Il Castello Malaspina-Dal Verme di Bobbio è una possente

Il Castello Malaspina-Dal Verme di Bobbio è una possente costruzione quadrangolare situata
all'interno dell'abitato, in posizione elevata nella parte alta del paese e sopra al parco omonimo. Di
proprietà dello Stato, è in consegna al Polo Museale dell'Emilia-Romagna del Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo, ed è inserito nel circuito dell'Associazione dei castelli del Ducato di
Parma e Piacenza.
Il borgo di Bobbio cominciò ad essere fortificato, con la costruzione di mura, nel XIII secolo, un
documento del 1219 nomina una braida de castello. La costruzione del
fortilizio, come lo vediamo oggi, si deve a Corradino Malaspina nei primi anni
del Trecento.
Venne edificato di fianco alla Basilica di San Pietro, che era stata costruita
prima dell'arrivo di san Colombano da un ignoto missionario che evangelizzò
il primitivo borgo romano, la chiesetta portava la dedicazione a san Pietro, e
Colombano nel 614 la trovò quasi in rovina, dopo averla restaurata la scelse
come chiesa cenobiale intorno alla quale crebbe il primitivo monastero.
Nel turbolento periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini il castello fu presidio
dei Guelfi, vi si rifugiavano i nobili in fuga dagli assalti portati dal Comune di
Piacenza (Ghibellino) ai castelli della val Trebbia. Nel 1342 diviene possesso
dei Visconti di Milano, nel 1413 venne conquistato dagli Anguissola di Travo
per un solo anno, ritornò ai Visconti che nel 1436 assegnarono il castello con
il titolo di conte ai Dal Verme che ne mantennero il possesso con alterne vicende fino alla soppressione
del feudalesimo. La struttura trascurata, che cominciava ad andare in rovina fu venduta nel 1814 a
Paolo dalla Cella e dai suoi eredi ceduta allo stato nel 1956.
La torre del vescovo è la parte più antica, costruita dopo il 1014 vicino alla basilica di San Pietro,
probabilmente torre campanaria poi adattata a scopi difensivi. Prima della costruzione del castello vi
erano alloggiate le truppe, fu abbassata in epoca imprecisata.
Il castello è costituito da un massiccio mastio a base rettangolare a cui sono
collegate una torretta rotonda, una quadrata e altri piccoli edifici, l'alloggio
delle guardie e uno di recente costruzione, molto più bassi del mastio. Tutte
le costruzioni sono in pietra con inserti in laterizio, hanno finestre piccole e
sono dotate tutte di tetti in coppi. Rimangono le tracce di due ingressi dotati
di ponte levatoio, anticamente solo l'ingresso di nord-ovest dava l'accesso al
mastio. Il mastio ha cinque piani con locali con il soffitto a botte e pavimenti in legno intarsiato; i primi
tre ad uso abitativo, il quarto per l'alloggio delle truppe e l'ultimo per le manovre difensive, consiste in
un sottotetto retto da quattro pilastri oggi illuminato da 18 finestre di recente apertura, in origine vi
erano solo feritoie strombate.
Due erano le cinte murarie, la più interna, che cinge il mastio da vicino, ha forma quadrangolare e
risulta essere costruita su un terrapieno che mantiene il castello in posizione soprelevata. Oggi della
cinta muraria esterna, abbattuta nel 1858 non rimane traccia, dalle piante
settecentesche risulta che il maniero era collegato a una cinta muraria esterna
dotata di porte fortificate, che al suo interno aveva altre due torri: il torrino e
la torre di Primatello.
Si narra la leggenda del pozzo dei coltelli, ubicato presso il castello nei
sotterranei della torre circolare di sud-est, oggi riempito e chiuso; si sarebbe
trattato di un pozzo con il condotto rivestito da numerosissime lame affilate,
sporgenti e messe orizzontalmente e comunicante con una segreta senza via di
uscita. Chi ci finisse dentro non è dato a sapere, verosimilmente nemici del
signore e gente sgradita, ma si narra anche di giovani donne rapite dai vari
castellani. Nei racconti anche degli ultimi proprietari del castello si fa
riferimento al fatto che coloro che venivano scaraventati nel pozzo in parola
preferissero buttarsi contro le lame sui bordi, al fine di evitare l'agonia nella segreta; si narra pure di
“fantasmi”, c'è chi giura di averli visti sopra le mura, forse dei condannati a questo supplizio.
Attualmente è visitabile e fa parte dei castelli del gruppo dell'Associazione "Castelli del Ducato di
Parma e Piacenza".
The castle Malaspina-Dal Verme in Bobbio is an imposing quadrangular building located within the
town, in an elevated position in the upper part of the country and over the park of the same name. State-
owned, it is over the Emilia-Romagna Museums of the Ministry of Heritage and Culture and Tourism,
and is inserted in the circuit of the Association of the castles of the Duchy of Parma.
The village of Bobbio began to be fortified with the construction of walls, in the thirteenth century, a
document of 1219 appoints a braida de castle. The construction of the fort, as we see it today, is due to
Corradino Malaspina in the early fourteenth century.
It was built next to the Basilica of St. Peter, which was built before the arrival of Saint Columba by an
unknown missionary who evangelized the primitive Roman village, the church carried the dedication to
St. Peter, and Columban in 614 found it almost in ruins , after having restored the church chose as
cenobiale around which grew the original monastery.
In the turbulent period of the struggles between Guelphs and Ghibellines, the castle was garrison
Guelph nobles took refuge there fleeing from the attacks brought by the city of Piacenza (Ghibelline) to
the castles of the Trebbia. In 1342 it becomes possession of the Visconti of Milan, in 1413 was
conquered by the Anguissola Travo for only one year, he returned to the Visconti who in 1436 assigned
the castle with the title of count to the Dal Verme who gained possession with ups and downs until the
suppression feudalism. The neglected structure, which began to crumble in 1814 was sold to Paul by
Cella and his heirs sold to the state in 1956.
The tower of the bishop is the oldest part, built after 1014 near the Basilica of St. Peter, probably the
bell tower then adapted for defensive purposes. Before the construction of the castle were housed
troops, it was lowered into an undefined period.
The castle consists of a massive tower with a rectangular base to which are connected a round tower, a
square and other small buildings, housing guards and one newly built, much lower than keep. All the
buildings are made of stone with brick inserts, have small windows and are all equipped with roof tiles.
The traces of two inputs with drawbridge, formerly only the entry of the north-west gave access to the
tower. The tower has five floors with rooms with vaulted ceiling and inlaid wood floors; the top three
for residential purposes, the fourth for the accommodation of the troops and the last for defensive
maneuvers, consists of a roof supported by four pillars now lit by 18 windows recently opened,
originally there were only slits splayed.
Two were the city walls, the inner, encircling the tower up close, has a square shape and is being built
on an embankment that keeps the castle in a higher position. Today the outer wall, demolished in 1858,
no trace remains, from plants is that the eighteenth-century manor house was connected to an outer
wall with fortified gates, which inside had two towers: the turret and tower Primatello.
It tells the legend of the well of the blades, located at the castle in the basement of the round tower of
the south-east, now filled and closed; this would be a well with the pipe covered by numerous sharp
blades protruding and placed horizontally and communicating with a secret with no way out. Who will
end up inside is not given to know, probably enemies of the lord and unwelcome people, but it also tells
of young women abducted by the various castellans. Also in the stories of the last owners of the castle it
is referred to the fact that those who were thrown into the well in question preferred to throw himself
against the blades on the edges, in order to avoid the agony in secret; it also tells of "ghosts", some
people swear to have seen them on the walls, perhaps condemned to this torture. Currently it is open
and is part of the castles of the group of the "Castles of the Duchy of Parma." Le château MalaspinaDal Verme à Bobbio est un imposant bâtiment quadrangulaire situé dans la ville, dans une position
élevée dans la partie supérieure du pays et sur le parc du même nom. Appartenant à l'Etat, il est sur les
Musées Émilie-Romagne du ministère du Patrimoine et de la Culture et du Tourisme, et est inséré dans
le circuit de l'Association des châteaux du duché de Parme.
Le village de Bobbio a commencé à être fortifiée avec la construction de murs, au XIIIe siècle, un
document de 1 219 nomme un braida de château. La construction du fort, comme nous le voyons
aujourd'hui, est due à Corradino Malaspina au début du XIVe siècle.
Il a été construit à côté de la basilique de Saint-Pierre, qui a été construit avant l'arrivée de Saint
Columba par un missionnaire inconnue qui évangélisa le village romain primitif, l'église a porté le
dévouement à Saint-Pierre et Colomban en 614 trouvé presque en ruines , après avoir restauré l'église
a choisi comme cenobiale autour de laquelle a grandi le monastère d'origine.
Dans la période turbulente des luttes entre guelfes et gibelins, le château était garnison nobles Guelph
y ont trouvé refuge fuyant les attaques portées par la ville de Piacenza (gibelins) aux châteaux de la
Trebbia. En 1342, il devient possession des Visconti de Milan, en 1413 a été conquise par les
Anguissola Travo pour une seule année, il revint à la Visconti qui en 1436 affecté le château avec le
titre de comte à la Dal Verme qui a gagné la possession avec des hauts et des bas jusqu'à la
suppression féodalité. La structure négligée, qui a commencé à s'effriter en 1814 a été vendue à Paul
par Cella et ses héritiers vendu à l'état en 1956.
La tour de l'évêque est le plus ancien, construit après 1014 près de la basilique Saint-Pierre, sans doute
le clocher puis adaptés à des fins défensives. Avant la construction du château ont été logés troupes, il
a été descendu dans une période indéfinie.
Le château se compose d'une tour massive avec une base rectangulaire auquel sont connectés une tour
ronde, un carré et d'autres petits bâtiments, les gardes de logement et un nouvellement construit,
beaucoup plus faible que garder. Tous les bâtiments sont en pierre avec des inserts de briques, ont de
petites fenêtres et sont toutes équipées de tuiles. Les traces de deux entrées avec pont-levis, autrefois
uniquement l'entrée du nord-ouest ont donné accès à la tour. La tour a cinq étages avec des chambres
avec plafond voûté et planchers de bois incrustés; le top trois à des fins résidentielles, la quatrième
pour le logement des troupes et le dernier pour les manœuvres défensives, se compose d'un toit soutenu
par quatre piliers maintenant éclairés par 18 fenêtres ouvertes récemment, à l'origine il y avait
seulement des fentes écartées.
Deux étaient les murs de la ville, l'intérieur, encerclant la tour près, a une forme carrée et est en cours
de construction sur un talus qui maintient le château dans une position plus élevée. Aujourd'hui, la
paroi extérieure, démoli en 1858, ne reste aucune trace, à partir de plantes est que le manoir du XVIIIe
siècle a été relié à un mur d'enceinte avec des portes fortifiées, qui avaient l'intérieur de deux tours: la
tourelle et de la tour Primatello.
Il raconte la légende du puits des lames, situé au château dans le sous-sol de la tour ronde du sud-est,
maintenant rempli et fermé; ce serait un bien avec le tuyau couverte par de nombreuses lames
tranchantes saillantes et placés horizontalement et communiquant avec un secret avec aucun moyen de
sortir. Qui finira par l'intérieur est pas donné de connaître, probablement ennemis du Seigneur et les
gens indésirables, mais il raconte aussi des jeunes femmes enlevées par les différents châtelains.
Toujours dans les histoires des derniers propriétaires du château il est fait référence au fait que ceux
qui ont été jetés dans le puits en question préféré se jeter contre les lames sur les bords, afin d'éviter
l'agonie dans le secret; il raconte aussi des «fantômes», certaines personnes ne jurent de les avoir vus
sur les murs, peut-être condamnés à ce supplice. Actuellement, il est ouvert et fait partie des châteaux
du groupe des «châteaux du duché de Parme."