Oggi, 23 settembre 2012, sono arrivate notizie fresche dal

Transcription

Oggi, 23 settembre 2012, sono arrivate notizie fresche dal
SETTEMBRE 2012 - N.10
Editoriale
RITORNANO I BRIGANTI
Capitolo I – Quel 25 novembre 2011
Il mese di Novembre stava per finire. Era necessario
andare a Ihosy perché le commissioni da fare erano
tante e bisognava anche ritirare i soldi per le paghe
mensili dei 24 operai che stavano lavorando alla
costruzione della nuova chiesa.
Venerdì 25 Novembre partii da Jangany alle 5 del
mattino, quand'era ancora buio; speravo di arrivare
a Ihosy entro le ore 8, in modo da sbrigare per
tempo le commissioni e ripartire prima di
mezzogiorno, per non rischiare di essere sorpreso
lungo la strada dall'acquazzone del pomeriggio. La
stagione delle piogge, infatti, era già arrivata e su
Ihosy si addensavano, fin dal mattino, nuvole
minacciose e cariche di pioggia.
Riuscii a terminare presto le commissioni e, verso le
ore 11, passai in banca per cambiare in Ariary
malgasci il denaro necessario per pagare il ferro e il
cemento delle fondamenta della nuova chiesa e per
dare il salario mensile agli operai del cantiere. In
banca, però, c'erano lunghe file di persone; capii
che, quella mattina, non sarei riuscito a cambiare i
soldi. Su Ihosy, intanto, si era abbattuto un forte
vento e la pioggia cominciava a cadere. La gente
parlava dell'arrivo di un ciclone: è una rischiosa
avventura essere sorpreso per strada dalla violenza
dell'acquazzone tropicale. Così mi affrettai a ripartire
per Jangany, rimandando ai giorni successivi il
cambio dei soldi.
Con la piccola Suzuki Gimny, acquistata con l'aiuto
di mia sorella Rosaria, percorsi velocemente la
ripida salita di 14 Km. che, dalla depressione di
Ihosy, porta sull'altopiano dello Horombè. Appena
giunsi sull'altopiano, vidi che forse sarei riuscito ad
arrivare a Jangany prima della pioggia. Infatti,
mentre su Ihosy cadeva già un violento acquazzone,
su tutto lʼHorombè le nuvole erano ancora sparse e
la strada era asciutta. Mi andò bene: la pioggia
arrivò solo verso le ore 15, quando la Suzuki era già
parcheggiata nel cortile della Missione di Jangany.
Ringraziai Dio per avermi concesso di viaggiare
all'asciutto, evitando il rischio di impantanarmi nel
fango e di trovarmi in difficoltà lungo la famosa
"strada dei briganti".
Mentre mi avvicinavo alla missione, osservavo con
soddisfazione le numerose aule della scuola "Sainte
Marie", i pali della luce e la rete di fili che portava la
corrente elettrica nelle case; notavo la vasta
estensione acquistata in pochi anni dal villaggio:
Jangany non era più il misero villaggio del 1996,
quando era iniziata la costruzione della scuola; ora
Dedichiamo questo numero della newsletter al racconto,
fatto dalla viva voce di padre Tonino, del furto messo in
atto nel novembre scorso ai danni della missione di
Jangany: evento grave per il danno economico arrecato,
ma soprattutto per le lacerazioni prodotte allʼinterno della
comunità.
Un breve spazio è inoltre riservato ai diversi incontri e alle
iniziative organizzati in occasione della visita di padre
Tonino, in Italia fino a metà ottobre… lʼelenco è
preceduto da un vivace racconto di Carlo Pili che ci fa
partecipi dellʼincontro di questi giorni tra padre Tonino e il
prof. Adolfo Puxeddu… gente di Sardegna che sa sempre
accogliere come si deve il compaesano di Aritzo quando
torna da Jangany “un poʼ giù di forze”.
Cogliamo infine lʼoccasione per esporre alcuni lavori
prodotti dalla scuola secondaria di Pino Torinese che,
nellʼambito di un progetto di interculturalità, hanno
sviluppato una corrispondenza in francese con la scuola
St.e Marie di Jangany. Ne riportiamo qualche stralcio
lasciando in francese le lettere giunte da Jangany.
Nel frattempo, proprio a Pino Torinese, è avviata la nuova
iniziativa Cerca ciò che unisce: un puzzle per Jangany.
Siamo nuovamente alla ricerca di qualche sponsor che
renda possibile lʼiniziativa che prevede la realizzazione di 8
puzzle (in realtà sei dedicati a Jangany e due dedicati ad
un orfanotrofio in Cambogia) in 4000 copie. Potete trovare
indicazioni allʼindirizzo
http://puzzlejangany.tumblr.com/
ll racconto di padre Tonino costituisce la prima delle tre
parti che saranno pubblicate sui prossimi numeri della
newsletter in relazione allo sviluppo degli eventi.
Per ora vi anticipo le poche notizie relative ai mesi
successivi al furto: essendo stati individuati con certezza
gli autori del furto (due briganti del villaggio; il figlio del
funzionario del governo in funzione a Jangany, il cui padre
è complice nel delitto; un gendarme in servizio a Jangany)
la missione ha scelto di denunciarli al tribunale di Betroka,
pur conoscendo la corruzione che dilaga in quellʼambiente:
parte della refurtiva di ogni furto viene destinata a
corrompere i gendarmi e i giudici.
Quella della legalità non è stata una scelta facile: in
ambienti in cui i delinquenti hanno più forza dello stato,
scegliere di denunciare i colpevoli comporta non pochi
rischi. Scrive padre Tonino in unʼemail di marzo, mese di
aveva assunto l'aspetto di una cittadina rurale in
piena espansione.
Appena arrivato riposi nel container il denaro che
non ero riuscito a cambiare; è il container, infatti,
il luogo più sicuro per tenere i soldi, essendo le
porte e le finestre della missione facilmente
forzabili. Lì conservavo le offerte espressamente
dedicate alla costruzione della nuova chiesa,
necessaria per ospitare i tanti fedeli che il
vecchio capannone non riusciva più a contenere.
Con quei soldi si sarebbero costruite le strutture
portanti della chiesa: fondamenta in pietra e
cemento armato, muri in mattoni cotti, tetto in
lamiera. La chiesa era stata progettata per poter
accogliere 1.500 persone: 32 metri di lunghezza
e 20 di larghezza, di forma ovale, come la barca
di S.Pietro; sarebbe stata dedicata a S.
Giuseppe, patrono di Jangany. Una volta
sistemate queste parti essenziali, avrei potuto
affrontare con calma i restanti lavori.
Speravo di poter realizzare questo programma
tra settembre 2011 e giugno 2012: avevo i soldi
per pagare il materiale e il salario degli operai
per circa 8 mesi. Confidavo, come sempre,
nell'aiuto della Provvidenza per affrontare le
spese successive.
All'arrivo della stagione delle piogge, data la
difficoltà dei viaggi e delle comunicazioni, avevo
trattenuto i soldi a Jangany, nascondendoli nel
container, in modo da averli disponibili per i
pagamenti nei mesi successivi. Erano soldi
dedicati alla costruzione della chiesa, frutto dei
sacrifici dei benefattori, quindi doppiamente
"sacri": li amministravo con scrupolo, li cambiavo
in Ariary malgasci poco alla volta, perché non
perdessero il loro valore d'acquisto col continuo
deprezzamento della moneta malgascia.
Non potevo tenerli nella mia abitazione perché
insicura: era una capanna malgascia con i muri
di fango e le sue deboli finestre si sarebbero
potute abbattere con un semplice colpo di vanga.
Il container, invece, era di ferro e la sua porta era
chiusa col lucchetto. I briganti e i ladri della
savana non disponevano di arnesi adeguati per
forzare i lucchetti… almeno fino a quel momento.
In quel pomeriggio del 25 novembre, mentre
rimettevo il denaro con gli altri soldi, avevo il
rincrescimento di non essere riuscito a cambiarli
e a portare a casa le paghe degli operai: mi
dispiaceva dover consegnare i salari mensili con
alcuni giorni di ritardo.
inizio della vicenda giudiziaria: «Chi non tocca con mano non
riesce a immaginare lʼarroganza con cui i familiari dei ladri fanno la
guerra a chi osa denunciare la delinquenza dei loro parenti: quello
che conta non è la ricerca della giustizia, ma la difesa della
parentela, anche se questa è iniqua».
Ma questa non è lʼunica ferita che la comunità del villaggio si trova
ad affrontare: il furto alla missione viene vissuto in seno alla
comunità «con un senso di dolore e di vergogna, come una
macchia che "mandòto ny tanana" (sporca la città), tanto più che i
soldi rubati erano dedicati alla costruzione della chiesa, "toèrana
masina" (luogo santo). Per la gente del villaggio un fatto così
grave attira la maledizione di Dio e degli antenati su tutto il
territorio; occorrerà trovare il modo di uscire da questa
maledizione attraverso una "fifònana" (riconoscimento della colpa
e richiesta di perdono). Come segno esteriore di pacificazione, ci
vorrà il rito solenne dell'offerta del bue di fronte a Dio e agli
antenati. Non sarà possibile riprendere i lavori della chiesa,
se prima non sarà rispettata questa sensibilità culturale della
popolazione. Prevediamo tempi lunghi. I frutti del lavoro spirituale
non maturano né facilmente né in tempi brevi. Il furto non è stato
casuale, ma premeditato e organizzato da un'associazione a
delinquere tra briganti locali e funzionari pubblici, specialmente
gendarmi. Le famiglie dei ladri ricorrono alla corruzione e a ogni
genere di intimidazione per ostacolare l'azione del tribunale. Tutti
aspettiamo la sentenza del tribunale di Betroka. Conoscendo la
corruzione che regna in quell'ambiente, abbiamo segnalato la
situazione al Ministro della giustizia. Nonostante le promesse, non
sappiamo se il Ministro si interesserà veramente. Dopo la
sentenza del tribunale, bisognerà entrare in dialogo vivo con la
mentalità della gente di questa savana e con il suo tipo di
saggezza per cercare una via di riconciliazione e di pacificazione.
Sarà un momento di dialogo tra mentalità cristiana e mentalità
pagana, molto impegnativo dal punto di vista culturale e
spirituale».
Come essere vicini alla gente di Jangany e a padre Tonino in
questa situazione così complessa e dolorosa sarà oggetto della
nostra riflessione quando, prossimamente, avremo modo di
incontrarlo.
Ero ben lontano dall'immaginare che, a Jangany, ci potesse
essere chi aveva programmato per quella notte di dare a noi
missionari un dispiacere ben più grande, rubando i salari di 8
mesi di lavoro.
La situazione del Madagascar, dopo il colpo di stato del 2009 e gli
anni successivi del cosiddetto governo provvisorio, si era
degradata in modo pauroso: accadevano fatti criminosi che non si
erano visti in precedenza e,anche nella nostra savana, quasi ogni
notte, i ladri erano in azione, forzando le porte delle capanne e
rubando le pentole e i pochi attrezzi delle povere famiglie. I
briganti, che da 15 anni non avevano più osato entrare a Jangany,
tornarono ad assalire i recinti dentro il villaggio, a
rubare gli zebù e a sparare contro le persone.
Nell'agosto 2011 i vescovi cattolici del Madagascar
scrissero un "Messaggio alla nazione" denunciando
la situazione con queste parole: «Siamo coscienti
che la legge è poco rispettata. Ci domandiamo se
la nostra nazione viva ancora come stato di diritto.
La potenza del denaro regna dappertutto: la
nazione è profondamente malata. I punti di
riferimento morali sono meno visibili, il popolo
diventa sempre più povero e vive in una continua
insicurezza. Questa triste situazione disorienta
molte persone e le getta nella confusione…».
Nella notte tra il 25 e il 26 Novembre 2011arrivò la
tormenta anche per la Missione di Jangany.
La mattina di sabato 26 Novembre, mentre pregavo
nella chiesetta, padre Fahamaro, mio confratello
malgascio, venne a cercarmi per segnalarmi che
avevo dimenticato di chiudere la porta del
container. Gli risposi che ero entrato nel container
proprio il pomeriggio precedente e che ricordavo
bene di avere chiuso la porta e di aver messo il
lucchetto. Ebbi il presentimento che fosse accaduto
qualcosa di grave ed andai subito a vedere.
Nell'avvicinarmi al container, posto accanto al muro
dell'abitazione dei missionari, notai la porta
accostata in modo strano e, lì vicino, il lucchetto
forzato e aperto senza chiave. Capii subito che
c'erano stati i ladri. Entrai nel container da solo: tutti
i bagagli e gli attrezzi erano in subbuglio, riversati
sul pavimento; andai subito a cercare i soldi, che
nascondevo dietro alcune vecchie valige. I ladri
avevano rovistato dappertutto ed avevano trovato
la piccola cartella in cui tenevo i soldi: la cartella era
là, aperta, ed i soldi non c'erano più.
Sentii in cuore un'enorme tristezza.
Il fatto criminale era gravissimo e impensato. Intuii
che avrebbe avuto delle conseguenze molto
dolorose per la Missione e per tutto il territorio di
Jangany. Mi domandai perché il Signore avesse
permesso una prova così dura e chiesi con fiducia il
suo aiuto.
In circa 25 anni di lavoro nel Madagascar, non
avevo mai avuto un attacco così diretto da parte dei
malvagi; ora ne stavo facendo l'esperienza:
l'ambiente di Jangany e del Madagascar era
profondamente cambiato.
Uscendo dal container, dissi a padre Fahamaro che
c'erano stati i ladri e gli spiegai che avrei fatto la
verifica dei danni al mio rientro, dopo due o tre
giorni: non volli addolorarlo raccontandogli subito
dei soldi rubati.
Quella mattina dovevo partire per Betroka, per la
predicazione della Medaglia Miracolosa: mi avviai
col cuore gonfio di tristezza…
Seguiranno il capitolo II - Le tracce dei briganti e il
capitolo III - Il tribunale di Betroka.
Cerca ciò che unisce: un
puzzle per Jangany
Dopo la buona riuscita dei due libri I racconti di
Jangany e Capriole allʼequatore, lʼIstituto
Comprensivo di Pino Torinese continua le attività di
interculturalità nel percorso di amicizia, conoscenza
e dialogo con la scuola St.e Marie di Jangany.
Il nuovo progetto Cerca ciò che unisce: un puzzle
per Jangany prevede – se troviamo il sostegno
sufficiente degli sponsor – la realizzazione di n. 6
immagini che costituiranno altrettanti puzzle.
Ciascuno di 140 pezzi e di dimensioni 35x50cm
sarà ospitato in una scatola a forma di libro. La
copertina ospiterà un richiamo alle motivazioni del
percorso ed uno spazio per il logo dello sponsor.
Questi puzzle sono nati nell'ambito del gemellaggio
tra le scuole elementari St. Marie di Jangany
(Madagascar) e Folis di Pino Torinese (TO). Sono
frutto della fusione tra i disegni realizzati dai bambini
e le fotografie dei loro volti e dei loro ambienti di
vita. L'intento è creare un gioco capace di offrire
qualche suggestione sul percorso di scoperta
reciproca che i bambini delle due scuole stanno
compiendo.
Perché giocando i bambini che vivono sopra
l'equatore offrano opportunità di studio e di gioco ai
loro amici che vivono sotto l'equatore e possano
costruire insieme il futuro.
Ecco qualche suggestione del progetto CERCA
CIO' CHE UNISCE:
- Una serie di puzzle solidali, con i volti e i disegni di
bambini che da sopra e sotto l'equatore si pensano
e si cercano con curiosità.
- Un regalo per crescere, aiutando altri bambini a
crescere.
- La spinta per costruire un mondo aperto e
tollerante, una competenza irrinunciabile per gli
adulti di domani
La partecipazione di sostegno prevede il costo di
10€ per 50 copie (con logo insieme ad altri sulla
scatola), 10€ per 100 copie e 9€ da 150 copie in su
(con logo individuale). Partecipate
RAGAZZI DʼOLTRE OCEANO
SI SCRIVONO
Nellʼambito del progetto di educazione alla
interculturalità, lʼIstituto Comprensivo di Pino
Torinese e la scuola Sainte Marie di Jangany hanno
messo in piedi una corrispondenza diretta in lingua
francese: le classi V elementari e quelle di I media,
dopo la visione del filmato Brousse Brothers e
lʼascolto della testimonianza di due amici appena
tornati da Jangany, hanno scritto agli scolari di
Jangany delle lettere. Alla traduzione in lingua
francese ci hanno pensato quelli delle III medie… un
bellʼesempio di integrazione del progetto di
gemellaggio con le attività didattiche e di studio.
Così pure è stata gestita la corrispondenza di ritorno
(via mail) da Jangany in francese, con traduzione
delle III e nuova le lettura e rielaborazione in italiano
delle I medie e delle V elementari.
Un grazie di cuore ai professori e alle maestre
impegnati in questa esperienza.
Di seguito riportiamo qualche passo in francese
giunto da Jangany e qualche scritto di riflessione
degli alunni di I media.
REPONSES DES ELEVES DE JANGANY AUX AMIS DE
PINO TORINESE
Jangany, le 10 Mai 2012
1.
Chers amis de Pino Torinese Alice, Andrea, Sara, Padaz,
Daniele, Valentina, Edo, Nous avons reçu avec joie votre
message et nous vous remercions beaucoup.
Nous sommes heureux de savoir que vous vous portez
bien et que vous vous amusez beaucoup. Nous aussi
nous nous portons assez bien et nous nous amusons,
mème si nos amusements, peut ètre, sont différents des
vòtres.
Pour nous aussi, le jumélage de notre école avec la vòtre
est très important, parce que ça nous donne la possibilité
de connaìtre des amis comme vous et de communiquer
avec “andafy” (un autre continent).
Ici chez nous, il y a des cyclones chaque année. Mème
cette année, aux mois de Fevrier et de Mars, il y a eu des
cyclones qui ont détruit beaucoup de nos habitations et de
nos rizières.
Merci de votre amitié et salutations à tout le monde.
Eugène, Jean, Fleurette, Sylvia - 1.er groupe toisième Ecole Sainte Marie.
2.
“Ciao”, chers amis de Pino Torinese!
Merci pour votre message que nous avons bien reçu.
Nous sommes très contents que vous vavez vu des
photos de notre village et de la vie de Jangany. Chaque
année, ici, il y a des cyclones.
Mème cette année, il y a eu des cyclones qui ont détruit nos
habitations et nos rizières. Le travail le plus important, chez
nous, cʼest la préparation des rizières, pendant les mois de
Octobre, Novembre et Décembre. Si le Bon Dieu nous
donne la pluie suffisante, nous avons des fruits au mois
dʼAvril.
Cette année, on a eu des fruits, mais il y a eu des rizières
détruites par les cyclones.
Ici, nous prenons nos repas 2 fois par jour: dans la matinée
et au coucher du soleil; sʼil y a du riz, on mange du riz; sʼil
nʼy a pas du riz, on mange du manioc. Lʼanimal féroce qui
on peut rencontrer chez nous cʼest le crocodile, surtout tout
au long des rivières, et il faut bien se garder. Merci pour
votre amitié. Ciao! Vos amis de Jangany.
Jean François, François Xavier, Marcelline, Paulette. 2me
groupe troisième - Ecole Sainte Marie.
3.
Salut, nos camarades de
lʼécole “Folis” et “Nino
Costa” de Pino Torinese!
Merci pour votre message.
Cette année, aux mois de
Fevrier et de Mars, ici à
Jangany, il y a eu des
cyclones qui ont détruit
des rizières et des
habitations, mais le Bon
Dieu nous aide à réparer
les dégàts et à reprendre
notre vie.
Le Père Tonino nous a
beaucoup parlé de vous et
il nous a montré le vidéo
de votre Fète de Noèl et de
votre vie dans lʼécole.
Nous avons vu avec joie vos photographies. Nous avons
reçu la visite de beaucoup de personnes qui sont venues dʼ
“andafy”: venez vous aussi! Nous serons bien heureux de
vous recevoir dans notre ville et de nous amuser avec vous.
Merci pour votre amitié et bon jour à tout le monde!
Aristide, Stanislas, Christoline, Aimée. 3me groupe troisième
- Ecole Sainte Marie.
4.
Chers amis Emanuela, Alessia, Alessandro, Giulio, Michele,
Martina, Madalina, Merci pour votre message. Très bien
pour le film que vous avez vu sur notre vie à Jangany. Oui,
nous sommes très contents pour le développement de notre
village, qui va devenir une grande ville.
Dans lʼaprès-midi, nous allons à lʼécole de 14 heures jusquʼà
17 heures. Les matières de notre programme dʼétude sont:
la Langue malgache, lʼHistoire, la Géographie, la
Mathématique, la Physique, les Langues étrangères
française et anglaise etc.
Notre nourriture est normalement le riz avec quelque
légume, sʼil y en a; sʼil nʼy a pas du riz, on mange du
manioc. nous mangeons 2 fois par jour: à moitié matinée et
au coucher du soleil.
Merci pour votre amitié. Au revoir. Pierrot, Sabin, Marina,
Félicia. 4me groupe troisième - Ecole Sainte Marie.
5.
“Ciao”, nos amis!
Merci pour votre message. Nous sommes très contents
pour le film qui vous a fait connaìtre notre vie de
Jangany, notre école et aussi le pont des brigands. Oui,
cʼest vrai: quand les cyclones détruisent nos rizières,
nous sommes en difficulté pour notre nourriture. Avec
lʼécole et lʼinstruction et surtout avec lʼaide du Bon Dieu,
nous espèrons dʼaméliorer notre vie.
Merci pour votre amitié. A tantòt.Jean Pierre, Olivier,
Eliane, Hortencia.
5me groupe troisième - Ecole Sainte Marie.
6.
Chers amis Giulia, Benedetta, Cecilia, Alice, Alessandro,
Roberto, Merci pour votre message. Ici ça va bien. Cʼest
vrai: les cyclones on détruit des habitations et des
rizières, mais, avec lʼaide du Bon Dieu, on tàche de
réparer les dégàts. Nous sommes très contents que vous
avez vu des vidéos et des photos sur notre vie de
Jangany. Nous aussi, par Père Tonino, nous avons vu le
film de votre très belle fète dédiée à Jangany: très bien,
merci!
Merci pour votre amitié. Salutations. Théogène, Cédric,
Béatrice, Nona. 1.er groupe quatrième - Ecole Sainte
Marie.
7.
Chers amis Anna,
Andrea, Francesca,
Lorenzo, Valentina, Merci
pour votre message.
Nous avons reçu avec
joie vos paroles
dʼencouragement. Cʼest
vrai: avec lʼécole,
beaucoup de choses ont
progressé ici à Jangany.
Mème si les cyclones ont
produit des dégàts, nous
nous efforsons de réparer
et de chercher notre
nourriture. Merci pour
votre amitié. “Ciao”.
Juvence, Bernit, Elodie, Ernestine. 2me groupe
quatrième - Ecole Sainte Marie.
8.
Chers amis Giada, Giorgia, Giulia, Elena, Matteo, Merci pour
votre message que nous avons reçu avec joie. Ici à
Jangany, ça va bien. Dans lʼécole, nous étudions la Langue
malgache, lʼHistoire, la Géographie, la Mathématique, la
Physique, les Langues étrangères française et anglaise etc.
Oui, nous aussi nous faisons, dans certaines occasions, du
Théatre et des spectacles, surtout à la fète de Noèl et à la
fète de notre école, au mois de Mai, comme nous avons fait
le dernier 06 Mai. Nous espèrons que le Père Tonino puisse
vous envoyer le vidéo. Pour nous aussi, le samedi et le
Dimanche sont des jours de vacance.
Au revoir, chers amis et à tantòt. Armand, Marcel,
Clémentine, Adoline. 3me groupe quatrième - Ecole Sainte
Marie.
9.
Chers amis de Pino Torinese, CM2 et sixième, Merci pour
votre message et pour vos demandes sur notre vie de
Jangany. Le père Tonino a commencé lʼécole et, avec
lʼécole, beaucoup de choses sont changées dans cette
brousse où nous vivons. Lʼavenir de tous les enfants est
devenu moins sombre.
Les changements moraux dont vous parlez sont des fruits
de lʼinstruction et de lʼéducation quʼon reçoit par lʼécole. On
apprend à utiliser lʼintelligence que le Bon Dieu nus à
donnée, on apprend à rechercher le bien et à refuser le mal,
et on apprend à bien travailler. Nous sommes dʼaccord avec
vous sur lʼimportance de lʼécole. Nous étudions avec bonne
volonté et nous sommes aussi toujours prèts à aider nos
familles dans les travaux nécessaires soit dans la maison
soit dans la rizière.
Quand les cyclones arrivent, on ne peut pas les arrèter. Sʼil
y a des dégàts, on tàche de les réparer. Pour notre santé, il
y a le dispensaire de la Mission qui nous aide, avec la soeur
infirmière. Quelque fois, il y a aussi la doctoresse Peppina,
qui vient dʼItalie pour aider nos malades. Merci pour votre
amitié. A bientòt.
Albert, Francisco, Christelle, Camaria. 4me groupe
quatrième - Ecole Sainte Marie.
Seguono altre lettere che potete trovare su
http://jangany.tumblr.com/, scorrendo un poʼ la pagina.
Ecco invece qualche
stralcio di riflessione
successiva al lavoro:
ARITZO: Padre Tonino
incontra Adolfo Puxeddu
Ospitiamo il racconto di Carlo Pili che ci fa partecipi
del recente incontro tra padre Tonino ed il prof.
Adolfo Puxeddu autore del libro “Kerbos dʼabba”,
(puoi trovare qualche dettaglio al link http://
libreriajangany.tumblr.com/), scritto a sostegno del
percorso di Jangany e distribuito con successo a
Cagliari, Perugia e Roma…
vendendo bene e seguirà qualche altro bonifico.
Ho fatto questa lunga premessa per arrivare al 26
agosto 2012, giorno in cui i due protagonisti della
vicenda, si sono incontrati per la prima volta, ad
Aritzo. Lʼincontro è stato bellissimo e coinvolgente.
Abbiamo concordato di fare unʼescursione nei
nostri monti per il giorno 29 , in quanto il Professor
Puxeddu sarebbe ripartito di lì a qualche giorno.
Alle sette e trenta, puntuali, siamo partiti a piedi da
Sʼarcu de Santa Maria, per visitare ovili, boschi,
monti e ruscelli della nostra infanzia, ad una
altitudine sempre superiore ai 1.200 mt sul mare,
nel cuore del Gennargentu. Abbiamo finito
lʼescursione dai nostri amici pastori , Armando,
Pino e Silvio, che ci hanno accolto “alla sarda”:
guanciale e prosciutto, maialetto arrosto,
formaggio e vino rosso. Abbiamo partecipato alla
mungitura delle capre, abbiamo visto come si fa il
formaggio e siamo andati via contenti e felici (e
qualche bicchiere di vino in più per festeggiare
lʼevento).
A giugno dellʼanno scorso, quando squillò il
telefono a casa di Rosaria, la sorella di Padre
Tonino, dallʼaltra parte del filo rispose il
Professor Adolfo Puxeddu. Chiamava da San
Gemini in Umbria, dove era stato per tanti anni
Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia
dellʼUniversità di Perugia. Il motivo della
telefonata era il seguente: aveva scritto un libro
che racconta le vicende degli ultimi 200 anni
della sua famiglia (Puxeddu, Maxia, Arangino),
intitolato “Kerbos dʼabba”.
Eʼ stata veramente una bellissima giornata. Se Dio
Dalla lettura del libro “Istorias de Aritzo” (scritto
vuole, lʼanno prossimo la ripetiamo. Siete tutti
nel 2002 da Tore Curreli, Giuseppe Contu e
invitati.
Carlo Pili) aveva saputo che in Madagascar
svolgeva la sua opera un missionario di Aritzo,
appunto Padre Tonino, a cui era stato devoluto
Padre Tonino
il ricavato della vendita delARITZO:
libro. Ritenendola
una bella iniziativa, pensò incontra
di fare altrettanto
e,
Adolfo
Puxeddu
perciò, telefonò da Rosaria. La fortuna volle che
in quel periodo ci fosse in vacanza anche il
nostro “eroe”. Ebbero quindi modo di parlarsi e
conoscersi, seppure solo telefonicamente.
Chiusero la telefonata con reciproci
complimenti e ringraziamenti.
Padre Tonino, che stava per ripartire in
Madagascar, mi telefonò subito, molto contento
e altrettanto preoccupato, allo stesso tempo.
Contento dellʼiniziativa del Professor Adolfo, ma
preoccupato perché gli aveva detto che lo avrei
chiamato io per metterci dʼaccordo, ma... si era
dimenticato di chiedergli il numero telefonico e
pertanto non sapeva come rintracciarlo.
Tranquillizzai Padre Tonino dicendogli che sarei
andato a piedi a San Gemini, se ce ne fosse
stato bisogno, ma sicuramente avremmo
rintracciato subito il Professore. Il libro ha avuto
un grande successo di vendita nel paese di
Aritzo e negli Aritzesi di Cagliari. Il ricavato è
andato alla Missione, ma lo stiamo ancora
Gli altri incontri in Italia
Istituto Comprensivo PINO TORINESE
Non siamo in questo momento in grado di indicare con precisione i giorni
di incontro con le insegnanti, i bambini e i ragazzi della scuola pinese.
Padre Tonino è atteso dai 300 bambini della scuola Folis con cui potrà
vedere due filmati e assistere ad una rappresentazione che i bambini
stanno preparando per lui dallʼavvio dellʼanno scolastico.
14 settembre – ARITZO (NU) A CAGLIARI
Come da ormai tradizione, per il 4° anno consecutivo, gli amici aritzesi di Cagliari hanno incontrato
Padre Tonino. Bellissima serata, con una sessantina di persone affascinate dai suoi racconti. Padre
Tonino ha potuto riincontrare persone della sua età, con le quali non si vedeva dai tempi dellʼinfanzia.
Gradita e affettuosa la presenza di una delegazione di amici di Solidando.
Malloreddus e vino rosso hanno completato un convivio pieno di affetto e simpatia
Lʼoccasione è stata ovviamente propizia per una raccolta di fondi per la Missione di Jangany
20 settembre – ANCORA CAGLIARI
Incontro con gli amici di SOLIDANDO onlus, da anni sostenitori di Jangany
e impegnati in particolare nel sostegno dello studio universitario di alcuni
studenti di Jangany che frequentano lʼUniversità presso la capitale
Antananarivo.
22 e 23 settembre – LUCCA
Incontro con la comunità parrocchiale di San Filippo. padre Tonino
incontrerà Beppe Satin, il radioamatore che consente le comunicazioni via
mail in onde radio tra lʼItalia e Jangany, le catechiste e tutta la comunità
che da alcuni anni lo sostiene.
23 settembre – CASELETTE (TO)
Potendo giungere solo in serata, padre Tonino non potrà partecipare
pienamente alla 3 giorni di festeggiamento dei 30 anni di missionarietà
della onlus Operazione Uribe. In serata è previsto in ogni caso un incontro
familiare di saluto dove padre Tonino racconterà gli sviluppi e i problemi
del villaggio.
Desidero però qui ricordare i principali appuntamenti che si terranno presso la sala culturale della
biblioteca comunale dove è stata allestita una splendida mostra che illustra il percorso della onlus.
Interverranno
• Venerdì 21 – 21h don Silvio Mantelli (Fondazione Mago Sales)
• Sabato 22 – 16h don Gianni Campagnolo (missionario in Colombia)
• Sabato 22 – 21h Alfredo Bastia (missionario laico)
• Domenica 23 – 16h Père Jean Francois Abou Diagne (Senegal)
29 settembre – PAVIA
Dalle 16.00 alle 22.00 il Circolo degli Emigrati Sardi che vivono nei dintorni di
Pavia ospiteranno padre Tonino nellʼambito del loro raduno annuale. Si tratta di
una bella festa che questʼanno si coinvolge nellʼesperienza di Jangany.
Interverrà anche il prof. Puxeddu per la presentazione del libro Kerbos dʼabba a
sostegno di Jangany.
5 ottobre – TORINO
Momento di riflessione con amici e simpatizzanti alle 21 presso il Circolo
Culturale San Remigio di via Chiala 14, organizzato dalle Comunità di
Ascolto con la comunità parrocchiale di San Remigio in collaborazione
con lʼAssociazione Insieme per Mirafiori e aperto a tutto il quartiere.
Si tratta di un quartiere di periferia a sud di Torino (oggi riqualificato e
forse più noto anni fa per la famosa via Artom) dove padre Tonino ha
lavorato anni conoscendo e facendosi amare da molte famiglie in anni difficili.
6 ottobre – CHIERI (TO)
Alle 15.30 appuntamento pomeridiano dedicato da padre Tonino a tutti gli
amici più coinvolti.
Allʼincontro parteciperanno tra gli altri Agostino Cagni (presidente di
AINA onlus), padre Tadioli (confratello di padre Tonino), Silvio
Maghenzani (Shalom onlus), Maria Rosa Marocco (il Sole onlus) e Guido
Barilla (Legamondo onlus di San Maurizio Canavese).
Proprio Guido presenterà le linee guida di un progetto di sviluppo per
richiedere sostegno alla diocesi torinese.
In serata pizza aperta alle insegnanti dellʼIstituto Comprensivo di Pino
Torinese.
7 ottobre – NICHELINO (TO)
Celebrazione eucaristica alle 10 e alle 11.30 con la comunità parrocchiale
Maria Regina Mundi, che ha dedicato a Jangany il periodo della scorsa
quaresima.
Si tratta del primo incontro diretto con padre Tonino. Don Antonio Bortone,
il gruppo anziani, le catechiste e la comunità hanno sostenuto il percorso di
Jangany conoscendolo attraverso la testimonianza di amici che si sono
recati al villaggio.
Con molta probabilità il 3 ottobre padre Tonino incontrerà alle 15 il gruppo anziani e alle 21 il gruppo
giovani.
9 ottobre - DESENZANO DEL GARDA (BS)
Incontro con i ragazzi dellʼIstituto Tecnico Professionale Bazoli Polo che
da alcuni anni sostengono il percorso di sviluppo di Jangany
interessandosi in particolare della realizzazione di pozzi dʼacqua.
Padre Tonino incontrerà in cinque sessioni i 500 ragazzi dellʼistituto. Sarà
presente don Angelo De Angelis e la nuova Dirigente Scolastica.
10 ottobre – VAL CAMONICA (BS)
Beppe Bellotti, il nostro agronomo fondatore della scuola agraria a Jangany sta verificando la
possibilità della nascita di un nuovo gemellaggio con una scuola elementare. Vedremo…

Documents pareils