Oggi, 23 settembre 2012, sono arrivate notizie fresche dal
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Oggi, 23 settembre 2012, sono arrivate notizie fresche dal
SETTEMBRE 2012 - N.10 Editoriale RITORNANO I BRIGANTI Capitolo I – Quel 25 novembre 2011 Il mese di Novembre stava per finire. Era necessario andare a Ihosy perché le commissioni da fare erano tante e bisognava anche ritirare i soldi per le paghe mensili dei 24 operai che stavano lavorando alla costruzione della nuova chiesa. Venerdì 25 Novembre partii da Jangany alle 5 del mattino, quand'era ancora buio; speravo di arrivare a Ihosy entro le ore 8, in modo da sbrigare per tempo le commissioni e ripartire prima di mezzogiorno, per non rischiare di essere sorpreso lungo la strada dall'acquazzone del pomeriggio. La stagione delle piogge, infatti, era già arrivata e su Ihosy si addensavano, fin dal mattino, nuvole minacciose e cariche di pioggia. Riuscii a terminare presto le commissioni e, verso le ore 11, passai in banca per cambiare in Ariary malgasci il denaro necessario per pagare il ferro e il cemento delle fondamenta della nuova chiesa e per dare il salario mensile agli operai del cantiere. In banca, però, c'erano lunghe file di persone; capii che, quella mattina, non sarei riuscito a cambiare i soldi. Su Ihosy, intanto, si era abbattuto un forte vento e la pioggia cominciava a cadere. La gente parlava dell'arrivo di un ciclone: è una rischiosa avventura essere sorpreso per strada dalla violenza dell'acquazzone tropicale. Così mi affrettai a ripartire per Jangany, rimandando ai giorni successivi il cambio dei soldi. Con la piccola Suzuki Gimny, acquistata con l'aiuto di mia sorella Rosaria, percorsi velocemente la ripida salita di 14 Km. che, dalla depressione di Ihosy, porta sull'altopiano dello Horombè. Appena giunsi sull'altopiano, vidi che forse sarei riuscito ad arrivare a Jangany prima della pioggia. Infatti, mentre su Ihosy cadeva già un violento acquazzone, su tutto lʼHorombè le nuvole erano ancora sparse e la strada era asciutta. Mi andò bene: la pioggia arrivò solo verso le ore 15, quando la Suzuki era già parcheggiata nel cortile della Missione di Jangany. Ringraziai Dio per avermi concesso di viaggiare all'asciutto, evitando il rischio di impantanarmi nel fango e di trovarmi in difficoltà lungo la famosa "strada dei briganti". Mentre mi avvicinavo alla missione, osservavo con soddisfazione le numerose aule della scuola "Sainte Marie", i pali della luce e la rete di fili che portava la corrente elettrica nelle case; notavo la vasta estensione acquistata in pochi anni dal villaggio: Jangany non era più il misero villaggio del 1996, quando era iniziata la costruzione della scuola; ora Dedichiamo questo numero della newsletter al racconto, fatto dalla viva voce di padre Tonino, del furto messo in atto nel novembre scorso ai danni della missione di Jangany: evento grave per il danno economico arrecato, ma soprattutto per le lacerazioni prodotte allʼinterno della comunità. Un breve spazio è inoltre riservato ai diversi incontri e alle iniziative organizzati in occasione della visita di padre Tonino, in Italia fino a metà ottobre… lʼelenco è preceduto da un vivace racconto di Carlo Pili che ci fa partecipi dellʼincontro di questi giorni tra padre Tonino e il prof. Adolfo Puxeddu… gente di Sardegna che sa sempre accogliere come si deve il compaesano di Aritzo quando torna da Jangany “un poʼ giù di forze”. Cogliamo infine lʼoccasione per esporre alcuni lavori prodotti dalla scuola secondaria di Pino Torinese che, nellʼambito di un progetto di interculturalità, hanno sviluppato una corrispondenza in francese con la scuola St.e Marie di Jangany. Ne riportiamo qualche stralcio lasciando in francese le lettere giunte da Jangany. Nel frattempo, proprio a Pino Torinese, è avviata la nuova iniziativa Cerca ciò che unisce: un puzzle per Jangany. Siamo nuovamente alla ricerca di qualche sponsor che renda possibile lʼiniziativa che prevede la realizzazione di 8 puzzle (in realtà sei dedicati a Jangany e due dedicati ad un orfanotrofio in Cambogia) in 4000 copie. Potete trovare indicazioni allʼindirizzo http://puzzlejangany.tumblr.com/ ll racconto di padre Tonino costituisce la prima delle tre parti che saranno pubblicate sui prossimi numeri della newsletter in relazione allo sviluppo degli eventi. Per ora vi anticipo le poche notizie relative ai mesi successivi al furto: essendo stati individuati con certezza gli autori del furto (due briganti del villaggio; il figlio del funzionario del governo in funzione a Jangany, il cui padre è complice nel delitto; un gendarme in servizio a Jangany) la missione ha scelto di denunciarli al tribunale di Betroka, pur conoscendo la corruzione che dilaga in quellʼambiente: parte della refurtiva di ogni furto viene destinata a corrompere i gendarmi e i giudici. Quella della legalità non è stata una scelta facile: in ambienti in cui i delinquenti hanno più forza dello stato, scegliere di denunciare i colpevoli comporta non pochi rischi. Scrive padre Tonino in unʼemail di marzo, mese di aveva assunto l'aspetto di una cittadina rurale in piena espansione. Appena arrivato riposi nel container il denaro che non ero riuscito a cambiare; è il container, infatti, il luogo più sicuro per tenere i soldi, essendo le porte e le finestre della missione facilmente forzabili. Lì conservavo le offerte espressamente dedicate alla costruzione della nuova chiesa, necessaria per ospitare i tanti fedeli che il vecchio capannone non riusciva più a contenere. Con quei soldi si sarebbero costruite le strutture portanti della chiesa: fondamenta in pietra e cemento armato, muri in mattoni cotti, tetto in lamiera. La chiesa era stata progettata per poter accogliere 1.500 persone: 32 metri di lunghezza e 20 di larghezza, di forma ovale, come la barca di S.Pietro; sarebbe stata dedicata a S. Giuseppe, patrono di Jangany. Una volta sistemate queste parti essenziali, avrei potuto affrontare con calma i restanti lavori. Speravo di poter realizzare questo programma tra settembre 2011 e giugno 2012: avevo i soldi per pagare il materiale e il salario degli operai per circa 8 mesi. Confidavo, come sempre, nell'aiuto della Provvidenza per affrontare le spese successive. All'arrivo della stagione delle piogge, data la difficoltà dei viaggi e delle comunicazioni, avevo trattenuto i soldi a Jangany, nascondendoli nel container, in modo da averli disponibili per i pagamenti nei mesi successivi. Erano soldi dedicati alla costruzione della chiesa, frutto dei sacrifici dei benefattori, quindi doppiamente "sacri": li amministravo con scrupolo, li cambiavo in Ariary malgasci poco alla volta, perché non perdessero il loro valore d'acquisto col continuo deprezzamento della moneta malgascia. Non potevo tenerli nella mia abitazione perché insicura: era una capanna malgascia con i muri di fango e le sue deboli finestre si sarebbero potute abbattere con un semplice colpo di vanga. Il container, invece, era di ferro e la sua porta era chiusa col lucchetto. I briganti e i ladri della savana non disponevano di arnesi adeguati per forzare i lucchetti… almeno fino a quel momento. In quel pomeriggio del 25 novembre, mentre rimettevo il denaro con gli altri soldi, avevo il rincrescimento di non essere riuscito a cambiarli e a portare a casa le paghe degli operai: mi dispiaceva dover consegnare i salari mensili con alcuni giorni di ritardo. inizio della vicenda giudiziaria: «Chi non tocca con mano non riesce a immaginare lʼarroganza con cui i familiari dei ladri fanno la guerra a chi osa denunciare la delinquenza dei loro parenti: quello che conta non è la ricerca della giustizia, ma la difesa della parentela, anche se questa è iniqua». Ma questa non è lʼunica ferita che la comunità del villaggio si trova ad affrontare: il furto alla missione viene vissuto in seno alla comunità «con un senso di dolore e di vergogna, come una macchia che "mandòto ny tanana" (sporca la città), tanto più che i soldi rubati erano dedicati alla costruzione della chiesa, "toèrana masina" (luogo santo). Per la gente del villaggio un fatto così grave attira la maledizione di Dio e degli antenati su tutto il territorio; occorrerà trovare il modo di uscire da questa maledizione attraverso una "fifònana" (riconoscimento della colpa e richiesta di perdono). Come segno esteriore di pacificazione, ci vorrà il rito solenne dell'offerta del bue di fronte a Dio e agli antenati. Non sarà possibile riprendere i lavori della chiesa, se prima non sarà rispettata questa sensibilità culturale della popolazione. Prevediamo tempi lunghi. I frutti del lavoro spirituale non maturano né facilmente né in tempi brevi. Il furto non è stato casuale, ma premeditato e organizzato da un'associazione a delinquere tra briganti locali e funzionari pubblici, specialmente gendarmi. Le famiglie dei ladri ricorrono alla corruzione e a ogni genere di intimidazione per ostacolare l'azione del tribunale. Tutti aspettiamo la sentenza del tribunale di Betroka. Conoscendo la corruzione che regna in quell'ambiente, abbiamo segnalato la situazione al Ministro della giustizia. Nonostante le promesse, non sappiamo se il Ministro si interesserà veramente. Dopo la sentenza del tribunale, bisognerà entrare in dialogo vivo con la mentalità della gente di questa savana e con il suo tipo di saggezza per cercare una via di riconciliazione e di pacificazione. Sarà un momento di dialogo tra mentalità cristiana e mentalità pagana, molto impegnativo dal punto di vista culturale e spirituale». Come essere vicini alla gente di Jangany e a padre Tonino in questa situazione così complessa e dolorosa sarà oggetto della nostra riflessione quando, prossimamente, avremo modo di incontrarlo. Ero ben lontano dall'immaginare che, a Jangany, ci potesse essere chi aveva programmato per quella notte di dare a noi missionari un dispiacere ben più grande, rubando i salari di 8 mesi di lavoro. La situazione del Madagascar, dopo il colpo di stato del 2009 e gli anni successivi del cosiddetto governo provvisorio, si era degradata in modo pauroso: accadevano fatti criminosi che non si erano visti in precedenza e,anche nella nostra savana, quasi ogni notte, i ladri erano in azione, forzando le porte delle capanne e rubando le pentole e i pochi attrezzi delle povere famiglie. I briganti, che da 15 anni non avevano più osato entrare a Jangany, tornarono ad assalire i recinti dentro il villaggio, a rubare gli zebù e a sparare contro le persone. Nell'agosto 2011 i vescovi cattolici del Madagascar scrissero un "Messaggio alla nazione" denunciando la situazione con queste parole: «Siamo coscienti che la legge è poco rispettata. Ci domandiamo se la nostra nazione viva ancora come stato di diritto. La potenza del denaro regna dappertutto: la nazione è profondamente malata. I punti di riferimento morali sono meno visibili, il popolo diventa sempre più povero e vive in una continua insicurezza. Questa triste situazione disorienta molte persone e le getta nella confusione…». Nella notte tra il 25 e il 26 Novembre 2011arrivò la tormenta anche per la Missione di Jangany. La mattina di sabato 26 Novembre, mentre pregavo nella chiesetta, padre Fahamaro, mio confratello malgascio, venne a cercarmi per segnalarmi che avevo dimenticato di chiudere la porta del container. Gli risposi che ero entrato nel container proprio il pomeriggio precedente e che ricordavo bene di avere chiuso la porta e di aver messo il lucchetto. Ebbi il presentimento che fosse accaduto qualcosa di grave ed andai subito a vedere. Nell'avvicinarmi al container, posto accanto al muro dell'abitazione dei missionari, notai la porta accostata in modo strano e, lì vicino, il lucchetto forzato e aperto senza chiave. Capii subito che c'erano stati i ladri. Entrai nel container da solo: tutti i bagagli e gli attrezzi erano in subbuglio, riversati sul pavimento; andai subito a cercare i soldi, che nascondevo dietro alcune vecchie valige. I ladri avevano rovistato dappertutto ed avevano trovato la piccola cartella in cui tenevo i soldi: la cartella era là, aperta, ed i soldi non c'erano più. Sentii in cuore un'enorme tristezza. Il fatto criminale era gravissimo e impensato. Intuii che avrebbe avuto delle conseguenze molto dolorose per la Missione e per tutto il territorio di Jangany. Mi domandai perché il Signore avesse permesso una prova così dura e chiesi con fiducia il suo aiuto. In circa 25 anni di lavoro nel Madagascar, non avevo mai avuto un attacco così diretto da parte dei malvagi; ora ne stavo facendo l'esperienza: l'ambiente di Jangany e del Madagascar era profondamente cambiato. Uscendo dal container, dissi a padre Fahamaro che c'erano stati i ladri e gli spiegai che avrei fatto la verifica dei danni al mio rientro, dopo due o tre giorni: non volli addolorarlo raccontandogli subito dei soldi rubati. Quella mattina dovevo partire per Betroka, per la predicazione della Medaglia Miracolosa: mi avviai col cuore gonfio di tristezza… Seguiranno il capitolo II - Le tracce dei briganti e il capitolo III - Il tribunale di Betroka. Cerca ciò che unisce: un puzzle per Jangany Dopo la buona riuscita dei due libri I racconti di Jangany e Capriole allʼequatore, lʼIstituto Comprensivo di Pino Torinese continua le attività di interculturalità nel percorso di amicizia, conoscenza e dialogo con la scuola St.e Marie di Jangany. Il nuovo progetto Cerca ciò che unisce: un puzzle per Jangany prevede – se troviamo il sostegno sufficiente degli sponsor – la realizzazione di n. 6 immagini che costituiranno altrettanti puzzle. Ciascuno di 140 pezzi e di dimensioni 35x50cm sarà ospitato in una scatola a forma di libro. La copertina ospiterà un richiamo alle motivazioni del percorso ed uno spazio per il logo dello sponsor. Questi puzzle sono nati nell'ambito del gemellaggio tra le scuole elementari St. Marie di Jangany (Madagascar) e Folis di Pino Torinese (TO). Sono frutto della fusione tra i disegni realizzati dai bambini e le fotografie dei loro volti e dei loro ambienti di vita. L'intento è creare un gioco capace di offrire qualche suggestione sul percorso di scoperta reciproca che i bambini delle due scuole stanno compiendo. Perché giocando i bambini che vivono sopra l'equatore offrano opportunità di studio e di gioco ai loro amici che vivono sotto l'equatore e possano costruire insieme il futuro. Ecco qualche suggestione del progetto CERCA CIO' CHE UNISCE: - Una serie di puzzle solidali, con i volti e i disegni di bambini che da sopra e sotto l'equatore si pensano e si cercano con curiosità. - Un regalo per crescere, aiutando altri bambini a crescere. - La spinta per costruire un mondo aperto e tollerante, una competenza irrinunciabile per gli adulti di domani La partecipazione di sostegno prevede il costo di 10€ per 50 copie (con logo insieme ad altri sulla scatola), 10€ per 100 copie e 9€ da 150 copie in su (con logo individuale). Partecipate RAGAZZI DʼOLTRE OCEANO SI SCRIVONO Nellʼambito del progetto di educazione alla interculturalità, lʼIstituto Comprensivo di Pino Torinese e la scuola Sainte Marie di Jangany hanno messo in piedi una corrispondenza diretta in lingua francese: le classi V elementari e quelle di I media, dopo la visione del filmato Brousse Brothers e lʼascolto della testimonianza di due amici appena tornati da Jangany, hanno scritto agli scolari di Jangany delle lettere. Alla traduzione in lingua francese ci hanno pensato quelli delle III medie… un bellʼesempio di integrazione del progetto di gemellaggio con le attività didattiche e di studio. Così pure è stata gestita la corrispondenza di ritorno (via mail) da Jangany in francese, con traduzione delle III e nuova le lettura e rielaborazione in italiano delle I medie e delle V elementari. Un grazie di cuore ai professori e alle maestre impegnati in questa esperienza. Di seguito riportiamo qualche passo in francese giunto da Jangany e qualche scritto di riflessione degli alunni di I media. REPONSES DES ELEVES DE JANGANY AUX AMIS DE PINO TORINESE Jangany, le 10 Mai 2012 1. Chers amis de Pino Torinese Alice, Andrea, Sara, Padaz, Daniele, Valentina, Edo, Nous avons reçu avec joie votre message et nous vous remercions beaucoup. Nous sommes heureux de savoir que vous vous portez bien et que vous vous amusez beaucoup. Nous aussi nous nous portons assez bien et nous nous amusons, mème si nos amusements, peut ètre, sont différents des vòtres. Pour nous aussi, le jumélage de notre école avec la vòtre est très important, parce que ça nous donne la possibilité de connaìtre des amis comme vous et de communiquer avec “andafy” (un autre continent). Ici chez nous, il y a des cyclones chaque année. Mème cette année, aux mois de Fevrier et de Mars, il y a eu des cyclones qui ont détruit beaucoup de nos habitations et de nos rizières. Merci de votre amitié et salutations à tout le monde. Eugène, Jean, Fleurette, Sylvia - 1.er groupe toisième Ecole Sainte Marie. 2. “Ciao”, chers amis de Pino Torinese! Merci pour votre message que nous avons bien reçu. Nous sommes très contents que vous vavez vu des photos de notre village et de la vie de Jangany. Chaque année, ici, il y a des cyclones. Mème cette année, il y a eu des cyclones qui ont détruit nos habitations et nos rizières. Le travail le plus important, chez nous, cʼest la préparation des rizières, pendant les mois de Octobre, Novembre et Décembre. Si le Bon Dieu nous donne la pluie suffisante, nous avons des fruits au mois dʼAvril. Cette année, on a eu des fruits, mais il y a eu des rizières détruites par les cyclones. Ici, nous prenons nos repas 2 fois par jour: dans la matinée et au coucher du soleil; sʼil y a du riz, on mange du riz; sʼil nʼy a pas du riz, on mange du manioc. Lʼanimal féroce qui on peut rencontrer chez nous cʼest le crocodile, surtout tout au long des rivières, et il faut bien se garder. Merci pour votre amitié. Ciao! Vos amis de Jangany. Jean François, François Xavier, Marcelline, Paulette. 2me groupe troisième - Ecole Sainte Marie. 3. Salut, nos camarades de lʼécole “Folis” et “Nino Costa” de Pino Torinese! Merci pour votre message. Cette année, aux mois de Fevrier et de Mars, ici à Jangany, il y a eu des cyclones qui ont détruit des rizières et des habitations, mais le Bon Dieu nous aide à réparer les dégàts et à reprendre notre vie. Le Père Tonino nous a beaucoup parlé de vous et il nous a montré le vidéo de votre Fète de Noèl et de votre vie dans lʼécole. Nous avons vu avec joie vos photographies. Nous avons reçu la visite de beaucoup de personnes qui sont venues dʼ “andafy”: venez vous aussi! Nous serons bien heureux de vous recevoir dans notre ville et de nous amuser avec vous. Merci pour votre amitié et bon jour à tout le monde! Aristide, Stanislas, Christoline, Aimée. 3me groupe troisième - Ecole Sainte Marie. 4. Chers amis Emanuela, Alessia, Alessandro, Giulio, Michele, Martina, Madalina, Merci pour votre message. Très bien pour le film que vous avez vu sur notre vie à Jangany. Oui, nous sommes très contents pour le développement de notre village, qui va devenir une grande ville. Dans lʼaprès-midi, nous allons à lʼécole de 14 heures jusquʼà 17 heures. Les matières de notre programme dʼétude sont: la Langue malgache, lʼHistoire, la Géographie, la Mathématique, la Physique, les Langues étrangères française et anglaise etc. Notre nourriture est normalement le riz avec quelque légume, sʼil y en a; sʼil nʼy a pas du riz, on mange du manioc. nous mangeons 2 fois par jour: à moitié matinée et au coucher du soleil. Merci pour votre amitié. Au revoir. Pierrot, Sabin, Marina, Félicia. 4me groupe troisième - Ecole Sainte Marie. 5. “Ciao”, nos amis! Merci pour votre message. Nous sommes très contents pour le film qui vous a fait connaìtre notre vie de Jangany, notre école et aussi le pont des brigands. Oui, cʼest vrai: quand les cyclones détruisent nos rizières, nous sommes en difficulté pour notre nourriture. Avec lʼécole et lʼinstruction et surtout avec lʼaide du Bon Dieu, nous espèrons dʼaméliorer notre vie. Merci pour votre amitié. A tantòt.Jean Pierre, Olivier, Eliane, Hortencia. 5me groupe troisième - Ecole Sainte Marie. 6. Chers amis Giulia, Benedetta, Cecilia, Alice, Alessandro, Roberto, Merci pour votre message. Ici ça va bien. Cʼest vrai: les cyclones on détruit des habitations et des rizières, mais, avec lʼaide du Bon Dieu, on tàche de réparer les dégàts. Nous sommes très contents que vous avez vu des vidéos et des photos sur notre vie de Jangany. Nous aussi, par Père Tonino, nous avons vu le film de votre très belle fète dédiée à Jangany: très bien, merci! Merci pour votre amitié. Salutations. Théogène, Cédric, Béatrice, Nona. 1.er groupe quatrième - Ecole Sainte Marie. 7. Chers amis Anna, Andrea, Francesca, Lorenzo, Valentina, Merci pour votre message. Nous avons reçu avec joie vos paroles dʼencouragement. Cʼest vrai: avec lʼécole, beaucoup de choses ont progressé ici à Jangany. Mème si les cyclones ont produit des dégàts, nous nous efforsons de réparer et de chercher notre nourriture. Merci pour votre amitié. “Ciao”. Juvence, Bernit, Elodie, Ernestine. 2me groupe quatrième - Ecole Sainte Marie. 8. Chers amis Giada, Giorgia, Giulia, Elena, Matteo, Merci pour votre message que nous avons reçu avec joie. Ici à Jangany, ça va bien. Dans lʼécole, nous étudions la Langue malgache, lʼHistoire, la Géographie, la Mathématique, la Physique, les Langues étrangères française et anglaise etc. Oui, nous aussi nous faisons, dans certaines occasions, du Théatre et des spectacles, surtout à la fète de Noèl et à la fète de notre école, au mois de Mai, comme nous avons fait le dernier 06 Mai. Nous espèrons que le Père Tonino puisse vous envoyer le vidéo. Pour nous aussi, le samedi et le Dimanche sont des jours de vacance. Au revoir, chers amis et à tantòt. Armand, Marcel, Clémentine, Adoline. 3me groupe quatrième - Ecole Sainte Marie. 9. Chers amis de Pino Torinese, CM2 et sixième, Merci pour votre message et pour vos demandes sur notre vie de Jangany. Le père Tonino a commencé lʼécole et, avec lʼécole, beaucoup de choses sont changées dans cette brousse où nous vivons. Lʼavenir de tous les enfants est devenu moins sombre. Les changements moraux dont vous parlez sont des fruits de lʼinstruction et de lʼéducation quʼon reçoit par lʼécole. On apprend à utiliser lʼintelligence que le Bon Dieu nus à donnée, on apprend à rechercher le bien et à refuser le mal, et on apprend à bien travailler. Nous sommes dʼaccord avec vous sur lʼimportance de lʼécole. Nous étudions avec bonne volonté et nous sommes aussi toujours prèts à aider nos familles dans les travaux nécessaires soit dans la maison soit dans la rizière. Quand les cyclones arrivent, on ne peut pas les arrèter. Sʼil y a des dégàts, on tàche de les réparer. Pour notre santé, il y a le dispensaire de la Mission qui nous aide, avec la soeur infirmière. Quelque fois, il y a aussi la doctoresse Peppina, qui vient dʼItalie pour aider nos malades. Merci pour votre amitié. A bientòt. Albert, Francisco, Christelle, Camaria. 4me groupe quatrième - Ecole Sainte Marie. Seguono altre lettere che potete trovare su http://jangany.tumblr.com/, scorrendo un poʼ la pagina. Ecco invece qualche stralcio di riflessione successiva al lavoro: ARITZO: Padre Tonino incontra Adolfo Puxeddu Ospitiamo il racconto di Carlo Pili che ci fa partecipi del recente incontro tra padre Tonino ed il prof. Adolfo Puxeddu autore del libro “Kerbos dʼabba”, (puoi trovare qualche dettaglio al link http:// libreriajangany.tumblr.com/), scritto a sostegno del percorso di Jangany e distribuito con successo a Cagliari, Perugia e Roma… vendendo bene e seguirà qualche altro bonifico. Ho fatto questa lunga premessa per arrivare al 26 agosto 2012, giorno in cui i due protagonisti della vicenda, si sono incontrati per la prima volta, ad Aritzo. Lʼincontro è stato bellissimo e coinvolgente. Abbiamo concordato di fare unʼescursione nei nostri monti per il giorno 29 , in quanto il Professor Puxeddu sarebbe ripartito di lì a qualche giorno. Alle sette e trenta, puntuali, siamo partiti a piedi da Sʼarcu de Santa Maria, per visitare ovili, boschi, monti e ruscelli della nostra infanzia, ad una altitudine sempre superiore ai 1.200 mt sul mare, nel cuore del Gennargentu. Abbiamo finito lʼescursione dai nostri amici pastori , Armando, Pino e Silvio, che ci hanno accolto “alla sarda”: guanciale e prosciutto, maialetto arrosto, formaggio e vino rosso. Abbiamo partecipato alla mungitura delle capre, abbiamo visto come si fa il formaggio e siamo andati via contenti e felici (e qualche bicchiere di vino in più per festeggiare lʼevento). A giugno dellʼanno scorso, quando squillò il telefono a casa di Rosaria, la sorella di Padre Tonino, dallʼaltra parte del filo rispose il Professor Adolfo Puxeddu. Chiamava da San Gemini in Umbria, dove era stato per tanti anni Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dellʼUniversità di Perugia. Il motivo della telefonata era il seguente: aveva scritto un libro che racconta le vicende degli ultimi 200 anni della sua famiglia (Puxeddu, Maxia, Arangino), intitolato “Kerbos dʼabba”. Eʼ stata veramente una bellissima giornata. Se Dio Dalla lettura del libro “Istorias de Aritzo” (scritto vuole, lʼanno prossimo la ripetiamo. Siete tutti nel 2002 da Tore Curreli, Giuseppe Contu e invitati. Carlo Pili) aveva saputo che in Madagascar svolgeva la sua opera un missionario di Aritzo, appunto Padre Tonino, a cui era stato devoluto Padre Tonino il ricavato della vendita delARITZO: libro. Ritenendola una bella iniziativa, pensò incontra di fare altrettanto e, Adolfo Puxeddu perciò, telefonò da Rosaria. La fortuna volle che in quel periodo ci fosse in vacanza anche il nostro “eroe”. Ebbero quindi modo di parlarsi e conoscersi, seppure solo telefonicamente. Chiusero la telefonata con reciproci complimenti e ringraziamenti. Padre Tonino, che stava per ripartire in Madagascar, mi telefonò subito, molto contento e altrettanto preoccupato, allo stesso tempo. Contento dellʼiniziativa del Professor Adolfo, ma preoccupato perché gli aveva detto che lo avrei chiamato io per metterci dʼaccordo, ma... si era dimenticato di chiedergli il numero telefonico e pertanto non sapeva come rintracciarlo. Tranquillizzai Padre Tonino dicendogli che sarei andato a piedi a San Gemini, se ce ne fosse stato bisogno, ma sicuramente avremmo rintracciato subito il Professore. Il libro ha avuto un grande successo di vendita nel paese di Aritzo e negli Aritzesi di Cagliari. Il ricavato è andato alla Missione, ma lo stiamo ancora Gli altri incontri in Italia Istituto Comprensivo PINO TORINESE Non siamo in questo momento in grado di indicare con precisione i giorni di incontro con le insegnanti, i bambini e i ragazzi della scuola pinese. Padre Tonino è atteso dai 300 bambini della scuola Folis con cui potrà vedere due filmati e assistere ad una rappresentazione che i bambini stanno preparando per lui dallʼavvio dellʼanno scolastico. 14 settembre – ARITZO (NU) A CAGLIARI Come da ormai tradizione, per il 4° anno consecutivo, gli amici aritzesi di Cagliari hanno incontrato Padre Tonino. Bellissima serata, con una sessantina di persone affascinate dai suoi racconti. Padre Tonino ha potuto riincontrare persone della sua età, con le quali non si vedeva dai tempi dellʼinfanzia. Gradita e affettuosa la presenza di una delegazione di amici di Solidando. Malloreddus e vino rosso hanno completato un convivio pieno di affetto e simpatia Lʼoccasione è stata ovviamente propizia per una raccolta di fondi per la Missione di Jangany 20 settembre – ANCORA CAGLIARI Incontro con gli amici di SOLIDANDO onlus, da anni sostenitori di Jangany e impegnati in particolare nel sostegno dello studio universitario di alcuni studenti di Jangany che frequentano lʼUniversità presso la capitale Antananarivo. 22 e 23 settembre – LUCCA Incontro con la comunità parrocchiale di San Filippo. padre Tonino incontrerà Beppe Satin, il radioamatore che consente le comunicazioni via mail in onde radio tra lʼItalia e Jangany, le catechiste e tutta la comunità che da alcuni anni lo sostiene. 23 settembre – CASELETTE (TO) Potendo giungere solo in serata, padre Tonino non potrà partecipare pienamente alla 3 giorni di festeggiamento dei 30 anni di missionarietà della onlus Operazione Uribe. In serata è previsto in ogni caso un incontro familiare di saluto dove padre Tonino racconterà gli sviluppi e i problemi del villaggio. Desidero però qui ricordare i principali appuntamenti che si terranno presso la sala culturale della biblioteca comunale dove è stata allestita una splendida mostra che illustra il percorso della onlus. Interverranno • Venerdì 21 – 21h don Silvio Mantelli (Fondazione Mago Sales) • Sabato 22 – 16h don Gianni Campagnolo (missionario in Colombia) • Sabato 22 – 21h Alfredo Bastia (missionario laico) • Domenica 23 – 16h Père Jean Francois Abou Diagne (Senegal) 29 settembre – PAVIA Dalle 16.00 alle 22.00 il Circolo degli Emigrati Sardi che vivono nei dintorni di Pavia ospiteranno padre Tonino nellʼambito del loro raduno annuale. Si tratta di una bella festa che questʼanno si coinvolge nellʼesperienza di Jangany. Interverrà anche il prof. Puxeddu per la presentazione del libro Kerbos dʼabba a sostegno di Jangany. 5 ottobre – TORINO Momento di riflessione con amici e simpatizzanti alle 21 presso il Circolo Culturale San Remigio di via Chiala 14, organizzato dalle Comunità di Ascolto con la comunità parrocchiale di San Remigio in collaborazione con lʼAssociazione Insieme per Mirafiori e aperto a tutto il quartiere. Si tratta di un quartiere di periferia a sud di Torino (oggi riqualificato e forse più noto anni fa per la famosa via Artom) dove padre Tonino ha lavorato anni conoscendo e facendosi amare da molte famiglie in anni difficili. 6 ottobre – CHIERI (TO) Alle 15.30 appuntamento pomeridiano dedicato da padre Tonino a tutti gli amici più coinvolti. Allʼincontro parteciperanno tra gli altri Agostino Cagni (presidente di AINA onlus), padre Tadioli (confratello di padre Tonino), Silvio Maghenzani (Shalom onlus), Maria Rosa Marocco (il Sole onlus) e Guido Barilla (Legamondo onlus di San Maurizio Canavese). Proprio Guido presenterà le linee guida di un progetto di sviluppo per richiedere sostegno alla diocesi torinese. In serata pizza aperta alle insegnanti dellʼIstituto Comprensivo di Pino Torinese. 7 ottobre – NICHELINO (TO) Celebrazione eucaristica alle 10 e alle 11.30 con la comunità parrocchiale Maria Regina Mundi, che ha dedicato a Jangany il periodo della scorsa quaresima. Si tratta del primo incontro diretto con padre Tonino. Don Antonio Bortone, il gruppo anziani, le catechiste e la comunità hanno sostenuto il percorso di Jangany conoscendolo attraverso la testimonianza di amici che si sono recati al villaggio. Con molta probabilità il 3 ottobre padre Tonino incontrerà alle 15 il gruppo anziani e alle 21 il gruppo giovani. 9 ottobre - DESENZANO DEL GARDA (BS) Incontro con i ragazzi dellʼIstituto Tecnico Professionale Bazoli Polo che da alcuni anni sostengono il percorso di sviluppo di Jangany interessandosi in particolare della realizzazione di pozzi dʼacqua. Padre Tonino incontrerà in cinque sessioni i 500 ragazzi dellʼistituto. Sarà presente don Angelo De Angelis e la nuova Dirigente Scolastica. 10 ottobre – VAL CAMONICA (BS) Beppe Bellotti, il nostro agronomo fondatore della scuola agraria a Jangany sta verificando la possibilità della nascita di un nuovo gemellaggio con una scuola elementare. Vedremo…