tabarkinis tabarquinos tabarquins
Transcription
tabarkinis tabarquinos tabarquins
TABARKINIS TABARQUINOS TABARQUINS Documents sur l’histoire d’une série de migrations : de Gènes à l’île de Tabarka, puis vers les îles de San Pietro, Sant’Antiocco, Nueva Tabarca, et aussi l’Algérie et la Tunisie Josyanne MASSA et Georges GANDER Février 2006 Tabarkinis 2 JM/GG – Février 2006 INTRODUCTION L’Histoire des Tabarkinis ou Tabarquinos ou Tabarquins est celle d’une extraordinaire migration autour du Bassin Méditerranéen. Cette aventure se déroule dans plusieurs Pays et Régions : L’Italie, avec Gênes, la Sardaigne et ses îles de San Pietro et Sant’Antiocco, La Tunisie, avec l’île de Tabarka, Tunis et Sousse, L’Espagne avec Nueva Tabarca, L’Algérie, La France. Ce Livret est destiné à nos Amis Généanautes qui sont intéressés par la migration des Tabarkinis. Nous l’avons conçu comme « un grenier » où chacun devra faire son tri. Ce Livret rassemble, sans structuration particulière, des documents collectés sur Internet, des échanges entre généalogistes et des extraits d’ouvrages.. Les documents sont en italien, espagnol et français. Les auteurs et les références des sites et des ouvrages sont indiqués pour chaque article. Nous remercions, en particulier, Mesdames Marie-Thérèse DUBIEZ, Aurore VERIÈ, Messieurs Jean-Pierre BARTOLINI, Robert COMPIANO, Guy-Joseph FOUCHÈ et JeanBernard LEMAIRE. Bonne découverte ! Josyanne Georges [email protected] http://membres.lycos.fr/suzegranger/Tunportail.html [email protected] www.chez.com/gander Tabarkinis 3 JM/GG – Février 2006 Carte Bassin Méditerranéen – 1633 Ile de Tabarca, 17éme Tabarkinis 4 JM/GG – Février 2006 SOMMAIRE Isole Tabarchine 6 Le Colonie 7–8 I Tabarchini di Sardegna 9 – 11 Curiosità storiche 12 – 15 Los Tabarquinos 16 Lamentable situation de los tabarquinos 17 Situation : Sulcis/ Iglesiente - Isola San Pietro 18 Cenni storici su Carloforte 19 – 21 Les rapports de la France et de l'Afrique du Nord de 1712 à 1830 22 – 23 Nos ancêtres les rapatriés de Tabarca 24 – 36 Appel à témoins : Recherchons "Tabarquinos" 37 La famille ROSSO de l’île de San Pietro, apparentée à la Dynastie Husseinite 38 - 49 Articles sur Tabarka et Nueva Tabarca dans les revues du GAMT 82 et 83 50 – 54 Les Tabarquins de Tunis 1741 - 1799 55 – 59 L’Histoire d’une Colonisation de Giuseppe VALLEBONA 60 – 80 Les Tabarquinos à Nueva Tabarca 81 Sites Internet Tabarkinis 62 - 88 5 JM/GG – Février 2006 ISOLE TABARCHINE http://www.lemanieditore.com/le_mani_on_line/liguria/liguria%20d'oltremare/isole_tabarchin e.htm LE MANI LIGURIA D'OLTREMARE titolo ISOLE TABARCHINE Gente, vicende e luoghi di un’avventura genovese nel Mediterraneo autore Fiorenzo Toso - fotografie di Antonio Torchia dettagli 2002, pp. 256, ft. 24,5 x 29, ill. colori E 40,00 ISBN 88-8012-202-9 La Riviera Ligure, la costa tunisina, le isole sucitane della Sardegna meridionale. Il Levante spagnolo… Un itinerario attraverso alcuni dei luoghi più affascinanti del Mediterraneo occidentale, alla scoperta di una civenda originale irripetibile: quella di un gruppo di coloni genovesi che per alcuni secoli, a partire dal Cinquecento, fondarono fortezze e città, pescarono il corallo, commerciarono, lottarono con popolazioni ostili conservando intatta fino ad oggi, con la propria lingua, la vica memoria delle loro origini. In un grande libro fotografico, corredato da una rigorosa ricostruzione storica ed etnografica, le immagini più belle di Tabarca, di Carloforte e dell’isola di San Pietro, di Calasetta e dell’isola di Sant’Antioco, di Nueva Tabarca, di una “Liguria d’Oltremare” di eccezionale bellezza paesaggistica e di insospettabile vitalità culturale. Tabarkinis 6 JM/GG – Février 2006 LE COLONIE http://www.pegli.com/sto_colo.html Da alcuni atti legali, è accertato che parecchi cittadini pegliesi emigrarono fondando piccole colonie in: Corsica, Sardegna, Sicilia, Alessandria d'Egitto, Provenza, Catalogna e un po' ovunque per il Mediterraneo. Se in alcune di queste località non vi si stanziarono, sicuramente vi commerciarono. Sono però di notevole importanza gli stanziamenti, storicamente accertati, di: Tabarca, Carloforte e Nueva Tabarca. Nel 1544 Carlo V concede alla famiglia Lomellini l'isola di Tabarca al largo della costa tunisina, per praticarvi la pesca del corallo e il commercio in generale. I Lomellini assumono il diritto di nominare un amministratore di fiducia con poteri quasi politici. Un ramo della famiglia muta il cognome in Lomellini di Tabarca. Dato il numero di ville e la loro ubicazione in Pegli probabilmente i Lomellini erano i più autorevoli nobili del paese. Dovendo colonizzare l'isola si rivolgono quindi alla popolazione pegliese, sempre aperta a nuovi sbocchi commerciali. A Tabarca i coloni vendono per 4,50 lire/libbra il corallo ai Lomellini, i quali lo rivendono per 9,10 lire/libbra. I vicini saraceni e francesi, non si rivelano molto ospitali. I primi si specializzarono in scorribande, pirateria e cattura di schiavi da vendere o riscattare. I secondi fanno dei veri e propri tentativi di occupazione, oppure manovrano i saraceni in modo da liberarsi della scomoda concorrenza pegliese. Nel 1633 il corso Guidiccelli, con un gruppo di francesi fallisce nell'impresa di occupare l'isola. Il Bey di Tunisi e di Algeri taglieggia i coloni, forse manovrato dai francesi. Le perdite economiche dovute ai saraceni, la diminuzione del banco corallifero, le incursioni corsare, l'eccesso di popolazione, fanno divenire meno attraente l'isola. Per impedire l'aumento demografico sembra fosse vietato il matrimonio, pena l'allontanamento. Tra il 1718 e il 1729, l'isola viene subaffittata a Giacomo Durazzo e Giambattista Cambiaso. Nonostante ciò la ricchezza della colonia e la sua importanza diminuiscono ancor di più. Già nel 1736, quando Carlo Emanuele III° decide di valorizzare la Sardegna, un gruppo di tabarchini guarda con molto interesse l'isola di S.Pietro. In accordo con il Vicerè di Cagliari si pianifica l'arrivo di 300 coloni nella nuova terra. Nel 1737 si Tabarkinis 7 JM/GG – Février 2006 ipotizza l'arrivo di 700 nuovi tabarchini con la promessa di poter commerciare il corallo con lo stesso trattamento economico fatto dai Lomellini. Il 17 ottobre 1737 D. Bernardo Genovese y Ceveylon viene nominato Marchese del feudo costituito dall'isola di S.Pietro nominata Carloforte. Viene stabilito entro la primavera del 1738 l'arrivo dei tabarchini. Sembra che, giunta la notizia a Tabarca, siano stati celebrati subito 30 matrimoni. Un primo gruppo di 86 persone funge da testa di ponte per preparare la zona ai successivi. Il 17 aprile arriva il secondo gruppo, costituito da 381 uomini. Il 21 maggio, 3 eletti giurano fedeltà a Carlo Emanuele III°, il 24 giugno Giambattista Segni è eletto sindaco. Sull'isola sono presenti 118 famiglie. Il Duca di Carloforte non mantiene le promesse fatte mandando solo 5 su 7 coralline e non pagando il raccolto. Molti raccolti vanno perduti per colpa dei conigli selvatici. La popolazione minacciando il ritorno a Pegli, riesce ad ottenere dal Vicerè, dall'intendente civile di Cagliari e dal Duca il promesso. Nell'isola di Tabarca la situazione precipita, i Lomellini non riescono a restituirla alla Spagna. Si rivolgono allora alla Compagnia francese d'Africa, il bey di Tunisi non contento dell'esclusione dalle trattative, con 8 golette e un inganno, imprigiona i notabili e 900 uomini rimasti sull'isola. Distrutto il possibile, conduce i prigionieri in terraferma come schiavi per venderli o riscattarli (1741). La nobiltà europea, ma maggiormente Carlo Emanuele III° paga il riscatto (50.000 zecchini e scambio di schiavi?). Nel 1750 vengono liberati 121 tabarchini, nel 1753 altri vengono liberarti grazie al Papa. Alla morte del figlio, il bey libera gli schiavi rimasti. All'arrivo dei liberati (?), viene eretta una statua in onore di Carlo Emanuele III°. Tra il 2 gennaio e il 24 maggio 1793 la Francia occupa l'isola di Carloforte per farne una base; una flotta spagnola comandata dal Duca Borgia la libera e imprigiona 625 francesi. Tra il 2 e il 3 settembre 1798, Carloforte subisce la seconda e peggiore violenza. La tradizione vuole che un giovane della Capraia guidi una scorribanda tunisina sull'isola. Al termine di questa si contano 800 prigionieri fatti schiavi, 1000 abitanti in fuga e i rimanenti tutti morti. Il Papa, la Turchia, la Russia, il Re di Sardegna e Napoleone organizzano separatamente il riscatto. Pio VII° con una bolla del 1798 destina alcuni fondi a tale scopo. Solo nel 1803 Vittorio Emanuele I° con 360.000 lire li riscatta tutti. Non tutti i discendenti dei tabarchini si trovano però a Carloforte, gli abitanti tratti in schiavitù durante una seconda incursione algerina e liberati dalla Spagna, vengono condotti sull'isola di S.Pablo al largo della costa mediterranea spagnola e in località Torre Vjeja. L'isola viene ribattezzata Nueva Tabarca. Quest'ultima non mantiene però contatti con Pegli e perde le sue tradizioni. Carloforte rimane invece culturalmente legata alle sue origini. Tratto da http://www.pegli.com http://www.carloforte.com/Guida_turistica/STORIA.HTM http://www.terra.es/personal/vtin99/situa.htm Tabarkinis 8 JM/GG – Février 2006 I TABARCHINI DI SARDEGNA (a cura di Fiorenzo Toso) http://web.uniud.it/cip/min_tabar_scheda.htm Famiglia: Indo-europeo: Neolatino. Tipico caso di eteroglossia interna, il tabarchino è una varietà di genovese trasferita dapprima (sec. XVI) sull’isola di Tabarca in Tunisia, e successivamente trapiantata nelle sedi attuali e sull’isola di Nueva Tabarca (Alicante, Spagna), ove risulta estinta dall’inizio del sec. XX. Tabarkinis 9 JM/GG – Février 2006 Regione: Il tabarchino è parlato nei comuni di Carloforte (L’Uîza) e Calasetta (Câdesedda), rispettivamente sulle isole di San Pietro (San Pê) e Sant’Antioco (Sant’Antiócu) nella Sardegna sud-occidentale (provincia di Cagliari) Consistenza numerica: La popolazione complessiva dei due comuni è di circa 10.000 unità (6.629 a Carloforte, 2.681 a Calasetta in base ai dati del dati censimento 1991), dei quali oltre l’80 % parla abitualmente il tabarchino. Comunità compatte di Tabarchini vivono anche a Cagliari e in altri centri della Sardegna (Carbonia, Iglesias) e a Genova. Status: il tabarchino è espressamente riconosciuto come lingua minoritaria all’interno della Regione Sardegna in base alla legge regionale n. 26 del 15 ottobre1997. Servizi pubblici: gli statuti comunali di Carloforte e Calasetta prevedono l’utilizzo pubblico del tabarchino, ad esempio nelle sedute dei Consigli Comunali. Sebbene in forma non ufficiale, a livello orale il tabarchino trova impiego corrente in tutti gli utilizzi pubblici e nei rapporti tra i cittadini e le istituzioni. A Carloforte vige il bilinguismo nell’ambito della toponomastica. Educazione: sebbene a livello non ufficiale, l’utilizzo del tabarchino è abitualmente inserito nelle attività didattiche delle scuole materne, elementari e medie dei due comuni. Limitatamente a Calasetta, dal 1999, in base alle norme sull’autonomia scolastica, l’insegnamento in tabarchino e del tabarchino è entrato nei programmi didattici in forma più stabile, attraverso il reclutamento di un corpo insegnante aggiuntivo. Media: trasmissioni in tabarchino vengono effettuate da radio locali, che diffondono anche la vasta produzione di canzoni di autori locali, presentate annualmente al Festival della Canzone Tabarchina. Esiste una discreta produzione letteraria (poesia e prosa) e un’attività filodrammatica in tabarchino. Osservazioni: presso le due comunità si stanno moltiplicando negli ultimi anni le iniziative di promozione e conoscenza della parlata. A Calasetta il Comune ha organizzato diversi incontri e convegni, anche con la partecipazione di studiosi esterni, allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle esigenze di tutela, e un programma triennale di interventi è stato recentemente proposto in attuazione della Legge Regionale sarda, ai cui finanziamenti anche la scuola locale ha avuto accesso per l'organizzazione di iniziative didattiche. A Carloforte, le scuole locali (tre istituti superiori e l'istituto comprensivo) hanno a loro volta, attraverso il finanziamento regionale al quale hanno accesso come Consorzio, avviato iniziative di largo respiro. Nel corso di un seminario tenutosi nell'autunno 2001, aperto a insegnanti e cultori anche calasettani, è stata fissata una grafia unificata del tabarchino (cfr. il fascicolo Il tabarchino dall'oralità alla scrittura, a cura di F. Toso, Carloforte, Consorzio Scuole Tabarkinis 10 JM/GG – Février 2006 Carlofortine, 2002) che troverà impiego anche nei materiali didattici - tra i quali una grammatica - che si intendono realizzare. Altrettanto intensa l'attività di ricerca, contrassegnata da approfonditi studi dialettologici, sociolinguistici e lessicografici; con il supporto e il coordinamento di studiosi del Centro Internazionale sul Plurilinguismo e delle società scientifiche rappresentative dei linguisti, il 'caso tabarchino' è stato inoltre portato alla ribalta della comunità nazionale come vistoso documento di disattenzione del legislatore nei confronti di una palese e vitale condizione di eteroglossia interna: si rinvia per una analisi d'insieme al volume Insularità linguistica e culturale. Il caso dei tabarchini di Sardegna. Documenti del Convegno Internazionale di Studi (Calasetta, 23-24 settembre 2000), a cura di V. Orioles e F. Toso, presentazione di T. De Mauro, Genova, Le Mani, 2001. Ultimamente il tema è stato ripreso in occasione del convegno di studi “La legislazione nazionale sulle minoranze linguistiche. Problemi, applicazioni, prospettive. In ricordo di Giuseppe Francescato” (Udine, 30 novembre 1 dicembre 2001; = "Plurilinguismo. Contatti di lingue e di culture" 9, 2002, a cura di V. Orioles, Udine, Forum, 2003) al termine del quale è stato approvato un documento di sollecitazione alle istituzioni. Come risultato di tale convergente sensibilizzazione si segnala l'elaborazione di un disegno di legge (n. 4032), presentato alla Camera dei Deputati il 3 giugno 2003 a firma di Antonello Mereu ed altri dal titolo Modifica dell'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, che detta disposizioni a tutela della minoranza linguistica tabarchina della sardegna e della minoranza galloitalica della Sicilia e della Basilicata. Tabarkinis 11 JM/GG – Février 2006 http://www.isoladisanpietro.org/curiosita/storiche.htm "Curiosità", la rubrica curata da Pier Franco Rivano. [email protected] "Curiosità storiche" FORSE NON TUTTI SANNO CHE... Il 29.04.1918, durante il combattimento fra il sommergibile tedesco “UB48” ed alcune navi inglesi alla fonda di fronte al porto di Carloforte, una cannonata colpiva il centro abitato, uccidendo due donne. Dal 29.06.2003 , in Via XX Settembre n.1 , l’Associazione “AMICI di Carloforte” con sede in Cagliari, ha voluto ricordare il triste episodio con lo scoprimento di una targa. All’udienza del 18.06.1881 (vedasi “curiosità” precedente per i fatti del 07.01.1881) il Presidente del Tribunale emette una sentenza assolutoria per 23 degli 45 imputati tratti in arresto. Maurizio Pellerano sconterà un anno di carcere, mentre Giuseppe Fisanotti e Giuseppe Cipollina a sei mesi di carcere. Gli altri condannati si vedranno inflitte pene fino a quindici giorni di carcere per frode in commercio. Gli storici dicono che quello fu uno sciopero attraverso il quale i battellieri non ottennero nulla portando a casa da quella data in avanti meno di una lira al giorno mentre il Padronato faceva pesare il suo potere. Il 07.01.1881 i battellieri dimostrarono contro i padroni affinché non venissero abbassati i proventi dei noli delle loro barche. Nella prima mattinata, nell’attuale Via Cavour (oggi nei pressi del distributore Agip), un carabiniere era riuscito a fermare il Pretore dell’epoca, tale Bassi, che aveva sparato un colpo in aria con la sua pistola per ristabilire l’ordine. La notte successiva, nonostante le rassicurazioni dell’allora Sindaco Segni Antonio Paolo Gerolamo (Sciù Paulin) fioccarono numerosi arresti nei confronti dei dimostranti. Il 24.08.1738 venne eletto il primo Sindaco di Carloforte che fù Gio Battista SEGNI. Questi era un gentiluomo genovese che si era stabilito a Carloforte. Alla carica di Vice Sindaco venne invece eletto Francesco NAPOLI di Tabarka. Essi vennero affiancati nell’amministrazione del paese dai consiglieri GioBatta BOCCONE, Geronimo ROSSO, Nicola BORGHERO tutti di Tabarka e da tale Giuseppe PARODI di Polcevera. Tabarkinis 12 JM/GG – Février 2006 Nel 1551 una galea turca, con undici pirati, aveva a bordo alcuni schiavi Sardi: mentre era all’ancora presso l’Isola di San Pietro, otto dei turchi scesero a terra per far rifornimento di acqua. Gli schiavi sardi, sollevatisi contro i tre turchi rimasti a bordo, li obbligarono a fuggire in terra, si impadronirono della nave e fecero prigionieri i loro nemici. Alcune ricostruzioni storiche risalenti al 1741 narrano che in precedenza l’Isola di San Pietro venne più volte visitata dal ventenne grande navigatore genovese Cristoforo Colombo. Questi, all’epoca comandante di una nave “Saetta”, piccola e veloce galea, navigò i mari di Sardegna e Corsica praticando la cosiddetta “Guerra di corsa” sotto la bandiera barcellonese degli Angiò. Nelle acque caroline in particolare, sembra si lanciò all’inseguimento della galeazza “Fernandina” appartenente alla flotta di Giovanni II d’Aragona. Già nel 1736 Carlo Emanuele III, salito al trono, dispose che fossero infeudati i territori disabitati della Sardegna. Nell'estate dello stesso anno la notizia arrivò come un fulmine a Tabarka ove Padre GIOVANNINI, missionario, convocò i "Capi-Famiglia" proponendo l'Isola di San Pietro come nuova terra ove stabilire l'intera comunità di origine pegliese. La proposta venne accolta all'unanimità sopratutto per il fatto che l'isola, per via della sua posizione geografica, si prestava straordinariamente ai traffici marittimi ed alla pesca. Il giorno 18.06.1741, Alì Pascià, Bey di Tunisi, al comando di una flottiglia di otto galeotte e di circa 300 uomini, prende di sorpresa l'Isola di Tabarka. L'impresa fu facilitata dal fatto che al momento dell'invasione tutti gli uomini erano in alto mare a corallare. Vennero abbattute la chiesa, le fortificazioni, case e magazzini. Vennero fatti prigionieri 840 tabarchini che per 15 anni rimarranno schiavi a Tunisi. Dopo il primo insediamento, già nel 1744 fallì un tentativo di abitare una nuova colonia sull'Isola di San Pietro in località "Pescetti". Ben 42 famiglie neo giunte, costituite da piemontesi, maltesi e toscani, furono scoraggiate dalla malaria e da epidemie. La statua di RE Carlo Emanuele III: La statua eretta dai carlofortini nel 1786 per ringraziare e ricordare Carlo Emanuele III per aver spezzato le catene della schiavitù. Durante l'invasione francese nel Gennaio 1793 i carolini per paura che i repubblicani distruggessero la statua decisero in fretta e furia di sotterrarla. Ma la fretta non gli aiutò infatti la buca fatta non era abbastanza capiente e così il braccio spuntava fuori, il tempo per poter fare un'altra buca non c'era e così, mentre i francesi avanzavano e non si sapeva cosa fare, uno del gruppo diede un colpo di mazza e recise netto il braccio e la salvò. La Statua ormai è senza braccio da due secoli, infatti nel Luglio del 1793 la statua fu rimessa su così come testimonianza di tale evento. L'isola di San Pietro nel 258 a.c. era conosciuta dagli antichi navigatori con il nome di origine fenicia "Enosim" o "Inosim". Tabarkinis 13 JM/GG – Février 2006 La piccola isola di TabarKa, secondo differenti versioni, venne ceduta in concessione perpetua ai Marchesi Lomellini intorno al 1544 come parte del riscatto pagato per la liberazione del famigerato pirata Torghud. Secondo altri riferimenti storici risalenti al 1535, si narra invece che la piccola isola venne acquisita dall'Imperatore Carlo V a seguito del trattato di pace con il sultano africano, ottenendo anche la libertà dei traffici del corallo pescato che venne poi demandata ai Lomellini. Una fra le tante versioni degli storici che attribuiscono l'isola di Tabarka al casato genovese dei Lomellini, narra che la stessa venne a suo tempo ceduta ai marchesi Lomellini come parte del riscatto pagato per la liberazione del famigerato pirata "Torghud" o "Dragut" fatto prigioniero in battaglia da Giannettino DORIA, nipote dell'Ammiraglio Andrea DORIA. Nel 1599 un mercante cagliaritano, tale Pietro PORTA, nel corso di uno dei suoi tanti viaggi ebbe a notare nei fondali intorno all'isola di San Pietro una notevole quantità di banchi corallini e un notevole numero di tonni. A seguito di tale scoperta, la pesca del corallo venne praticata fin dal XVII secolo dai pescatori di Alghero, Bosa e Castelgenovese, oggi meglio conosciuto come Castelsardo. Nel 1737, ossia un anno prima dello sbarco dei "Carolini" o "Tabarchini" nell'isola di San Pietro, venne stipulato all'articolo 5 della Convenzione di infeudazione fra il Regno di Sardegna ed il Marchese della Guardia "la libertà di far pescare il corallo agli abitanti dell'isola e ai forestieri nel raggio di mare di trenta miglia, nella parte fra ponente e mezzogiorno". Il "lauto" compenso per le notevoli fatiche dei galanzieri che scaricavano dalle stive dei barconi a spalla il minerale di piombo (galena) trasportato dalle miniere del Sulcis, era nell'anno 1870 mediamente di lire 6 e 25 centesimi a tonnellata da dividere in 11 parti fra l'armatore, il padrone e fra i marinai che solitamente erano sette. La maggior parte dei galanzieri doveva cambiare mestiere entro i 45 anni di età a causa delle notevoli fatiche sostenute. L'ingegnere piemontese Augusto La Vallèe nell'aprile del 1738, a soli due mesi dallo sbarco dei coloni Tabarkini sull'Isola di San Pietro, aveva redatto una carta manoscritta ad acquarello a colori nella quale egli citò testualmente nella legenda "...i luoghi ove le galeote ponno sbarcare". Fra questi luoghi vi erano "Punta Nera" , "Punta delle Colonne", ossia nelle cale oggi conosciute con i nomi di Bobba e Guidi e numerose altre. Nel maggio 1793 allorquando l'isola di San Pietro venne occupata dalle truppe francesi venne da essi ribattezzata "Isola della Libertà". Infatti l’occupazione francese di Carloforte iniziò il 7 gennaio 1793, per terminare il 25 maggio 1793, quando la flotta spagnola intimò la resa ai francesi. Tabarkinis 14 JM/GG – Février 2006 Quando nel 1540 il primo gruppo di pegliesi si trapiantò nell'isola di Tabarka, era cosi composto: 272 corallari, un governatore, un magazziniere, un cantoniere, 80 manovali, 32 artigiani, calafatti, carpentieri, falegnami, muratori e 70 soldati, in tutto 471 uomini, più le relative famiglie. Il primo sbarco di tabarkini sull'isola di San Pietro avvenne in questo modo: Il 22 febbraio 1738, 86 persone approdarono in Cagliari dove l’indomani avrebbero cominciato la quarantena. Questi arrivarono a Carloforte ai primi di marzo (il documento è in lingua francese). Nel mese di ottobre 1738 vengono distribuiti i primi lotti a "Taccarossa", alla "Tacca bianca" ( oggi Macchione) per un totale di 118 lotti per altrettante famiglie. Sempre nel 1738 i primi tabarkini colonizzatori dell'isola di San Pietro, per poter costruire le prime "baracche" ed il forte dedicato a Carlo Emanuele III , si stabilirono temporaneamente nei dormitori delle tonnare di Portoscuso da dove ogni giorno facevano la spola da e per l'isola. Pescatori dunque improvvisati: muratori, fabbri, contadini ed altro. 18.6.1741. Invasioni tunisine sull'isola di Tabarka. Ben 840 tabarkini fatti schiavi dal Bey di Tunisi. Il periodo di schiavitù durerà 15 anni. Nel giugno del 1741 il duca di San Pietro stabilì che per la costruzione delle prime abitazioni avrebbe pagato del proprio "li Maestri" mentre i Carolini avrebbero pagato i 20 uomini "A turno di di guardia" con "quattro soldi" al giorno ed a 24 ragazzi cui competeva un "pane al giorno". Tabarkinis 15 JM/GG – Février 2006 http://www.casadellibro.com/fichas/fichabiblioin/0,1511,2900000896361,00.html LOS TABARQUINOS Autore GONZALEZ ARPIDE, JOSE LUIS Editor INSTITUTO DE CULTURA JUAN GIL-ALBER Isbn ********** Fecha pub. 2002 Colección Clasificación Antropología. España Páginas 540 Precio € 18,00 Libros modernos desde 1831 Para ver el registro completo pulse en el Título Para ver ejemplares o reproducción digital pulse el enlace correspondiente Exportación de registros Registros en Formato Reducido: 001 - 005 de 005 La isla de Tabarca Alicante : [s.n.] , 1970 Ejemplares Los pescadores de Tabarca y de Nueva Tabarca : una vivencia presentada a través de antiguos y nuevos documentos Arturo Lenti ; [texto español revisado por María del Pilar Sánchez Rebollo] . - [Cabo de Palos (C/ Marqués de Ullalva, 2, 30370 Cabo de Palos, Murcia] : A. Lenti , 2003 Ejemplares Tabarca y sus habitantes José Vallalta Orozco . - Alicante : José Vallalta Orozco , 1965 Ejemplares Tabarca y sus habitantes Alicante : Suc. de Such, Serra y Compañía, imp. , 1965 Ejemplares Los tabarquinos José Luis González Arpide . - [Alicante] : Instituto Alicantino de Cultura "Juan Gil-Albert" , [2002] Ejemplares Tabarkinis 16 JM/GG – Février 2006 http://www.ua.es/dossierprensa/2000/04/09/8.html Tabarkinis 17 JM/GG – Février 2006 http://www.sardaigne.fr/content/locations/sulcis_san_pietro.htm Situation Sulcis/ Iglesiente - Isola San Pietro Les Phéniciens l'avaient appelée Inosim (l'épervier), les Grecs l'ont renommée Hieracom et les Romains Accipitrum. L'île ne fut habitée qu'à partir de 1736 quand le roi Charles Emmanuel III de Savoie l'offrit à un groupe de réfugiés originaires de Pegli en Ligurie et dont les ancêtres avaient été exilés sur l'île de Tabarka en Tunisie. Cette communauté créa la ville de Carloforte, du nom du roi Carlo il Forte. L'île possède sa propre culture. L'ancien dialecte qui y est encore parlé reste le même que celui de Pegli, en Ligurie. La gastronomie est un mélange de recettes tunisiennes, sardes et liguriennes, tel le couscous appelé ici Casca. Du phare de Capo Sandalo vous apprécierez la vue saisissante vers l'infini. Le tour de l'île en bateau se fait en environ 4 heures et la ballade vous offrira de superbes vues sur des paysages et des côtes à vous couper le souffle. Tabarkinis 18 JM/GG – Février 2006 http://www.carloforte.net/storia.html Cenni storici su Carloforte Si narra che l'apostolo Pietro, di ritorno dall'Africa e diretto a Roma, avrebbe sostato nell'isola a causa di una tempesta: da qui l'attuale suo nome di Isola di San Pietro. Benché mai stabilmente abitata sino al 1738, nel corso dei secoli l'isola offrì riparo alle navi fenicie, greche e cartaginesi. Probabilmente più a lungo sostarono i romani: nel 1878 fu rinvenuta un'intera necropoli che lasciò presupporre l'esistenza di un'intera stazione militare. Nel 1738 fu colonizzata dagli abitanti di Tabarka, un'isola tunisina, colonia ligure di proprietà dei Lomellini, allora signori di Pegli, che allo scopo di sfruttare i ricchi banchi di corallo l'avevano popolata con pescatori quasi esclusivamente pegliesi. I motivi che spinsero i tabarkini ad abbandonare l'isola furono soprattutto l'impoverimento dei banchi di corallo, la limitata estensione dell'isola, che non era più in grado di soddisfare le esigenze di una popolazione che nel frattempo era cresciuta notevolmente, ed inoltre le continue molestie dei corsari e dei Bey di Tunisi e di Algeri. Fu per questi motivi che conosciuta l'intenzione del Re di Sardegna Carlo Emanuele III, di voler procedere alla ripopolazione della Sardegna ne approfittarono per lasciare definitivamente Tabarka e stabilirsi nell'isola di San Pietro ove si dedicarono alla pesca del corallo, del tonno per mezzo delle tonnare, ed alla produzione di sale. Al sito http://www.synchromy.com/ è possibile vedere altre Foto di Tiziana Savinelli bellissime foto sulla mattanza ed altro... Tabarkinis 19 JM/GG – Février 2006 Una parte della comunità tabarkina restò a Tabarka, che nel frattempo fu invasa prima dai tunisini, poi dagli algerini. Quest'ultima incursione rese completamente deserta l'isola e la popolazione venne ridotta in schiavitù. Gli schiavi furono riscattati dal Re di Spagna Carlo III, il quale li inviò ad Alicante per poi assegnargli nel 1770 la piccola isola di San Pablo, 9 miglia a sud di Alicante, ribattezzata dai profughi tabarkini Nueva Tabarka. Nel 1793 l'isola fu occupata dai francesi che la rinominarono "L'isola della libertà" . L'occupazione fu comunque di breve durata e non apportò modifiche sostanziali dal punto di vista sociale, morale e politico. Ben più dolorosa fu invece nel 1798 l'incursione barbaresca: circa 500 corsari capeggiati dal rais Mohamed Rumeli misero a ferro e fuoco Carloforte, facendo 933 prigionieri che deportati in terra d'Africa vissero in schiavitù per ben 5 anni. La liberazione avvenne solo dopo fervide trattative internazionali. Queste occupazioni indussero i Carlofortini a costruire le mura di cinta intercalate da una serie di fortini. Purtroppo oggi delle vecchie mura è rimasta solo il lato ovest, interrotto tra l'altro dalla costruzione delle scuole elementari Il porto di Carloforte ai tempi dei "Battellieri" (1900) Tabarkinis 20 JM/GG – Février 2006 Nella seconda metà dell'ottocento Carloforte visse il periodo di maggior benessere, grazie al trasporto di minerali estratti dai ricchi giacimenti situati sulla costa vicina da parte di grandi società minerarie francesi, belghe ed inglesi. Infatti mancando in questi luoghi dei veri e propri porti, Carloforte divenne punto d'appoggio e porto d'imbarco del minerale.Incominciava la gloriosa, per quanto umile, epoca dei "Battellieri". Schiavi di ritmi di lavoro disumani, uomini dalla tempra d'acciaio nonché validissimi marinai, che provvedevano alle operazioni di carico e scarico portando sulle spalle le "coffette" di minerale. A questa stagione seguì un periodo particolarmente significativo, quello della costituzione di leghe e sindacati, come quella dei "Battellieri", dei "Galanzieri" e quella dei "Lavoratori del mare": le prime associazioni di lavoratori in Sardegna e tra le prime in Italia. Nel 1911 a Carloforte si ebbe la prima amministrazione socialista della Sardegna. In seguito alla crisi delle miniere che colpì tutto il bacino del sulcis-iglesiente e del guspinese, i carlofortini tornarono alle antiche attività come la pesca, le saline e soprattutto la navigazione. Ai giorni nostri lo sviluppo economico dell'isola è legato principalmente al turismo, che va aumentando di anno in anno, grazie alle bellezze naturali del luogo ed anche ai notevoli sforzi degli operatori del Tabarkinis 21 JM/GG – Février 2006 http://www.piedsnoirs-aujourdhui.com/fran_afr01.html Les rapports de la France et de l'Afrique du Nord de 1712 à 1830 Les Concessions continuaient à fonctionner et lorsque le commerce privé s'en lassait, l'État prenait la relevé. En 1741 fut fondée la Compagnie Royale d'Afrique qui allait connaître soixante années de fructueuse activité. Le siège du Bastion fut petit à petit abandonné au profit de La Calle qui devint une agglomération française au cours du XVIIIe siècle. Louis XIV disparu, le chérit marocain Moulay Ismaïl en profita, d'autant plus que les revers de la guerre de succession d'Espagne avaient porté atteinte à notre prestige. Les Anglais n'y étaient pas pour rien. Les pirates de Salé nous obligèrent à reprendre les croisières. Le commerce languit. Au bagne de Meknès on comptait cent trente esclaves français, sans parler des Espagnols et Portugais. En 1720, le célèbre corsaire nantais Jean Cassard rédigea un mémoire. On croit savoir qu'il eut l'ordre de tenter une descente à Tanger mais qu'il fut obligé de rembarquer promptement. Moulay Ismaïl mourut en 1727 et le Maroc connut des troubles. Cassard revint à la charge en 1728 mais le ministère refusa cette entreprise. En 1729, Pierre Terral, de Montpellier, ancien esclave à Meknès de 1694 à 1700, présenta un mémoire sous forme de lettre à remis Louis XV. Il proposait une descente au Maroc, mais aussi sur les côtes de barbarie et, pourquoi pas, de Guinée. Il affirmait que l'utilisation le « la dragonne » tuerait ou ferait fuir tous les ennemis. Qu'est-ce que la dragonne? Mystère. Pierre Terral dcvait être un artificier, mais en tout cas il n'était pas un stratège. Ce mémoire était un ensemble de données à la fois extravagantes et pertinentes. Louis XV avait dix-neuf ms et notre but colonial était à l'époque l'Inde, les Antilles, le Canada. Le mémoire fut donc oublié. Un capitaine marseillais, Nadal, fit si 1731 une proposition : faire la chasse aux pirates de Salé, mais pour couvrir les frais de l'expédition, on organiserait une loterie. Le cardinal Fleury, Premier ministre, transmit au comte de Maurepas qui négligea le dossier. En 1737, il fallut agir contre les pirates marocains et la flotte partit pour Mamore, Larache, Tanger, Safi et Sainte-Croix (Agadir). Les marins regrettaient qu'on ne débarquât pas et qu'on n'utilisât pas les galiotes à bombes. Finalement, les navires du marquis d'Antin revinrent avec un certain nombre d'esclaves libérés. C'était déjà ça ! Après les traités de paix (?) qu'ils avaient passé avec l'Autriche, les pirates tripolitains et tunisiens laissèrent l'Italie dans une tranquillité relative, se retournèrent vers ta France et n'observèrent pas les termes du traité de 1720. En 1725 et 1727, nous fîmes deux démonstrations navales, mais le pacha tripolitain Ahmed Karamansli était connu pour ne pas tenir sa parole. Il en allait de même avec Tunis. Un nommé Reynaud, probablement officier de marine, avait été captif à Tunis et avait été affecté au service du bey. Puis il réussit à s'enfuir et à regagner la France. Apprenant que le gouvernement s'apprêtait à agir, il adressa de Toulon le 23 septembre 1727 un projet de bombardement des ports tunisiens : Bizerte, Porto, Farina, Sousse et Sfax (« dont le peuple est le plus méchant de la terre » disait-il). Pour chaque port il donnait une foule de détails et de conseils d'attaque. Reynaud était un professionnel. Tabarkinis 22 JM/GG – Février 2006 Le comte de Maurepas, ministre de la Marine, était disposé à l'action et l'escadre de M. de Granpré s'embossa devant La Goulette. Les Tunisiens s'empressèrent de traiter ! Les Tripolitains refusèrent d'en faire autant. Ainsi nos galiotes lancèrent, du 20 au 27 juillet 1728,1800 bombes sur Tripoli. Malgré d'énormes dégâts les Tripolitains ne voulurent pas céder. L'expérience prouvait, une fois de plus, que seul un débarquement pouvait être efficace. Des projets vont alors être présentés dans ce sens. Notons celui du chevalier de Choiseul et celui de Duguay-Trouin. L'hiver 1728-1729, on fît des prépa-ratifs à Toulon car nos ministres, qui n'avaient rien de foudres de guerre, s'étaient décidés à un débarquement de destruction. Constantinople apprit la chose et protesta, avec menace à l'appui. Notre gouvernement eut le tort d'accepter de discuter, d'autant plus que la Porte n'avait presque plus d'autorité sur les États pirates qu'étaient les Régences. Là-dessus, Tripoli sembla se soumettre à nos exigen-ces après une querelle de quatre années. Notons pour la petite histoire, l'aventure d'un Polonais, Thomas Stanislas Wolski, qui équipa une flottille à ses frais, fit voile de Marseille vers Alger où l'expédition tourna mal. L'idée de prendre l'île de Tabarka était motivée par des raisons purement commerciales et n'avait pas grand-chose à voir avec la piraterie barbaresque ni avec la stratégie. Les propriétaires génois de l'île, les Lomellini, étaient disposés à la vendre. En 1725, un médecin français, Peysonnel, écrivit au ministre Maurepas pour le mettre en garde contre l'achat de l'île par les Anglais et lui conseiller de se porter acquéreur. Non seulement, nous pourrions commercer, mais aussi surveiller le Bey de Tunis et le Dey d'Alger. Après Peysonnel, ce fut le tour du consul de France à Tunis, Pignon, de conseiller l'achat. En 1731, Maurepas envoya la frégate du chevalier de Caylus pour se renseigner de façon précise. Là encore ce fut un avis favorable. En 1732, et cela jusqu'en 1741, on discuta avec les Lomellini. On se mit d'accord sur le fait que l'île serait cédée à la Compagnie Royale d'Afrique pour 100000 livres. C'était compter sans le Bey de Tunis pour qui les Génois n'étaient guère encombrants, tandis que les Français le seraient. Le Bey envoya son fils Sidi Yannès à la tête de huit galiotes pour s'emparer de l'île par surprise. Huit cents habitants génois furent pris et emmenés en esclavage à Tunis. Toutes les fortifications furent abattues sauf un petit château-fort de l'époque de Charles-Quint. Une garnison turque demeura sur place et construisit une jetée pour relier l'île à la terre ferme. Comme la guerre avait éclaté entre la France et la Tunisie, Sidi Yannès s'empara de l'établissement du Cap Nègre le 6 août 1741. Le comptoir fut pillé et détruit et les prisonniers furent emmenés dans les bagnes de Tunis. La France chargea un officier de marine, M. de Saurins-Murat, d'enlever Tabarka par surprise. On mit deux brigantines à sa disposition, charge à lui de s'entendre avec le marquis de Massiac dont l'escadre croisait sur les côtes de Tunisie. Ce fut un désastre car l'opération avait été mal montée et la troupe emmenée mal évaluée. Les trois cents hommes débarqués en juillet 1742 tombèrent dans une embuscade. Vingt-sept hommes furent tués et deux cent vingt-quatre survivants conduits dans les bagnes, dont SaurinsMurat. Une quarantaine de Français réussirent à se sauver à la nage. Les têtes des morts furent exposées près du fondouk. En fait, il semble bien qu'il y ait eu une indiscrétion quelque part, ce qui explique l'embuscade. La paix avec Tunis revint le 9 novembre 1742 et la France récupéra les ruines du Cap Nègre. Tabarkinis 23 JM/GG – Février 2006 Khérédine – Corsaire Tunisien – 16 ème Tabarkinis Carlo Emanuele III (1701 – 1775) Roi de Sardaigne 24 JM/GG – Février 2006 NOS ANCETRES LES RAPATRIES DE TABARCA Envoyé par J. B. Lemaire 1- PRESENTATION : Tabarka, Tabarca, Tabarqa ou même pourquoi pas Tabarque comme l'a écrit le Capitaine de frégate Cavelier de Cuverville dans son étude " La pêche du corail sur les cotes de l'Algérie " publié vers 1880 chez Berger-Levrault à Nancy. Peu importe la transcription puisqu'il s'agit d'un nom de lointaine origine sémitique déjà retranscrit, à notre connaissance, du Phénicien/Carthaginois en Latin, Grec puis en Arabe, toujours avec les approximations que cela implique, avant de l'être en " Lingua franca "(sabir vernaculaire en Méditerranée occidentale du Moyen-Âge au XIXème siècle), en Italien et en Français. De plus les noms propres n'ayant pas d'orthographe comme chacun sait, laissons donc aux linguistes le loisir d'argumenter sur une hypothétique "correction" et concentrons-nous sur notre propos, la généalogie. Les lecteurs auront compris qu'il s'agit de la petite île, plutôt îlot, qui avait déjà été évoquée dans un article intitulé " Les Tabarkini de San Pietro " paru dans GAMT n° 37-1992/1 sous la plume de Louis et Christiane Nozières (née MORETTO). Ils ont retraçé les grandes lignes de l'histoire mouvementée de ces Génois de Pegli installés devant la côte de l'actuelle Tunisie au service des Lomellini, concessionnaires de l'exploitation du corail. La souveraineté génoise se maintint sur Tabarka de 1540 à 1741 date de la mainmise du Bey de Tunis. Ce dernier, ayant eu vent que les Français s'y intéressaient, voulut en tirer profit en la plaçant sous sa tutelle pour le compte de l'empire Ottoman. Sur le plan de la population, eu égard au fait que les premiers arrivants étaient près d'un millier, que le travail de la collecte du corail devait être épuisant, que les conditions sanitaires ne permettaient certainement pas d'assurer la survie d'un grand nombre de nouveaux nés, ni d'anciens, sans parler de l'alimentation (principalement importée) et de l'eau (fournie par la pluie et les apports extérieurs) qui devait croupir longtemps avant d'être consommée, nous avons toutes bonnes raisons d'imaginer que la population a dû être renouvelée, au moins partiellement et que de ce fait les 2000 personnes qui peuplaient l'îlot en 1738, date du premier "rapatriement" ne devaient pas toutes être, loin s'en faut, les descendants du premier contingent débarqué au milieu du XVIème siècle. Si nous nous référons au peuplement de l'Algérie par nos ancêtres 300 ans plus tard, en principe dans de meilleures conditions et que nous nous rappelons les hécatombes caractérisées (épidémies de choléra, paludisme, dysenterie et autres endémies) qu'ont connues les premières générations, il nous est aisé de concevoir ce qu'il avait dû en être à une époque beaucoup plus ancienne. Le comptoir étant en relation permanente avec la Mère Patrie, il servait de base avancée pour le commerce de marchandises de toutes sortes et disposait de silos à céréales. Hormis les résidents génois, sa population était peu nombreuse, généralement de passage et très variée. On y rencontrait des représentants de maisons de négoce, des agents Tabarkinis 25 JM/GG – Février 2006 diplomatiques de puissances européennes, des négociateurs accrédités par les organismes de rachat des esclaves chrétiens; ils s'y reposaient entre deux missions pour préparer les rapports destinés à leurs commanditaires, profitant des rotations navales permanentes avec Gênes et quelques autres ports d'Italie pour envoyer et recevoir leur courrier. Il fallait alors une dizaine de jours pour rallier la cote ligure. L'île accueillait aussi les esclaves libérés en attendant leur rapatriement. 2- REFUGIES DE TABARKA : Comme l'ont écrit mes prédécesseurs, une partie des résidents quitta Tabarka en Avril 1738, pour aller s'établir sur la petite île de San Pietro, alors déserte, au sud-ouest de la Sardaigne; ils y fondèrent la bourgade de Carloforte ainsi qu'un certain nombre de hameaux ou lieux-dits pour ceux d'entre eux qui, se destinant à une activité agricole et pastorale, avaient demandé et obtenu un terrain. Le tout formant une seule commune, une seule paroisse où tous les enfants étaient baptisés, tous les mariages contractés et tous les décès enregistrés. Nous avons vu que le comptoir de Barbarie était passé sous contrôle turc depuis 1741. A la suite de cette annexion, un grand nombre de femmes et d'enfants furent réduits en esclavage par Tunis. Ils seront rachetés par le Roi de Sardaigne et en 1770, ils seront accueillis à quelques milles au sud de San Pietro, dans la péninsule de Sant'Antioco où ils créeront eux aussi une nouvelle agglomération sous le nom de Calasetta. La nouvelle possession de Tunis suscitant leur convoitise, des pirates Algérois s'emparèrent de Tabarka par la force et firent des habitants restants, leurs esclaves. Ceux-ci seront rachetés par le Roi d'Espagne mais c'est seulement au bout de quelques années qu'ils seront installés à Nueva Tabarca ainsi que sera désormais appelée cette île minuscule rattachée à la commune d'Alicante. Tabarka de Kroumirie était désormais pratiquement vidée de ses habitants, elle sera définitivement désertée vers 1783 et l'est encore aujourd'hui. Voici la première partie du destin de sa population terminée. A la fin du XVIIIème siècle, ils sont donc répartis entre l'archipel sulcitain (San Pietro et Sant'Antioco) et l'Espagne (Nueva Tabarca). De cette dernière branche, nous n'avons pas de nouvelles mais des deux premières nous savons qu'ils ont fourni quelques contingents au peuplement de l'Algérie française. Ainsi, certains descendants de ces rapatriés de la première heure sont retournés en Afrique, à proximité des "Turcs", comme ils les ont toujours appelés. D'autres y étaient déjà revenus travailler, soit avec les Français dans le corail soit dans la pêche au thon à La Goulette. En effet au tout début du XIXème siècle on y comptait des thonières tenues par des Carlofortins alors même que d'autres de leurs compatriotes étaient détenus en esclavage. "Les affaires sont les affaires". En ce qui concerne les concessions de corail, c'était la concurrence entre les Corses de Marseille et les Napolitains, on a même vu une compagnie anglaise s'y risquer sans succès mais la main d'œuvre était invariablement du sud de l'Italie et Tabarquine de Carloforte ou de Calasetta. Il est à noter que si les habitants de Nueva Tabarca se sont progressivement assimilés en Espagne, leurs noms étant généralement transcrits à la Castillane dès le début et la langue ayant pris la suite, ceux de San Pietro et de Calasetta ont gardé leur particularité Tabarkinis 26 JM/GG – Février 2006 Ligure, essentiellement au point de vue de leur parler qui est resté très fidèle à leur dialecte génois d'origine. A tel point qu'ils ne peuvent et ne doivent en aucun cas être confondus avec leurs voisins Sardes. Ils disent eux-mêmes: "Aua parlemmu tabarchin" et ce dialecte est encore pratiqué de nos jours. C'est pourquoi M. Crespo (in Les Italiens en Algérie pp212-235) commet une erreur qui nécessite correction lorsqu'il décrit une certaine "micro communauté sarde à Philippeville et dans le Constantinois" alors qu'il s'agit essentiellement de Tabarquins, comme nous le verrons au moment de la présentation des listes de noms de famille. Il convient toutefois de noter que tous les émigrants de Sant'Antioco ne sont pas Tabarquins seule la majorité des originaires de Calasetta le sont. En ce qui concerne San Pietro nous n'oublions pas qu'il y a eu un appoint de populations diverses, à majorité ligure de Pegli aux portes de Gênes, venus en deux vagues: la première en 1738 et la seconde étalée entre 1739 et 1866. Ces nouveaux arrivants se sont tous fondus dans le creuset de la culture locale, ce qui a du être on ne peut plus facile à ceux de Pegli ; les autres étant largement minoritaires et les mariages aidant ils formèrent rapidement un groupe homogène. Peuvent effectivement se prévaloir d'une origine tabarquine ceux dont l'un des ancêtres figure sur une des listes de "rapatriés". M. Crespo a du être mal renseigné par ses informateurs mais il est excusable tant il est vrai que j'ignorais moi-même, jusqu'à une date récente, ce détail de mes origines. Pour l'anecdote nous mentionnerons que sur le plan culinaire, ils sont restés attachés à une sorte de plat à base de couscous mais dont l'accompagnement est uniquement constitué par des légumes sans sauce. Ils l'appellent "Cashca'" et le préparent dans une "cuscussiera" en terre cuite qui figure en bonne place dans toutes les cuisines de San Pietro et de Calasetta. C'est d'ailleurs un Chef de Carloforte qui a remporté le premier prix au concours international de couscous 2002 face à des concurrent maghrébins, entre autres. Dans les traités de cuisine tabarquine de l'île de San Pietro, il est généralement fait état que leur plats représentent une synthèse entre les fonds culinaires ligures et les saveurs nord-africaines. Pour ma part le cashca' est la seule que j'ai pu trouver. Cependant en matière de préparation d'origine génoise traditionnelle nous pouvons mentionner une bouillie de pois chiches qui n'est pas sans rappeler la calentita et la socca niçoise. 3- L'ALGERIE : Après cette présentation globale de l'environnement venons en au peuplement de l'Algérie. Toutefois avant de suivre nos Tabarquins, il convient de nous rafraîchir la mémoire afin de mieux nous y retrouver dans le dédale inextricable des peuples à l'origine des "Piedsnoirs". Dédale est bien le terme car il en est venu de toutes parts comme dans les autres pays neufs fondés au cours du XIXème siècle par la grande migration des Européens. Ce n'est un secret pour aucun d'entre nous que parmi les Français d'Afrique du Nord et d'Algérie en particulier, les origines sont diverses et variées. Cependant les sentiments sont souvent confus voire inexacts quant à la provenance des "Algériens" de la première heure. Nous en voulons pour preuve ce qui a été démontré plus haut au sujet des Tabarquins. En fait il y eut beaucoup plus d'Allemands que l'on pouvait se l'imaginer: Bavarois, Grand-duché de Bade et même Prussiens (en fait des Sarrois et des Palatins de Rhénanie annexée par la Prusse en 1815) . Mais si le Grand-duché de Bade correspond à ses limites traditionnelles, il n'en est de même ni de la Bavière qui s'étendait jusqu'au Rhin donc bien au- Tabarkinis 27 JM/GG – Février 2006 delà de ses limites actuelles, ni de la Prusse qui elle aussi avait annexé de nombreuses principautés proches des frontières de France. Il faut donc se méfier en lisant la mention " Prussien " ou " Bavarois " sur les registres d'état-civil des anciens départements d'Algérie, la localité mentionnée a de grandes chances de se trouver dans l'ouest de l'Allemagne, en Sarre, Palatinat ou Bade-Wurtemberg par exemple. De plus volontairement ou non de nombreux Allemands se sont eux-mêmes déclarés "Alsaciens" pour diverses raisons sur lesquelles nous ne nous étendrons pas ici. Il y eut aussi des Suisses (Romands, quelques Alémaniques et Italophones), des Alsaciens et des Lorrains de Sarre française (Moselle de l'est) bien avant 1870; des Parisiens, quelques Bretons, des gens du Sud-ouest en assez bon nombre, des Languedociens et Provençaux en gros contingents, quelques Niçois (avant et après le rattachement de ce Comté à la France en 1860) et bien sur, d'autres de toutes les régions de France sans oublier la Corse. Concernant le sud de l'Europe, il y eut naturellement les "Mahonnais" qui sont en fait d'origine catalane car les Baléares, saignées par les exactions des pirates, avaient été repeuplées de Catalans aux siècles précédents. Ils ont suivi de près, lorsqu'ils ne les avaient pas précédés, les hommes du Maréchal de Bourmont en 1830. Les Espagnols quant à eux, Africains de longue tradition, ils allaient et venaient entre l'Europe et la Barbarie au gré de leurs conquêtes et retraites. Depuis la prise de Marzalquivir (Mers el-kébir) en 1505 puis d'Oran sous Charles Quint en 1509 et l'occupation des îlots d'Alger. Malgré l'évacuation finale de 1792, beaucoup demeurèrent à Oran et dans ses environs, sans oublier Ceuta et Melilla où ils sont toujours. Aventureux et aventuriers, ils étaient notamment issus de l'Estrémadure et de la région d'Alicante où certains sont même retournés en 1962-63 et y ont établi une forte présence française et francophone. 4- TABARQUINS A PHILIPPEVILLE : Me consacrant à Philippeville, je me contenterais maintenant de limiter mon propos à ce qui me concerne directement, laissant aux Algérois et aux Oranais le soin de traiter les autres aspects de la question. Que personne ne se vexe si sa région de prédilection n'a pas été nommée, cette énumération n'avait pas la prétention d'être complète; elle consistait simplement à donner une petite idée de la complexité de nos racines. Dans notre région de l'Est algérien et jusqu'en Tunisie, les immigrations italienne et maltaise ont été les plus marquantes. A ceux d'entre nous qui s'intéressent à la généalogie et qui ont pu faire des recherches approfondies dans les archives ou sur place, ce qui va suivre n'apportera peut-être rien de nouveau mais parmi les autres qui n'y attachent qu'une importance relative et qui sans être vraiment actifs n'en sont pas moins attentifs aux trouvailles de leurs prochain, j'ai trop souvent constaté des erreurs dans l'analyse de leurs racines, dans ce qu'ils s'imaginaient être la provenance de leurs ancêtres. S'il est exact que la région de Naples et l'île d'Ischia ont fourni un important apport de population à Philippeville entre autres, ce ne sont pas les seuls sources de nos origines. Combien de fois devant le nom italien de mon grand-père maternel, ne m'a-t-on demandé: mais d'où il est (d'où viennent ses parents ou ses grands parents), de Naples ou d'Ischia? Non, ce patronyme vient de Toscane, de Porcari près de Lucques (on en trouve aussi à Capanori). Il est Tabarkinis 28 JM/GG – Février 2006 bon de rappeler qu'en 1851, à la naissance du seul émigrant connu, Lucques n'était ni Toscane, ni Italienne, c'était un Duché indépendant. Pourquoi cette fixation sur Ischia? Je me suis interrogé à ce sujet et après en avoir discuté avec quelques autres personnes, il semblerait que cela vienne du caractère frappant du nom lui-même et de la façon dont nous le prononcions en "Filivilois": "Ichque", ce nom était vraiment devenu "mythique", avec des expressions telles que: "à Ichque" pour désigner quelque lieu perdu dans le lointain. En réalité, des Italiens il en est venu de presque toutes les régions de la botte, avant même que l'Italie ne fut unifiée à partir de 1861: Royaume de Piémont-Sardaigne (Quelquefois dénommé "Etats sardes"), République de Gênes, Duchés de Lucques, de Parme, Lombardie autrichienne, Royaume de Naples et des Deux-Siciles… La mémoire humaine est courte, en moins d'une génération on a trop souvent tout oublié; volontairement ou non et le jour où quelqu'un se pose des questions, il se retrouve dans le brouillard, manquant de références et de pistes. Certes, aujourd'hui tout ceci fait partie du superflu et n'a que peu d'importance puisque nous sommes tous Français. C'est ainsi que j'avais toujours entendu dire " elle était Alsacienne " au sujet de la première épouse de l'un de mes arrières grands-pères alors que j'ai découvert qu'elle était née en Bavière (avec les réserves énoncées précédemment). L'un de ses descendants directs interrogé ne connaissait même pas son existence ! En ce qui concerne nos ancêtres de San Pietro/ Tabarca , j'ai interrogé un cousin éloigné qui ne savait pas mais pensait qu'ils pouvaient être… d'Ischia !!! Il a toutefois une excuse, sa grand'mère était effectivement de cette ascendance, c'est son époux qui lui, était d'origine tabarquine. Certains croient leurs ancêtres Alsaciens, alors qu'ils venaient en réalité de l'autre coté du Rhin, arrivés vers 1850 et avaient survécu au choléra et à la malaria qui décimaient bon nombre de nouveaux installés. D'autres se disent d'Ischia alors que leurs racines sont en Calabre, dans les Pouilles ou plus au nord. Compulsant les registres d'état-civil de Philippeville, j'ai pu constater, ça et là, la mention "Italien" ou "Italien d'Ischia" alors que le sujet était "Maltais" ou "Anglo-Maltais" et vice versa ou autre mention erronée portée par un employé de mairie laxiste ou mal informé face à un déclarant s'exprimant mal en Français, peu au fait de ces subtilités et/ou n'osant pas reprendre un bureaucrate impressionnant d'importance. Il y a toutefois eu des corrections, faites sur le champ ou demandées en justice à posteriori sur l'orthographe des noms et prénoms, plus rarement sur la nationalité. C'est en "surfant" sur Internet, en consultant un des nombreux sites sur Carloforte et l'île de San Pietro, que j'ai découvert la surprenante histoire de cette petite communauté tabarquine dont sont issus les arrières grands parents maternels de mon grand-père maternel. Ils ont débarqué, âgés d'une petite trentaine d'années et ont fait souche à Philippeville alors que certains de leurs proches ont laissé des traces à Valée. Comme partout en Europe, la surpopulation poussa les plus aventureux à l'émigration vers l'Amérique latine et …l'Afrique du Nord principalement dans la même région que leurs aïeux, entre Tunis et Collo. Tabarkinis 29 JM/GG – Février 2006 Philippeville, de création récente et en pleine expansion à cette époque allait devenir, pour un temps, le port principal à l'est d'Alger. De nombreux immigrants y débarquèrent, le travail ne manquant pas, ils y prirent racine. On les retrouve journaliers, terrassiers, maçons, paveurs, plâtriers, charpentiers de marine, pêcheurs et autres métiers. Ils habitaient rue du Sphinx qui deviendra rue Antoine Bruno en 1918 (la plus longue de Philippeville, du Montplaisant à l'avenue de la République! ), rue Valée, rue Buffon, rue Scipion ou rue du Ravin et rue des Aurès, sur les hauts, vers les remparts de cette cité en construction. D'autres sont agriculteurs, fermiers, vignerons, viticulteurs ou horticulteurs dans les villages environnants, Mareuil, Valée, Danrémont, Saint-Antoine, Robertville, Gastonville ou plus loin Jemmapes, Auribeau, La Robertsau et même sur la route de la Grande-Plage après Stora. Mais, n'en déplaise aux détracteurs de l'œuvre et de la présence française en Algérie, je n'en ai rencontré aucun qui " faisait suer le burnous ", c'est plutôt eux, les malheureux que l'on faisait trimer pour juste de quoi survivre… Ils ne s'en plaignaient que peu, étant des gens soumis et respectueux de l'autorité, ils obéissaient et exécutaient sans discuter bien heureux d'avoir leur " panade " quotidienne en priant le ciel d'avoir de quoi payer le loyer et les vêtements des enfants pour la communion sans quoi certain curé au comportement discutable pouvait leur refuser de la faire (c'est arrivé à mon grand père maternel qui en a gardé, à vie, une méfiance viscérale vis à vis de la " bonté " des gens d'église. Heureusement qu'un oncle par alliance de sa veuve de mère, plus favorisé par le sort lui offrit le fameux costume pour la communion). Beaucoup allaient misérablement vêtus mais en général soigneux de leurs effets et l'un des mots que j'entendais dans ma prime enfance était : " il vaut mieux une vilaine pièce qu'un beau trou ". Alors, où sont les " gros colons ", " Latifundiaires " dont on a fait la caricature du Pied-Noir ? Une poignée tout au plus et en général même pas résidants en Afrique mais pas la grande majorité du peuple Pied-noir ! Car ceux que l'on appelait " les colons " n'étaient que de petits agriculteurs trimant sur une terre pauvre et ingrate, plus ingrate qu'en Sicile ou en Espagne pour ne citer que ces deux parmi leurs pays d'origine. Dans sa thèse, M. Crespo déclare que la rue du Sphinx semble être la rue de prédilection des Italiens et de ceux qu'il qualifie de "Sardes", c'est-à-dire les Tabarquins. Sans pouvoir dire que c'est inexact, il faut y apporter les ajustements qui s'imposent. Il est exact que ce nom revient souvent, mais si on étudie les autres origines on le rencontrera aussi souvent; de plus n'oublions pas que c'est la rue la plus longue de Philippeville et qu'il n'y avait pas beaucoup de rues à cette époque, c'était une ville nouvelle qui s'étendait progressivement. De plus c'est sur la rive gauche de la rue principale (rue Royale, Impériale, Nationale puis G.Clémenceau), tracée dans le lit du Saf Saf asséché et détourné vers l'embouchure que nous lui connaissons sur la route de Jeanne-d'Arc derrière le Skikda, que les premières maisons et immeubles d'habitation ont été construits. La rive droite, en ce temps là, étant plutôt occupée par des édifices publics civils et militaires, Eglise, Mairie, hôpital, Caserne de France, Caserne d'Artillerie à cheval (plus tard nommée Mangin), parc à fourrage, cimetière, poudrière, arsenal etc…, elle est aussi devenue secteur d'habitation mais plus tard. Donc il y avait tout au plus une dizaine de rues dans ce gros village entre 1845 et 1890 et par voie de conséquences plus de chance de retrouver les mêmes noms de rues qui reviennent. De plus il ne faut pas oublier que l'endogamie n'était pas la norme, loin s'en faut. On pouvait critiquer ou se moquer de tel ou tel et ça s'est fait jusqu'à l'indépendance mais on se mariait sans en tenir compte, c'était déjà le Tabarkinis 30 JM/GG – Février 2006 "melting pot". On ne peut pas en déduire qu'il y avait des regroupements par origine bien qu'il y ait des présomptions que les plus pauvres habitent les plus vieilles maisons. Une autre erreur de cet auteur est illustrée par la remarque suivante tirée de son ouvrage page 85: "A Philippeville, trois fabricants de pâtes alimentaires sur quatre sont Italiens: ce sont les sieurs, Azzopardi, Mizzi, Casseri. Il en est de même pour les négociants en grains: Marchica, Camilleri, Grima". Voilà qui fera bien rire les Philppevillois, ce sont tous des noms MALTAIS. Errare humanum est, espérons une rectification… Dès l'ouverture de Constantine à l'implantation européenne, certaines familles se dirigèrent vers cette ville puis essaimèrent dans tout le constantinois où d'ailleurs une forte proportion de la population est issue d'une première génération de Philippeville. Et l'on peut qualifier cette dernière de " berceau des Constantinois ". Paradoxalement, ce port n'évoluera pas suffisamment. Sa population atteignit tout juste les 60 à 70.000 habitants en 1962. En 1861, selon les autorités consulaires italiennes, il y aurait eu 10.942 Italiens en Algérie: 4907 dans la province d'Alger avec 3976 à Alger même, 2108 dans la province d'Oran avec 1.436 à Oran même et 3.927 dans la province de Constantine dont 1.003 à Bône et 1.311 à Philippeville. En fait ces chiffres ont été corrigés et l'on arriva à plus de 3.000 pour la seule ville de Bône. En 1864, le consulat dénombre 12.000 Italiens dont 4.000 dans l'Algérois, 2.000 dans l'Oranais et 6.000 dans le Constantinois. En 1866, le recensement fait par l'administration française en relève 16.665 en ne comptant que les personnes établies de façon permanente. Selon le consulat italien on arriverait à plus de 32.000 en ajoutant les itinérants. En effet ajoute le consulat, "presque tous les ouvriers employés aux travaux des mines et des ports, à la construction des voies ferrées et des voies ordinaires, des canaux et des réservoirs, sont Italiens. Ces chiffres de 1861, 1864 et 1866 sont tirés du " boll. Consolare de Déc 1870 pp429-30 " En 1868, il y aurait à Bône, toujours selon la même source 1871 p457, 2.926 Italiens sur les 17.501 habitants de Bône soit un tiers de la population totale de la ville. En 1870 ils seraient passés à 4.000 âmes (Tous ces chiffres sont cités dans G.Loth, le peuplement Italien en Tunisie et en Algérie, Paris, Armand Colin 1905). Même si on a du mal à s'y retrouver, nous avons ici la confirmation du rôle de premier plan joué par la main d'œuvre italienne dans la construction des infrastructures de l'Algérie. Alors où sont les indigènes ? Qu'ont-ils fait pour la construction de "leur" pays ? Vraisemblablement pas grand chose. A qui le mérite revient-il ? Ils continuaient leur vie musulmane dans leurs "douars", se tenant bien à l'écart des "Roumis, impurs et méprisables" pendant que ceux-ci trimaient pour leur préparer le pays qu'ils allaient recevoir sur un plateau d'argent en 1962. Ils refusaient, certes sous l'influence de Tabarkinis 31 JM/GG – Février 2006 leurs chefs et leur foi le leur imposait-il, l'école et le contact des Français, jusqu'à une période récente, vers 1900, où ils se sont mis à "descendre" en ville s'étant rendu compte de l'avantage matériel qu'il pouvait y avoir à travailler avec les Français. Mais l'essentiel de l'œuvre était accompli et l'Algérie avait, entre autres, le réseau ferré le plus important d'Afrique y compris à l'époque de l'Afrique du sud. Donc nos ancêtres venus en Algérie n'ont pas "fait suer le burnous" mais ont sué euxmême et tout le mérite leur revient sous l'égide du génie français qui a conçu les projets auxquels ils ont prêté leurs bras et leur savoir faire habile. 1905 : Nous en voulons pour preuves ces quelques lignes que Gaston Loth avait écrites avant Page 125 de son livre déjà cité: "Un deuxième point…en 1898-99, n'arrivèrent d'Italie que 75 émigrants après en avoir, en 1877-78, envoyé 335; en 1884-85, 668; en 189091, 168 seulement. L'ère des grands travaux étant close, les grandes lignes construites, ceci s'explique". Et page 135: "Les Italiens constituaient, dès 1863, la partie la plus considérable des classes ouvrières de la province de Constantine". Revenons au cœur de notre sujet : En activité, Philippeville se maintint quand même à la 3ème place des ports de pêche (1er pour la sardine et l'anchois) et obtint tout juste une place intérimaire de port pétrolier, alors que Bône dépassa allègrement les 120.000 habitants et conforta sa place de 1er port de l'Est algérien au cours du XXème siècle malgré des liaisons moins favorables avec l'arrière pays. Pourquoi?...à approfondir. 5 - BORGHERO et DANOVARO : C'est le 12 Septembre 1841 que fut célébré en l'église San Carlo de Carloforte l'union de Donato, fils de Agostino BORGHERO et de Catterina son épouse, d'une part et de Rosalia, fille de Bartolomeo MORETTO (ou Amoretto ?) et de Rosa son épouse, d'autre part. Certainement embarqués à Cagliari ou à Castel Sardo sur une goélette ou une tartane vers 1851, Donato BORGHERO, son épouse Rosalia MORETTO (enregistrée sous ce nom à Philippeville) et leurs enfants ont débarqué au mouillage de Stora car le port de Philippeville n'existait pas encore. Je tiens cette information de mon grand-père qui m'avait expliqué comment sa grand'mère Catherine, Maria, Regina BORGHERO était arrivée à l'age de 9 ans en mentionnant qu'elle se rappelait avoir été portée du bateau dans la baleinière puis avoir marché dans l'eau jusqu'à la taille pour arriver à terre; comme elle est née le 1er Janvier 1842 à Carloforte, j'ai fait le calcul. 1°) Le 26 Avril 1862 à Philippeville, à 18h15, à 20 ans elle épousa Giuseppe, Salvatore DANOVARO, 30 ans, exerçant la profession de journalier, né le 17 Décembre 1832 à Carloforte de feu Bartolomeo et de feue Caterina LEONE (Unis le 3 Mars 1822 à Carloforte étant respectivement fils de feu Bernardo et Maria et fille de Luigi et feue Maddalena). Tabarkinis 32 JM/GG – Février 2006 Giuseppe, Salvator aussi bien que Catherine, ont déclaré ne pas savoir signer. Les témoins étaient : Severac Jean Pierre, employé de 46 ans, Bourdis Charles gendarme de 30 ans, Canapo Salvator journalier de 42 ans et GROSSO Grégoire maçon de 24 ans (certainement aussi Tabarquin de Carloforte, cf liste des noms). Vous voyez qu'ils n'ont pas que des compatriotes comme témoins ! Parmi leurs enfants identifiés nous notons : a- Mathilde née le 29 Mars 1863 à Philippeville rue Valée n°54, mariée à 16 ans 1/2, le 20 décembre 1879 avec Giovanni, Raffaele, Alessandro dit Jean DELLA MAGGIORA , menuisier né le 12 octobre 1851 à Lucques qui décédera le 18 Mai 1886, rue du Sphinx n°35. Parmi leurs témoins on retrouve GROSSO Grégoire âgé de 41 ans qui avait déjà été témoin au mariage des parents de Mathilde, Keller Jean, marchand de meubles, Emeric Augustin, officier en retraite de 69 ans et Pio Sébastien, cordonnier de 56 ans. Les époux ont signé. Ils eurent 4 enfants dont 3 arrivèrent à l'âge adulte: · Bernard, Auguste, Salvator DELLA MAGGIORA, 18 Septembre 1880, rue des Aurès maison Caille. Il sera grièvement blessé au Champ d'Honneur le 7 Avril 1917 dans la zone de Nieuport au cours d'un coup de main pour lequel il s'était porté volontaire avec d'autres et décèdera le lendemain, jour de Pâques, à l'ambulance "Océan" de La Panne (Belgique), récompensé par une élogieuse citation posthume à " l'ordre de la division ". Une lettre reçue de l'aumônier mentionnait qu'il avait voulu remplacer un père de famille, lui-même étant célibataire, sans enfants. Il figure sur le monument de Philippeville, maintenant à Toulouse au cimetière "de Salonique". · Augustine DELLA MAGGIORA, 17 Août 1882, rue du Sphinx n°35. Deviendra Mme GAUDINO Giro (Jérôme) en 1903, aura 3 enfants (Rose, Mathilde, Francis) et décèdera en 1939. · Salvator DELLA MAGGIORA, 25 Juin 1884 à la même adresse. Epousera en 1921 Prudence, Félicité, Zoé FORMOSA dont il aura 2 enfants (Yvonne 1/8/1922 et Jean 9/5/1925) et décèdera le 11/11/1975 à Nice. b- Madeleine, Marie 29/10/1865- 30/5/1866, rue du Sphinx n°32. c- Joseph, Pierre le 13 Octobre 1869, rue du sphinx n°35. Il exercera la profession de maçon et dans la mémoire familiale il est célèbre puisqu'il aurait exécuté les moulures en staff et en stuc de la décoration du théâtre de Philippeville (vérifié et attesté auprès de différentes sources familiales). Rappelons que c'est un DANOVARO, Maître Agostino qui avait été le Maître d'œuvre (capomastro costruttore) lors de l'édification de l'Eglise de Carloforte où il subsiste deux ou trois descendants du même nom. En 1790-91 il en est devenu Maire (Sindaco), alors que son père Maître Antonio, unique porteur de ce nom figurant sur la liste des rapatriés et sur celle des trente mariages de Tabarka avant le départ de 1738, avait déjà en 1740 exercé des fonctions officielles locales. Un autre de ses fils, Maître Ambroggio fut également Maire de Carloforte en 1793 (attesté par un document du 2/9/1793, alors que la République Française avait annexé San Pietro, renommée " île de la Liberté ". Joseph a une Tabarkinis 33 JM/GG – Février 2006 nombreuse descendance en France par ses enfants, Reine, Jeanne et Antoine. d- Donat, Augustin né le 26/4/1879 rue des Aurès, maison Caille. Son père Joseph, Salvator est terrassier et les témoins sont Baude François maçon de 32 ans que nous retrouverons ci après et Borghero François cultivateur de 28 ans. Meurt le 20/8/1885. 2°) Le 29 Août 1863 à Philippeville, Agathe BORGHERO, née à Carloforte le 4/1/1845 et baptisée Maria Agate (sous les parrainages de Andrea et Agata Tassara), épouse Jean Alphonse GOUMAZ. Ils auront un fils, Marius Antoine qui épousera Marie Anne Portelli le 24 Décembre 1889 et une fille Rosalie Hyacinthe qui épousera Victor Joseph BOREL le 21/12/1893 dans la même ville. 3°) Une autre fille de Donato BORGHERO, Marie Anne, Philippine, née à Carloforte le 28/7/1847 épousa le 21/12/1869, François Joseph BAUDE, maçon né à Oran le 23/12/1846. Dans cet acte Donato Borghero serait cultivateur. La future et ses parents n'ont pas signé. Ils eurent au moins 5 enfants: Fortuné le 21/11/1870, Eugénie le 01/10/1872, Baptistin le 25/4/1878 se mariera à Sétif le 16/4/1904 avec Zoé Bonnot, Marie Victorine le 9/11/1880 et Marius le 16/5/1884 (+en Juin 1887). Elle décèdera le 9/5/1888, rue des Poudrières, maison Baude, fille de feu Donato Borghero. François BAUDE se remariera en 1889, sera à nouveau veuf et plus tard il rejoindra sa fille mariée à un Sicilien, à New York où il a été enregistré à Ellis Island le 21/12/1919. Il y finira sa vie, mais sera enterré à Philippeville dans son caveau où se trouvent également, si ma mémoire est bonne, outre les dépouilles de ses épouses et de ses enfants décédés, les corps des époux Borghero, des époux Danovaro et de Mathilde Danovaro. C'est lui qui avait payé le costume pour que mon grand père puisse faire sa communion (cité plus haut). 4°) Marie Louise, 3 ans, figure aux décès du 15/4/1862, rue du Sphinx, maison Musso. Salvator DANOVARO, le futur gendre de 30 ans est témoin. Donato Borghero est décédé avant sa fille Marie Anne (+ 9/5/1888). Rosalia Moretto, son épouse demeurait à Valée au moment du décès de sa fille. Joseph Salvator DANOVARO, journalier de 58 ans, décède le 11 Février 1891, rue Clauzel, maison Calendini. Quant à Catarina, son épouse née BORGHERO, elle était toujours en vie pendant la première guerre mondiale. Comme elle est souvent dénommée Borghese sur les registres de l'état-civil, il faut entreprendre des recherches de confirmation. Toutefois, le nom de Borghese n'étant jamais apparu dans l'histoire des Tabarquins et toute sa fratrie s'appelant Borghero, je pencherais pour une erreur de transcription, ce qui reste à établir. C'est établi le 17 juillet 2003 par la consultation du registre des baptêmes de Carloforte où elle est inscrite sous le nom de Borghero. C'était donc bien une mauvaise transcription de l'officier d'état civil de Philippeville. 6- HOMONYMES NON IDENTIFIES : BORGHERO Tabarkinis : 34 JM/GG – Février 2006 BORGHERO Augustin se marie le 7/1/1888 avec Deydier Adrienne. J'ai également trouvé le décès de Donat Alfred fils de BORGHERO Augustin, viticulteur âgé de 27 ans le 13/6/1893. Les prénoms Donat et Augustin sont utilisés dans la famille que nous étudions mais nous n'avons pas assez d'éléments pour trancher. DANOVARO : Marie Charlotte née le 2/11/1817 à Carloforte, fille de Joseph (décédé en Mars 1847) et de Rosa (Rombi ?) (décédée en Novembre 1829) a épousé le 13/6/1855 à Philippeville, Adolphe PIEL, voilier, dont elle avait eu une fille Angélique née le 25/11/1849 à Philippeville, alors qu'il était sapeur. Les témoins étaient Filippi Jean Baptiste, patron marin de 76 ans, Rosso Baptiste, menuisier de 36 ans, Rias Philippe forgeron de 27 ans et Padovanni Antoine Paul, agent de police de 36 ans. Elle n'a pas signé. Il est fort probable qu'elle soit parente de Joseph Salvator, les DANOVARO de Carloforte descendant tous d'Antonio " rapatrié " de Tabarka (cf. supra et liste des mariages et des rapatriés de 1738 en annexe), fils d'Ambroggio et originaire de Rivarolo in Ponsevia au nord-est de Gênes, aujourd'hui quartier (circonscription) de cette métropole. 7- ORIGINE et DIFFUSION DES NOMS : BORGHERO : Assez rare, semble avoir deux foyers, l'un à Padoue et l'autre à Carloforte. Selon l'annuaire téléphonique, il y en aurait 157 en Italie, 25 en France, 24 aux EtatsUnis (NY/NJ), 3 en Argentine et 2 en Espagne. <P>DANOVARO : Très rare, exclusivement génois, il se rencontre dans l'île de San Pietro du fait de Tabarca. Au XIXème siècle une famille d'armateurs portait ce nom à Gênes, ils avaient baptisés de nombreux navires des noms de membres de leur famille. Dans le dictionnaire italien des familles nobles éteintes, on mentionne en 1868, des Comtes DANOVARO. Aujourd'hui il est porté par 187 abonnés en Italie (Génois, Carlofortins), 19 en France, 10 aux Etats-Unis (Cal., NY/NJ) et 2 en Argentine. 8- ANNEXES : Seule l'annexe B est disponible sur le site de J.P. Bartolini " Bône la coquette " sous le titre " Ceux de Tabarka " : A- Liste des 30 mariages de 1738 à Tabarka. B- Liste des 100 familles installées à Carloforte le 17 Avril 1738. C- Liste des immigrants non Tabarquins en 1738. D- Liste des immigrants à Carloforte entre 1739 et 1866. E- Liste des immigrants à Calasetta en 1770. F- Liste des rachetés de Nueva Tabarca. G- Liste de familles des 630 esclaves rachetés en 1803. H- Liste des natifs de Carloforte et de Calasetta naturalisés Français. I- Liste de quelques mariages de Carlofortins à Philippeville de 1862 à 1894. Sources bibliographiques : -Giuseppe Vallebona, "Storia di una colonizzazione", Edizioni Della Torre, Cagliari, Tabarkinis 35 JM/GG – Février 2006 1962, 1974, 1988. -Giorgio Ferraro, "Da Tabarka a San Pietro", Grafica del Parteolla,1998. -Maria Cabras et Pietrina Rivano Poma, "Calasetta", Storia e folklore letterario. -Alejandro Ramos Folqués, " La isla de Tabarka ". -Gérard Crespo, "Les Italiens en Algérie 1830-1960" Septentrion 1998. -Cavelier de Cuverville, "La pêche du corail sur les cotes de l'Algérie" Nancy 1880 -Ambassade d'Italie à Tunis, "Memorie italiane di Tunisia" Finzi, Tunis. -Pierpaolo Merlin, coordinateur, "Grande storia del Piemonte" 5vol., Bonechi, Florence. -Fernand Braudel, "Histoire de la méditerranée sous Philippe II", 2t., Armand Colin, 1985. -Revue GAMT n° 37- 1992/1. Archives : -Registres d'état-civil de Philippeville (1838-1895) C.A.O.M. Aix-en-Provence. -Bulletins des lois 1830-1920. -Service Historique de L'armée de Terre à Vincennes. -Archivio di Stato, Cagliari. -Archivio Storico Diocesano, Iglesias Sardaigne. -Archives personnelles et mémoire familiale. Sites internet : -Melegnano.net : sens et origine des noms de famille. -Chercher Carloforte, SanPietro, Calasetta et Tabarka/Tabarca avec un moteur de recherches. -Geneaita.org : généalogie italienne et bibliothèque. -Annuaires électroniques. Articles complémentaires du même auteur : -"Cuisine insolite" Oct. 2002. Paru en Décembre 2002, Revue "Ensemble" 130, ave. de Palavas 34000 Montpellier et sur le présent site rubrique " cuisine " sous le titre "Calentita". -"I Tabarchini" Sept. 2002, Non publié -"La Madonna dello schiavo" (traduction d'un texte italien) Nov 2002 à paru en Octobre 2003 dans la revue "Etoiles du Sud" et sur le présent site dans le N° 24 de la Seybouse sous le titre "La Madonna dello schiavo" . -"Barbarie et méditerranée occidentale" Nov 2002, paru en Janvier 2004 dans la revue "Etoiles du Sud" et sur le présent site dans le N° 26 de la Seybouse sous le titre "Barbarie et méditerranée occidentale" .. Jean-Bernard LEMAIRE St Germain-en-Laye - le 12 Décembre 2004 Tabarkinis 36 JM/GG – Février 2006 « APPEL A TEMOINS » Recherchons "TABARQUINS ! Jean-Bernard LEMAIRE Recherchons "TABARQUINS », c'est à dire descendants, directs ou indirects de ces hardis génois de Pegli qui dès le 16ème siècle se sont établis à TABARCA pour collecter le corail et dont certains descendants ont ensuite émigré en Algérie et en Tunisie au 19ème siècle après avoir fondé Carloforte à San Pietro en 1738 et pour beaucoup souffert l'esclavage en Barbarie. J'en suis un et je sais qu'il y en avait à Bône notamment, c'est pourquoi je demande aux lecteurs de "La Seybouse" de consulter attentivement la liste de noms suivante pour voir s'ils ne sont pas dans le même cas. Si vous trouvez un nom qui vous concerne, même si vous ne le portez pas (ancêtre par voie maternelle), contactez moi afin que nous puissions faire avancer la recherche des héritiers de cette communauté en France (je sais que nous sommes plusieurs centaines voire milliers). Il y en a en Italie, quelques milliers dans l'ile de San-Pietro et ailleurs, il y en a aux Amériques en Australie et en d'autres contrées. Je vous remercie de votre aide. Tabarkinis 37 JM/GG – Février 2006 LA FAMILLE ROSSO DE L’ILE DE SAN PIETRO (SARDAIGNE) APPARENTEE A LA DYNASTIE HUSSEINITE par Guy–Joseph Fouché C’est avec un grand plaisir que nous renouons le contact avec les diasporiens que nous saluons et en profitons pour féliciter le bureau pour son dynamisme. Basés actuellement à Sao Paulo, capitale économique du Brésil et mégapole de 12 millions d’habitants, nous avons le plaisir de vous annoncer la naissance de Patrick qui est franco – brésilien. Ce pays continent qui occupe presque la moitié de l’ Amérique du Sud a une superficie 16 fois supérieure à celle de la France et presque 100 fois supérieure à celle du Portugal qui le découvrit en 1500 par Cabral et le colonisa ensuite, y imposant sa langue, le reste de l’Amérique du Sud parlant espagnol. Le Brésil devenant indépendant en 1822, les autres principales colonies potugaises (Angola et Mozambique ), ne le devinrent que tardivement, en 1975. Les abondantes pluies tropicales qui contrastent avec la sécheresse du sud tunisien favorisent une végétation luxuriante, mais provoquent aussi de grosses inondations. Les brésiliens sont aussi accueillants que les tunisiens, ce qui nous ramène à notre chère Tunisie. Il y a 5 ans, j’ai engagé des travaux généalogiques sur mes ancêtres en Tunisie dont j’ai publié plusieurs articles dans la revue de la Diaspora Sfaxienne. En 2002, j’écrivais un article où j’indiquais ma descendance de Caterina ROSSO et de sa fille Mathilde. Mathilde GHIGGINO Mathilde GHIGGINO, née le 5 septembre 1840,épousa en 1856 Jean – Henri MATTEI, vice – consul de France à Gabès et à Sfax de 1856 à 1881. (fils de …. ). Elle était la fille de Caterina ROSSO, sarde née à Tunis et de Giuseppe GHIGGINO, né à Tunis, qui fut consul sarde du Piémont Sardaigne à Sfax à partir de 1834, mariés en l’église Sainte Croix en 1839. Caterina décéda à Sfax le 14 août 1867 et Giuseppe décéda à Sfax le 21 février 1862 : il était le fils de Francesco GHIGGINO et d’Antonia CHIAPPARINI. Le couple eut 5 enfants : Mathilde, Aloissia, Adolfo, Enrico, Achille GHIGGINO nés à Sfax. Caterina ROSSO, fille présumée d’Antonio ROSSO, consul sarde, est mentionnée aussi à Sousse en décembre 1827,5 (dans quel texte ?) épouse sarde du consul italien, Girolomo Tabarkinis 38 JM/GG – Février 2006 VIGNALE, donnant naissance à Félice VIGNALE. Carolina CARLETON à Sousse ) ( en 1858, Felice VIGNALE épousa Caterina ROSSO, au décès de Girolomo VIGNALE a dû épouser Giuseppe GHIGGINO qui l’aurait emmenée à Sfax . Dès le 16ème siècle, de nombreux gênois de Pegli s’étaient établis à Tabarka pour collecter le corail et certains de leurs descendants avaient migré dans l’île de San Pietro, située au sud-ouest de la Sardaigne et y avaient fondé Carloforte en 1738. C’était le cas de la famille ROSSO qui allait connaître non seulement l’invasion de cette île en 1793 par les troupes révolutionnaires françaises, mais aussi une énorme rafle des barbaresques tunisiens en septembre 1798 de plus de 800 chrétiens destinés à l’esclavage, les îles chrétiennes proches de la Tunisie étant leurs lieux de prédilection. La plus célèbre de ces captifs fut Francesca ROSSO dont j’ai le plaisir de vous faire partager l’aventure dans ce récit qui m’a été adressé récemment par une de mes correspondantes en généalogie, traduit de l’italien. Il me reste dorénavant à découvrir le lien de parenté exact entre Caterina et Francesca et une possible autre parenté avec un musulman dûe aux pirates barbaresques, après celle publiée en 2002 au sujet de Selim Corso, alias Joseph Marini, corse, beau-frère du consul Thomas Mattei. Selim Corso fut doyen des mameluks, caïd d’El Nefzaoua, de Djerba, de Bizerte, de Bedja, des Métélits et avait été le compagnon d’enfance d’Ahmed Bey. Pour cela, il me faut découvrir les actes de naissance de Caterina Rosso à Tunis et de Francesca Rosso. Pour toute information, mes nouvelles coordonnées sont : Guy – Joseph Fouché Praça Paul Harris, 51 04517 – 100 SAO PAULO BRESIL [email protected] Tabarkinis 39 JM/GG – Février 2006 Naissances et Mariages de ROSSO à Sousse et à Tunis Josyanne MASSA Dans les années 1800, les familles catholiques de Sousse avaient le choix de faire baptiser leurs enfants soit lors du passage d’un prêtre en provenance de Tunis et se rendant à Tripoli en Libye ou lors de son retour de Tripoli vers Tunis. C’est pourquoi il est si difficile de retrouver les actes de baptêmes !! (les actes portés sur les registres de Tripoli se trouvent aujourd’hui dans une église de Gênes en Eglise de Sousse Italie, où il est possible de les consulter ) Suivent quelques relevés concernant les ROSSO, à Sousse et à l’église Sainte-Croix de Tunis, après 1836. Naissances à Sousse 1838/01/04 ROSSO Francesco Antonio Guiseppe, fils de Gio Baptista, de Monastir, et de SICCAGULA Teresa, née le 21 3 1838, sardi parrains : Guiseppe in assenza di ROSSO Antonio et SICCAGULA Maria 1840/09/03 ROSSO Antonia fils de Gio Baptista de Monastir et de SICCAGULA Teresa, sardi Parrains : OVERO Antonio / SICCAGULA Rosa 1843/26/01 ROSSO Adelina Natalizia fils de Gio Baptista de Monastir et de SICCAGULA Teresa, 25 12 1842 sardi, s Parrains : SICCAGULA Nicola / VARELLI Maria Mariages à Sousse 1837/29/01 ROSSO Giambattista et SCIACCAGULA Teresa Fils de Antonio et de BORGHERIO Maria Fille de Francesco et de MORO Rosa Genovese Temoins : SACCOMANO G (francese) SERRA Felice (napoli) Notes : 1. ROSSO Antonio est témoin à un X le 15/10/1845 de SCIACCAGULA Nicolina .. familles alliées évidemment 2. Les ROSSO de Sousse semblent venir de la isola della feminine … a capace 3. MORO Rosa dcd en 1855 âgée de 72 ans donc naissance calculée : 1783 Tabarkinis 40 JM/GG – Février 2006 Décès à Sousse 1845/29/12 ROSSO Maddalena, 85 anni, fille de Francesco (fu) et de lucia donc née en 1760 mogli de Antonio ROSSO, Sardi (est ce le nom d’épouse ou du mari ??) 1847/18/02 ROSSO Antonio, 74 ans, ne en Tunisie fils de Bernardo+ et de Aggata+ (CIREN ou SIRAGA) différentes orthographes suivant les relevés) donc né en Tunisie en 1773, genovese 1845/18/07 ROSSO Achille Adolfo, 8 mesi, fils de Gio Battista et de SCIACCAGULA Teresa 1850/13/09 ROSSO Achille, 1 mois, fils de Gio Battisto et de SCIACCAGULA Teresa, sardi 1856/11/08 ROSSO Feliciano, 1 anni, fils de Gio Battista et de CIACCAGULA Teresa, décès du cholera, sardi 1861 VIGNALE Felice fils de Girolamo+ et de ROSSO Catarina, 33ans, donc né en 1828, époux CARLETON Carola 1867 VIGNALE Adolfo fils de Girolamo et de ROSSO Catarina, 30ans, donc né en 1837 1880 ROSSO Maria fille de Antonio et de LEONI Antonia, 6ans, donc née en 1874 1880 ROSSO Tomasa, fille de ? Libera âgée de 90, donc née en 1790 née a Palerme, veuve de BRUNO Salvatore e de ROSSO Guiseppe 1881 ROSSO Luigia fille de Filippo et de CARLETON Madelena, 2 ans 1886 Rosso maria fille de antonio et de leoni antonia 1887 ROSSO Guiseppe, fs de Francesco et MILI Maria, 25ans, donc né en 1862 1883 RUSSO Rosa, fille de Gioacchino et BRUNO Maria, bambino 1883 RUSSO Salvatore, fils de Gioacchino et BRUNO Maria, bambino Tabarkinis 41 JM/GG – Février 2006 Sur les registres de l’église Sainte Croix à Tunis Mariage le 02/08/1847 SACCOMAN Pietro, né le 20/03/ 1797 à Tunis, avec ARNAUD Thérèse, fille de Jean Joseph et Augustine DURANTE née le 31/01/1818 à Tunis , veuve de SACCOMAN Guiseppe + 04/11/1846 (fa Gian Batti SACCOMAN et de ROSSO Teresa mariés à SteCroix le 22/6/1786) Mariage le 06/09/ 1851 ROSSO Antonio, né a Carloforte , veuf de PERONA Celestina décédée a Tunis le 20/10/1850 (bottajo ? sicilien) avec GRANARA Caterina, née le 14/04/1833, sans indication du nom des parents ou du lieu de naissance Mariage le 31/09/1871 GRANARA Nicola fils de Guiseppe+ et de ROSSO Maria, ne le 17/07/1835 à Carloforte (maçon), avec OLANDA Giorgina fille de Antonio+ et de RIVANO Antioca , née le 21/04/1839 à Tunis Eglise Sainte-Croix de Tunis Tabarkinis 42 JM/GG – Février 2006 Esclaves de l’île Saint-Pierre en 1789 Famille ROSSO Source : site GENOM http://www.genom-online.com/ ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO ROSSO Tabarkinis Nicoletta Francesca Teresa Caterina Anna Carolina Maria Sebastiano Angelica Giuseppe Maria Vittoria Salvatore Rosalia Salvatore Angelica Antioco Caterina Ignazio Vittoria Rosalia Apollonia Rosa Teresa Vincenzo Anna Maria Francesca Madalenna Antonia Giacinta Girolama Luigi Rosa Nicola Gaetano Maria Nicola Paola Madalenna Madalenna Bartolomeo Gio Battista Grazzia Maria Maria Rosalia Abdel CHERIM ALLE MANNI DI SI L'ARABI Ameda BIL KETEB Antonio MENDRICE BARTHEZ BARTHEZ BARTHEZ BARTHEZ Dal BELLO Dal DOLETILY Dal DOLETILY Dal DOLETILY DON IGNAZIO SOLER FESSLER Giroggio RIVANO Hagi Mohamed Ben MILED Hagi Mohamed Ben MILED Hagi Mohamed Ben MILED Hagi Mohamed Ben MILED Hagi Mohamed Ben MILED Hagi Salem Ben DIEF Hagi Selem Ben DIEF Lilla CADUGIA Lilla CADUGIA Lilla HASFIA Lilla MANNENA Mohamed Ben CHEBIR Mohamed Ben CHEBIR Mohamed Ben CHEBIR CERIF Mohamed Ben CHEBIR CERIF Mohamed Ben CHEBIR CERIF Mohamed Ben CHEBIR CERIF Mohamed Ben CHEBIR CERIF Mustapha Si Mustapha ABDI Si Mustapha ABDI Si Mustapha ABDI Si Mustapha ABDI Tonino ROSSO Tonino ROSSO 43 JM/GG – Février 2006 Les ROSSO de Carloforte pris en esclavage en 1798 placés chez des maîtres dans l’attente d’être rachetés, certains décidèrent de rester en Tunisie, d autres repartirent en 1803, grâce à l’intervention de Napoléon Bonaparte Maître DON IGNAZIO SOLER (peut-être le consul espanol ?) Nom - Prénom(s) ROSSO Salvatore Père Antioco Di Vicenzo X Mère FERRARO Maria Grazzia Composition de la famille FERRARO Maria Grazzia ROSSO Salvatore ROSSO Bartolomeo Maître MILED Hagi Mohamed Ben Nom - Prénom(s) ROSSO Antioco Père Gio Batta Di Giuliano X Mère ZUDDAS Agostina Composition de la famille ZUDDAS Agostina ROSSO Antioco ROSSO Ignazio ROSSO Caterina ROSSO Vittoria ROSSO Angelica ROSSO Salvatore ROSSO Anna Maria ROSSO Caterina Maître CHEBIR CERIF Mohamed Ben Nom - Prénom(s) ROSSO Luigi Père Gian Battista Composition de la famille ROSSO Girolama ROSSO Luigi ROSSO Antonia ROSSO Rosa ROSSO Giacinta ROSSO Nicoletta Maitre inconnu Nom - Prénom(s) ROSSO Bartolomeo Père Antioco Di Vicenzo x Mère FERRARO Maria Grazzia Composition de la famille FERRARO Maria Grazzia ROSSO Salvatore ROSSO Bartolomeo Maître ABDI Si Mustapha Nom - Prénom(s) ROSSO Gaetano X Conjoint(e) MASNATA Maria Grazzia Père Nicola Composition de la famille ROSSO Gaetano X MASNATA Maria Grazzia ROSSO Nicola ROSSO Maria ROSSO Paola Tabarkinis 44 JM/GG – Février 2006 LA FAMILLE ROSSO DE L’ILE DE SAN PIETRO (SARDAIGNE) APPARENTEE A LA DYNASTIE HUSSEINITE par Guy – Joseph Fouché Il y a 5 ans, j’ai engagé des travaux généalogiques sur mes ancêtres en Tunisie dont j’ai publié plusieurs articles dans la revue de la Diaspora Sfaxienne. En 2002, j’écrivais un article où j’indiquais ma descendance de Catarina ROSSO et de sa fille Mathilde. Mathilde GHIGGINO, née le 5 septembre 1840, épousa en 1856 Jean – Henri MATTEI, vice – consul de France à Gabès et à Sfax de 1856 à 1881. Elle était la fille de Catarina ROSSO, sarde née à Tunis et de Giuseppe GHIGGINO, né à Tunis, qui Fut consul sarde du Piémont Sardaigne à Sfax à partir de 1834, mariés en l’église Sainte Croix en 1839. Catarina décéda à Sfax le 14 août 1867 et Giuseppe décéda à Sfax le 21 février 1862 : il était le fils de Francesco GHIGGINO et d’Antonia CHIAPPARINI. Le couple eut 5 enfants : Mathilde, Aloissia, Adolfo, Enrico, Achille, nés à Sfax. Catarina ROSSO, fille présumée d’Antonio ROSSO, consul sarde, est mentionnée aussi à Sousse en décembre 1827, épouse sarde du consul italien, Girolomo VIGNALE, donnant naissance à Félice VIGNALE. ( en 1858, Felice VIGNALE épousa Carolina CARLETON à Sousse ) Catarina ROSSO, au décès de Girolomo GHIGGINO qui l’aurait emmenée à Sfax . VIGNALE, a dû épouser Giuseppe Dès le 16ème siècle, de nombreux gênois de Pegli s’étaient établis à Tabarka pour collecter le corail et certains de leurs descendants avaient migré dans l’île de San Pietro, située au sud-ouest de la Sardaigne et y avaient fondé Carloforte en 1738. C’était le cas de la famille ROSSO qui allait connaître non seulement l’invasion de cette île en 1793 par les troupes révolutionnaires françaises, mais aussi une énorme rafle des barbaresques tunisiens en septembre 1798 de plus de 800 chrétiens destinés à l’esclavage, les îles chrétiennes proches de la Tunisie étant leurs lieux de prédilection. La plus célèbre de ces captifs fut Francesca ROSSO dont j’ai le plaisir de vous faire partager l’aventure dans ce récit qui m’a été adressé récemment par une de mes correspondantes en généalogie, traduit de l’italien. Il me reste dorénavant à découvrir le lien de parenté exact entre Catarina et Francesca et une possible autre parenté avec un musulman dûe aux pirates barbaresques, après celle publiée en 2002 au sujet de Selim Corso, alias Joseph Marini, corse, beau-frère du consul de France Thomas Mattei à Sfax. Selim Corso fut doyen des mameluks, caïd d’El Nefzaoua, de Djerba, de Bizerte, de Bedja, des Métélits et avait été le compagnon d’enfance d’Ahmed Bey. Pour cela, il me faut découvrir les actes de baptême, mariage et décès de Catarina Rosso et de Francesca Rosso. Pour toute information, mes nouvelles coordonnées sont : Guy – Joseph Fouché Praça Paul Harris, 51 04517 – 100 SAO PAULO BRESIL [email protected] Tabarkinis 45 JM/GG – Février 2006 FRANCESCA ET LES CALOFORTINS Guy-Joseph FOUCHÈ Un certain Giuseppino RAFFO était l’ami intime de Ahmed « le Sarde ». Il demanda et obtint du Bey une autorisation pour un « petit » thonier à Sidi Daude. RAFFO avait un parent avec lequel il fonda une société, la « Gaetta». Son associé ayant été assassiné au cours d’une incursion dévastatrice des Maures, sur le thonier en partance, RAFFO appela des carlofortins, parmi lesquels les frères BACCICCIA et Giuseppe ROSSO, rais et sous rais du thonier. Ainsi commença une nouvelle immigration saisonnière volontaire et pacifique cette fois ! de Carlofortins en Tunisie. Ils arrivaient à Sidi Daude pour la durée de la pêche au thon après quoi à la fin de la saison de pêche, RAFFO les rapatriait avec les bateaux . Le « rais » pourtant était obligé de rester plus longtemps à cause de sa charge, de sorte que, avec le temps, il décida de s’établir définitivement à La Goulette. Francesca ROSSO, ayant appris la présence des Carlofortins se fit connaître et leur demanda si sa mère vivait toujours ; ils lui répondirent que oui et elle se mit à pleurer. Les thoniers se mirent à fréquenter le Bardo, toujours accueillis avec grand enthousiasme par la mère du Bey. Un jour elle « pria » le capitaine PERUSCINA (Giovanni da Ragusa di DALMAZIA, il avait épousé en 1809 la Caroline Nicoletta BARABINO, note de l’auteur) de ramener sa mère et plusieurs femmes et leurs maris, pour rester tout l’été et elles repartiraient en automne. Sofia CAPPAI, mère de Francesca, après de longues insistances, se décida à partir pour Tunis en compagnie de Maria GRANARA, épouse du sous raïs Giuseppe ROSSO. 1851 xx ROSSO 1871 antonio Fils , ?? x GRANARA nicola Ne a Caloforte vf PERONA celestina GRANARA Cattarina guiseppe+ ROSSO maria 17 7 1835 caloforte Arrivée à Tunis et mise en présence de Jenet sa fille, qui était entourée par d’autres femmes de son âge, on lui demanda de reconnaître sa fille. Saisie d’une compréhensible émotion, la femme alors octogénaire reconnut sa fille par un gros grain de beauté qu’elle avait sur la poitrine. C’était le seul moyen d’identifier sa fille, qui était devenue au fil du temps une femme splendide. La rencontre fût, on l’imagine facilement, très émouvante, plus de trente ans s’étaient écoulés depuis que la petite avait été arrachée à son sein, mais se libérant des bras de sa fille, elle lui dit : c’est le dernier baiser de ta mère chrétienne qui pleurera toute la vie la foi que tu as perdue. Elle resta quelques semaines au Bardo et résistant aux prières et aux offres, elle retourna à Carloforte avec quelques cadeaux, que le Bey, son petit-fils avait tenu à lui offrir avant son départ. Des proches de Francesca, son frère Antonio son aîné de 4 ans, resta plus longtemps à Tunis et il y retourna souvent jusqu’à la mort de sa femme Anna BOCCONE, il s’y retira définitivement dans cette cour beylicale, même après la disparition de sa sœur. Par RAFFO, Francesca avait fait venir près d’elle sa plus jeune sœur Antonietta, qui s’était mariée en 1820 avec Nicola GIULIANI ; elle avait un bébé de 14 mois qui fut élevé à la cour pendant 10 ans, puis Antonietta ROSSO se persuada de vouloir revoir sa mère et son pays ; elle y resta plusieurs années pendant que son fils, Bartolomeo, resta au Bardo. Comme Bartolomeo ne savait plus parler sa langue natale, il sembla normal au Bey de l’envoyer à Cagliari. Tabarkinis 46 JM/GG – Février 2006 Bartolomeo GIULIANI ROSSO devint par la suite colonel de l’armée turque, pendant que son frère accéda au grade de major (Peppino, giuseppino, giuseppe, joseph) Tous les deux moururent à Tunis, pensionnés par le gouvernement turc. Le règne du Bey « Sarde » ne fût pas très heureux, il se savait entouré d’ennemis qui le haïssaient pour les nombreux soupçons sur sa foi religieuse, pour l’éducation qu’il avait reçue et, certainement pour le sang chrétien qui coulait dans ses veines. Il mourut, comme il est dit plus haut en 1855, laissant sa jeune femme, sœur du Sultan d’Istanbul, et sa mère Jenet, seules dans une société pleine de pièges et de périls. La jeune épouse retourna bien vite dans son pays natal, pendant que Francesca préféra finir ses jours, là où tout lui rappelait son fils prématurément disparu. LES BEYS DE LA DYNASTIE HUSSEINITE APPARENTEE A LA FAMILLE ROSSO DE SAN PIETRO Guy-Joseph FOUCHÈ Francesca Rosso fut donc apparentée à la dynastie husseinite qui régna à partir de 1705. Elle connut et fut très proche parente des beys qui régnèrent de 1814 à 1902 : Elle fut la belle-fille de Mahmoud Bey, père d’Hussein 2 et de Mustafa, qui régna de 1814 à 1824. Elle fut donc la belle – sœur d’Hussein 2 Bey qui régna de 1824 à 1835 et qui abolit l’esclavage chrétien avec un traité avec la France en 1830 et dont 3 fils régnèrent (Mohammed, Mohammed es Sadoq et Ali 3 ) Elle fut l’épouse de Mustafa Bey qui régna de 1835 à 1837, qui créa le Nishan al Iftikhar en 1835 ; Elle fut la mère d’Ahmed Bey qui régna de 1837 à 1855. Il essaya de donner un essor décisif à la modernisation de son pays, abolit l’esclavage, émancipa les juifs, autorisa l’ouverture d’écoles chrétiennes et créa une armée régulière commandée par un général français. Il ferma le marché d’esclaves de Tunis en août 1841 et fit libérer tous les esclaves en janvier 1846. Il eut une seule épouse, Lalla Amina avec qui il eut un seul fils qui mourut dans son enfance . Elle fut la cousine germaine de Mohammed Bey qui régna de 1855 à 1859. Il promulgua la première constitution, le pacte fondamental. Le 10.09.1857 . Il continua les réformes, mais dût faire face à une grave crise financière. Elle fut la cousine germaine de Mohammed es Sadoq Bey qui régna de 1859 à 1882. La crise financière ruina l’état tunisien sous son règne en 1869. Son premier ministre était Mustafa Khaznadar de 1862 à 1873 et de 1877 à 1878, gendre de Francesca Rosso. Ce bey dût accepter le contrôle financier d’une commission italo-franco-anglaise. Il signa le traité du Bardo le 12 mai 1881. Elle fut la cousine germaine de Ali 3 Bey qui régna de 1882 à 1902. Il signa la convention de La Marsa le 8 juin 1883 qui confirmait le protectorat français sur la régence. Tabarkinis 47 JM/GG – Février 2006 Les Familles ROSSO ET SACCOMAN Source : Marie-Thérèse DUBIEZ – Josyanne MASSA Naissances Pour Tunis : relevés de l’église Sainte-Croix Nom ROSSO ROSSO SACCOMAN SACCOMAN SACCOMAN SACCOMANO SACCOMANO SACCOMANO SACCOMANO Année Prénoms Date naiss. Ville Teresa Teresa Grazzia Bernard Giorggio Brigida Jean Baptriste Bernardo Antonio Brigida Brigida Giuseppe 15/08/1823 24/02/1771 29/03/1798 24/09/1762 01/01/1799 08/12/1794 03/09/1763 23/12/1792 26/09/1757 Tunis Tunis Tunis Tunis Bizerte Tunis Tunis Tunis Tunis Prénom Père Nom de la mère Giovan Battista LUXORO Bernard Gio Batta ROSSO Pierre Joseph BORGHERE Gio Batta ROSSO Pierre Gio Batta ROSSO Pietro Prénom mère Maria Agata Teresa Madeleine Dorothée Teresa Madeleine Teresa Madalena Age au + Décès Décès enregistrés à l’Eglise Sainte-Croix 1833 1841 1845 1840 1858 1852 1851 1856 SACCOMAN Catarina épouse de Giuseppe LEONE SACCOMAN Dorothée (née BORGHIERO) SACCOMAN Madalenna de Fu Gio-Battista x Teresa ROSSO SACCOMAN Vittorio de Gio-Battista ROSSO Brigida de Bernardo x Agata ..? ROSSO Gius.Napoleone d'Ant. X Madal.BORGHIERO ROSSO Ignazio de Pietro x Ant.M.SODA de Carloforte. SACCOMAN Agostina de Gerolamo x Angelina BRIZI 69 70 58 73 45 67 66 25/08/1866 ROSSO Sebastiano d'Antonio x Madalenna BORGHERO (++) ° à TN le 05/01/1805 époux de Teresa EYMON de Bernard x Mad.GANDOLPHE 15/06/1867 SACCOMAN Marie (66) de Gioan-Battista x Teresa ROSSO ° le 28/05/1801 à TN, Vve d'Ant.ESCANO, épouse de Giov.Battista EYMON Tabarkinis 48 61 66 JM/GG – Février 2006 Images d’articles publiés dans les revues 82, 83 du GAMT Tabarkinis 49 JM/GG – Février 2006 Tabarkinis 50 JM/GG – Février 2006 Tabarkinis 51 JM/GG – Février 2006 Tabarkinis 52 JM/GG – Février 2006 Tabarkinis 53 JM/GG – Février 2006 LES TABARQUINS DE TUNIS (1741-1799) La Revue Tunisienne « La Tunisie Française, 15-22 novembre 1941 » consultable à « l’institut du monde arabe » à Paris, sur les quais Page 122 Nombreux sont les italiens de la Régence qui savent que leurs grands-parents étaient Tabarquins et parlaient un patois que l'on qualifie également de « tabarquin » et qui n'était en réalité que du dialecte génois. Quant à l'origine de ces mêmes personnes, les souvenirs des intéressés sont très estompés; nous allons tacher, en utilisant des documents en grande partie inédits, de donner quelques renseignements à ce sujet. On entend par Tabarquins, en premier lieu les Génois qui furent capturés à Tabarka par Younès Bey (11), le 11 juin 1741. Ces malheureux au nombre de 800, furent amenés à Tunis, où ils arrivèrent le 1er juillet. (11) Fils d'Ali Pacha. Ali Pacha est le second bey de la dynastie hasseinite; il a régné de 1735 a 1756. Page 123 Cent vingt-huit avaient réussi à se sauver à La Calle chez les Français. Ils demandèrent asile, ce qui leur fut accordé par l'agent du comptoir Legrand. Compatissant à la triste situation des réfugiés, celui-ci leur accorda la protection de la Compagnie d'Afrique, leur fit fournir journellement les vivres dont ils avaient besoin et généralement tout le nécessaire tant pour eux que pour leurs bateaux. Sur les 800 esclaves de Younès Bey, les uns furent rachetés, d'autres restèrent à Tunis ou, on prit l'habitude de les considérer comme originaire de la petite île des Lomellini. Telle est l’origine du premier groupe de Tabarquins. Le deuxième groupe vient de l'Ile d Saint-Pierre. Dans la nuit du 2 septembre 1798 une escadre tunisienne razzia une grande partie de la population de l’île de Saint-Pierre, au sud-ouest de la Sardaigne, et amena à Tunis 945 personnes, auxquelles on attribua également le qualificatif de Tabarquins Voici pourquoi, En 1737 l'ile de Tabarka était surpeuplée. Elle compta, en effet, plus de 2.000 habitants , ce qui était excessif et rendait la vie impossible. Les chefs de cette petite colonie pensèrent alors à faire émigrer cette population et jetèrent les yeux sur l'Ile d Saint-Pierre, au sud-ouest de la Sardaigne. Cette île, de 45 kilomètres de Tour, pouvait accueillir facilement le surplus de la population de Tabarka, et son occupation par des Chrétiens aurait l'avantage d'enlever aux Barbaresques un point d'appui commode, d’où ils tombaient sur les navires et les populations de la côte sarde. Tabarkinis 54 JM/GG – Février 2006 Ile de Tabarca – 17 ème Nueva Tabarca Tabarkinis 55 JM/GG – Février 2006 Agostino Tagliafico,* de Tabarka, fut charge de visiter l’île de Saint-Pierre el de rédiger un rapport pour le vice roi, rapport ; qui fut transmis à la. Cour de Turin en 1736 et fut approuve par celle-ci en juillet. Agostino Tagliafico,* Le 24 mai 1738 : 80 anni , sue moglie :Nicoletta LUXURO Un contrat fut signé le 17 octobre 1737 donnant en fief au marquis della Guardia l'île de Saint-Pierre, sous réserve qu'il devait y accueillir les gens en surnombre de Tabarka, y établir une chapelle et y entretenir, un curé. Une clause, qui semble imprudente et qui fut peut-être à l'origine de la razzia de 1798, prévoyait que les nouveaux colons pourraient armer des navires en course. Le 1er juillet. 1738, le marquis della Guardia fut nommé duc de San Pietro et les premiers colons, au nombre de 400, débarquèrent dans l'île, venant de Tabarka. Ils furent bientôt suivis par nombre de gens originaires de la Rivière de Gênes. Les terrains furent tirés au sort et 118 lots, autant que de familles, furent constitués. Mais, après, l'affaire de 1711, dont nous avons parlé, la population augmenta par le fait de l'arrive dans le nouveau village de Carloforte - nom donné par reconnaissance à la petite capitale de San Pietro, en souvenir du roi Charles-Emmanuel - de certains des Tabarquins razziés par Younès Bey et qui étaient épars dans la régence. Le roi de Sardaigne en fit racheter un grand nombre et on les envoya dans la nouvelle colonie. Page 124 En 1793 l'île de Saint-Pierre fut prise par les français mais ceux-ci n'y restèrent que quelques mois. Bloqués par les Espagnols, ils durent capituler le 25 mai. Cinq ans et demie plus tard dans la nuit du 2 septembre 1798, une escadre tunisienne composée de deux chebeks de 22 et 26 canons (raïs Hassan et raïs Mahmed Roumeli) et de 2 polacres de 24 et 26 canons (rais Mohamed Morali et raïs Mustapha Medemli) et d’une galiote de 4 canons (raïs Memich Rodosli) portant en tout 1.090 hommes, effectua un débarquement sur l île. Les gardes de la tour ne virent le danger que lorsqu il n y avait plus rien a faire. Les Barbaresques avaient eu en effet le temps de descendre sur le rivage et d occuper les passages principaux par lesquels les habitants pouvaient s’enfuir, avant que personne ne les entendit. Ecrasés par le nombre; les quelques soldats du fort furent capturés et embarqués comme prisonniers sur les navires. Les corsaires qui avaient envahi et saccagé le village, enlevèrent tous les gens qu’ils purent trouver, la moitié étaient des enfants et des femmes. Les captifs furent empilés dans les cales des bateaux de l’escadre. Les plus avisés ou les plus heureux, un millier environ, avaient pu se sauver dans la montagne ou se jeter en toute hâte dans quelques embarcations avec lesquelles il gagnèrent Porto Oscuso ou l’île Piana voisine. La seule maison qui fut respectée fut celle du vice-consul d’Angleterre. Le vice-consul français Louis Romby, sa femme et ses enfants furent pris, mais relâchés peu après dans un canot sans gouvernail ni rames Dès que la nouvelle du désastre parvint a Iglèsias le 4 au matin, des secours furent envoyes. Le vice-roi eut même l’heureuse idée de se servir de la présence de la frégate française La Badine, commandant Morel Beaulieu. Malheureusement des vents contraires retardèrent ce navire qui ne put arriver a Carloforte que quelques heures après le départ de l’escadre tunisienne (12) Tabarkinis 56 JM/GG – Février 2006 La razzia de Saint-Pierre fit grand bruit en Europe et le gouvernement sarde déploya tous les efforts possibles pour le rachat de ses malheureux sujets. Le pape Pie VIl, par une bulle du 19 octobre 1798, affecta au rachat, des Carolins (habitants de Carloforte) diverses sommes provenant des bénéfices ecclésiastiques vacants. Des quêtes furent faites un peu partout, mais les choses traînèrent en longueur. Grâce au consul général de France, Philippe Devoize, Hamouda Pacha défendit que les Carolins fussent vendus comme chair humaine à Alger et à Constantine, comme on voulait le faire. Ces malheureux demeurèrent donc ensemble. Le bey ordonna qu’ils fussent répartis dans les maisons des négociants chrétiens et chez les musulmans mais a titre provisoire. (12) MARCELLO VINELLI: un episodio della colonizzazione in Sardegna – Cagliari 1896 avec plan Page 125 Leur situation était néanmoins très triste; et cela d'autant plus qu'ils eurent eu des désillusions répétées (13). Le 21 juin 1799, on avait conclu à la Cour du Bardo un traité pour leur libération, mais il ne fut pas exécuté, la Cour de Sardaigne n'ayant pu payer en temps voulu la très grosse somme que représentait la première échéance. Le bey donna un délai de deux mois, au bout duquel le traité serait considéré comme nul. Les choses n'en allèrent pas plus vite et ce n'est qu'au bout de cinq ans que les Carolins purent être remis en liberté. " Dans cette douloureuse circonstance, l'intervention du premier consul Bonaparte fut d'un grand poids et eut le plus heureux résultat", a écrit l’historien italien Vinelli. « Il (Bonaparte) commença par demander la restitution de ceux (une centaine environ) qui s'étaient mis au moment de l’invasion sous la protection du drapeau français dans la maison du vice-consul de France et qui, malgré cela, avaient, également étaient faits prisonniers. Les autres furent ou rachètes avec de l'argent, après 5 ans d'esclavage, ou échangés avec des esclaves tunisiens prisonniers. Cent mille pièces d'Espagne (294.000 lires sardes) furent déboursés à Tunis, mais le rachat coûtait au royaume 360.000 lires sardes. Ce furent des jours de grande joie que ceux ou les libérés débarquèrent a Cagliari. .. On remarqua cependant que pas un mot, en cette occasion, comme dans les cérémonies qui furent célébrées peu après dans la cathédrale, ne fut prononcé en souvenir de la part qu’avait eue le premier consul dans le rachat, et cette attitude fut stigmatisée par des mots sévères de Lamarmora... ". Dans son Itinéraire de l'île de Sardaigne (14) Albert della Marmora a en effet écrit : « Ce manque d'égard vis-à-vis du premier Consul fut une chose stupide ». La France a su par la suite couronner l'oeuvre de Bonaparte en conquérant l’Algérie. Elle a détruit ainsi la piraterie et apporté un bienfait inestimable à toutes les nations, surtout à la Sardaigne » Citons maintenant quelques noms relevés sur une liste inédite, portant le titre Nota de Tabarchini, qui semble avoir été dressée en avril 1799 (15). Nous indiquerons également entre parenthèses le nombre dés membres de chaque famille figurant sur la dite liste dans l'ordre où se présentent les noms, qui ne sont groupés ni par ordre alphabétique ni par famille : (13) (14) (15) MANNO, Storia di Sardegna, tome VI pp 437-438. Traduction de Pasquale Marica, Caserta, 1918 Archives du secrétariat général du Gouvernement Tunisien. Dossier course et corsaire. Tabarkinis 57 JM/GG – Février 2006 Page 126 Borghero (13 noms), Buso (4), Sevasco (9), Rosso (58), Grasso (8), Peloso (14) , Rivano, (30), Prefumo (6) , Cadeo (10), Leone (52), Ripeto (27), Grosso (23), Ferraro (23), Segni (20), Dannovaro (10), Vacca (12), Moretto (7), Napoli (13), Granara (55), Boccone (20), Pelleranno (16), Rombi (42), Puddo (4), Gierra (12), Parodi (41), Pomata (22), Luggiora (13), Aleja (3), Opisso (14), Guidone (7), Damico (4), Boggio (11), Cavallo (7), Mondola (5), Mongiardino (6), Plaisant (7), Porcile (7), Tonnaver (4), Aste (12), Armeni (7), Barabino. (8), Biso (5), Bracci (8), Bevilacqua (2), Caslello (5), Cavaso (6), Chiozza (3), Daccorso (5), Fisanotti (3), Ghigino (4), Gamboni (4), Gandolfo (3), Lazzaro (5), Luggiora (13), Millelire (4), Morandini (8), Marocco (4), Manis (5), Messina (3), Masnata (8), Napolione (4), Onado (3), Penco (6), Pittaluga (2), Quesnada (7), Rossino (19), Rebuffo (3), Saris (5), Sgro (4), Sanna (3), Tortorici (3), Tagliafico (5), Vian (5), Vignola (2), Vassalo (2), Zenino (3). Comme on le voit, les familles les plus nombreuses étaient les Rosso (58), les Granara (55), les Leone (52), les Rombi (42), les Parodi (41). Les Tabarquins de Saint-Pierre avaient été répartis, on l'a vu, chez des marchands chrétiens et des musulmans. Nous relevons parmi les musulmans les noms : de Mahmoud b Koubran, Lella Manena (femme d'Othman Bey), Mahamed Cherf EdDin, LelIa Khadoudja, Moustafa ben HIassen Kbir, Hadj Salem ben Diaf, Mahamed Raïs, Mohammed ben Salem, Caïd Rihahi, Othman Ousselli, Aïcha benl Soliman Bey, Ali agha du Kef, Mohammed Sebaï, Mustafa Abdi, Mustafa ben AAmsa, Othman Bey, le Doulatli, Cheikh Mohammed Elmajoubi, Hadj Mohamed Hachaïchi, Ali Gazevi, Ali Bennouri, Hassen Capraiese, Hassen ben Seïf, Mohammed Gemi, Hlamida bel Keteb, Hamida el-Arnauti, Hadj Mohammed ben Milled, Ahmed Nuy, Ahmed Bach Hamba, Mustafa Bacha Tebigi, Lella Alima, Hadj Salah Bougdir, Mustafa Leone, Ali agha des spahis, Ahmed Ziri, Hadj Younès, Mohammed Taïeb, Banbour, Aïcha bent Amor Bey, Lella Zeïna bent Ismaïl Kahia, Osman caïd Aouled Aoun, Mohammed ben Kebir Cherif, Ali ben Nouri, Kebir Elamdi, Hadj Othman oukil du four, Cheikh Sidi Mares, Othman caïd semen, Chelbi Khodja, Soliman Kahia, Raïs Karakacian. Et parmi les chrétiens: Devoize (consul de France), Blanc « Maonese », Perkins Magra (consul anglais), Ignazio (chancelier d'Espagne), Félix l'horloger, J.-B. Sacoman, Andrea Poggi, Luigi Giano, Famin, Levingston, Jaime Soler (consul espagnol), Hameken (consul danois), Barthez, Nicolas Rombi, Peppino Leone, O Ciappini, T. Burlando, Thérèse Ferraro, A. Mendrici, Elisabeth Grosso, Nyssen (Consul batave), Félix Borsoni, Tulin (consul! suédois); G. Pianovi (consul hollandais), Chapelié, Caille, G. Perazzo, Claire Rivano, Fuzier, Fesler, Clément, A. Serra, Rivano, T. Rosso Tabarkinis 58 JM/GG – Février 2006 LES TABARQUINS DE TUNIS (1741-1799) Autres ouvrages, complémentaires de La Revue Tunisienne Consultable à « l’institut du monde arabe » à Paris, sur les quais Gênes et Tabarka de Jean PIGNON Téléchargeable sur Gallica (BNF) : http://gallica.bnf.fr/ Mémoires pour servir à l’histoire des Capucins dans la Régence de Tunis 1624-1865 du RP ANSELME des ARCS XI. Le bey Ali-Pacha s'empare de l'île de Tabarca, habitée par des chrétiens génois (1741), et réduit tous ces infortunés en esclavage. Le Préfet apostolique ruine la mission pour leur venir en aide Quelques éléments du chapitre XI (écrit en 1865) Page 37 page 37** page 37** page 45 page 47 page 47 page 112 page 83 dont 15 personnes étaient de la famille BUZARAN et son vice-consul Don Ignace BUZARAN 24 espagnols a Tunis 9 ALLEGRO de Guiton près de Gênes en Italie employés par le consulat SERRA de Naples les Tabarquins en 1741 prit comme esclaves les BOGO de Tabarka, Génois sous protection autrichienne pris en esclaves et ramenés sur Tunis (Tabarka la première attaque en 1741) ascendance de Christiane CHARREL et de Mme GRANARA et de Philippe BOGO résidents toujours à Tunis (***) GANDOLFO qui obtint la protection du gvt français sous le 1empire et changèrent leur nom en GANDOLPHE (***) Sousse en 1836 qq familles maltaises italiennes et françaises allèrent s y fixer En 1780 en Tunisie il y a 54 familles européennes installées M. GUZZO et le vice- consul M GORGOGLIONE consulat de Venise 5 personnes consul Arnold NYSSEN dont les descendants tiennent encore en 1865 le consulat consulat de Hollande 6 pers dont louis AMICHEN, catholique consulat du Danemark consulat d’Angleterre existe depuis longtemps mais protestant M de ROCHER, consul de France, autres familles : MINUTY, MORIER, ARNAUD Dominique, EYMON Bernard consulat de France famille CHAPELIER et son fils protestant et CLEMENT 5 des familles catho ci-dessus existent encore en 1865 les SANONIAN, EYMON, GASPARY et CLEMENT 6 familles corses devenues françaises par l annexion avec 42 individus 39 individus , 3 familles ont disparus 9 familles génoises restent en 1865 les RAFFO Jean Bapt né au Bardo le 9 2 1795 son père esclave était JB Félix RAFFO la famille BORSONI de Chiaviari, plusieurs branches les 26 familles Tabarquines rachetées de l esclavage sont 125 personnes dont les BOGO ET GANDOLPHE (***) LE TOTAL des chrétiens francs des 3 nations sudistes étaient de 252 personnes Note : (***) Attention : ceci est infirmé par un autre historien : la famille GANDOLPHE est une famille de Marseille. Il semble y avoir aussi une erreur sur la famille BOGO .. d’après les actes en notre possession ils ont toujours été de Tunis et Sousse et pas de Tabarka, mais étant d’origine Génoise il y a peut être eu une confusion Tabarkinis 59 JM/GG – Février 2006 Carloforte, Storia di una colonizzazione, 1738-1810 de Giuseppe VALLEBONA - Edition 1962 Storia di una colonizzazione Edizioni della Torre 09122 cagliari via contivecchi 8 Extraits - Chapitre 13 FRANCESCA ROSSO Francesca ROSSO, prénom complet Maria Francesca, troisième fille avec sa jumelle Teresa, de Bartolomeo ROSSO et Sofia CAPPAI, était née à CARLOFORTE (SARDAIGNE ) en août 1789 et avait été baptisée à l’église paroissiale le 21 du même mois. A l’époque de l’incursion du 3 septembre 1798, elle était donc une enfant de 9 ans que le Bey voulut garder pour lui avec deux autres fillettes du même âge, lesquelles moururent très jeunes. A la disparition du Bey Hamud, Hassim Bey lui succéda. Il avait un frère mineur, le prince Sidi Mustafa qui s’était follement amouraché de Francesca. Mais la mère de Mustafa ne voyait pas d’un bon œil la passion de son fils pour la belle chrétienne et profitant d’une de ses absences de Tunis, elle l’éloigna du Palais du Bardo. Quand Mustafa revint et demanda des nouvelles de Francesca, on lui fit croire qu’on l’avait éloignée du Palais à cause d’une éruption cutanée « répugnante ». La jeune fille vivait en attendant dans la maison du consul anglais et il ne fut pas difficile au jeune amoureux de la découvrir et d’obliger sa mère à la recueillir au Bardo. Mais la jeune fille ne voulait pas céder aux désirs ardents du jeune prince, lequel était prêt à faire quelques concessions aux demandes de Francesca. Un jour, cette dernière repassait et le prince lui dit « si tu ne veux pas de moi, je te brûlerai comme tu brûle ton fer » et saisissant le fer, il lui brûla la main droite. Etait témoin de la scène une certaine maltaise nommée Sesa de la maison du Bey et elle conseilla à la jeune fille de proposer au Bey : 1°) quelle acceptait son amour à la condition qu’il l’épousât et 2°) qu’il s’engageait à la monogamie. Pour Francesca, il ne restait pas de meilleure solution et indubitablement, les incessantes et sincères déclarations d’amour ne l’avaient pas laissée du tout insensible. (la vie future en effet nous confirmera que ce ne fut pas une union dictée par la peur). Donc Francesca accepta le conseil, elle en parla au prince, qui ne sembla pas promettre « le sacrifice » mais qui ne fût pas démenti par les faits. En 1810, à 21 ans, Francesca abjura sa foi et Francesca ROSSO devint l’unique légitime épouse du prince Sidi Mustafa, lequel lui imposa le nom arabe de Jenet, Lela Béia. Dans la même année naquit de leur union un garçon, qui deviendra Sidi Ahmed Bey « le Sarde » ; Le petit Ahmed fût élevé par sa mère et après quelques années elle l’envoya à Paris, sous la tutelle de l’évêque de Lyon, pour étudier. Ce fait, mis en relation avec l’ancienne foi de sa mère, fut à l’origine du soupçon qu’il ait été baptisé secrètement. A la mort de Hassim Bey, survenue en 1822, Sidi Mustafa succéda à son frère et régna pendant 4 ans. Tandis que son mari agonisait et craignant quelque coup de main de la part de ses ennemis qui pullulaient à la cour, Francesca rappela d’urgence et en secret son fils de Paris. Ainsi, il occupa le trône pendant 18 ans, jusqu’à sa mort, qui survint en 1856, dans des circonstances mystérieuses. Tabarkinis 60 JM/GG – Février 2006 Annexes - Appendices Dans son ouvrage, Giuseppe VALLEBONA présente en annexe plusieurs listes de Tabarkinis. Le sommaire des annexes est présenté ci-après. Les annexes suivent. Page 155 Appendice prime : I Trenta sposini uniti in matirmonio in Tabarca, poco prima della partenza per San Pietro Liste des 30 mariages de 1738 à Tabarka Pages 156 – 159 Appendice seconda : Stato delle famiglie sbarcate in San Pietro nell aprile del 1738 (Tra parentesi il numeo dei componenti) Tabarchini Liste des 100 familles installées à Carloforte le 17 Avril 1738 381 personnes Pages 159 – 160 Appendice seconda : Stato delle famiglie sbarcate in San Pietro nell aprile del 1738 (Tra parentesi il numeo dei componenti) Pegliesi Liste des immigrants non Tabarquins en 1738 26 familles avec leurs enfants arrivant directement de Ligurie Pages 161 - 163 Appendice terza : Provenienza degli altri piû comuni cognomi calafortini (dal 1739 al 1866) (Tra parentesi l’anno presunto d’immigrazione. L’indicazione «scomparso » si riferisce non alle persone ma al cognome in generale) Liste des immigrants à Carloforte entre 1739 et 1866 Tabarkinis 61 JM/GG – Février 2006 Pages 164 – 165 Appendice quarta : Elenco degli schiavi tabarchini riscattati dal re di Spagna Carlo III nel 1763 (da une « Cronica » della città di Alicante) (A fianco il numero dei componenti di ciascuna famiglia) Liste des esclaves rachetés par Charles III en 1763 et installés à Nueva Tabarca 68 famillesTabarchinis représentant 269 personnes plus 28 personnes originaires de Gênes Pages 166 - 175 Appendice quinta : I Calofortini schiavi -certi e probabili- a Tunisi dopo l’incursione barbaresca del 3 settembre 1798. (Per gli schiavi probabili il nome è seguito da una P) Liste de familles des 630 esclaves rachetés en 1803 certains restèrent à Tunis d’autres retournèrent chez eux. Ils étaient donc prisonniers depuis 1798. Des couples s’étaient formés et de nombreux enfants étaient nés. Après 5 ans de résidence forcée, des habitudes avaient été prises. Ces familles avaient pu être rachetées grâce à la négociation de Napoléon Bonaparte Tabarkinis 62 JM/GG – Février 2006 Annexe I – Appendice prima Liste des 30 mariages de 1738 à Tabarca Appendice prima I trenta sposini uniti in matrimonio in Tabarca, Poco prima della partenza per San Pietro 1. Alimonda Lazzaro e Aurelia Boccone 2. Bevilacqua GioBatta e moglie non identificata (morirono appena giunti in San Pietro) 3. Boccone Francesco e Francesca 4. Boccone Nicola e Chiara 5. Boccone Gregorio e Francesca 6. Borghero Agostino e Rosa Grosso 7. Cambiaggio Alberto e Maddalena 8. Capriata Aurelio e moglie non identificata (che gli morrà quasi subito e si risposerà nel 1745) 9. Capriata Gio.Angelo e moglie non identificata (partiranno quasi subito) 10. Celle Bartolomeo e Anna Maria 11. Cipollina Sebastiano e Maddalena 12. Damele Giuseppe e Maria Caterina 13. Danovaro Antonio e Gerolama 14. Durante Agostino e Barbara 15. Ferraro GioBatta e Bianca 16. Ferraro Giuseppe e moglie non identificata 17. Giera Nicola e Francesca 18. Giera Nicola e Anna Maria 19. Lupo Michele e Maddalena 20. Opisso Bartolomeo e Brigida 21. Opisso Pietro e Anna Maria 22. Parodi Nicola e Anna Maria 23. Parodo Giacomo e Francesca 24. Parodo Giuseppe e moglie non identificata (quest 'ultimo ripartirà non appena arrivato) 25. Repetto GioBatta e Nicoletta 26. Repetto Sebastiano e Angela Monica 27. Rivano Bartolomeo e Anna Maria 28. Rossino Ignazio e Maddalena 29. Tagliafico Bonaventura e moglie non identificata (non ci saranno più nel maggio 1745) 30. Vassallo Bartolomeo e Francesca Tabarkinis 63 JM/GG – Février 2006 Annexe II – Appendice seconda Liste des 100 familles Tabarquines débarquées à San Pietro le 17 Avril 1738 (environ 381 personnes) Appendice seconda Stato delle famiglie sbarcate in San Pietro nell’aprile del 1738 (Traparentesi il numero dei compenenti) Tabarchini 1. Ageno Giuseppe (5) con la moglie M. Maddalena e i figli GioBatta, Filippo e Angela 2. Alimonda Francesco (2) con la moglie Aurelia Boccone 3. Alimonda Lazzaro (8) con la moglie Apollonia e i figli GioBatta, Giuseppe, Maddalena, Maria Maddalena, Monica e un mas chio non identificato 4. Aste Andrea (8) con la moglie Maddalena e i figli GioBatta, Carlo, Angela Maria, Maria, Domitilla e Barbara 5. Aste Sidone (1) (non ci sarà più nel maggio 1745) 6. Boccone Camillo (1) (non ci sarà più nel maggio 1745) 7. Boccone Francesco (2) con la moglie Francesca 8. Boccone Gregorio (2) con la moglie Francesca 9. Boccone Nicola (2) con la moglie Chiara 10. Boccone Nicola di Gregorio (1) 11. Boccone Nicola di Andrea (1) 12. Boggio GioBatta (5) con la moglie Francesca e tre figli non identificati (non ci saranno più nel maggio 1756) 13. Borghero Agostino (2) con la moglie Rosa Grosso 14. Borghero Giorgio (8) (non ci saranno più nel maggio 1745) 15. Borghero Nicola (4) con la moglie Antonietta e i figli Giuseppe e Nicoletta 16. Borghero Pietro (9) con la moglie Domenica Rombo e i figli Sebastiano, Bartolomeo, Nicoletta, Chiara Maria, Maddalena, Paola Maria e M. Antonietta 17. Borghero Sebastiano (4) con la moglie Angela Maria e i figli Giorgio e Anna Maria 18. Cambiaggio Alberto (2) con la moglie Maddalena 19. Cambiaggio Giacomo Giuseppe (5) con la moglie Cateiina Giera e i figli Giuseppe Antioco, M. Gerolama e Francesca 20. Canepa Giuseppe (3) con la moglie Brigida e il figlio Giuseppe 21. Capriata Aurelio (2) con la moglie non identificata 22. Capriata Gio.Angelo (2) con la moglie non identificata (non ci saranno più nel maggio 1745) 23. Celle Bartolomeo (2) con la moglie non identificata 24. Chiappori Benedetto (4) con la moglie Rosa e i figli Nicola (che diverrà «Chiappe») e Angela Maria 25. Cipollina Giovanni (7) con la moglie Angela Maria e i figli Sebastiano, Caterina, Cecilia, Maria e un maschio non identificato 26. Cipollina Sebastiano (2) con la moglie Maddalena 27. Damele Giovanni (4) con la moglie Benedetta e i figli Gerolamo Giuseppe e Gerolama Tabarkinis 64 JM/GG – Février 2006 28. Damele Giuseppe (2) con la moglie Maria Caterina 29. Danovaro Antonio (2) con la moglie Gerolama 30. Durante Agostino (2) con la moglie Barbara 31. Ferraro Antonio (1) (non ci sarà nel maggio 1745) 32. Ferraro Antonio Maria (9) con la moglie Benedetta e i figli Giorgio, Nicola, Giuseppe, Nicoletta, Barbara, Annamaria e Paola 33. Ferraro Francesco (4) con la moglie Luigia Rosso e le figlie Angela e Caterina 34. Ferraro Gaetano (9) con la moglie Francesca Rombo e i figli Bartolomeo, Maddalena, Bianca, Annamaria, Maria, Caterina e Teresa 35. Ferraro Giuseppe (2) con la moglie non identificata (non ci saranno più nel maggio 1745) 36. Ferraro Giacomo (6) con moglie e 4 figli non identificati (non ci saranno più nel maggio 1745) 37. Ferraro GioBatta (2) con la moglie Bianca 38. Ferraro Nicola (5) con la moglie Maria Felicia e i figli Maddalena, Barbara e Caterina 39. Gallo Bernardo (5) con moglie e tre figli non identificati 40. Gandolfo Agostino (1) 41. Giera Francesco di Agostino (1) 42. Giera Francesco di Antonio (2) con la figlia Nicoletta 43. Giera Nicola (2) con la moglie Francesca 44. Giera Nicola (2) con la moglie Annamaria 45. Granara Andrea (1) 46. Granara Giuseppe (3) con la moglie Domitilla Boccone e il figlio Antonio 47. Grosso Antonio Maria (1) (non ci sarà più nel maggio 1745) 48. Grosso Giovanni (11) con la moglie M. Maddalena Pellerano e i figli Nicola, Giorgio, Andrea, M. Antonietta, M. Nicoletta, Francesca, Bianca Maria, Margherita e un maschio non identificato 49. Leone Antonio di Giuseppe (1) 50. Leone Gregorio di Giuseppe (1) 51. Leone Pietro di Giuseppe (1) 52. Lupo Michele (2) con la moglie Maddalena 53. Luxoro Antonio (10) con la moglie Francesca Ferraro e i figli Nicola, Giorgio, Nicoletta, Maddalena, 3 maschi e una femmina non identificati 54. Luxoro Giuseppe (7) con la moglie Dorotea Boccone e i figli GioBatta, Tomaso, Elisabetta, Maddalena e Barbara. 55. Marchese Cipriano (7) con la.moglie Francesca e i figli Giuseppe, Maria, Carolina e due maschi non identificati. 56. Marchese Giuseppe (1). 57. Massa Giacomo (1). 58. Masnata Bartolomeo (9) con la moglie Rosalia e i figli Simone, Tomaso, Paolina, Nicoletta, un maschio e due femmine non identificate 59. Napoli Francesco (8) con la moglie Maddalena Pellerano e i figli Paolo Agostino, Agata, Maria Teresa, due maschi e una femmina non identificati 60. Napoli Nicola (8) con la moglie Caterina Rossino e i figli Gerolamo, Giuseppe, Agostino, Caterina e due maschi non identificati 61. Opisso Bartolomeo (2) con la moglie Brigida 62. Opisso Giacomo (2) con la moglie Rosa e i figli Nicola e Nicoletta 63. Opisso Nicola (1) 64. Opissa 'Pietro (2) con la moglie Anna Maria 65. Opisso Stefano (5) con la moglie Annamaria e i figli Simone, Nicoletta e Paolina 66. Parodi Giuseppe (6) con la moglie Caterina e i figli Antonio, Nicola, Francesco e Agostino (poi tutti «Parodo») 67. Parodi Nicola di Bernardo (2) con la moglie Annamaria 68. Parodo Nicola (4) con la moglie Nicoletta, la figlia Teresa e il padre Domenico 69. Parodo Giacomo (2) con la moglie Francesca Celle Tabarkinis 65 JM/GG – Février 2006 70. Pellerano Agostino (8) con la moglie Regina e i figli Giorgio, Nicola, Antonio, Agata, Annamaria e Maddalena 71. Pellerano Nicola (9) con la moglie Gerolama Giera e i figli Rocco, GioBatta, Giacomo, Giorgio, Giuseppe, M. Nicoletta e una figlia non identificata 72. Pittaluga Giuseppe (1) 73. Prefumo Bernardo (1) (non ci sarà più nel maggio 1756) 74. Rebuffo GioBatta (1) 75. Repetto GioBatta (2) con la moglie Nicoletta 76. Repetto Sebastiano (2) con la moglie Angela Monica 77. Rivano Ambrogio (6) con la moglie M. Anna Buzzo e i figli Nicola, Giuseppe, Giovanni e Alberto 78. Rivano Bartolomeo (2) con la moglie Annamaria 79. Rivano Simone (9) con la moglie Maria Rombo e i figli Nicola, Alberto, Monica, Caterina, Maddalena e altre due femmine non identificate 80. Rombo Giorgio (6) con la moglie Benedetta e i figli Bartolomeo, Nicola, Giuseppe e Paolina 81. Rossino GioBatta (1) 82. Rossino Ignazio (2) con ia moglie Maddalena 83. Rosso Bartolomeo (9) con la moglie Maddalena Opisso e i figli Camillo, Simone, Antonio, Giuseppe, Giuliano, Gerolama e Francesca 84. Rosso Gerolamo (7) con la moglie Caterina e i figli Giovanni, Battista, Ignazio, Giuseppe, Maddalena, Francesca e Annamaria 85. Rosso Nicola GioBatta (1) 86. Rosso Pietro di Nicola (3) con la moglie Paola e la figlia Barbara 87. Rosso Nicola di GioBatta (7) con la moglie Apollonia e i figli Antonio, Pietro, Agostino, Maddalena e Marianna Vittoria 88. Simone Bartolomeo (1) (non ci sarà nel maggio 1745) 89. Simone Nicola (1) (non ci 'sarà nel maggio 1745) 90. Tagliafico Agostino (9) con la moglie Nicoletta Luxoro e le figlie Elisabetta, Annamaria, Maddalena, Emilia, Chiara, Maria, oltre a un maschietto morto prima del maggio 1745 91. Tagliafico Nicola (4) con la moglie Maddalena e i figli Giacomo e Bianca 92. Traverso Isidoro (1) (non ci sarà più nel maggio 1745) 93. Tagliafico Bonaventura (2) con la moglie non identificata (non ci saranno più nel maggio 1745) 94. Vacca Ambrogio (4) con la moglie e due figli non identificati (non ci saranno più nel maggio 1745) 95. Vacca Antioco (1) (non ci sarà più ne! maggio 1745) 96. Vacca Francesco (6) con la moglie M. Antonietta e i figli Stefano, Bartolomeo, Nicola e Bianca 97. Vacca Giuseppe (5) con la moglie Maria Paola e i figli Antonio, Agostino e una femmina non identificata .. 98. Valacca Giuseppe (5) con la moglie Maddalena Colombo e i figli PaoIina, Caterina e un maschietto non identificato 99. Valacca Stefano (5) con la moglie Giovanna e i figli Margherita e altre due femmine non identificate 100. Vassallo Bartolomeo (2) con la moglie Francesca Tabarkinis 66 JM/GG – Février 2006 Pegliesi 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Baghino Giuseppe (5) con la moglie M. Anna e i figli Simone, Nicola e Emilia Boccone GioBatta (4) con la moglie Maria e i figli Simone Ambrogio e Eufrasia . Boccone Nicola (1) (non ci sarà più ne! maggio 1745) Cevasco Nicola (1) Chiappori GioBatta (2) con la moglie Maddalena Ferro Andrea (1) (non ci sarà più nel 1745) Ferraro Stefano di Giorgio (5) con la moglie Annamaria Buzzo e i figli Carlo Giuseppe, Costanza e Annamaria 8. Granara Francesco (1) (non ci sarà più nel maggio 1745) 9. Leone Gaspare (1) (non ci sarà più ne! maggio 1745) 10. Marcenaro Nicola di Francesco (1) 11. Marcenaro Pietro (2) con la moglie Maddalena 12. Marchese Nicola (1) (non ci sarà più nel maggio 1745) 13. Mongiardino GioBatta (4) con la moglie Chiara e le figlie Nicoletta e un'altra femmina non identificata 14. Napoli Alessandro (3) con la moglie c un maschietto non identificati (non ci saranno più nel maggio 1745) 15. Napoli Gio.Antonio (3) con la moglie ed una femminuccia non indentificate (non ci saranno più nel maggio 1745) 16. Napoli Giuseppe (4) con la moglie, un maschio ed una femmina non indentificati (non ci saranno più nel maggio 1745) 17. Pomata Francesco (2) con la moglie Barbara 18. Pomata GioBatta (5) con la moglie, un maschio e due femminucce non identificati (non ci saranno più nel maggio 1745) 19. Porcile Giovanni (1) 20. Rivano Francesco (5) con la moglie, un maschio e due femmine non identificati (non ci saranno più nel maggio 1745) 21. Rombo Francesco (2) con la moglie M.Gerolama Cambiaggio 22. Rosso Ignazio (2) con la moglie non identificata (non ci saranno più nel maggio 1745) 23. Rosso Simone (9) con la moglie Apollonia e i figli Nicola, Antonio, Vincenzo, Giuseppe, Antonietta e due femmine non indentificate 24. Segni Giobatta (10) con la moglie Angelica Gentilioni e i figli Angelo, Benedetto, Gerolamo, Giacomo e quattro femmine non identificate 25. Valacca Bartolomeo (4) con la moglie, un maschio e una femmina non identificati (non ci saranno più nel maggio 1745) 26. Valacca Francesco (4) con la moglie, un maschio ed una femmina non identificati (non ci saranno più nel maggio 1745) Dopo pochi giorni partirono i seguenti coloni, non elencati nelle famiglie di cui sopra: Giuseppe Parodo, Pietro Rosso, Alberto Buzzo, Benedetto Fasca, Giuseppe Parodi con la moglie, Antonio Ferraro, Francesco Mongiardino, Pasquale Cesereto, Matteo Graffione, Giuseppe Pellerano e GioBatta VassaIIo; morirono, come s'è detto a suo tempo, i coniugi Bevilacqua e un non meglio decifrato Giuseppe "Potessà". Tabarkinis 67 JM/GG – Février 2006 Annexe III – Appendice terza Liste des immigrants à Carloforte entre 1739 et 1866 Appendice terza Provenienza degli altri più comuni cognomi carlofortini (dal 1739 al 1866). (Tra parentesi l'anno presunto d'immigrazione. L'indicazione «scomparso» si riferisce non alle persone ma al cognome in generale) . 1. Armeni Emanuele (1748-49), mercante di Milo (Cicladi) 2. Bertucci GioBatta (1795-800), negoziante ligure della Riviera (scomparso nel 1932) 3. Bevilacqua Francesco (1755-60), marinaio ligure della Riviera (scomparso nel 1919) 4. Biggio Antonio (1748-49), marinaio ligure della Riviera 5. Biselli Giovanni e Stefano (1860-65), marinai livornesi 6. Boggiano Giovanni e Francesco (1800-05), mercanti di Alassio (scomparsi nel 1960) 7. Boggio Pasquale (1757), agricoltore piemontese 8. Bonifai Onorato (1800-04), marinaio di Alassio 9. Bosnich Giorgio (1850), marinaio di Curzola (Dalmazia) 10. Bracci Valerio (1744), agricoltore di Castelfranco Livornese 11. Buzzo Bartolomeo (1740), marinaio ligure della Riviera 12. Cabula Vincenzo (1745-50), muratore cagliaritano 13. Caddeo Andrea (1760), contadino di Pirri 14. Cadello Gaetano (1825-30), Uditore di Dogana 15. Campodonico Giuseppe e GioBatta (1800), fratelIi, marinai di Santa Margherita Ligure . 16. Camugino GioBatta (1740-45), cap. di marina di Pegli 17. Cappai Antonio (1765) contadino del Campidano di Cagliari 18. Capurro Giovanni (1739-40), Cap. marinaio di Sturla 19. Castello Antonio e Nicola (1750), marinai tabarchini riscattati dal Porcile 20. Cavassa GioBatta (1760), marinaio genovese 21. Chiossa Benedetto (1739-40) marinaio, della Val Polcevera (scomparso nel 1931) 22. Colombo Giovanni e Francesco (1760), fratelli, marinai di S. Margherita Ligure (scomparso nel 1880) 23. Concas Benedetto (1820), contadino di Gonnesa 24. Consigliero Alberto (1740), molinaro di Genova (scomparso ne! 1905) 25. Conte Lorenzo (1740), marinaio, «napoletano» di Cagliari 26. Corvetto Andrea (1800), marinaio genovese 27. Costa Francesco e Martino (1800) marinai genovesi 28. Covacivich Francesco (1800) marinaio di Ragusa di Dalmazia 29. Crasto Alessandro (1815-20), pescatore di Procida 30. D'Accorso GioMaria (1739-40), giornaliere ligure della Riviera (scomparso nel 1934) 31. Dagnino Agostino (1800) calzolaio genovese 32. D'Agostino Antonio (1760) marinaio genovese (scomparso nel1899) 33. Damico Giuseppe (1770), tonnarotto di Trapani 34. Danero Cristoforo (1800), marinaio di Lavagna (GE) 35. Devalerio Giuseppe (1780), marinaio siciliano Tabarkinis 68 JM/GG – Février 2006 36. Donaver Francesco (1790-95), «chirurgo» svizzero (scomparso nel 1965-70 per emigrazione) 37. Elias Francesco (1860), contadino di Sant'Antioco 38. Falca Francesco (1800), cap. marinaio di Alassio 39. Farris Antioco (1770), contadino di Pirri 40. Fassio Bernardo (1760), marinaio genovese 41. Ferralasco Giacomo (1840), commerciante di S. Margherita Ligure 42. Ferrando Giacomo (1760), marinaio di Pegli 43. Fisanotti Giov. Giacomo (1750), «chirurgo» ligure (scomparso nel 1918) 44. Fois Giov. Antonio (1850), contadino di Scano Montiferro 45. Gamboni Giuseppe Salvatore (1756), contadino campidanese 46. Garau Vincenzo (1795-800), farmacista di Iglesias 47. Garbarino GioBatta (1820-25), scalpellino genovese 48. Gavassino Gaspare (1820), carpentiere di Trapani 49. Ghigino Pasquale (1739-40), pescatore genovese 50. Giolma Andrea (1795-800), cap. marinaio ligure della Riviera (scomparso nel 1925) 51. Grasso Nicola (1750), calafato di Ragusa sicula 52. Guidi Antonio (1790), mercante di Ajaccio (scomparso nel 1880) 53. Laguerra Giuseppe e Michele (1745), fratelli, marinai di Annecj (Savoia) (scomparso nel 1963) 54. Lapicca Francesco Michele (1765-70), agricoltore siciliano 55. Lastretto Andrea (1800), cordaio di S. Margherita Ligure 56. Lazzaro Giuseppe (1780-85), marinaio spagnolo 57. Lipari Antonio (1820), marinaio e commerciante di Trapani 58. Maggiolo Gerolamo (1785), marinaio di S. Margherita Ligure 59. Mameli Antonio (1770), contadino di Selargius 60. Marocco Francesco (1756), contadino del Sulcis 61. Marongiu Bartolomeo (1770), contadino di Cagliari 62. Maurandi Domenico (1739), medico di Villafranca di Nizza 63. Medici Angelo (1850), indoratore da Cagliari 64. Melis Raimondo (1860), fabbro ferraio di Portoscuso 65. Mercolella Antonio (1850), marinaio di Ponza 66. Minai Giovanni (1850), marinaio di Cagliari (scomparso nel 1959) 67. Mocci Domenico (1750), contadino di Villacidro 68. Moretto Giuseppe (1740), marinaio di Borzoli di Sestri 69. Napoleone Agostino (1780-85), cap. marinaio corso 70. Noli Giuseppe (1775-80), marinaio genovese 71. Novella Antonio Nicola (1815), marinaio genovese 72. Obino Antonio (1760), muratore di Milis (SS) 73. Olanda Salvatore (1760), muratore di Cagliari 74. Olivieri Salvatore (1860), fabbro ferro di Castelvetrano (TP) 75. Onado Basilio (1740), contadino di Segariu (CA) 76. Palomba Vincenzo (1810), pescatore ponzese 77. Panzalis - già Panzali - Antonio (1756), pas tore della Nurra 78. Pastorelli Paolo Felice (1865), agente miner. di Porto Maurizio (lM) 79. Peloso Nicola (1750-55), mercante genovese 80. Penco Bartomeo (1750), cap. marinaio di Nervi (Genova) 81. Perella Raffaele (1865), uff. postale di Sassari 82. Perra Giuseppe (1840), pretore di Cagliari 83. Peruscina Giovanni (1800), cap. marinaio di Ragusa di Dalmazia (scomparso nel 1940 per emigrazione) 84. Piccalunga Giovanni (1800), marinaio cagliaritano 85. Pili Antonio (1820), contadino di Ollai (NU) 86. Pintau - già Pittau - Francesco (1765), muratore di Cagliari 87. Plaisant Giuseppe (1756-57), mercante livornese Tabarkinis 69 JM/GG – Février 2006 88. Poletti Gervasio (1845), ing. di Casola Lunigiana (Massa) 89. Poma Vito (1795), pescatore di Trapani 90. Prefumo Antonio (1775), saliniere di Genova 91. Provenzale - già Provenzano - Francesco (1803), bottaio siciliano 92. Puddu Antioco (1790-94), contadino campidanese 93. Puié Andrea (1740), marinaio della Val Polcevera 94. Puggioni Francesco e Sebastiano (1760), fratelli, contadini di Tiesi (SS) 95. Quaquero Gerolamo (1815-20), marinai di S. Margherita Ligure 96. Rapallo Agostino (1750),mercante di Pegli 97. Romano Antonio e Bartolomeo (1800), fratelli, pescatori di Ponza 98. Saliu - già Saiu - Antonio (1765), contad. di Villacidro 99. Scotto Antonio (1800), pescatore di Ponza 100. Sifredi Ambrogio (1800), marinaio toscano (dall' Aigeria) 101. Simonetti Pietro (1805), ricco possidente residente a Tunisi, forse lombardo, immigrato per matrimonio (a Tunisi, con una schiava) 102. Strina Raffaele (1815), pescatQre di Procida 103. Sulas Vincenzo (1825), proprietario agricolo di Sant' Antioco 104. Tassara Nicola (1800), possidente di Genova 105. Tiragallo Francesco (1800), fabbro ferro di Genova 106. Vallebona Andrea (1800), cap. marinaio di Sori (GE) 107. Vigo Francesco (1740), fabbro ferr. di Genova 108. Volpe Gaetano (1795), pescatore di Ponza 109. Zanda Giuseppe (1830), proprietario agricolo di Arbus (CA) 110. Zenino Giuseppe (1750), mercante di Genova (scomparso nel 1915) 111. Zolesio Agostino (1810), possidente di Genova Tabarkinis 70 JM/GG – Février 2006 Annexe IV – Appendice quarta Liste des esclaves rachetés par Charles III, Roi d’Espagne en 1763 et installés à Nueva Tabarca Carlo III (1716-1788) Appendice quarta Elenco degli schiavi tabarchini riscattati dal re di Spagna Carlo III nel 1763 (da una «Cronica» della città di Alicante). (A fianco il numero dei componenti di ciascuna famiglia) 1 2 3 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Leone Giovanni Sales Giuseppe Sales Maddalena Utrera Filippo Ferrando Angela Maria Armeni Benedetta Colombo Giuseppe Buzzo Stefano Ferrando Bartolomeo Pittaluga Nicola Capriata Francesca Rosso Giuseppe Luxoro Lorenza Celle Lelia Rosso Bernardo Marcenaro Andrea Morino Giuseppe J acopino Emanuele Noli GioBatta Buzzo GioBatta Pellerano Anastasia Borghero Luca Prefumo Giacomo Borghero Francesco Luxoro Giuseppe Buzzo Bartolomeo Rosso Giobatta Montecatini G.ppe Maria Buzzo Margherita Millelire Pietro Borghero Pietro Tabarkinis 5 4 8 3 4 2 5 2 2 3 2 5 5 3 3 2 3 5 5 3 3 7 2 7 7 3 5 9 5 5 3 governatore dell' isola vicegovernatore dell' isola genovese, sposato a Tabarca di Bastia, sposato a Tabarca di Bastia, sposato a Tabarca (di Bonifacio, sposato a Tabarca) 71 JM/GG – Février 2006 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 Luxoro Francesco Camugino Francesco Rosso Giuseppe Capriata Bartolomeo Borghero Giuseppe Buzzo Pietro Leone Camillo Prefumo Angela Leone Antonio Valacca Bernardo Colombo Maria Colombo Vincenzo Ferraro Simone Rosso Pasquale Luxoro Emanuele Pittaluga Nicola Parodi Filippo Rosso Francesco Crestadoro Giuseppe Ferrando F.sco Maria Rosso Nicoletta Ferraro Agostino Sarti Leone Rivano Agostino Prefumo Antonio Buzzo Annamaria Monaire Francesco Rosso Nicola Colombo GioBatta Valacca Francesco Grosso Andrea «Belando» Gerolamo Damele Maddalena Marcenaro Lorenzo Giera Maddalena Luxoro Angela Totale 3 5 2 6 3 5 3 2 7 3 5 2 3 7 4 4 4 3 4 6 2 2 4 2 3 3 4 7 2 6 3 4 3 4 3 5 di Genova, sposato a Tabarca di Livorno, sposato a Tabarca 269 Note : il manque la famille 4, non répertoriée dans le document Oltre le 68 famiglie elencate, furono riscattati successivamente: Pellerano Brigida, Antonio Due di Albenga, GioBatta Grosso di Sestri, Francesco Rivano, Domenico Cereto di Genova, Alessandro Villa, i due GioBatta Parodi di Genova, Bartolomeo Rosso, Gerolamo Ageno, Benedetto Compiano, Paolo CipoIlina, Nicola Leone, Giorgio Traverso, Pietro VassaIlo, Nicola Cantagallo, Nicola «Tuboni», Stefano Leone, Nicola Rosso, e Simone Pomata (tutti di Tabarca), Gerolamo Repetto di Polcevera, Geromino «Carrucho» di Albenga, Giuseppe Oregio di Pra, GioBatta Fabiani, Gaetano Parodi, Antonio Tubino, Angelo Bruzzone, Antonio Buzzo, Antonio. Parodi, tutti di Genova. Tabarkinis 72 JM/GG – Février 2006 Annexe V – Appendice quinta Liste de familles des 630 esclaves rachetés en 1803 Appendice quinta l carlofortini schiavi - certi e probabiIi - a Tunisi dopo l'incursione barbaresca del 3 settembre 1798. (Per gli schiavi probabili il nome è seguito da una P) Page166 1-2 3 4 5-6 7 8 – 15 16 –17 18 19 - 21 22 – 23 24 – 27 28 – 29 30 – 33 34 – 35 36 – 39 40 41 – 43 44 – 49 50 – 56 57 – 58 59 – 61 62 Ageno Caterina e Maria di Filippo Alimonda Maria (ved. di Agostino Giera) Alimonda Rosa di Pietro Alimonda Giuseppe (P) di GioBatta e la moglie Maria Grazia Pellerano (P) di Giuseppe Alzetto Giuseppe di GioBatta Armeni Giuseppe (P) di Emanuele, la moglie Antonietta Vacca di Stefano e i figli Anna, Chiara, Maria, Emanuele, Giacomo e Salvatore Armeni Nicola (P) di Emanuele e la moglie Maria Caterina Repctto (P) di Giacomo Asquer Francesco, visconte di Flumini (confinato politico) Aste Antonio di GioBatta, la moglie Maddalena e la madre M. Antonietta Luxoro fu Bartolomeo Aste Andrea di Carlo e la moglie Benedetta Puggioni Aste Bartolomeo (P) di GioBatta, la moglie Angela Borghero di Giuseppe e i figli GioBatta e Salvatore Baghino Giuseppe (P) di Simone e la moglie Brigida Rosso di Giuseppe Baghino Nicola di Giuseppe, la moglie Paola Moretto e i figli Benedetto e Giuseppe Barabino Giuseppe (P) di Antonio e la moglie Maddalena Leone (P) di Antonio Barabino GioBatta di Antonio, la moglie M. Rosa Rossino e i figli Giacomo e Nicoletta Barabino Rosa di Bartolomeo Barabino Giuseppe (P) di Antonio, la moglie Maddalena Leone (P) e la figlia Anna Barabino Pietro, Nicola, Bartolomeo, Angela, Maddalena e Nicoletta di Antonio Biggio Andrea (P) di Antonio, la moglie Maddalena Penco di Bartolomeo e i figli Antonio, Pietro, Leopoldo, Claudia, M. Serafina e M. Vittoria Biggio Tomaso di Antonio e sua moglie Agostina Boccone Angelo di Nicola, la moglie Anna Maria Mocci e la figlia Maria Boccone Anna di Andrea Page 167 63 – 65 66 – 68 69 – 71 Tabarkinis Boccone GioBatta di Simone, la moglie Angela Leone (P) di Nicola e la figlia Anna Boccone Giuseppe di Simone, la moglie Maria Granara di Nicola e il figlio Nicola Boggio Nicola di Carlo, la moglie Maria Parodi di Andrea e la figlia M. Giulia 73 JM/GG – Février 2006 72 – 79 80 – 85 86 – 90 91 – 92 93 – 94 95 – 96 97 98 99 – 101 102 103 – 104 105 – 106 107 – 109 110 – 111 112 113 114 – 115 116 – 117 118 – 119 120 – 121 122 123 - 129 130 Boggio Sebastiano di Pasquale, la moglie Caterina Rivano di Nicola, la madre Brigida e le sorelle Maria, M. Caterina, M. Rosa, Paola e Serafina Borghero Antonio di Nicola, la moglie Rosa Zuddas di Ignazio e i figli Nicola, Maria, M. Grazia e Paola Borghero Giuseppe (P) di Nicola, la moglie Maria Rebuffo (P) di Giuseppe e le figlie Maria, Monica e Teresa Borghero Francesco di Giuseppe e la moglie Giulia Mariani di Giovanni Borghero GioBatta di Giuseppe e la moglie Maria Opisso di Pietro Borghero Pietro di Sebastiano e la moglie Ros Boccone di GioBatta Borghero Salvatore di Pietro Borzoni Rosa Bracci Antonio, Giovanni e Maria Serafina - fratelli - di Agostino Bracci Nicoletta di Giuseppe Buzzo Pietro (P) di Alberto e la moglie Teresa Bracci (P) di Giuseppe Bulla Antioco e sua moglie Luigia Caddeo Agostino di Andrea, la moglie Maddalena Moretto di Stefano e la sorella Caterina Caddeo Giovanni di Diego e la moglie Maria Danovaro di Ambrogio Cambiaggio Antonietta di Giacomo Cambiaggio GioBatta di Antioco Camboni Raffaele (P) e sua moglie Paola Camugino Agostino (P) di Simone e la moglie Caterina Napoli di Paolo Cappai Giuseppe (P) di Antonio e la moglie Anna Maria Vacca (P) di Giuseppe Castello Antonio (P) di Nicola e la moglie Caterina Granara (P) di Antonio Castello Nicola di Giuseppe Castello Pietro (P) di Stefano, la moglie Gerolama Moretto di Giuseppe e i figli Antonio, Nicola, Antonietta, Maddalena e Mana Castello Stefano di GioBatta Page 168 131 – 136 137 138 - 143 144 – 145 146 147 – 148 149 – 151 152 153 – 154 155 – 156 157 – 158 159 – 160 161 – 163 164 – 165 166 167 – 169 Tabarkinis Caval Giuseppe di Michele, la moglie Margherita Valacca di Stefano e i fjgli Andrea, A.M. Regina, Giov. Luigi e Michele Cavassa Maria di Giuseppe Cevasco GioBatta di Bartolomeo, la moglie Caterina Masnata di Tomaso, i fjgli Andrea, Giacomo, Angelica e la nuora Maddalena Repetto di Lorenzo (moglie di Giacomo) Chiappe Francesco (P) di Nicola e la moglie Chiara Vian di Onorato (P) Chiappe M. Antonietta di Nicola Chiossa GioBatta di Benedetto e la moglie Caterina Pellerano di Antonio Cipollina Giuseppe (P) di Sebastiano, la moglie Paola Opisso di Simone e il figlio Antonio Ciprioti Caterina di Antonio Consigliero Bartolomeo (P) di Alberto e la moglie Geroloma Castello di Stefano . Copel Domenico e la moglie Maria Napoli Daccorso Francesco di Paolo e la moglie Anna Parodo di Giovanni D'Accorso Giovanni di Paolo e la moglie Paola Aste di Carlo D'Accorso Paolo (P) fu Giovanni, la moglie Anna Giera e la figlia Nicoletta D'Agostino Giuseppe (P) di Antonio e la moglie Caterina Caddeo (P) di Andrea Damele Geroloma fu Giovanni (vedova di Ignazio Zuddas) Damele Giovanni (P) di Giuseppe, la moglie Agostina Rivano (P) e la figlia Serafina 74 JM/GG – Février 2006 170 171 – 172 173 – 174 175 – 176 177 – 178 179 – 180 181 182 – 183 184 – 187 188 – 189 190 Damele Maria di Giovanni e Antonietta Borghero Damico Efisio Antonio di Giuseppe e la moglie M. Rosa Buzzo di Gerolamo Danovaro Antonio (P) di Sebastiano e la moglie Rosa D'Accorso di Paolo Dellemoglie Agostino (P) di GioBatta e la moglie Maddalena Rombi (P) di Bartolomeo Donaver Giuseppe Francesco di Teodoro e la moglie Maddalena Rebuffo di Antonio Ferraro Andrea (P) di Nicola e la moglie Anna Moretto (P) di Stefano Ferraro Caterina fu Gaetano (vedova di Ben. Segni) Ferraro Giovanni di GioBatta e la moglie Brigida Chiappe di Nicola Ferraro Giuseppe di Giorgio, la rnoglie Caterina Granara di Simone e i fjgli Maurizio e Caterina . Ferraro Giuseppe di Nicola e la moglie Anna Capriata di GioBatta Ferraro Maria di Nicola (la prima nata a Carloforte) Page 169 191 – 192 193 – 194 195 196 197 198 – 201 202 – 204 205 – 209 210 211 212 213 – 214 215 216 – 217 218 – 221 222 – 223 224 – 231 232 233 – 234 235 236 237 - 238 239 – 241 242 – 243 244 245 – 246 247 – 248 249 – 251 252 253 – 254 Tabarkinis Ferrara Nicola fu Antonio e la moglie M. Antonietta Rocca fu Giuseppe Ferrara Nicola (P) di GioBatta e la moglie Anna Maria Lupo (P) di Michele Ferraro Salvatore di.Cario Ferraro Teresa fu GlOBatta Ferrara Salvatore (non meglio identificato) Ferro Antonio, la moglie e due figli non identificati Fisanotti Angela Teresa, M. Antonietta e Raffaele - frateIIi - di Giovanni Gamboni GioBatta (P) di Salvatore, la moglie Apollonia Chiappe (P) di Nicola e i figli Agostino, Luigi e Maddalena Gandolfo Salvatore di Emanuele Ghigino Francesco di Pasquale Ghigino Teresa di Carlo Giera Carlo (P) e la moglie Anna Maria Rivano di Giovanni Giera Caterina di Martino Giera Domenico e Nicola - frateIIi - di Agostino Giera GioBatta di Sebastiano, la moglie Nicoletta Ferraro di Giorgio, il figlio Giuseppe e la sorella Teresa Granara Agostino (P) di Antonio e la moglie Anna Rivano di Giacomo Granara Andrea di Giuseppe, la moglie Antonietta Rombi di Francesco e i figli Annamaria, Domitilla, Limbania, Giuseppe, Luigi e Nicola Granara Anna di Giuseppe Granara Bernardo (P) di Giuseppe e la moglie Antonietta Traverso di Benedetto Granara Bianca fu Giovanni Granara Francesca di Nicola Granara Francesco (P) di Giuseppe e la moglie Nicoletta Leone (P) di Nicola Granara Francesco di GioBatta, la moglie Caterina Parado di Benedetto e la sorella Paola Granara GioBatta di Giuseppe e la moglie Maddalena Rombi di Francesco Granara GioBatta di Nicola Granara GioBatta (P) di Giomaria e la moglie Angelica Boccone (P) di Gregorio Granara Giuseppe di Gerolamo e la moglie Maddalena Rossino di Gerolamo Granara Giuseppe (P) di Sebastiano, la moglie Gerolama Cambiaggio di Sebastiano e la figlia Serafina Granara Luigia fu Francesco Granara Nicola (P) di Gerolamo e la moglie Maddalena Bracci di Valerio 75 JM/GG – Février 2006 Page 170 255 – 258 259 260 – 265 266 – 267 268 269 – 270 271 272 273 – 276 277 – 278 279 280 – 281 282 – 286 287 – 292 293 294 295 - 297 298 – 306 307 – 309 310 – 312 313 – 315 316 – 317 318 – 325 326 – 327 328 329 – 332 Granara Nicola (P) di Giuseppe, la moglie Maddalena Rombi di Francesco e i figli M. Rosa e Salvatore Granara Serafina di Antonio Granara Simone (P) di Giuseppe, la moglie Rosalia Rosso di Antonio e i figli A. Maria, Bianca, Maria e M. Agostina Grasso Matteo Angelo di Nicola e la moglie Caterina Boccone di Simone Grosso Agostino di Andrea Grosso Ambrogio (P) di Francesco e la moglie Teresa Rivano (P) di Francesco Grosso Caterina di Francesco Grosso Giovanni di Antonio Grosso Nicola di Antonio, la moglie Giovanna Borghero di Giuseppe e i fratelli Giuseppe e M. Grazia Grosso Stefano di Andrea e la moglie Francesca Laplaneta Angela di Alberto Leone Andrea di Pietro e la moglie Antonietta Ferraro di Nicola Leone Antioco di Gregorio, la moglie Giulia Rivano di Giacomo e i figli Antonio, Lazzaro e Pietro Leone Antonio di Nicola, la moglie Rosa Durante di Agostino, i figli Agostino, Nicola, Maddalena e la nuora Caterina Granara di Simone (moglie di Agostino) Leone Antonietta di Giuseppe Leone Caterina di Anna Leone Francesco di Giuseppe, la moglie Anna Armeni di Emanuele e la sorella Maria Leone Giuseppe (P) di Nicola, la moglie Francesca Ferraro di Bartolomeo e i figli Chiara, Maria, M. Caterina, M. Maddalena, M. Rosa, Giorgio e Giovanni Leone Giuseppe di Antonio e la moglie A. Maria Cevasco di Bartolomeo Leone Giuseppe di Gregorio e la moglie Nicoletta Armeni di Emanuele e il figlio Gerolamo Leone Nicola di Antonio, la moglie Nicoletta Cambiaggio di Ambrogio e la figlia Bianca Leone Pietro di Antonio e la moglie Francesca Cambiaggio di Antonio Leone Pietro (P) di Nicola, la moglie Anna Boccone di Simone e i figli Anna, Antonietta, Maria Vittoria, Francesco e Nicola Luxoro Antonio di GioBatta e la moglie Francesca Pellerano di Antonio Luxoro M. Antonietta di Bartolomeo Luxoro Lorenzo di Giorgio, la moglie Rosa Ferraro di Andrea, la madre Maria e la sorella Angelica Page 171 333 334 - 335 336 337 - 342 343 344 – 345 346 – 347 348 349 – 350 Tabarkinis Luxuro Pasuale di Guiseppe Luxuro Tomaso (lP) di Maritino e sue moglie Caterina Rombi fu Francesco Maggia Matteo Manca Antonio di Tommaso, sua moglie Brigida Chiappe (P) di Simone, i figli M. Antonietta e Nicoletta e i gellitori Tomaso e Nicolletta Mancosu Antonio Manis Giorgio di Giovanni e la moglie Rosa Buzzo di Nicola Marongiu Bartolomeo (P) di Gio.Antonio e la moglie Nicoletta Parodo (P) di Francesco Marras Gio.Antonio Masnata Caterina e Vittoria - sorelle - di Simone 76 JM/GG – Février 2006 351 – 354 355 – 356 357 - 358 359 – 360 361 – 362 363 – 364 365 – 366 367 – 370 371 – 372 373 374 375 – 377 378 379 380 381 – 384 385 386 – 387 388 – 391 392 393 – 395 Masnata Emanuele di Tomaso, la moglie Maria Rivano di Alberto e i figli Tomaso e Paola Maurandi Antonio (P) di Onorato e la moglie Regina Vacca (P) di Stefano Maurandi Giuseppe (P) di Domenico e la moglie Caterina Rosso di Giuseppe Mercenaro Nicola e Pellegrina - fratelli - fu Giovanni Messina Bartolomeo (P) di GioBatta e la moglie Nicoletta Manca di Andrea Mocci Antonio e la moglie Rosa Orrù Mongiardino Giacomo di Domenico e la moglie Nicoletta Barabino fu Antonio Moretto Gaetano fu Giuseppe, la moglie Rosolea Cipollina di Sebastiano e i figli Giuseppe e Nicola Antonio Moretto Giacomo fu Giuseppe e la moglie Benedetta Castello (P) di Nicola Murroni, reverendo, confinato politico a Carloforte Napoleone Francesco di Agostino Napoli Alessandro di Gerolamo, la moglie Caterina Pellerano di Giorgio e il figlio GioBatta Napoli Anna di Agostino Napoli Maddalena di Giuseppe Napoli Rosalia (ultrasessantenne), ved. Rosso Noli Giuseppe (P), la moglie Rosa Leone (P) di Gregorio e i figli Antonio e Caterina Onnis Antonio Maria Opisso Antonio (P) di Nicola e la moglie Vittoria Traverso di Paolo Opisso Nicola di Pietro, la moglie Nicoletta Borghero di Luigi e i figli Pietro e Teresa Opisso Nicoletta fu Stefano (ved. di Francesco Parodo) Opisso Stefano di Simone, la moglie Francesca Grasso (P) di Salvatore e la sorella paola page 172 396 – 397 398 – 399 400 – 402 403 – 404 405 – 407 408 409 – 411 412 413 – 414 415 – 416 417 418 – 419 420 – 424 425 – 427 428 – 437 438 – 440 441 – 442 Tabarkinis Panzali Leonardo (P) di Gavino e Antonietta Cappai(P) di Andrea Panzali Antonio (P) di Gavino e la moglie Elisabetta Luxoro (P) di GioBatta Parado Antonio (P) di Francesco, la moglie Caterina Cambiaggio (P) di Antonio e il figlio Francesco Parado Benedetto (P) di Francesco e la moglie Bianca Repetto di Giobatta Parado Gerolamo (P) di Antonio, la moglie Maria Boggio di Pasquale e il figlio Giuseppe Parado Maddalena (ultrasessantenne) fu Nicola Parado Nicola di Ambrogio, la moglie Benedetta Vacca di Bartolomeo e la sorellina Maddalena Parado Nicoletta di GioBatta Parodo Nicola (P) di Antonio e la moglie Anna Peloso (P) di Giuseppe Parado Stefano di Francesco e la moglie Maddalena Baghino (P) di Nicola Pellerano GioBatta (ultrasessantenne) fu Nicola Pellerano Giorgio (P) di Antonio e lamoglie Caterina Parodo di Agostino Pellerano Nicola di GioBatta, la moglie Barbara Canepa di Michele e i fratelli Geralamo, Giacomo e M. Maddalena Pellerano Nicola (P) di Antonio, la moglie Colomba Parodo di Giuseppe e il figlioletto Giuseppe Peloso Agostino di Giuseppe, la moglie Maddalena Cambiaggio di Antioco, la sorella Maria e i figli Antonio, Francesco, GioBatta, Nicola, M. Antonietta, M. Maddalena e Maria (quest'ultima del primo letto) Peloso Francesco (P) di Giuseppe, la moglie Paola Vacca di Stefano e il figlio Salvatore Penco Antonio di Bartolomeo e la moglie Maddalena Masnata di Simone 77 JM/GG – Février 2006 443 – 444 445 – 446 447 – 448 449 – 450 451 452 – 455 456 457 458 – 464 Penco Sebastiano (P) di Bart. e la moglie Rosa Boggio (P) di Antonio Pianu Luigi di Antioco e la moglie Grazia Leone di Stefano Pittaluga Agostino (P) e la moglie M. Anna Rosso di Gerolamo Pittaluga Giacomo (P) di Maria e la moglie Maddalena Repetto (P) di Giuseppe Pittaluga Anna Maria fu Pietro Pittaluga Francesco di Giuseppe, la moglie Brigida Ferraro (P) di Stefano e le sorelle Rosa e M. Maddalena Plaisanti Gitiseppc Giovanni di Giuseppe Pollastrini Anna di Lazzaro Pomata Bartolomeo fu Francesco, la moglie Maddalena Laguerra di Giuseppe, i figli Antioco, Giuseppe, M. Barbara, M. Caterina e la nuora Antonietta Mocci di Antonio (moglie di Giuseppe) Page 173 465 – 473 474 – 480 481 482 – 485 486 – 490 491 – 492 493 – 494 495 – 496 497 – 500 501 – 502 503 504 – 505 506 507 – 508 509 – 510 511 – 512 513 514 – 517 518 519 – 520 521 – 522 523 – 526 527 – 531 532 – 536 537 – 538 Tabarkinis Pomata Emanuele (P) fu Francesco, la moglie Rosalia Masnata di Tommaso e i figli Bartolomeo, Francesco, GioBatta, Giuseppe, Paolo, Barbara e Giuseppina Pomata GioBatta (P) fu Francesco, la moglie Teresa Opisso di Nicola, i figli Antonio, Gioachino, Nicola, la nuora Vittoria Napoli di Alessandro (moglie di Francesco) e il nipotino Nicola Ponte Matteo (da Cuglieri) Porcile Agostino di Giovanni, la moglie Gavina e le figlie M. Giuseppina e Nicoletta Porcile Antonio di Giovanni, la moglie Barbara e le figlie Anna, M. Carolina e M. Caterina Prefumo Antonio di Nicola e la moglie Agnese Bracci di Valerio Puddu Antioco (P) e Iscioni Luisa (P), sua moglie Puié Lorenzo di Francesco e la moglie Caterina Caddeo di Andrea Rebuffo Antonio (P) di GioBatta, la moglie Borghero Paola (P) di Nicola e le figlie M. Anna e Nicoletta Repetto Agostino di Giacomo e la moglie Caterina Aste di Carlo Repetto Giacomo di Sebastiano e di Rosa Castello Repetto GioBatta di Sebastiano e la moglie Maria Rossino (P) di Ignazio Repetto Lorenzo di GioBatta Repetto Sebastiano di Giacomo e la moglie Anna Tagliafico di GioBatta Repetto Sebastiano di Sebastiano e la moglie Grazia Napoli di Agostino Repetto Sebastiano (P) di Lorenzo e la moglie Nicoletta Rombi (P) di Nicola Rivano Alberto (ultrasessantenne) fu Nicola Rivano Ambrogio di Giovanni, la moglie M. Angela Marocco, il figlio Gioachino e la cognata Barbara Rivano Ambrogio di Giovanni e Maria Rombi Rivano Ambrogio (P) di Nicola e la moglie Nicoletta Conte (P) di Lorenzo Rivano Antonio di Nicola e la moglie Maria Boccone di Nicola Rivano Antonio di Giacomo, la moglie Caterina Napoli di Francesco e le figlie Nicoletta e M. Grazia Rivano Bartolomeo di Nicola, la moglie Caterina Leone di Giuseppe, la madre Maddalena D'Accorso fu Giovanni e le sorelle Maria e Rita Rivano Bartolomeo di Nicola e Maddalena Luxoro, la moglie Anna Maria Rosso di Giovanni, i figli Pietro e Rosolea e la sorella Benedetta Rivano Giovanni di Giacomo e la moglie Caterina Vittoria Ferraro di stefano 78 JM/GG – Février 2006 Page 174 539 – 540 541 – 542 543 – 544 545 546 547 – 548 549 – 550 551 – 553 554 – 555 556 557 – 559 560 – 564 565 – 566 567 568 – 569 570 – 573 574 575 – 576 577 – 580 581 – 582 583 – 584 585 586 587 – 588 589 – 590 591 – 592 593 – 594 Rivano Giuseppe di Nicola e la moglie Maddalena Parodo di Ambrogio Rivano Salvatore di Benedetto e la moglie M. Grazia Granara di Gerolamo Rombi Alessandro (P) di Nicola e la moglie Maddalena Vacca (P) di Stefano Rombi Bartolomeo di Giuseppe Giorgio Rombi Caterina di Pietro e di Elisabetta Alimonda Rombi Nicola (P) di Giorgio e la moglie Caterina Ferraro di Nicola Rombi Pietro di Nicola e la moglie Paola Penco di Bartolomeo Rombi Rocco [u Giuseppe, la moglie Rosa Ferraro di Giorgio e la [iglia Francesca Rossino Caterina e Vittoria - soreIIe - di Ignazio Rossino GioBatta di Nicola Rossino Giuseppe di Gerolamo, la moglie Agostina Parodo di Giuseppe e il figlioletto Battista Rosso Antioco di Vincenzo, la moglie M. Grazia Ferraro di Antonio e i figli Bartolomeo, Francesco e M. Chiara Rosso Antonio e la moglie Maddalena Borghero (non meglio identificati) Rosso Barbara (ultrasessantenne) fu Pietro (ved. di Simone Masnata) Rosso Bartolomeo di Antonio e la moglie Anna Bevilacqua di Francesco Rosso Bartolomeo (P) di Giuseppe e la moglie Caterina Opisso (P) di Nicola e i figli GioBatta e Maddalena Rosso Francesca (ultrasessantenne) fu Bartolomeo (ved. di Stefano Vacca) Rosso Gaetano (P) di Nicola e la moglie M. Grazia Masnata (P) di Tomaso Rosso GioBatta di Giuliano, la moglie Agostina Zuddas di Ignazio e la figlia Caterina e la soreIIa Marianna Rosso GioBatta (P) di Antonio e la moglie Anna Maria Parodo di Nicola Rosso GioAntonio (P) di Nicola e la moglie Maria Repetto di Giacomo Rosso Maria (non meglio identificata) Rosso M. Francesca di Bart. e Anna Sofia Cappai Rosso Giuseppe-di Giuseppe e la moglie Anna Giera di Sebastiano Rosso Nicola di Pietro e la moglie Anna Giera di Agostino Rosso Rosa e Teresa soreIIe di Pietro e A. Maria Zuddas Sanna Salvatore e sua moglie Anna Page 175 595 – 599 600 601 – 603 604 – 605 606 607 – 608 609 – 610 611 – 612 614 – 615 616 – 617 618 – 619 620 – 624 625 – 626 Segni Agostino, la moglie Agata Traverso di Benedetto la figlioletta M. Angela, il padre Gerolamo e la sorella Vittoria Segni Antonio di Nicola e A. Maria Chiappe Segni Giacomo Eu GioBatta, la moglie Maddalena Armeni di Emanuele e il figlio Angelo Segni M. Vittoria e Teresa, sorelle di Benedetto e Caterina Ferraro Segni don Nicolà, detto "u Prevln", di Angelo e Nicoletta Gaza, schiavo volontario Serra Andrea e sua moglie Maria Tagliafico Carlo di Giobatta e la moglie Maddalena Pittaluga di Giuseppe Tagliavacca Domenico (P) e la moglie Caterina Buzzo di Alberto Tassarella Maria Tortorici Antonio (P) di Giuseppe e la moglie Caterina Saliu (P) Travi Salvatore e la moglie Anna Maria Traversa di Francesco Vacca Francesco di Bartolomeo e la moglie Maria Parodo di Benedetto Vacca Nicola (P) di Costantino, la moglie Paola Buzzo di Giuseppe e le figlie A. Maria, M. Francesca e Rosalia Vignola Benedetto di Paolo e la moglie Caterina Ferraro di Nicola 627 – 630 Zenino GioBatta (P) di Giuseppe, la moglie Apollonia Rosso di Antonio e i figli Giuseppe e Paola. Il nominativo degli schiavi certi è desunto da un elenco incompleto di "liberti" - 210 rinvenuto all' Archivio di Stato di Cagliari, e dai documenti ufficiali trovati nell'Archivio della parrocchia "S. Croce" di Tunisi (nascite, morti, matrimoni, testimonianze, padrini, ecc.), per un totale di 509. Quello dei probabili da deduzioni sulle cadenze demografiche, sulle presenze dei figli minori, dei coniuge, ecc., per un totale di 121. I rimanenti 180 (a non voler contare quelli fatti liberare in anticipo dall’amm. Lessige) devono ricercarsi tra i figli non elencati di genitori schiavi, con un centinaio di assolutamente irreperibili. Tabarkinis 80 JM/GG – Janvier 2006 Les Tabarquinos à la Nueva Tabarca Josyanne MASSA Les listes suivantes combinent les informations données dans : la revue du GAMT n°83 du 3ème trimestre 2003, l’annexe 4 de l’ouvrage de G. VALLEBONA, d’autres relevés de Josyanne Les dates et lieux des naissances sont indiqués dans les colonnes de gauche. Tous les décès ont eu lieu à Nueva Tabarca Remarques : La numérotation N est extraite de l appendice 4 du livre de VALLEBONA. Elle est différente de celle du GAMT. Rachat par le Roi d’Espagne de 311 esclaves le 8 décembre 1768 au prix de 1.200 pesetas par esclave Installation à Nueva Tabarca en 1770 N noms prenoms 1 riverola juan baptista 1 pretre 15 7 1699 chiavarri 1 Leone giovani 5 governatore dell' isola 5 2 1696 tabarka 1 Leone ursola nee Luchora sa femme 25 5 1704 tabarka 1 Leone angela sa fille 25 5 1731 tabarka 1 Leone brigida sa fille 2 4 1735 tabarka son fils 8 12 1737 tabarka 1 Leone pasqual 2 Sales guiseppe 2 Sales paula nee mendrise 2 Sales blanca qte mentions 4 (vicegoverna tore dell' isola) J M A lieu 12 5 1713 tabarka sa femme 24 3 1711 genes sa fille 8 3 1712 genes 2 Sales francisca sa fille 27 9 1711 genes 2 Sales juana sa fille 24 7 1710 genes 3 Sales maddalena 8 ecrit sally 16 4 1729 tabarka 3 Sales angela 4 7 1751 tunis 3 Sales nicole 4 3 1735 tunis 3 Sales augusto 2 8 1752 tunis 3 Sales madeleine 4 5 1758 algerie 3 Sales marie 5 10 1762 algerie 3 Sales joseph 14 2 1768 algerie 3 Sales saly innocencia 6 1706 tabarka 3 Sales juana 28 2 1726 tabarka 4 Utrera filippo 6 8 1722 ajacio 4 Utrera caterina nee ferrandi 4 5 1731 tabarka 4 Utrera magdelena 8 4 1757 algerie 5 Ferrandi angela maria 2 7 1721 tabarka 5 Ferrandi luis 27 8 1759 algerie 5 Ferrandi auguste 24 5 1761 algerie 5 Ferrandi antoine 3 1767 algerie Tabarkinis 3 d ajaccio sa femme 4 81 6 7 JM/GG – Janvier 2006 Armeni benedettabarka 6 Armeni marie 7 Colombo guiseppe 7 Colombo 7 Colombo 7 Colombo 6 20 7 1736 13 3 1755 tunis 13 3 1716 tabarka pelegrina nee Belanda 9 1726 tabarka cathalina 25 11 1754 tunis maddalena nee capriata 16 8 tunis 7 Colombo benedicta 8 Buzzo stefano 8 Buzzo cathalina nee capriata 9 Ferrando bartolomeo 9 opiso 10 Pittaluga 2 att ecrit achena? 5 1736 24 12 1755 2 att ecrit buzo estevan sa femme 2 petronille nicola 5 tabarka sa femme? 3 tunis 26 1 1736 tabarka 16 8 1736 tabarka 24 8 1701 tabarka 29 7 1714 tabarka 12 1731 tabarka 6 10 Pittaluga paulo nee capriata 26 7 1739 tabarka 10 Pittaluga magdelena 22 8 1762 algerie 4 10 1716 tabarka 8 3 1746 tunis 11 Capriata francesca 11 Capriata joseph 12 Rosso guiseppe 20 3 1731 tabarka 12 Rosso maria nee Rumba epouse att ROMBI ?? 15 8 1737 tabarka 12 Rosso juana baptistabarka fille 24 8 1755 tunis 12 Rosso angela fille 2 7 1753 tunis fils 24 8 1754 algerie 10 8 1734 tabarka 1750 tunis 11 1754 tunis 12 Rosso bartolome 13 Luxoro lorenzo 2 5 att ecrit ruso 5 ecrit luchora 13 Luxoro cathalina 19 9 13 Luxoro rhereza 1 13 Luxoro maria 15 4 1755 tunis 13 Luxoro nicolas 25 10 1761 algerie 14 Celle lelia 14 Celle nicola 14 Celle joseph 15 Rosso bernado 15 Rosso magdelena nee ferrara 15 Rosso joseph 16 Marcenaro andrea 3 ecrit cele vv ferrera 9 1711 tabarka ferrera? 25 8 1731 tabarka ferrera? 17 3 1739 tabarka 14 6 1716 tabarka epouse 22 7 1736 tabarka fils 19 3 1760 algerie 3 att ecrit RUSO 2 ?? ? 16 Marcenaro paula 17 Morino guiseppe 17 Morino geronima nee luchara epouse 17 Morino theresa fille 18 Jacopino emmanule 18 Jacopino magdelena nee luchara 2 18 Jacopino maria 25 3 1753 tunis 18 Jacopino alexandrina 5 3 1763 algerie 18 Jacopino paula 29 6 1735 tabarka 19 Noli gio batta 19 Noli magdelena nee sevasco Tabarkinis ? 3 (genovese, sposato a tabarka) 5 (di Bastia, sposato a tabarka) 5 juan bauptista 1703 genes 14 8 1723 tabarka 15 3 1753 tunis 25 12 1726 bastia 8 1727 tabarka ? 4 82 ? 17 1 ? 10 1735 tabarka JM/GG – Janvier 2006 19 Noli lorenzo 10 8 19 Noli nicolas 6 12 1758 algerie 19 Noli antonio 3 6 1763 algerie ? Buzzo ? Buzzo ? Buzzo gio batta 1751 tunis 3 20 moinare rosalia 4 8 1707 tabarka 20 moinare maria 25 6 1731 tabarka 20 moinare juan baptista 25 6 1727 tabarka 21 Pellerano anastasia 21 Pellerano maria 21 damiele joseph 22 Borghero luca 22 Borghero andrea 22 Borghero 3 31 12 1711 tabarka 15 7 1738 tabarka 18 3 1756 tunis 14 3 1684 tabarka att ecrit burguero 8 4 1725 benedicta nee Rombi epouse d andrea 27 9 1725 22 Borghero angela fille 5 5 1754 tunis 22 Borghero nicola fils 16 5 1760 algerie 22 Borghero magdelena fille 4 1764 algerie 22 Borghero cathalina fille 16 12 1766 algerie 7 le grand pere ?? 2 tabarka 23 Prefumo giacomo 23 Prefumo joseph 24 Borghero franco 4 10 1722 tabarka 24 Borghero lucia nee leoni epouse 6 9 tabarka 24 Borghero lucas fils 14 10 1750 tunis 24 Borghero constantino fils 22 11 1757 algerie 24 Borghero antonio fils 3 7 1759 algerie 24 Borghero pedro fils 9 7 1762 algerie fils 25 12 1764 24 Borghero salvador 25 Luxora guiseppe 25 Luxora 2 7 ecrit burgero 1725 tabarka 26 4 1757 algerie algerie 1733 tabarka ana maria ne chipolina 28 2 1734 tabarka 25 Luxora maria 6 2 1756 algerie 25 Luxora martin 5 4 1758 algerie 25 Luxora maria rosa 26 10 1763 algerie 25 Luxora bartholome 26 10 1763 algerie francesco 26 Buzzo bartolomeo 6 1729 5 25 luchoro 7 25 7 4 3 ecrit buzo 10 1737 24 8 tabarka 1702 tabarka 11 1738 tabarka 26 Buzzo nicola 6 26 Buzzo augustin 25 8 1747 tunis 27 Rosso gio batta 24 6 1716 tabarka 27 Rosso angela nee pelerana epouse 2 7 1735 tabarka 27 Rosso bartolome fils 14 4 1751 tunis 27 Rosso antonio fils 14 2 1754 tunis 27 Rosso cathalina fille 31 5 1756 algerie 5 att ecrit ruso 28 Montecatini guiseppe maria 8 3 1716 bastia 28 Montecatini benedista nee achena 6 11 1726 tabarka 28 Montecatini salvador 8 3 1750 tunis 28 Montecatini maria 8 5 1752 tunis 28 Montecatini rosales 17 1 1759 algerie Tabarkinis 9 di Bastia, sposato a tabarka 83 JM/GG – Janvier 2006 28 Montecatini roque 16 8 28 Montecatini maria 28 5 1764 algerie 28 Montecatini francisco 4 5 1757 algerie 28 Montecatini pedro 25 1 1767 29 Buzzo margherita ? ? tabarka 5 ? 1762 algerie algerie 29 Buzzo maria 21 5 1729 tabarka 29 Buzzo maria gracia 8 1754 algerie 29 Buzzo bartolome 24 8 1760 algerie 29 Buzzo augustin 6 1762 algerie 29 Buzzo 30 Millelire nicola pietro 6 10 1767 29 6 1721 algerie bonifacio 30 Millelire blanca nee cherra 2 3 1735 tabarka 30 Millelire magdelena 3 8 1762 algerie 30 Millelire celestina 11 9 1766 algerie 30 cherra augustin 24 8 1719 tabarka 31 Borghero pietro 25 1 1719 tabarka 31 Borghero geronima ?? 31 Borghero peregrina 14 6 32 Luxora francesco 32 Luxora 5 di Bonifacio, sposato a tabarka pere de l epouse ? 3 2 1 tunis 1750 tunis 10 1711 tabarka cathalino nee perfumo 28 10 1727 tabarka 32 Luxora brigida 8 1 1750 tunis 32 Luxora francisca 8 1 1750 tunis 32 Luxora pasquale 33 Camugino francesco 33 Camugino maria nee ruso 33 33 33 34 34 35 35 35 35 35 36 36 36 37 37 christina cayetano maria ysabel guiseppe cathalina nee borghero bartolomeo magdelena nee rumba antonio juan baptista marguerita guiseppe maria nee belanda augustin pietro anna maria nee borghero Camugino Camugino Camugino Rosso Rosso Capriata Capriata Capriata Capriata Capriata Borghero Borghero Borghero Buzzo Buzzo 3 ecrit luchoro 4 1 11 1763 5 att ecrit carrosino 7 2 1714 tabarka att nee rosso 4 1 1724 genes 1751 1752 1753 1728 1746 1721 ? 1753 1760 1766 1719 1720 1755 tunis tunis tunis tabarka tunis tabarka ? tunis algerie algerie tabarka tabarka tunis 1736 tabarka 2 di carrosino ?? epouse 6 nee rombi! 3 5 decede 20 4 9 4 19 11 18 3 25 11 24 8 ? ? 20 2 22 1 6 7 19 3 25 8 8 12 dcd 26 6 tunis 37 Buzzo catarina ? ? 37 Buzzo theodora ? ? 37 Buzzo paula 38 Leone camillo 38 Leone 38 Leone ? 30 11 1723 tabarka agueda nee gandolfo 6 9 1730 tabarka antonio 8 12 1752 tunis 2 39 Prefumo angela 39 Prefumo juan baptista 40 Leone antonio 40 Leone catarina nee romba Tabarkinis ? 3 att ecrit leoni 2 7 att ecrit leoni att nee rombi 84 8 1711 tabarka 24 6 1729 tabarka 6 5 1681 tabarka 14 5 1706 tabarka JM/GG – Janvier 2006 40 Leone joseph 40 Leone benedicta x marcenario 40 Leone augustin tunis epouse marcenario ? 19 2 1738 tabarka 8 1729 tabarka 30 11 1725 tunis 40 Leone rosalia 2 40 Leone ana ? 40 Leone maria 8 5 3 1757 ? 1767 algerie 11 11 1721 6 tabarka 41 Valacca bernardo 41 Valacca magdelena nee perfuma 41 Valacca magdelena nee ? balacca 42 Colombo maria 42 Colombo augustin 42 Colombo benedicta 14 9 1738 tabarka 42 Colombo catalina 4 5 1740 tabarka 42 biso nicola 16 4 1744 tunis 43 Colombo vincenzo 7 9 1736 tabarka 43 Colombo ana maria nee buzo 8 12 1738 tabarka 44 Ferraro simone 29 11 1706 tabarka 3 att ecrit balaca ou epouse balaca ? 5 erreur certaine nee a tunis 2 3 22 4 1728 tabarka 2 2 1711 tabarka 8 12 1711 25 8 1751 tabarka tabarka 44 Ferraro francisca nee achena 4 10 1716 genes 44 Ferraro guillermo 11 10 1744 tunis 45 Rosso pasquale 45 Rosso augustina nee rumba 45 Rosso 45 Rosso 7 26 1 1714 tabarka 24 8 1725 tabarka magdelena 22 9 1749 tunis benedicta 22 8 1752 tunis 45 Rosso simon 29 10 1755 45 Rosso salvador 6 epouse nee rombi? 7 tunis 1765 algerie 25 12 1703 tabarka 45 Rosso camilla 46 Luxoro emanuele 46 Luxoro monica nee sevasco 15 4 1720 tabarka 46 Luxoro cathalina 5 11 1749 tunis 4 2 1751 tunis 6 10 1723 tabarka 46 Luxoro brigida 47 Pittaluga nicola ??? 4 ecrit luchoro 4 47 Pittaluga clara nee rochena 23 2 1720 tabarka 47 Pittaluga maria 1 2 1752 tunis 47 Pittaluga gracia 21 8 1755 tunis 48 Colombo nicola 1 11 1742 tunis 48 Colombo lorenza nee pitaluga 49 Parodi filippo 10 8 4 1747 tunis 27 11 1714 tabarka 49 Parodi lorenza nee pitaluga 10 8 1747 tunis 49 Parodi pasquale 7 1 1745 tunis 49 Parodi magdelena 7 4 1755 tunis 50 Rosso francesco 6 1 1695 tabarka 50 Rosso maria nee lichora 22 2 1711 tabarka 50 Rosso barbara 15 3 1741 tabarka 51 Crestadoro guiseppe 9 3 1720 genes 51 Crestadoro magdelena nee olivera 22 2 1711 tabarka 51 Crestadoro pedro 6 4 1764 algerie 51 Crestadoro antonio 6 3 1766 algerie 52 Ferrando francisco maria 4 10 1706 catra ?? 52 Ferrando maria nee olivera Tabarkinis 3 att ecrit ruso epouse ? 4 di Genova, sposato a tabarka 6 26 9 85 1727 tabarka JM/GG – Janvier 2006 52 Ferrando angela maria 9 52 Ferrando ana 22 11 1759 algerie 52 Ferrando juan 14 1 algerie 52 Ferrando magdelena 53 Rosso 53 Rosso nicolasa 14 1 2 salvador 54 Ferraro agostino 54 Ferraro joseph 55 Sarti leone 3 2 att ecrit ferrara 4 di Livorno, sposato a tabarka 1754 1762 tunis 1762 algerie 1711 tabarka 5 12 1751 1 1 1720 tunis tabarka 19 3 1747 tunis 4 3 1723 livorno 55 Sarti rosa nee rochero 8 3 1735 tabarka 55 Sarti maria 8 12 1752 tunis 55 Sarti teresa 56 Rivano agostino 56 Rivano celestina nee ruso 57 Perfumo antonio 57 Perfumo magdelena nee rivera 57 rivera maria 58 Buzzo anna maria 58 Buzzo juan baptista 58 Buzzo maria rosa 59 Monaire francesco 15 8 2 att ecrit rivera att rosso 3 1756 constabarkantine 25 10 1734 ? ? 25 10 1739 doit etre la mere de magd 3 4 att ecrit moinare tabarka tabarka 14 3 1746 tunis 15 8 1704 tabarka 26 7 1725 tabarka 24 6 1753 tunis 6 1768 algerie 9 ? ? 59 Monaire patonilla nee casteli ? 59 cereceto pedro 29 6 1738 tabarka 59 cereceto bernardo 21 8 1727 tabarka 60 Rosso nicola 60 Rosso peregrina nee balaca 8 1730 tabarka 60 Rosso juan baptista 22 8 1740 tabarka 60 Rosso manuel 6 2 1747 tunis 60 Rosso nicola 19 3 1752 tunis 60 Rosso magdelena 21 9 1761 algerie 61 Colombo gio batta 24 6 1721 tabarka 61 Colombo magdelena nee borghero 22 8 62 Valacca francesco 7 att ecrit ruso ??? att nee valacca le v = b en espagnol 2 2 ecrit burghero 6 att ecrit balaca ? 1738 tabarka 4 10 1727 tabarka 62 Valacca geronima nee capriata 6 2 1734 tabarka 62 Valacca theresa 22 1 1755 algerie 62 Valacca anna maria teresa 6 1760 algerie 62 Valacca juana 23 12 1761 algerie 62 Valacca benedicta 63 Grosso andrea 3 3 14 1 1766 algerie 25 8 1721 tabarka 63 Grosso angela maria nee leoni 2 8 1705 tabarka 63 Grosso magdelena 25 8 1754 tunis 64 «Belando» gerolamo 8 1721 tabarka 64 «Belando» maria nee grosso 12 10 1726 tabarka 64 «Belando» magdelena 3 64 «Belando» ana 24 9 65 Damele maddalena 65 Damele ana 65 Damele benedicta 66 Marcenaro lorenzo Tabarkinis 4 dit jayme 3 ecrit damiele 3 3 12 1748 algerie 12 1748 tabarka 24 9 4 86 tunis 1763 1763 tunis 22 3 1753 tunis 18 8 1715 genes JM/GG – Janvier 2006 66 Marcenaro geronimo 12 8 66 Marcenaro maddelena 22 8 1755 tunis 66 Marcenaro bernardo 6 1758 algerie 67 Giera maddalena 21 12 1706 tabarka 67 Giera francisco 27 12 1733 tabarka 67 Giera nicola 68 Luxoro angela 68 Luxoro andres 29 11 1749 tunis 68 Luxoro pasquale 18 5 1751 tunis 68 Luxoro ana maria 26 6 1753 tunis 68 Luxoro catalina 25 11 1754 tunis 3 ecrit guiera 5 ecrit luchora 9 1755 tunis 6 11 1739 tabarka 2 7 tabarka 1728 269 Oltre le 68 famiglie elencate, furono riscatta successivamente: 69 Pellerano brigida 1 9 2 1712 tabarka 70 olivero nicolas 1 5 5 1723 tabarka 71 olivero joseph 1 16 6 1736 tabarka 72 olivero andres 1 23 3 1703 tabarka 73 Due antonio 1 di albenga 14 9 1703 albe 74 Grosso gio batta 1 di ses tri ? 8 1711 sestre 75 Rivano francesco 1 4 7 1709 tabarka 76 Cereceto domenico 1 di genova 7 4 1739 genes 77 Villa, alessando 1 5 4 1737 tabarka 78 Parodi gio batta 1 i due GioBatta Parodi di Genova, 24 6 1714 genes 79 Parodi gio batta 1 4 1 1721 genes 80 Rosso, bartolomeo 1 ecrit ruso 5 4 1707 tabarka 81 Ageno, gerolamo 1 ecrit acheno jaime 25 7 1731 tabarka 82 Fabiani, juan baptisa 1 7 8 1708 genes 83 Compiano, benedetto 1 famille de robert compiano 4 11 1736 tabarka 84 CipoIlina, paolo 1 ecrit chipolini 29 7 1738 tabarka 85 Leone, nicola 1 8 5 1739 tabarka 86 Traverso, giorgio 1 ecrit taverso 23 4 1732 tabarka 87 VassaIlo, pietro 2 1 ecrit basalo 29 7 1719 tabarka 88 Cantabarkagal nicola 1 ecrit contabarkagalo 9 4 1739 tabarka 89 «tunisboni», nicola 1 tunisboni 7 1 1718 genes 90 timoni nicola 1 6 12 1712 tabarka 91 Leone, stefano 1 estevan 27 12 1732 92 Rosso, nicola 1 e Simone Pomata (tunistti di tabarka), 18 5 93 pomata simone 94 Repetto gerolamo 95 «Carrucho» geronimo 96 Oregio di Pra, guiseppe tabarka 1718 tabarka 1 18 12 1733 tabarka 1 di Polcevera, 25 7 1725 1 di albenga ecrit garrucho 14 3 1707 albe 1 19 3 1718 genes tunistti di Genova. pont ? 97 Parodi, gaetano 1 ecrit perodi gaetano 11 8 1714 genes 98 tunisbino, antonio 1 7 1 1718 genes 99 Bruzzone, angelo 1 2 7 1716 genes 100 Buzzo, antonio 1 bruzo 3 6 1709 genes 101 Parodi. antonio 1 17 1 1722 genes 33 Tabarkinis 87 JM/GG – Janvier 2006 Sites Internet En italien Sites trouvés grâce à Google http://www.lemanieditore.com/le_mani_on_line/liguria/liguria%20d'oltremare/isole_tabarchine .htm http://www.pegli.com/sto_colo.html http://www.isoladisanpietro.org/curiosita/storiche.htm http://www.pegli.com http://www.carloforte.com/Guida_turistica/STORIA.HTM http://www.terra.es/personal/vtin99/situa.htm http://www.isoladisanpietro.org/curiosita/storiche.htm En espagnol Sites trouvés grâce à Google http://www.casadellibro.com/fichas/fichabiblioin/0,1511,2900000896361,00.html http://www.ua.es/dossierprensa/2000/04/09/8.html En français BMS de Tunisie de Ludovic DEBONO http://debono.club.fr/mariagestunisie/baptemes.html http://debono.club.fr/mariagestunisie/listing.html http://debono.club.fr/mariagestunisie/sepultures.html Sites Amis sur Tabarca, Tabarkinis http://bone.piednoir.net/titre_rubrique/genealogie/rapatries_tabarca.html http://www.bartolini.fr/bone/titre_rubrique/genealogie/esclaves_tabarca.html http://www.piedsnoirs-aujourdhui.com/fran_afr01.html http://bone.piednoir.net/ Page de Josyanne MASSA - Relevès Eglise Sainte-Croix et autres http://membres.lycos.fr/suzegranger/Tunportail.html Sites Amis sur l’Algérie et la Tunisie http://membres.lycos.fr/suzegranger/ http://www.profburp.com/ http://www.lagoulette.net/francais.html http://massicault.free.fr/ Sites généralistes et Listes de discussion http://www.geneagm.org/index.htm http://www.genom-online.com/ http://www.genealogie-gamt.org/index2.asp http://fr.groups.yahoo.com/group/anciens-tunisie/ [email protected] [email protected] Tabarkinis 88 JM/GG – Janvier 2006