264 pag. 63 Vedi (2012): "Position Paper on Age Assessment in the Context of Separated Children in Europe", Separated Children in Europe Programme, pag 12. 34 Alcuni minori e giovani adulti intervistati riportano di essere stati espulsi dal
sistema di protezione da un giorno all’altro sulla base dei risultati del test di
accertamento dell’età.
Inoltre tutti i loro documenti di identificazioni confiscati dalle autorità
risultano persi. Un diciannovenne intervistato ci ha detto come i suoi
documenti siano stati requisiti:
“Avevo il mio passaporto, la mia carta d’identità, il mio certificato di nascita, tutto
…e non me li hanno restituiti, neanche la mia tessera sanitaria”
Un diciottenne che ha avuto un’esperienza simile:
“Due o tre volte che chiedevo del mio passaporto mi rispondevano: “è ok, siamo dei
Servizi di Assistenza dell’Infanzia? “; ma chi ha il mio passaporto? Ditemelo e io
posso andare da lui e chiedergli che prove hanno per dire che il mio passaporto è
falso. Che prove? Eri stato tu a dirmi di consegnare il mio passaporto, sono stati i
servizi per l’infanzia. Se perdo il passaporto sono nei guai, se non mi danno indietro
il passaporto io non posso entrare nel sistema di protezione. E quindi cosa devo fare
io?”
Nei territori studiati sono state individuate alcune altre pratiche di
maltrattamento: un accesso selettivo alla protezione che costringe alcuni
minori non accompagnati a vivere per strada per settimane o mesi;
l'espulsione dal sistema di protezione da un giorno all’altro con una
giustificazione arbitraria; fornire differenti livelli di protezione a seconda
della categoria dei minori non accompagnati; minacce di rimpatrio forzato
nel paese di origine senza tener conto dei potenziali rischi per il minore la
sua famiglia.
L'esclusione dal sistema di protezione può avere un impatto emotivo sui
minori non accompagnati interessati. Le seguenti affermazioni dimostrano
come queste pratiche istituzionali di maltrattamento rappresentino una
minaccia per i minori, tanto da mettere in discussione il loro progetto
migratorio.
“Come ho fatto, non lo so, penso che quel momento sia stato il momento peggiore
che ho affrontato (...) Ho avuto difficoltà ad alzarmi ... Ero abituato ad avere
qualcuno che badasse a me e che mi dicesse cosa fare e poi non c'era nessuno ... Ho
dovuto affrontare la situazione da solo con tutto il peso sulla mia testa, non
riuscivo a dormire, pensavo tutto il tempo: come farò a vivere da solo? Come farò a
fare tutto? Sono venuto in un paese che non conosco, perché sono qui? Volevo
tornare indietro e vedere la mia famiglia ...”
35 o~o~o~o~o~o~o
Durante il nostro lavoro sul campo a Parigi abbiamo assistito a più di una
selezione casuale in strada per far trascorrere una notte in una palestra ai
minori non accompagnati, a prescindere dalle condizioni climatiche, pioggia
o sole. A parte l'umiliazione di essere selezionato sotto gli occhi dei passanti,
è importante tener conto del fatto che alcune decine di minori non
accompagnati devono trovare in modo autonomo una sistemazione ogni
notte.
Abbiamo anche visito ‘l’Hotel’ a Torino – una fabbrica abbandonata che pare
la location di un film di guerra - dove vivono diversi gruppi di minori non
accompagnati. Abbiamo osservato quanti minori non accompagnati vivano in
questa città, marginalizzati e immersi in un contesto delinquenziale.
A Madrid abbiamo incontrato gli ex minori non accompagnati privati dei loro
documenti di identificazione dalle autorità dopo essere stati presi in carico
dalle stesse.
A Bruxelles abbiamo scoperto che i tagli di bilancio hanno fatto sì che alcune
categorie di minori fossero assistiti in modo adeguato mentre altri fossero
abbandonati a loro stessi.
Lo status di migranti e gli oneri finanziari che i minori non accompagnati
rappresentano condizionano il godimento dei diritti sanciti in Francia, Belgio,
Italia e Spagna. Esclusi i diritti fondamentali, di cui abbiamo fatto cenno nel
presente documento, il diritto allo sviluppo e il principio del superiore
interesse del minore sono quotidianamente calpestati.
La migrazione di minori non accompagnati è un fenomeno relativamente
recente e le autorità a diversi livelli non sono ancora in grado di trovare
soluzioni adeguate e conformi alle legislazioni internazionali, nazionali e
comunitarie.
Le tanto annunciate politiche di rimpatrio e i programmi di prevenzione nei
Paesi d’origine, si sono dimostrati inefficienti dal momento che i minori non
accompagnati continuano a bussare alla porta dell’Europa rivendicando il
loro diritto ad una vita migliore.
La nostra ricerca mostra quindi la necessità di continuare a lavorare su
diversi livelli (siano essi istituzionali, associativi, accademici o civili) per
contribuire allo sviluppo di soluzioni concrete. Sono necessari e urgenti il
lavoro in rete, lo scambio di esperienze e di approcci interdisciplinari, per
padroneggiare (nuove) tecniche e programmi che funzionino davvero. Infine
è indispensabile unire tutte le nostre voci per denunciare abusi, violazioni
dei diritti e tutte le forme di maltrattamento dei minori. E 'inoltre
fondamentale continuare il lavoro sul campo, per entrare in contatto con
questi minori, perché possano testimoniare la loro situazione e al tempo
stesso consigliarli, sostenerli e informarli sui loro diritti.
Questi bambini e adolescenti sono vulnerabili ma hanno mostrato una
sorprendente resistenza e una notevole capacità di adattarsi e di combattere
le avversità e superare gli ostacoli che hanno dovuto affrontare.
36 Ma non si tratta solo di questo, a dispetto delle circostanze hanno espresso
un ammirevole desiderio di ricevere un’istruzione, di progredire e sviluppare
la propria individualità.
Gli stessi minori non accompagnati studiati dalla nostra indagine devono
essere coinvolti nella ricerca di soluzioni. Dobbiamo prendere in
considerazione le loro storie di vita e le loro opinioni. Dobbiamo adattare la
nostra risposta alle reali esigenze e rendere le risposte flessibili per poterle
adeguare alla complessità delle loro storie di vita, alla diversità dei loro
profili e delle situazioni. Dobbiamo continuare a lavorare per loro ma con
loro.
37 PUCAFREU
Promoting unaccompanied Children’s Access
to Fundamental Rights in the European Union
Co-funded by the European Union’s Fundamental Rights and Citizenship Programme
Progetto PUCAFREU
PROMOTING UNACCOMPANIED CHILDREN'S ACCESS TO THEIR FUNDAMENTAL RIGHTS IN THE EU
cofinanziato dalla Commissione Europea- DG Giustizia
Programma Diritti Fondamentali e Cittadinanza
Coordinato da
Partners

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