Alessandro Boris Amisich GIULIO REGONDI …E FAMIGLIA: SOLO

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Alessandro Boris Amisich GIULIO REGONDI …E FAMIGLIA: SOLO
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Alessandro Boris Amisich
GIULIO REGONDI …E FAMIGLIA:
SOLO QUALCHE PRECISAZIONE
1. Premessa
Nulla di nuovo rispetto a ciò che ho pubblicato su Giulio Regondi da oltre 20 anni a questa parte
(mi occupo del musicista sin dal 1980): nei miei articoli (citati nella breve bibliografia al termine di
questo scritto) ci sono già tutte queste notizie.
E allora? Allora ritengo opportuno farne uscire una versione in inglese, perché vedo che spesso i
miei lavori vengono elencati come bibliografia, ma spesso le conclusioni che io credo di aver
dimostrato vengono ignorate (o comunque non perfettamente comprese).
2. Dove nacque Giulio Regondi?
Le fonti biografiche in genere concordano nel fissare nel 1822 la nascita del nostro musicista1. E
in effetti sarebbe proprio lo stesso Giulio Regondi a sostenere questa data: la notizia viene
riportata, in uno schizzo biografico steso dopo la sua scomparsa da una certa Mme Fauche2, della
cui attendibilità ho parlato a lungo nei documenti citati in bibliografia. Riassumo in estrema
sintesi:
1)
La rivista inglese The Musical World (25/5/1872, p. 332) definisce Mme Fauche amica
personale del musicista.
2)
Mme Fauche riporta l’anno e il luogo di nascita di Regondi affermando di averli appresi
direttamente da Thomas Sears Binfield, che è il curatore testamentario di Regondi.
3)
Mme Fauche cita episodi della vita di Regondi che non ci sono noti in alcun modo da
alcuna altra fonte biografica.
Tutto ciò dimostrerebbe la “vicinanza” tra la Fauche e Regondi.
Per quanto riguarda invece la località di nascita, troviamo citate frequentemente Ginevra e
Genova; qualche volta anche Lione3 (che però è semplicemente il luogo in cui Regondi colloca i
suoi primi ricordi).
Il pasticcio è notevole. Vediamo se si riesce a chiarirlo. Se qualcuno non volesse fidarsi della
testimonianza Fauche/Binfield, (che comunque a me sembra molto attendibile) potrebbe
sviluppare una propria ipotesi in merito e cercare di dimostrarla. Propongo comunque la mia, che
è la seguente:
- I primi documenti abbondanti su Regondi concertista (esclusi quelli relativi al bambino
prodigio) sono in lingua tedesca e si riferiscono alle presenze del musicista nelle sale da
concerto del continente negli Anni Quaranta: non li conosciamo nemmeno tutti. Ma la mia
sensazione, avendone letti diversi, è che Regondi venisse considerato sostanzialmente un
1 JOZEF POWROZNIAK, Gitarren-Lexikon, Berlin 1979, p.121 s.v. Regondi sostiene che sia nato nel 1782; dovrebbe essere
un errore, naturalmente, altrimenti diventerebbe difficile poter sostenere che quell’enfant prodige (come lo chiama la stampa
parigina negli anni 1830-31) fosse proprio il nostro musicista.
2 The Musical World, (Londra), 1 giugno 1872, p. 345
3 The Harmonicon, (Londra), 18 luglio 1831, pp.200-201; Allgemeiner Musikalischer Anzeiger (Vienna), 3 novembre 1831,
p.176
italiano oppure (solo occasionalmente) un inglese. E quindi quando Regondi diceva “I was
born in Geneva” qualcuno potrebbe aver tradotto un po’ liberamente l’inglese Geneva nel
tedesco Genua, invece che nel corretto Genf. Spiegazione banale? Può essere. Ma basta
che avvenga una sola volta: diciamo che magari un primo critico tedesco fa questo errore
e gli altri lo perpetuano. Sappiamo che tra un giornale musicale e l’altro le polemiche e gli
scambi erano vivissimi e le notizie passavano da una testata all’altra con parecchie
approssimazioni, tendenza al sensazionalismo e senza troppo controlli4.
- In generale i biografi tedeschi perpetuano quello che secondo me è un errore5.
Vale comunque notare che le fonti in lingua inglese non parlano mai di Genova: non una sola
fonte inglese!
E quindi la città italiana andrebbe esclusa, anche e soprattutto dopo che una serie di miei
controlli negli archivi (Archivio di Stato e Archivi Arcivescovili) e negli elenchi degli antichi
cognomi genovesi non ha dato alcun esito6. E anche oggi in effetti il cognome è attestato a
Genova solo in maniera quasi insignificante.
Il cognome appare con maggior frequenza (ai nostri giorni) negli elenchi degli abbonati al
telefono di Milano e di altre località della Lombardia. Andava presa quindi in considerazione
l’ipotesi che la famiglia fosse di origine milanese.
L’unico collegamento con Milano, durante la vita di Giulio, lo troviamo nel suo testamento,
quando egli lascia la somma di 1000 sterline alla cugina Angiola Bavelli, moglie di Giovanni
Bavelli, via del Gallo 6, Milano, Regno d’Italia.
Ho controllato questa esile traccia: via del Gallo si trovava nella parrocchia di Santa Maria
Segreta, nei cui documenti c’è la traccia del matrimonio di Angiola Maria Margherita
Alborghetti con Giovanni Battista Bavelli. Angiola era nata il 22 febbraio 1834 ed era stata
battezzata il giorno dopo; suo padre Tomaso era già morto in questa data, sua madre era
Adelaide Regondi, nata nel 1795, (anche se qualche documento riporta 1794). Tomaso e
Adelaide si erano sposati il 1 febbraio 1825 a Milano, chiesa di Santa Maria del Carmine, ed
avevano fissato residenza in via Larga, in pieno centro cittadino.
Angiola avrebbe avuto nel 1868 una figlia, Giuseppa Giulia Teodora, che sarebbe però morta a
tre mesi d’età.
Quindi la famiglia ed il cognome sono sicuramente milanesi.
E qui mi viene in aiuto la figura generosa e sensibile del dott. Giovanni M. Piazza della
Biblioteca Trivulziana – Archivio Storico del Comune di Milano. Con il suo contributo e con i
riscontri trovati all’Archivio Storico Diocesano sono riuscito a ricostruire una parte della
genealogia della famiglia Regondi.
Nel Ruolo Generale della Popolazione 1811 (praticamente il Censimento) risulta che:
- un Ambrogio sr ed una Cristina Colombo sono genitori di un Ambrogio jr. (nato il 18
4 A tal proposito si veda Neue Zeitschrift für Musik, (Lipsia), 8 marzo 1847, pp.80-81. Ci sono però fonti tedesche che si
distaccano da questo svarione generalizzato ed invece attribuiscono (a mio avviso correttamente) i natali di Regondi alla città di
Ginevra: “Svizzero di nascita, nome italiano, Regondi era completamente inglese per patria, tipo di vita e lingua”
(E.HANSLICK, Geschichte der Conzertwesens in Wien, Wien 1869, pp.340-341); “Hr.Giulio Regondi aus London (ein
geborner Genfer)” (Allgemeine Musikalische Zeitung, 29 dicembre 1846, p.640). Comunque è necessario dire che questi testi in
lingua tedesca (che affermano chiaramente la nascita ginevrina) sono, nell’ottocento, un’assoluta minoranza. A ciò può aver
fortemente influito la suggestione creata dal confronto continuo che i critici facevano tra Regondi e Paganini (“Regondi è il
Paganini della chitarra” si leggeva spesso). E Paganini era genovese!
5 Trascurando HANSLICK, op.cit., che sembra avere la notizia corretta, e seguendo invece Joseph Zuth, musicologo di indubbi
meriti, che però oscilla tra le due ipotesi: prima (J.ZUTH, Handbuch der Laute und Gitarre Wien 1926), sostiene che Regondi
fosse ginevrino, ma a distanza di un anno, (“Eine Handschrift von Giulio Regondi” in “Musik im Haus” 1927, n 6, pp. 78-80)
cambia idea e lo considera genovese. Da qui riparte tutta la confusione novecentesca.
6 Il cognome è assente dai registri della leva, dai documenti dei censimenti, dai registri della Curia Arcivescovile (anche se la
Seconda Guerra Mondiale ce ne ha lasciati pochi da consultare).
agosto 1764, morto nel 1831). Ambrogio jr. cambia diverse abitazioni: 1748, 1573, 1652,
1667, 1102, 73 (sono gli indirizzi teresiani: ogni abitazione della città ha un proprio
numero). Quando la figlia Adelaide, nel 1825, si sposa, lui è definito “Regondi Ambrogio di
Bovisio, sarto”. A tale data il suo indirizzo è il 1667, cioè una casa in Vicolo del Melone n.
6, parrocchia del Carmine. Sua moglie era “Gatti fu Teresa, sarta” (evidentemente già
morta). E’ curioso notare che i Registri dello Stato d’Anime della parrocchia del Carmine,
dal 1794 ad Ottocento inoltrato, non riportino mai alcun Regondi all’indirizzo in questione,
che risulta invece di proprietà di un tal Pirovano, filatore di seta, e successivamente di un
certo Brambilla.
- Dagli archivi della parrocchia (poi soppressa) di San Tomaso in Terra Mara risultano gli atti
di battesimo di quattro figli di Ambrogio jr: Pierina Adelaide Pasqualina battezzata il 6
aprile 1795, che è registrata come sarta nel suo atto di matrimonio con Tommaso
Alborghetti (merciaio, nato a Monte Marenzo il 6 marzo 1837); Sabrina Giacinta Anna
Maria, battezzata il 25 luglio 1797; Luigi Antonio Natale, battezzato il 14 maggio 1800 e
Maria Giovanna Cattarina battezzata in casa dall’ostetrica per pericolo di morte il 14
febbraio 1804.
- Di un quinto figlio (anzi del primo figlio) di Ambrogio jr non ho trovato l’atto di battesimo.
Il personaggio comunque esiste e trasmette, anche attraverso le carte dei documenti, una
sua irrequietezza: il Censimento del 1811 lo definisce “merciaio”, mentre quello del 1835
“merciaio e prof. di musica”. Risulta nato il 27 agosto 1788 (con una correzione in 1787)
ed è coniugato con Teresa Navoni. Ha due figli: Michele (nato a Milano il 7 settembre
1811, morto nello stesso anno) e Giovanni Battista (Milano, 20 maggio 1810 – Parigi
1836). Giuseppe cambia un’enorme quantità di abitazioni e non è mai allo stesso indirizzo
del padre e della sua famiglia d’origine: per tre volte abiterà al 4307 e per una al 4789,
contiguo al 4790 di Adelaide.
- Angiola Maria Margherita Alborghetti, figlia di Adelaide, è la quarta di sei fratelli:
Francesco, Sesto, Maria,(modista), Angela (Angiola), Angelo, Luigia. Il 1 ottobre 1854 si
sposa nella chiesa milanese di Santo Stefano con Giovanni Battista Bavelli (nato il 6 luglio
1829); col marito condivide due indirizzi, 3225 e 4037. Quando le nasce e le muore la
figlia Giulia, e anche quando Giulio fa testamento, abita in via del Gallo n.6
Giulio Regondi non compare mai nei registri di Milano. Ma se noi andiamo a riconsiderare la
figura del “prof. di musica”, l’inquieto Giuseppe, e ipotizziamo che possa essere lui quel falso
padre/sfruttatore del talento di Giulio, che cosa ne viene fuori?
- Già negli Anni Ottanta avevo richiesto la consultazione dei registri delle nascite e dei
matrimoni a Ginevra: ebbene; nessun Regondi è nato, morto, si è sposato a Ginevra nei
primi Anni Venti dell’Ottocento. Verso il 1997 ho provato a rifare la richiesta di
consultazione (a distanza) degli archivi ginevrini; questa volta il mio interlocutore ha avuto
l’idea di consultare un registro di cui non conoscevo l’esistenza:un Registro degli Stranieri,
dove venivano segnati i non residenti che chiedevano di poter soggiornare in città. Un
certo Joseph Regondi, originario di Milano, viene a Ginevra una prima volta il 2 dicembre
1814 e chiede di stabilirsi in città dove intende svolgere l’attività di musicista. Il 19
dicembre 1823 lo stesso Joseph, 36 anni, celibe (!), maestro di lingua italiana, ottiene
nuovamente il permesso di soggiorno e il 1 luglio 1824 (dopo aver rapito un orfano 7 di
due anni, ci verrebbe da aggiungere), abbandona Ginevra e parte alla volta di Lione, (e
come età potrebbe coincidere benissimo con il Guseppe che abbiamo incontrato negli
archivi milanesi).
7 “His mother died in giving him birth” (The Athenaeum, 3 settembre 1831, p. 573)
A questo punto tutti i nodi sembrano venire al pettine.
Credetemi: chi intende ancora sostenere che Giulio Regondi è nato a Genova deve essere
consapevole di farmi un dispetto personale.
3. Quando fu “patented” la concertina?
In chiusura, in breve, un altro argomento cruciale.
Quasi sempre si legge che Sir Charles Wheatstone “patented” la sua concertina nel 1844. Più
o meno tutti concordano che vi lavorasse almeno dal 1829-1830, ma che lo strumento
prendesse questo nome solo dal 1844, appunto. Prima di tale data si parla generalmente di
Symphonium o si trovano altri nomi. E ancora recentemente mi è capitato di leggere
affermazioni di questo genere.
Anche diversi siti web dedicati alla concertina continuano a sostenere queste date.
Ad esempio, se noi clickiamo su www.concertina.com, troviamo un indice che suddivide vari
argomenti. Clickando su FAQ veniamo indirizzati su www.concertina.info; un capitolo ben
documentato, dedicato alla storia dello strumento e corredato di belle illustrazioni, ci informa
che sir Charles Wheatstone inventò il suo ingegnoso strumento nel 1829-30, ma che “he did
not get round to patenting the concertina under that name until 1844”.
A me non risulta. Nel 1837, il 28 giugno, Giulio Regondi (chiamato “Master Regondi” ) si esibì
a Londra in un concerto collettivo, come era di moda ai suoi tempi, che ebbe luogo all’
Haymarket Theatre. Dopo la recita di una commedia in due atti e prima di un’altra recita, si
concentrò una “Native & Foreign Talent! Being for the Benefit of Mr. Devin” , il cui pezzo forte
era l’ultima apparizione su suolo inglese di Thalberg, che eseguì al pianoforte una sua Grand
Fantasia sulle arie favorite dal Mose in Egitto.
Ebbene, in tale occasione Giulio Regondi, come si può vedere dalla riproduzione della
locandina, eseguì una propria Fantasia “on the patent concertina”.
Quindi evidentemente lo strumento era già stato brevettato nel 1837 e col nome che avrebbe
avuto negli anni successivi8. E anzi dovrebbe essere stato inventato ed utilizzato col suo nome
definitivo (almeno) nel 18359
Non sono naturalmente sicuro al cento per cento che questa notizia sia un’assoluta novità,
però sono sicuro che anche in pubblicazioni recenti si legge che la concertina fu patented nel
1844.
Beh, evidentemente non è così.
Alessandro Boris Amisich
Padova - Italia
[email protected]
8 The Musical World, 28 aprile 1837, pp. 105-106, confermerebbe questa data, dal momento che possiamo leggere: “[…] Master
Regondi played a fantasia on the ‘Concertina’ , a new instrument, the description of which will appear io our next number”.
9 Th.LAWRENCE, “Regondi in Ireland” in: “ Classical Guitar” 2000 n.7, p.22, cita due articoli irlandesi: “Master Regondi
also performs on a newly invented instrument called a concertina […]” (The Wexford Freeman, 31 gennaio 1835); “[...] in his
hands the instrument called a Concertina emitted a succession of sweet and silvery sounds[...]” (The Guardian and
Constitutional Advocate, 8 maggio 1831)
Bibliografia
Simon WYNBERG,
Giulio Regondi, cenni biografici
(Il Fronimo, n.42, 1983)
Alessandro Boris AMISICH,
Giulio Regondi, un bambino prodigio?
(Il Fronimo, n.45, 1983)
Alessandro Boris AMISICH,
Giulio Regondi. La carriera concertistica negli anni ‘40
(Il Fronimo, n. 58, 1987)
Alessandro Boris AMISICH,
Giulio Regondi, compositore e concertista
(Il Fronimo, n.62, 1988)
Alessandro Boris Amisich,
Giulio Regondi: dieci studi ed una foto
(Il Fronimo, n. 76, 1991)
Alessandro Boris AMISICH,
Giulio Regondi, concertista e compositore del Romanticismo
(OTTOCENTO edizioni musicali, Ancona 1995)
Alessandro Boris AMISICH,
Inserto monografico: Giulio Regondi
(Guitart, n. 8, 1997)
Thomas LAWRENCE,
Giulio Regondi in Ireland
(PaGes n.6, 1999) (www.ucd.ie/articles/lawrence.pdf)
Helmut C. JACOBS,
Der junge Gitarren- und Concertinavirtuose Giulio Regondi,
(Eine kritische Dokumentation seiner Konzertreise durch Europa
1840 und 1841)
(AUGEMUS Musikverlag, Bochum 2001)