discorso dell`Ambasciatore
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discorso dell`Ambasciatore
Palais Farnèse, mardi 11 février 2014 Remise des Insignes de Chevalier de la Légion d’Honneur à Madame Livia POMODORO, Présidente du Tribunal de Milan, Discours de Son Excellence M. Alain Le Roy, Ambassadeur de France en Italie Gentile Presidentessa, Gentili Signore, Egregi Signori, È con grande piacere che ci troviamo qui riuniti, Gentile Presidentessa, attorno a lei, per ricordare come la linea direttrice della sua carriera sia sempre stata l’apertura, in modo particolare nei riguardi delle realtà estere, non ultima quella francese. Entrata molto presto nel mondo della giustizia, dopo aver seguito brillanti studi di giurisprudenza, lei ha fatto parte del Gabinetto del Ministro della Giustizia, cui ha apportato contributi innovativi, e rappresenta tuttora la giustizia italiana in seno a gruppi di lavoro o conferenze internazionali volte alla riflessione sulle evoluzioni giuridiche. Grazie all’esperienza sviluppata attraverso il contatto con i comportamenti sociali a rischio, lei ha consigliato la Presidenza del Consiglio italiana in una conferenza internazionale sulla droga ed ha coordinato, nello stesso anno, i lavori italiani alla settima conferenza delle Nazioni unite sulla criminalità, proseguendo in questa sua azione durante la conferenza successiva, incentrata sullo stesso argomento, e tenutasi a Vienna. Le commissioni nazionali che si occupano di questi temi, in modo particolare la Commissione istituita dai ministri Ruberti, Iervolino e Mattarella, hanno anch’esse tratto vantaggio dalla sua grande esperienza. Ma devo anche ricordare che, nonostante il fatto che la sua carriera si svolgesse nell’ambito immediato del Ministro della Giustizia, lei ha partecipato ancora con entusiasmo alle evoluzioni internazionali della giustizia prendendo parte ad un’innovazione giuridica universale : l’istituzione di una corte penale internazionale il cui statuto è stato firmato a Roma il 17 (diciassette) luglio 1998 (millenovecento novantotto). L’anno seguente, sempre a Roma, lei ha preparato i lavori che condurranno all’approvazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata. Il suo impegno e il suo personale coinvolgimento si ritrovano anche nel suo lavoro nei confronti dei minorenni, dove lei dimostra grande apertura professionale e pedagogica : lei è stata Presidente del Tribunale dei minori di Milano dopo esserne stata il Procuratore. Sempre preoccupata per la condizione sociale delle popolazioni più a rischio, lei ha partecipato ai lavori di elaborazione delle regole delle Nazioni Unite sull’amministrazione della giustizia dei minori, dette « Regole di Pechino ». Inoltre lei ha partecipato all’instaurazione di un tribunale per i minori in Angola, presenziando anche alla sua inaugurazione. Lei ha condotto allora delle ricerche in questo campo, preparato un film sull’adolescenza e partecipando in Italia a numerose commissioni e lavori, fino ad elaborare il Codice di Procedura Penale per i minori. Ancora oggi le sue relazioni con la comunità giuridica internazionale sono importanti : lei presiede infatti il Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, fondazione ufficialmente consultativa presso il ECOSOC ( Consiglio Economico e Sociale) delle Nazioni Unite. In parallelo con i suoi impegni professionali lei ha insegnato nelle più prestigiose università milanesi, non solo il diritto ma anche « l’integrazione sociale », in modo particolare delle popolazioni straniere. Lei ha anche scritto vari manuali di diritto e pubblicato ricerche sull’adolescenza e sulle difficoltà che talvolta gli adolescenti incontrano nei confronti della società. Lei si è anche impegnata su argomenti di etica sui quali la nostra società contemporanea s’interroga. Non sarei esauriente se non parlassi del suo lavoro, durante dieci anni, presso il Ministro Umberto Veronesi, come membro della Commissione sull’utilizzazione delle cellule staminali e del Comitato nazionale di Bioetica. Dans les hautes responsabilités que vous avez exercez et que vous continuez d’assumer aujourd’hui à la tête du Tribunal de Milan, vous avez témoigné d’un constant souci d’ouverture aux institutions judiciaires de vos partenaires européens et, notamment françaises. Ainsi, pour ne citer que des exemples récents, vous avez apporté un témoignage qui fut utile et apprécié, dans le cadre de la formation des élèves magistrats de l’Ecole nationale française de la Magistrature. Vous avez également eu un échange d’un grand intérêt réciproque, selon ce qu’on m’en a rapporté, avec le Procureur Jean-Claude Marin lors de son déplacement à Milan. Faute de pouvoir être exhaustif – et je le regrette Madame la Présidente, tant votre carrière et vos engagements personnels sont riches et nombreux – je me dois néanmoins d’évoquer votre attachement à la culture. Si l’on sait votre engagement au sein de l’UNESCO, tous ne connaissent pas votre œuvre au sein du théâtre No’ hma. Vous en êtes aujourd’hui la présidente, poursuivant ainsi l’œuvre entreprise par votre sœur Teresa, qui en reste l’âme. Théâtre, mais je devrais dire « espace » - Spazio – comme il est défini car il s’agit véritablement d’un lieu d’échanges où les musiques et les genres culturels différents se rencontrent, pour le plus grand bénéfice des Milanais et de la capitale lombarde. Votre théâtre accorde une belle place à la création et aux auteurs français. Voilà qui démontre une nouvelle fois que tout au long d’un parcours professionnel et personnel très riche, vous avez toujours entretenu une relation de grande proximité avec la France. Nous allons à présent procéder à la remise des insignes. Mme Livia Pomodoro, au nom du Président de la République, je vous fais Chevalier de l’Ordre de la Légion d’Honneur.